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LAZZA OUVER-TOUR

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Articolo di Ginevra Baldassari

Calano le luci su un Palasport strapieno di gente visibilmente emozionata, e prima che Lazza metta a fuoco e fiamme il palazzetto, il breve DJ set del  produttore Drillionaire scalda la folla con hit dal sapore urban, con un marcato distacco in termini di reazione del pubblico verso i brani italiani, rispetto a quelli internazionali.

Tutti col fiato sospeso per questa prima data dell’Ouvertour (che ha registrato il sold-out delle prevendite per tutte le date) del rapper milanese, reduce da una serie di successi da record. Secondo classificato a Sanremo con Cenere, Lazza festeggia un anno dall’uscita del suo terzo album Sirio, rimasto per 365 giorni nella top ten, di cui 20 settimane in prima posizione, battendo ogni record e ottenendo qualcosa come 43 dischi di platino e oltre 800 milioni di stream.

Lo show si apre pacatamente con Ouv3rture, con i musicisti schierati sull’ampio palco, e la voce di Lazza che entra da dietro le quinte. Appena arriva in scena inizia un rollercoaster di emozioni per tutti i fan di nuova e vecchia data. L’artista esegue con maestria e contagiosa energia la quasi integralità dei brani di Sirio, di cui una manciata in versione Concertos, circa metà dei brani di Re Mida, oltre a tutte le hit a cui ha partecipato in feat e un paio di accenni ai suoi esordi, per un totale di 30 brani in oltre due ore di concerto, in cui l’adrenalina non ha mai accennato a calare.

La voce a volte spezzata dall’emozione ma sempre potente e precisa, si fa via via più chiara e graffiata mentre cammina e salta sull’enorme palco (forse un po’ troppo grande e dispersivo, ma mi ricrederò a breve), affiancato da un’ottima band formata da Giovanni Cilio alla batteria, Claudio Guarcello alle tastiere, Luca Marchi al basso, Eugenio Cattini alla chitarra (tutti presentati da Lazza come “fratelli”). Completano lo show le incredibili decorazioni di luci e proiezioni che riempiono lo spazio di forme e colori, in uno spettacolo sempre vario e sorprendente in cui l’immagine del cantante si moltiplica e si mescola alla scenografia. E in effetti l’unica spiegazione possibile a tutta l’energia, l’entusiasmo e l’inarrestabile forza che sprigiona questo ragazzo di 29 anni, è che non sia uno solo sul palco, ma che ci sia un Lazza per ogni variazione melodica, per ogni stile, per ogni mood che porta su questo set che esplode di fuochi e colori.

Perfettamente a suo agio sul palco e parlando al pubblico con una semplicità e sincerità disarmanti, tanto più toccanti quando si parla dell’artista con i migliori risultati di vendite attualmente in Italia, Lazza riesce a rendere intimo uno show costruito per grandi arene e palazzetti, divertendosi e facendo divertire i fan (tante le mani alzate dai seguaci della prima ora, quando chiede chi lo segue dai tempi di Zzala), dimostrando contemporaneamente modestia e una professionalità senza paragoni. Lazza scherza, offre le sue bottiglie d’acqua ai ragazzi ammassati nel pit, ferma due brani durante l’esecuzione (il primo per un piccolo malore nel pubblico, il secondo per un problema con l’in-ear) per poi ripetere entrambi, coinvolge tutta la platea che intona con lui i più grandi successi, viene goliardicamente fischiato in massa quando nota una maglietta del Milan, indossata da un fan sottopalco e riesce a dimostrare una grande dimensione umana oltre all’innegabile talento che lo contraddistingue.

La scaletta di questa sera lasciava presagire qualche ospite, invece Lazza esegue da solo anche i brani come S!r! di Thasup, Chiagne di Geolier, un’irriverente e trascinante Ho paura di uscire 2, del collettivo Machete, in cui canta sdraiato a terra, e la finalissima Ferrari di James Hype e Miggy Dela Rosa. Così come canta da solo Gigolo, da Re Mida versione Aurum, spegnendo le fanatsie dei fan che speravano di vedere anche Sfera Ebbasta sul palco romano.

Se la vocalità e la grinta di Lazza la fanno da padroni su quel palco, la band arricchisce il sound colorandolo di una ritmica sostenuta e di pennellate di chitarra elettrizzanti come in Gucci Ski Mask che ne esce come uno dei brani più potenti della serata, insieme a Zonda, freschissima d’uscita e ipnotizzante. I grandi successi più pop come Porto Cervo, Panico e Uscito di Galera infiammano le anime dei presenti ancora più degli effetti pirotecnici che accendono i momenti salienti dello show, ma è proprio nei brani più intimisti come Alibi, Sogni d’oro, Nessuno o Topboy e in quelli più ruvidi come Jefe, J, Puto, che Lazza ti buca il petto come una pallottola e resta piantato lì, facendoti sperare che il concerto duri almeno altre due ore.

Unica pausa durante lo show alla fine di Sogni d’oro, pochi minuti per un cambio abito e tornare in scena in bermuda più carico che mai per una pompatissima e infiammata J (titletrack dell’omonimo mixtape) che lo lascia quasi senza fiato. Ma il nostro non demorde e basta un sorso d’acqua a rimetterlo in sesto per un’altra slot di brani efficaci, tra cui Lario, unico brano del primo album, e 24h da Re Mida, in cui ancora una volta la scenografia serve da perfetto elemento del brano.

Si passa quindi alla fase Concertos, con un quartetto d’archi e l’ottimo pianista Emiliano Bilangero “pescato dalla mia ragazza su TikTok”, con Senza rumore , che ne esce come uno dei momenti più belli dell’intero spettacolo, seguito da Catrame, Nulla di e Morto Mai.

Torna sul palco la band e si aprono gli ombrelli in platea per Piove, e,  e se ingenuamente pensavamo di aver ormai visto tutto, le luci formano un cerchio di sbarre attorno all’artista che esegue magistralmente Uscito di galera, lasciando il microfono a terra per farsi accompagnare dal pubblico ormai in delirio. E’ solo a questo punto che arrivano le prime note di Cenere, in cui Lazza da tutto sé stesso, senza una minima esitazione vocale nonostante le ormai oltre due ore di esibizione in cui ha spinto oltre l’immaginabile. Il pubblico si alza in piedi e canta con lui, pronto a malincuore alla conclusione di un concerto che va oltre le aspettative ed è destinato a lasciare un ricordo indelebile a chi ha avuto la chance di assistervi. Ma non è finita qui, parte la base di Ferrari, tornano le fiamme, i saluti e i ringraziamenti di Lazza (“raga spero che siate soddisfatti dei soldi che avete speso”) e un selfie con tutto il pubblico alle spalle. Un artista completo e versatile, che spazia dal rap, alla trap, con venature classiche (qualche accenno al pianoforte anche questa sera), che non ha paura di mostrare il suo lato più oscuro e fragile e che deve il suo meritatissimo successo, oltre all’indiscutibile talento, alla tenacia, alla sensibilità e al carisma che questa sera ha ampiamente dimostrato. Un’apertura davvero notevole per questo tour, che prosegue con altre sette date incendiarie. “Però tu non sai che quando spengono il set rimane solo il fumo. E ho paura del buio” canta in Nessuno, ma può stare sereno che dopo questa esibizione la sua luce continuerà a brillare sempre più forte e sempre più lontana. 

Grazie Lazza, ci vediamo quest’estate.

La Scaletta del Concerto al PalaEur di Roma

  • Ouv3rture 
  • Molotov
  • Bugia Feat
  • Gigolò Feat
  • Netflix 
  • Re Mida 
  • S!R! 
  • Jefe 
  • Porto Cervo 
  • Chiagne Feat 
  • Zonda
  • Topboy
  • Gucci Ski Mask 
  • Panico 
  • Sogni D’oro 
  • Pausa
  • Alibi 
  • Puto 
  • Nessuno 
  • Lario 
  • 24h 
  • Senza Rumore 
  • Catrame 
  • Nulla Dì 
  • Morto Mai 
  • Piove 
  • Ho Paura Di Uscire 
  • Uscita Di Galera 
  • Cenere 
  • Ferrari 

CASADILEGO TOUR 2022

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Sono le 20:30, la Cavea dell’Auditorium Parco della Musica è tutta esaurita per il concerto di Ben Harper, Casadilego, all’anagrafe Elisa Coclite, si presenta sul palco in punta di piedi, accompagnata dal suo chitarrista Frank.

Ma basta poco ad Elisa per prendersi l’attenzione del pubblico e coinvolgerlo, la voce di Casadilego è uno strumento musicale che ci ha allietato per un’ora, in attesa del main event.

La Scaletta della serata

  • Millepiani
  • Lontanissimo
  • Vittoria
  • Edinburgh attempt no. 1
  • Dimmi
  • Case Of You (Cover Joni Mitchell)

Biografia di Casadilego da OTR Live

Elisa Coclite, in arte Casadilego, nasce a Bellante (TE) nel 2003.

Studia pianoforte classico e suona anche la chitarra.

Sceglie come nome d’arte il titolo di una canzone del suo idolo Ed Sheeran.

Ha incantato giudici e pubblico della 14^ edizione di X Factor Italia, vincendo nella squadra delle Under Donne di Hell Raton.

Polistrumentista e interprete sopraffina, una voce e un carisma che rappresentano un unicum nell’attuale panorama musicale italiano.

Dopo aver conquistato pubblico e critica, esce il suo primo EP “Casadilego” (Sony Music Italy), che contiene i brani eseguiti durante i live di X Factor 2020, tra cui i due inediti “Vittoria” e “Lontanissimo”.

Nei mesi successivi il suo percorso nella scena musicale italiana continua a registrare notevoli successi: il rapper Nitro la sceglie come featuring nel brano “Mr & Mrs Smith” e il singolo “Vittoria” conquista la certificazione di disco d’oro (dati diffusi da Fimi/GfK Italia).

Nel 2021 Francesco Renga l’ha fortemente voluta accanto a sé per la serata dei duetti della 71^ edizione del Festival di Sanremo, sulle note di “Una ragione in più”, brano di Ornella Vanoni.

Nel luglio dello stesso anno Casadilego torna con il brano “Millepiani”, che apre il suo nuovo percorso artistico, mentre a novembre esce “Ora o mai più” con Cicco Sanchez.

Apre il 2022 con un inedito dai temi introspettivi, “GIARDINO” , che dal 28 gennaio è su tutte le piattaforme di ascolto.

Domenico Cippitelli
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