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JDL firma il suo ultimo muro a Roma: un imponente murale di 40 metri tra i più grandi della Capitale, nell’ambito di Street Art for Rights Forum Festival e della Biennale MarteLive

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Corviale

2023

Porta la firma di JDL (Judith de Leeuw) – la nota street artist olandese apprezzata in tutto il mondo – il nuovo imponente murale di 40 metri dal titolo “Icarus” realizzato nell’ambito di Street Art for Rights Forum Festival sulla parete Nord-Est del palazzone di Corviale a Roma, il famoso “Serpentone”, uno dei muri “più simbolici” della Capitale.

Foto Credits: Emidio Vallorani

I lavori sono iniziati lo scorso 15 dicembre e dopo oltre un mese di lavoro tra gelo e pioggia Corviale è la sede di una delle opere più grandi e significative della città realizzata da JDL con il supporto operativo degli street artists Spike, Smok, Marqus, Boogie, Joys e dell’inossidabile team di Street Art For Rights che ha reso possibile un’altra grande opera murale che si aggiunge alle oltre 30 realizzate negli ultimi anni (vedi www.streetartforrights.it).

JDL è conosciuta a livello internazionale per il suo attivismo nel diffondere messaggi sociali attraverso la street art, lavorando su temi come LGBTQIA+, razzismo e salute mentale, raccontandole sui muri del mondo con attenzione e lirismo, grazie al suo inconfondibile tratto. Anche per Street Art for Rights Forum Festival ha scelto di sensibilizzare le persone sull’attuale tema dell’ambiente, approfondendo con il suo lavoro la tendenza autodistruttiva della società moderna che supera i confini della natura.

Al centro del nuovo muro – forse uno dei più grandi della città – c’è un rimando al mito di Icaro. Icaro è colui che, incurante dei propri limiti, volò troppo vicino al Sole con ali di cera e precipitò in mare. Metafora di una società accecata dal profitto che si sta dirigendo verso l’autodistruzione, che punta ad avere il massimo oggi non curante del futuro.

Foto Credits: Emidio Vallorani

Nell’opera JDL raffigura due donne: una ricoperta di olio precipita nel vuoto, l’altra invece lotta, riuscendo a divincolarsi e a ritrovare la libertà volando. La donna sulla sinistra diviene simbolo dei tantissimi uccelli che si ritrovano invischiati nel petrolio in mare per colpa dell’uomo; quella sulla sinistra invece rappresenta chi ce la fa, con forza e tenacia. Un’opera che diventa un auspicio per il futuro e un simbolo di speranza per il quartiere di Corviale e per tutti. L’artista inoltre, nella realizzazione della sua opera, ha scelto di non cancellare alcune scritte create dai residenti del quartiere, poste alla base del grande palazzo. Un chiaro segnale di mantenere vivo il legame con il territorio, senza voler “snaturare” l’anima popolare di Corviale.

Il muro di JDL avrà una durata temporanea di circa due anni, in quanto il Palazzone è interessato dalle attività di ristrutturazione del PNRR; in questo arco di tempo però, prima che verrà distrutta, sarà trasformata in NFT, in modo che possa comunque continuare ad essere visibile e vivere in rete nel mondo digitale della blockchain. I ricavati dalla vendita dell’opera saranno devoluti in beneficenza a varie associazioni benefiche che operano nello stesso quartiere.

Foto credits: Emidio Vallorani

Street Art for Rights si è affermato in questi anni sempre di più come un punto di riferimento per la street art in Italia con oltre 30 opere realizzate a Roma nei quartieri periferici di Corviale e Settecamini creando due musei a cielo aperto e nel Lazio tra Cassino, Fiumicino e Latina. Il traguardo più grande, però, è arrivato quest’anno con il riconoscimento dell’Unione Europea nell’ambito del Programma Europa Creativa che inaugura un nuovo ciclo triennale di opere e iniziative legate alla street art che varcheranno i confini Italiani per raggiungere la Francia, grazie all’associazione Pick Up Production, e la Grecia con l’associazione Anazitites Theatrou.

Il festival di street art, ideato e diretto da Giuseppe Casa, curato da Oriana Rizzuto per MArteGallery e prodotto dall’Associazione Culturale ARTmosfera, è nato come progetto speciale della Biennale MArteLive nel 2014 e in questi 8 anni ha sviluppato un percorso condiviso sul territorio fondendo insieme la promozione di valori sociali importanti attraverso l’arte urbana. Questo percorso ora si apre a una dimensione europea e internazionale che riserverà molte sorprese. La prima tappa del progetto è l’Italia – precisamente a Corviale (Roma), luogo in cui hanno già avuto inizio le attività legate al progetto e che più volte ha ospitato iniziative e opere di Street Art For Rights. Prima opera ad inaugurare il progetto europeo è stata proprio quella di JDL.

Grazie al patrocinio del Municipio XI, al presidente Gianluca Lanzi e alla giunta, ai comitati e alle associazioni di quartiere, ai partner Roma Best Practice e Mitreo Iside, al centro Nicoletta Campanella e ai partner tecnici Baiocco, Minguzzi, Bricofer, Sikkens per il loro contributo.

Foto credits: Emidio Vallorani

Mizzle / Hasa / C Duncan / I Hate My Village il live finale di Su:ggestiva

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Termina la manifestazione di MArteLive al Ninfeo di Villa dei Quintili e lo fa con un super concerto, sold out, degli I Hate My Village.

La jam session di Adriano Viterbini (chitarra di Bud Spencer Blues Explosion), Fabio Rondanini (batteria di Calibro 35, Afterhours) e Marco Fasolo (Jennifer Gentle), dopo due giorni di prove/concerto ci accompagna ad esplorare un groove privo di frontiere con una profonda radice di musica africana e il fascino dell’improvvisazione.

A precederli il chitarrista pugliese Salvatore De Padova in arte Salvo Mizzle (in apertura di tour con artisti come Giovanni Truppi, Roberto Dellera, Giorgio Poi, Paolo Benvegnù), Redi Hasa, straordinario violoncellista che presenta un live sui Nirvana in chiave intensa e personale e lo scozzese C Duncan, una sintesi di pop barocco influenzato da una estetica elettrojazz.

Gold Mass / Parra for Cuva / Her Skin / Mòn al festival Su:ggestiva

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Altra serata del Su:ggestiva – musica pura per luoghi straordinari di MArteLive con artisti giovanissimi e altrettanto talentosi, e con generi completamente diversi tra loro.

Si parte con Gold Mass, le sonorità elettrodark autoprodotte da Emanuela Ligarò, per passare al dj tedesco Parra for Cuva, pseudonimo di Nicolas Demuth con un mix di house/downtempo, ancora a seguire Her Skin, la cantautrice emiliana Sara Ammendolia che in tour passati ha condiviso il palco con artisti del calibro di Motta e Zen Circus, e per finire con gli scatenati Mòn, band romana che ha riempito il Ninfeo di Villa dei Quintili e suonato la loro originalità con l’esperienza di palchi come quello di Collisioni a Barolo e l’Auditorium a Roma.

Taskayali/Lambert/72 Hour Post Fight a Su:ggestiva

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Altra serata di Su:ggestiva – musica pura per luoghi straordinari al Ninfeo di Villa dei Quintili, sempre della Biennale MArteLive.

Questa volta due artisti al pianoforte e un gruppo innovativo; apre la manifestazione Francesco Taskayali, compositore e pianista di origini italo-turche dagli inizi precoci, tredici anni. Segue sempre al pianoforte, tra jazz, ambient e musica classica il tedesco Lambert, personaggio enigmatico che suona mascherato. Terminano poi i 72-Hour Post Fight, una armonia di suoni e improvvisazioni elettroniche.

Marlene Kuntz

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Il festival Biennale MArtelive, nello specifico la sezione ALTRNTV che prevede in ambito musicale innovazione, sperimentazioni e qualità musicali innovative, vede tra i protagonisti i Marlene Kuntz.

Ieri si sono esibiti al Monk Club con il Karma Clima tour, con la proposta del loro nuovo disco, esperienza tra musica ed arte con la mente rivolta ad un aspetto fondamentale del cammino dell’uomo: il cambiamento climatico.

Federico Dragogna – Quello che ho capito di De Andrè

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Biennale MArteLive ci ha abituato nel corso dei suoi anni a spettacoli fuori dal “già visto” e con artisti emergenti ma anche già ben conosciuti che portano in scena format differenti dai singoli live.

Con l’evento “Su:ggestiva – musica pura per luoghi straordinari” MArteLive ci conduce all’interno del Ninfeo Villa dei Quintili, quindi nel Parco Archeologico dell’Appia Antica, con Federico Dragogna che racconta a modo suo il grande Fabrizio De Andrè.

Non un concerto, benché le canzoni del cantautore italiano ci siano e siano riproposte in una versione molto intima, ma neanche una lettura della storia musicale e non, vissuta da De Andrè.

Piuttosto un viaggio con il sottofondo di un dialogo come si fosse tra amici, un dialogo che può portare a scoprire un artista vero, con la A maiuscola.

Un modo anche diverso di scoprire Dragogna, oltre il già conosciuto e bravo componente dei Ministri.

Giulio Paravani
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