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Italia e Francia rilanciano ”web tax, unione bancaria e bilancio comune”

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I Ministri Bruno Le Maire e Giovanni Tria ieri si sono incontrati a Roma per discutere le questioni economiche e finanziarie bilaterali e le loro comuni priorità per il lavoro dell’Unione Europea nei rispettivi campi.

In primis la Web Tax, Italia e Francia accettano la sfida, insieme rilanciano: “Acceleriamo i tempi, l’obiettivo è fino anno”. Tramite un comunicato stampa coraggioso e congiunto i ministri dell’economia francese Bruno Le Maire e l’italiano Giovanni Tria parlano di “Adozione in tempi brevi della proposta della Commissione Ue sulla tassazione dei servizi digitali a partire dalla fine del 2018 con l’obiettivo di iniziare ad affrontare il tema della tassazione dell’economia digitale.

L’Unione europea punta su una formula “provvisoria” che tasserà i ricavi dei colossi di Internet, come ribadito nei giorni scorsi nel corso del G20 – si è tenuto in Argentina. L’Unione europea non intende aspettare e preme nell’avere subito una forma di tassazione che rimetta i giganti del web “in riga”: “I colossi del digitale devono pagare la loro quota di tasse, qui parliamo fondamentalmente di equità”, ha affermato Moscovici. Quest’ultimo intende portare avanti la proposta di una tassa sui ricavi da adottare entro la fine del 2018 perfettamente in linea sia con il ministro delle finanze austriaco che con quello di Francia, Spagna e ovviamente Italia.

Ma nello specifico che cos’è la Web tax e cosa comporterà?!

La Commissione europea ha proposto nuove norme per garantire che le attività delle imprese digitali siano tassate in modo equo e favorevole alla crescita nell’UE:

1) gli utili delle imprese digitali saranno registrati e tassati nel luogo in cui le imprese hanno un’interazione significativa con gli utenti attraverso i canali digitali;

2) sarà istituita un’imposta temporanea da prelevare sulle principali attività digitali, che al momento sfuggono a qualsiasi tipo di imposizione nell’UE.

Secondo le stime della commissione, se sarà applicata a un’aliquota del 3%, l’imposta potrà generare entrate per gli Stati membri dell’ordine di 5 miliardi di euro all’anno.

A quanto sopra detto sono contrari l’Irlanda il Lussemburgo e la Svezia. Sono contrari alla web tax perché si allontana, secondo loro, un po’troppo dai principi concordati a livello internazionale e complicherebbe gli sforzi fatti nel raggiungimento di un accordo globale sul calcolo degli imponibili. Senza contare inoltre che il buon Donald Trump potrebbe, a tal proposito, non vedere di buon occhio la web tax tanto da decidere di adottare “contro-misure” in relazione alla web tax europea, complicando così i rapporti commerciali tra USA e UE. Soprattutto perché sappiamo benissimo che una delle grandi sfide è che la tassa sull’economia digitale si traduca principalmente in tassa sulle aziende americane, attualmente i maggiori player del settore, per cui gli Stati Uniti hanno la percezione che questo sia un attacco alla loro digital economy, ma non è assolutamente così”. ha affermato Hubert Fuchs, rappresentante del Consiglio d’Europa al G20 e anche segretario alle finanze dell’Austria.

Il governo italiano si è detto pronto a sostenere la web tax europea: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, parlando alla Camera in vista del recente Consiglio europeo, ha dichiarato che “Abbiamo bisogno di un’Europa più equa anche a livello fiscale. L’attuale assetto europeo non garantisce una tassazione equa, soprattutto per quanto riguarda le attività delle industrie del web, le digital companies”.

Un ostacolo importante è di natura tecnica, ovvero la definizione di tassazione per l’economia digitale. La Commissione europea sostiene di puntare a una soluzione globale basata su un metodo innovativo per calcolare le aliquote; nel frattempo, però, per molti dei paesi membri occorre sanare la disparità di trattamento fiscale tra imprese tradizionali e imprese del web e recuperare almeno parte del gettito mancato. “Non possiamo accettare che le Pmi europee paghino tasse di 40 punti percentuali più alte di quella cui sono soggetti i colossi di Internet”, ha detto un rappresentante Ue al G20 all’agenzia Reuters. Una tassa equa sui colossi del digitale sarebbe anche una dimostrazione della capacità dell’Europa di muoversi unita e di agire con forza davanti al pressing del presidente Trump, ha aggiunto la fonte.

In merito all’agenda europea, i due ministri hanno condiviso la necessità di migliorare il funzionamento dell’Unione Economica e Monetaria (UEM) lungo le linee concordate dai capi di Stato e di Governo nell’Euro Summit di giugno.

In vista dell’Euro Summit di dicembre i Ministri dell’economia di Francia e Italia hanno concordato di dare priorità al lavoro sul completamento di tutti gli aspetti dell’Unione bancaria e alla creazione di un bilancio dell’area euro per garantire una maggiore stabilizzazione e convergenza all’interno dell’area. L’Unione Bancaria prevede il trasferimento di competenze nel campo della vigilanza sulle banche dalle autorità nazionali ad autorità europee.

Anna Maria Massa
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