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“IPOCONDRIA”, il nuovo singolo de IL SOGNO DELLA CRISALIDE

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA/MUSICA by

“IPOCONDRIA”

dal 5 Aprile per Gallia Music il nuovo singolo de 

IL SOGNO DELLA CRISALIDE

Un’esplorazione introspettiva che tocca temi come il dubbio, la vulnerabilità e la ricerca di autoconsapevolezza

 

Il Sogno della Crisalide torna sulle scene musicali annunciando la pubblicazione del suo nuovo singolo “Ipocondria”, disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming a partire dal 5 Aprile per Gallia Music. Il brano sarà presentato dal vivo il 4 Aprile al Monk di Roma in uno showcase di apertura al concerto di Artù.

“Ipocondria” si caratterizza per la sua struttura musicale riflessiva, abbinata ad un testo che invita all’autoesame. Attraverso la sua musica, Il Sogno della Crisalide indaga le sfide interiori, proponendo un dialogo profondo e, allo stesso tempo, irriverente, sulla percezione della realtà e sui meccanismi di difesa interiori. 

La traccia si distingue per la sua raffinata produzione, curata da Manuele Fusaroli e Michele Guberti, e per un tessuto sonoro che fonde elementi tradizionali e innovativi. “Ipocondria” si avvale di arrangiamenti meticolosi e di una scelta di suoni che abbracciano sia le armonie classiche sia le sperimentazioni più audaci, regalando un’esperienza d’ascolto multisfaccettata. La collaborazione tra Il Sogno della Crisalide e il team di produzione ha permesso di dare vita ad un’opera che naviga fluidamente tra generi, mantenendo al contempo una coerenza emotiva che cattura grazie all’uso di sintetizzatori, creando un paesaggio sonoro dove ogni nota è pensata per evocare domande e risposte.

Dietro Il Sogno della Crisalide si cela Vladimiro Modolo, una figura enigmatica la cui opera si nutre di diverse ispirazioni, dando vita ad un repertorio che varca i confini dei generi tradizionali.

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CREDITS “IPOCONDRIA”

Produzione artistica: Manuele Fusaroli, Michele Guberti (Massaga Produzioni)
Produzione esecutiva: Vladimiro Modolo
Label: Gallia Music
“Le tue scuse” (©SIAE DAL 2024 Vladimiro Modolo) scritto da Vladimiro Modolo autore di musiche e testi
Voce: Vladimiro Modolo
Struttura e linea melodica: Vladimiro Modolo, Michele Guberti
Basso: Michele Guberti
Chitarre elettriche: Michele Guberti
Synth, batteria, suoni, tricks ed effetti: Michele Guberti
Supervisione artistica: Manuele Fusaroli
Registrazione e master Michele Guberti (Massaga produzioni), presso NHQ Studios di Corlo (FE)
Ringraziamenti speciali: Max Lambertini: Alka records

Promo Radio/Stampa Guacamole Press

 

 

 

Il primo disco di Mattia Rame

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA/MUSICA by

“LO SPAZIO, L’EGITTO, BATTIATO”
IL PRIMO DISCO DI
MATTIA RAME 

DAL 12 GENNAIO ACCOMPAGNATO DAL SINGOLO E VIDEOCLIP
“I GHIACCIAI”

Pre-salva il disco 

Guarda il videoclip

Disponibile dal 12 Gennaio in digitale e accompagnato in radio dal nuovo singolo e videoclip “I Ghiacciai”, “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato”, prodotto da Alessandro Giovannini (White Rock Studio) per Gallia Music, è il primo disco del cantautore romano Mattia Rame, una collezione di brani che fonde poetiche introspezioni dalle audaci sonorità sperimentali.

L’intero album, con la sua diversità di toni e atmosfere, offre un’immersione profonda nell’anima dell’artista. Attraverso inni d’amore e tributi a figure iconiche come Marilyn Monroe e Frida Kahlo, Mattia Rame racconta storie di amore e di cambiamento intessute in suggestioni letterarie che trasportano l’ascoltatore in un percorso concettuale. “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” si distingue per la sua eccentricità, incorporando elementi elettronici, sonorità rock, citazioni poetiche e musicali in un’opera che riflette l’essenza stessa dell’artista con riflessioni sulla lettura, l’amore, la solitudine, e la ricerca della propria identità tra sfaceli cosmici ed interiori.

Il disco, anticipato nel corso del 2023 dai brani “Muoviti” e “Mare Mare” è accompagnato in radio dal 12 Gennaio dal singolo e videoclip “I Ghiacciai” per la regia di Alessandro Siccardi. Una canzone sull’urgenza di cambiare che esplica il concetto di fondo di tutta la musica e della ricerca di Mattia Rame. Un disco d’esordio è, infatti, come una nascita perché tutti siamo chiamati a Nascere. Nascere a noi stessi, a rinascere, per la prima volta; a trovarci, identificarci, oltre i condizionamenti familiari e sociali, le ferite aperte, le brutture, oltre le nostre infinite morti quotidiane alle quali siamo e saremo sempre condannati. “Apritevi, apriamoci” è l’imperativo categorico, gioioso e amorevole, che ci dà la Vita quando ci intima, in fondo, di seguirla. “Seguiamola, dolcemente, senza riserve!”. 

“Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” – Tracklist

  1. I Ghiacciai
  2. Con le Doctor Martens blu
  3. Muoviti
  4. Marilyn Monroe
  5. Scendi
  6. Leggere
  7. Come un cane
  8. Mare Mare
  9. Frida Kahlo
  10. Alle anime

“Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” – Traccia per traccia

  • I Ghiacciai

È il singolo e videoclip che accompagna l’uscita del disco, una canzone sull’urgenza di cambiare, sul Mondo che cade e sulla rivoluzione. Sull’Amore che abbiamo nel Cuore e nelle vene, a volte disperato, a volte limpido come una bella canzone o come il Sole. Per un’ecologia dell’Anima. Tra gli sfaceli cosmici e quelli interiori, verso la rivoluzione o la resurrezione. 

  • Con le Doctor Martens blu

Una canzone d’amore sulla fine di un’illusione e di tutte le illusioni. Sui trent’anni e le cose fatte e quelle ancora da fare. Il ritornello si apre con il trittico “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” che dà poi il nome all’intero disco. Il brano è idealmente cantato alla madre di una delle ragazze che l’artista ha amato di più nella Vita. Le celebratissime Doctor Martens, in questo caso blu, erano le scarpe con cui vide quella ragazza per la prima volta.

  • Muoviti

Acclarato che, anche un piccolo movimento del nostro corpo, innalza i livelli di serotonina nel sangue e sprigiona le endorfine che donano luce significativa alle cose gettate nell’ombra, restare fermi pare non essere mai una buona soluzione. “Muoviti”,  nato dall’esperienza stessa dell’artista, è un brano autobiografico che ruota intorno alla citazione nascosta di William James, uno dei padri della psicologia americana e di quella empirica: “È impossibile rimanere tristi manifestando i sintomi dell’allegria”

  • Marylin Monroe

Un pezzo sulla storia dell’Amore. La Storia delle storie. Il racconto dei racconti. Dedicata a Marylin Monroe, la Musa, il simbolo degli amori e dell’Amore tormentato, idealizzato, irraggiungibile e lancinante, l’archetipo dell’angelo caduto sulla Terra e spezzato per sempre nell’arco della sua tensione estrema verso qualcosa di irraggiungibile. Ed è quasi tutta, come molto spesso e come tante canzoni del disco, costruita su un intreccio di citazioni, questa volta, tutte tendenzialmente ispirate e dedicate alla lettura di un bellissimo libro di interviste di Paola Maugeri, storico volto e voce di Mtv e nota giornalista musicale che l’artista ha ricevuto in regalo da sua sorella.

  • Scendi

Il pezzo più vecchio del disco, una delle prime cose che Mattia Rame ha scritto, una vera e propria canzone d’amore, pensata come una serenata, cantata alla finestra per la donna che fu il suo primo vero incredibile Amore, indimenticabile e consegnato all’Eternità. È una canzone completamente di “cuore”, meno mentale e meno intellettuale. 

  • Leggere

Una canzone intorno al concetto di lettura. Il leggere nel senso più ampio del temine: i libri, le persone, il mondo, sé stessi. La prima strofa è composta, principalmente, da titoli di libri uniti apparentemente a caso, messi semplicemente gli uni accanto agli altri misti a riflessioni dell’artista. Come il fatto che spesso ci sentiamo soli, pur non essendolo. O che non ci rendiamo conto che per alcune persone rappresentiamo il Sole. “E ho pensato che in fondo è da bastardi saperlo. In fondo, per restare un minimo innocenti, per non farci mangiare dal narcisismo e non restare solo Egomostri, l’unico modo per preservare un piccolo spazio di innocenza, è mantenere un minimo di incoscienza, di estraneità alla e dalla propria Bellezza.” 

  • Come un cane

Un pezzo scritto dentro i perimetri di una piccola solitudine. Non è un inno alla solitudine, anzi, è vero il contrario. Scritta nel giro di due minuti dall’inizio alla fine con una nota vocale in una notte d’ospedale e la voce sottotono e monotono. Insieme al produttore, Alessandro Giovannini e gli altri amici e colleghi con cui è stata arrangiata e prodotta, l’artista ha poi deciso di lasciare questo tono monocorde nella voce, estatico come un vapore non definito, colorandola, appena, nella musica, con atmosfere ispirate a “Drive”, il celebre film di Refn con Ryan Gosling e un ritornello nel quale l’artista vive un vero e proprio momento di sublimazione. 

  • Mare Mare

Nato come omaggio all’indimenticabile Franco Battiato che ha influenzato in maniera potente anche le liriche dell’artista romano, il brano offre un’esperienza musicale intrisa di citazioni letterarie e riflessioni profonde sul nostro tempo. Il ritornello del brano è, infatti, un omaggio esplicito al celebre ritornello di “Summer on a solitary beach” che va a fondersi con le parole di Mattia, creando un’atmosfera unica. La melodia che vuole trarne ispirazione, insieme ai versi che mescolano le parole del Maestro con i sentimenti dell’artista romano sulla precarietà dei nostri tempi, creano un connubio di emozioni e riflessioni.

  • Frida Kahlo

È la canzone più pazza del disco. L’idea di Mattia Rame era quella di fare un pezzo kitsch, un kraut rock dell’Anima. Unire veramente elettronica e brit-rock volgare alla Thin Lizzy, anche se loro sono propriamente irish e di irish quì non c’è nulla. “Quella roba coi chitarroni aperti, la batteria pestata sul rullante. Insomma, una cosa fuori dalle righe.” 

  •  Alle Anime

Una piccola poesia stralunata cantata alla Luna e all’Anima. “La misura della mia vera cifra, la cosa piu vicina  a me Stesso e alla mia anima, che io abbia mai scritto.”. Il ritornello è una citazione di Montale, piena di immagini surreali miste alle personalissime storpiature di Mattia Rame con la chiusa epica: “La Vita è la Via con la T: senza uscita. Quindi apritevi, apritevi, apritevi, apritevi!”.

Questo è il concetto di fondo che riassume tutta la musica di Mattia e la sua ricerca, e che chiude il percorso raccontato in questo disco. È, infatti, come una nascita, anche il disco d’esordio arrivato cosi tardi, perché tutti siamo chiamati a nascere: da quando nasciamo fino alla nostra morte, che è presumibilmente una nuova nascita. 

MATTIA RAME ONLINE:

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“Muoviti”, lo Showcase di Mattia Rame

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by

In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Muoviti”, Mattia Rame ieri sera ha presentato a Largo Venue il brano live e gran parte dei brani che saranno presenti sul suo primo disco “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato”, di prossima uscita.

Ad accompagnarlo sul palco la sua band: Alessandro Giovannini alle chitarre acustiche, cori, kaos pad, Giuseppe Levanto al piano, synth, sequenze e programmazioni, Pasquale Leonardi alle chitarre elettriche e con Nicola D’Amati, sound engineer. 

Durante il concerto Mattia Rame ha invitato sul palco Marco Santoro, in arte Mox, con il quale ha duettato in un brano.

La scaletta della serata:

  • Scendi
  • Come un cane
  • Si sciolgono i ghiacciai
  • Muoviti
  • Alle Anime
  • Per me lo so (cover CCCP)
  • La Psicanalisi
  • Marylin Monroe

BIOGRAFIA MATTIA RAME:

Mattia Brescia nasce a Roma nel 1985 in Via Giulia, in quella che diventerà poi la biblioteca dell’Apollinare, sopra la chiesa di San Girolamo della Carità.

Leone ascendente bilancia, sin da piccolissimo è coinvolto nel profondo da un amore viscerale e intensissimo per la parola, la scrittura e i suoni. Impara a leggere e scrivere quasi prima che a camminare.

Per mesi “gattona” anziché camminare, appunto, protraendo per un tempo più lungo dell’usuale questa attività, continuamente distratto dal tentativo di decifrare i segni e le mille immagini che rinveniva nei fumetti e nel libri che incontrava mano a mano dentro casa.

Come a dire che, anziché impegnarsi in quei primi tentativi di equilibrio e deambulazione, una prospettiva ribassata e di attesa, un punto di osservazione e semmai di racconto, era più consono e immediato ed incline a lui.

Le storie di Giulio Cesare e di Napoleone, l’ammiraglio Nelson, la battaglia di Lepanto, l’origine delle stelle, la formazione dello spazio e dei metalli, la cultura e la storia degli Egizi, sono fascinazioni e suggestioni che creeranno in lui il primo appiglio poetico della sua personalità e che diventeranno anche, molto tempo più in la, le radici della sua ricerca artistica.

In quegli anni aiuta spesso il padre che, insegnante di meccanica in un istituto tecnico della periferia romana, portava avanti una sua collaterale e infinita passione come artista del ferro. In quei lunghi pomeriggi con il padre ascolta la radio e davanti al macchinari, al torni, I frullini, con quei fragorosi rumori che si spriagionavano al contatto col ferro, in un infinito gioco di rimandi ed ecolalie, imitava ogni suono e rumore che sentiva cercando di trasformarlo in musica, come in una continua lunghissima apofenia e pareidolia acustica.

Nel frattempo si appassiona al gioco del calcio, disciplina in cui eccelle e che sembrava dovesse diventare la sua vita. Conosce Jack London di cui si innamora follemente, Mark Twain, Stevenson e Dickens.

Al liceo incontra la musica veramente. Prima attraverso le canzoni di De Andrè, trovando quel filo che univa la parola alla musica. E poi Battiato, che diventerà il riferimento principale tra gli artisti italiani, poi Lucio Dalla, Venditti e De Gregori. Scopre i Pink Floyd, Dylan, i Doors, gli Stones, gli Smiths, i Cure e i Joy Division, i Radiohead, i Nirvana. E poi Aphex Twin, Prodigy, gli Afterhours e i Marlene Kuntz.

Legge Calvino e Montale, Pavese, Ungaretti, Alda Merini e la Szymborska e Marquez grazie ad una zia medico che lo introduce definitivamente alla arande letteratura che cura l’Anima, e allo zio, marito di lei, artista a sua volta e figura fondamentale per tutto lo sviluppo artistico e personale di Mattia.

Ma sarà una copia de i “Fiori del Male” di Baudelaire trovata sulla scrivania di una delle sorelle gli cambieranno per sempre la vita.

Mette su le sue prime band, dapprima alle prese con delle stralunate cover, poi sempre più approfondendo il tentativo di strutturare una via personale alla creazione. In questo periodo il post rock e tutto il versante del grunge psichedelico più selvaggio e stropicciato sono I riferimenti a cui si avvicina di più, dagli Explosions in the sky al Pavement e i Sonic Youth e un’idea di pop arcaico e moderno al contempo che flirta con la bellezza, dagli Arcade Fire ai Coldplay.

Si iscrive alla facoltà di Filosofia de La Sapienza di Roma e frequenta un corso di formazione per tecniche comportamentali di base nel trattamento di bambini e adulti affetti da autismo e sindrome di Asperger. Conosce, approfondendola (gliel’aveva presentata per la prima volta un amico professore che diventerà poi un famosissimo scrittore di best seller in Italia, Alessandro D’Avenia) l’opera di Eliot e Pound, e poi Whitman e Campana, sono le epifanie più importanti della sua vita.

Inizia a suonare a Roma e in Italia con svariate formazioni dai nomi astrusi: The Coccio, Billy The Lirio, fino agli Stendhal Syndrome. Di tutte queste band rimane poco o nulla a livello di tracce ufficiali, se non qualcosa in vecchi myspace e dimenticati hard disk.

Parte per Formentera dove vive qualche mese come un gitano hippy la vita incredibile del posto, passa per Berlino e torna a Roma nel 2014. Decide di portare in giro Mattia Rame e inizia a farlo in duo realizzando svariati concerti in giro per l’Italia con un musicista sopraffino, Aron Carlocchia, che ai tempi era il tastierista dei Mary in June e che poi diventerà il tastierista della prima band del primo tour di Calcutta.

Nei primi mesi del 2016 l’incontro, partito da un amicizia nata anni prima con Marco Rissa (Thegiornalisti) aveva dato l’abbrivio all’idea di un ep prodotto da quest’ultimo, ma un piccolo incidente dato da un trauma sportivo che gli causa un ernia cervicale di difficile guarigione provoca un piccolo stop che sarà il trigger per una grande crisi interiore che lo allontanerà da tutto e tutti per circa tre anni.

Rischia di perdersi completamente nella notte dell’anima sua, ma grazie al sostegno infinito degli amici e a validissimi medici, riesce a riemergere e riavvolgere gli intricati fili del discorso musicale che aveva originato anni prima e si riavvicina ad Alessandro Giovannini che aveva già conosciuto nelle notti romane con cui decide di registrare il primo disco in assoluto della sua vila.

Alessandro sarà il perno imprescindibile, il regista che taglierà anche a metà, o completamente alcune canzoni rendendole intelligibili e fruibili. Si fanno aiutare da Mattia Petrucciani, da Los Angels, in arte Magmatic, e Nicola d’Amati, Paolo Testa, e altri splendidi musicisti, romani e non, tra cui Giuseppe Levanto, Danilo Menna, Fabio Grande, Tommaso di Giulio, Andrea Ruggiero, Angelo Maria Santisi, Pasquale Leonardi, Claudio Sinisi, Michele Palazzo, Michele Amoruso, Giuseppe Zampetti, Angela Tomassone.

A inizio del 2022 tirano fuori i primi due singoli: del primo, “Come un cane“, girano un videclip a Lecce ad opera di Marco Riccardi e con protagonista il primo ballerino del teatro dell’Opera di Vienna.

Da inizio 2023, sotto la guida di Giancarlo Bornigia e con la sua neo-etichetta Gallia Music, girano il videoclip di “Muoviti“, brano che anticipa di qualche mese il primo disco ufficiale dell’artista, “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato

Il link per ascoltare il brano

Domenico Cippitelli
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