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European Affairs Magazine - page 4

Mirko Zilahy presenta il suo nuovo attesissimo romanzo ed incontra i suoi lettori

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Lo scrittore Mirko Zilahy è di nuovo in tour attraverso l’Italia per presentare il suo ultimo lavoro letterario: “Nostra signora delle nuvole”. Noi abbiamo avuto il piacere di partecipare alla presentazione tenutasi alla Feltrinelli Marconi di Roma, dove, sorridente, e disponibile come sempre, ha incontrato i suoi lettori per raccontare la genesi del suo nuovo romanzo. A fare gli onori di casa in libreria, Elisabetta Cilenti, che si è occupata di introdurre l’autore ed ha prestato la sua voce  alla lettura di alcuni brani del testo.

Zilahy, già noto al grande pubblico per i suoi libri noir: “La trilogia del caos”, con protagonista il commissario Mancini, e “L’uomo del bosco”, si discosta ora dal registro del thriller per esternare sulla pagina una storia sentita e personale. Una storia che alterna sorrisi e lacrime come ogni storia di vita vissuta, e che coinvolge il lettore fino all’ultima pagina.
Seduto di fronte al pubblico accorso in libreria, l’autore non si risparmia, e con semplicità ed ironia racconta di alcuni degli elementi che hanno dato vita al suo romanzo.
Dialoga con i presenti, firma copie del libro e scambia una parola con tutti, fino a giungere ormai quasi all’ora della chiusura.
Un incontro vivace e coinvolgente, al termine del quale viene voglia di correre a casa, per sedersi finalmente in poltrona ed immergersi nel mondo poetico di “Nostra signora delle nuvole” per assaporarne ogni sfumatura.

I prossimi appuntamenti per chi lo avesse perso:

13 ottobre – Avezzano – ore 18.00
libreria Ubik
14 ottobre – Ostia – ore 17.30
libreria Ubik
15 ottobre – Tivoli – ore 17.30
Villa Gregoriana
19 ottobre – Roma – ore 18.30 libreria Ubik Roma Tiburtina
25 ottobre – Milano – ore 19.00
Libreria del convegno
26 ottobre – Gallarate – ore 18.30
Biblos Mondadori
27 ottobre – Novara – ore 18.00
libreria La Talpa
28 ottobre – Assisi – ore 17.30
Mondadori Point

La sinossi del romanzo:
Mirko ha sette anni e sette nomi. Ogni nome una storia, una vita, un sogno, un destino che gli ha donato sua madre Annarita. Per lui ha inventato una lingua capace di trasportarli in un universo mitico e fiabesco. Insieme, hanno creato una fortezza di storie e di parole per difendersi dal più terribile dei mostri: la realtà.
Attraverso l’infanzia nel pittoresco quartiere romano di Città Giardino – punteggiata dalle visite dell’elegante nonna materna, del bizzarro nonno ungherese e dal rapporto difficile con il padre – la voce narrante muta con l’arrivo della sorellina e con il sofferto trasloco a Latina. Con lo stesso sguardo svagato e favoloso di Annarita, Mirko trasforma le ansie in una narrazione picaresca che sfida le trappole dell’adolescenza, la scoperta dell’amore, e del dolore più grande. Finché, inesorabile, la realtà non s’insinua tra le mura di casa, portando con sé il fantasma dell’età adulta e della fantasia che si sfalda come le nuvole.
Tra le inevitabili macerie dell’esistenza resta però intatto l’obelisco della madre a testimoniare una storia meravigliosa e a tramandare le splendide illusioni di una vita.
Mirko Zilahy, dopo il successo nel thriller, accorda la voce a un registro letterario e scopre una gamma di colori, stili e sensazioni che lo proietta nella grande tradizione del romanzo familiare e di formazione. Nostra signora delle nuvole è un libro poetico, commovente, universale, che racconta la vita di un uomo e della sua famiglia attraverso gli occhi colmi di stupore di un bambino, e la storia d’amore tra una madre e i suoi figli attraverso la letteratura, l’immaginazione, l’irrealtà. La storia di un destino scritto nelle nuvole.

Biografia dell’autore:
Mirko Zilahy, nato a Roma nel 1974, ha conseguito un Phd presso il Trinity College di Dublino, dove ha insegnato Lingua e letteratura italiana. Collabora con il Corriere della Sera ed è stato editor per minimum fax, nonché traduttore letterario dall’inglese (ha tradotto, tra gli altri, il premio Pulitzer 2014 Il cardellino di Donna Tartt e il celebre bestseller Mystic River di Dennis Lehane). È così che si uccide, il romanzo con cui ha esordito nel 2016 facendo conoscere ai lettori il personaggio di Enrico Mancini, è stato un grande successo di pubblico e critica. Sono seguiti La forma del buio (2017) e Così crudele è la fine (2018) tutti editi da Longanesi. I suoi account social sono: Twitter – Facebook – Instagram

Photocall Good Vibes presso il cinema Adriano

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é uscito al cinema il 5 ottobre il fanta-thriller Good Vibes, esordio al lungometraggio della regista, sceneggiatrice, attrice e conduttrice Janet De Nardis che vede nel cast, tra gli altri, Caterina MurinoVincent RiottaNicola PecciLudovico Fremont e con la partecipazione di Mimmo Calopresti.

Il film, prodotto e distribuito da Toed Film e realizzato con il contributo del MIC e della Fondazione Calabria Film Commission, è il racconto di cinque storie che si intrecciano attorno ad un misterioso smartphone che permette di avere la copia del telefono di chiunque. Basta inserire il numero ed immediatamente si ha accesso a conti correnti, foto, video, email, messaggi, anche i più intimi, e se si attiva la fotocamera in modalità spia si può osservare in diretta la vita degli altri.

Una morbosità che pervade chiunque entri in contatto con questo telefono, nella spasmodica ricerca del potere di condizionare la vita degli altri.

Inizia così una escalation di eventi concatenati in cui, senza un attimo di respiro, seguiremo il destino del telefono e di chi ne verrà in possesso.

I protagonisti dei cinque episodi devono confrontarsi con i loro desideri più reconditi e la (in)capacità di gestire il potere della conoscenza…

Attraverso una struttura episodica e circolare, la regista mescola i registri del thriller e del fantasy per affrontare tematiche sociali come la violenza sulle donne, il bullismo ma, soprattutto, i rischi che comporta l’abuso della tecnologia e il delicato tema della privacy.

Il film è stato girato quasi interamente in Calabria nella città di Reggio Calabria e dintorni, grazie al sostegno della Fondazione Calabria Film Commission presieduta da Anton Giulio Grande, che nel suo operato unisce temi d’attualità alla bellezza dei luoghi della Calabria.

Le riprese nella loro totalità sono durate quattro settimane.

Foto:

Neri Marcorè omaggia Gaber a Villa Ada

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In una delle ultime serate dal sapore ancora estivo, il festival di Villa Ada ha ospitato un ospite d’eccezione. Artista poliedrico e sempre affascinante, Neri Marcorè è salito sul palco per portare al pubblico una serata dedicata a Giorgio Gaber, e lo ha fatto con il garbo e l’indiscussa eleganza che da sempre lo caratterizzano.

Camicia bianca e pantalone scuro, Marcorè imbraccia la chitarra, accompagnato da una band composta da Domenico Mariorenzi alla seconda chitarra, Simone Talone alle percussioni, Fabrizio Guarino alla chitarra elettrica e Alessandro Patti al basso e contrabasso.

Istrionico ed affascinante,  l’attore cantante, che già più di una volta ha voluto omaggiare i grandi cantautori italiani con serate dedicate, presenta adesso, a vent’anni dalla sua scomparsa, un misto di canzoni e monologhi di Giorgio Gaber, ripercorrendo i suoi grandi successi musicali e dando voce nuovamente al suo umorismo sottile e mai scontato.

Alternando musica e parole, Neri Marcorè affabula e diverte i presenti, regalando loro una serata davvero particolare e riportando in vita anche solo per un poco il fantasma irriverente del cantautore milanese.

Qui sotto la gallery dello spettacolo:

Concerto degli Infected Rain al Traffic di  Roma

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Concerto degli Infected Rain al Traffic di  Roma – 12/09/2023

Al Traffic Live di Roma il 12 settembre 2023 si è esibita la band moldava Infected Rain. Infected Rain sono una metal band formatasi nel 2008 nella città di Chișinău in Moldavia.

La band ha all’attivo 5 album: Asylum (2011), Embrace Eternity (2014), 86 (2017), Endorphin (2019), Ecdysis (2022).

Il gruppo, che recentemente ha annunciato l’uscita dalla band di due componenti (Serghei e Vladimir), hanno presentato al pubblico del Traffic la nuova bassista Alice Lane. Commentando questa fase di cambiamento hanno dichiarato: “vediamo questo come un nuovo inizio per la nostra band e siamo più entusiasti che mai di continuare a fare musica. Per celebrare questo nuovo capitolo, abbiamo deciso di pubblicare un nuovo singolo! Non vedevamo l’ora di condividere con voi questa nuova musica. Grazie per il supporto. Siamo grati di avervi con noi in questo viaggio”

Il concerto degli Infected Rain al Traffic Live è stato aperto da due gruppi metal: Silenzer ed Inverno.

Sophie and the Giants fanno ballare Villa Ada

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È una delle prime serate più fresche di fine estate a Roma, ed all’interno del parco di Villa Ada il calo delle temperature inizia a farsi sentire. Non appena Sophie Scott appare sul palco con tutta la sua prorompente energia, il pubblico sembra tuttavia improvvisamente dimenticare il freddo e si lascia trascinare dal carisma e dai ritmi travolgenti della cantante originaria di Sheffield.

Nata come una band, “Sophie and the Giants” ormai dal 2022 si è trasformata definitivamente in un progetto solista della Scott, la quale, accompagnata unicamente da un tastierista, infiamma il pubblico con la sua carica dirompente.
Capelli fiammeggianti al vento e sorriso stampato sul volto, la cantante inglese ripropone al pubblico tutti i suoi più grandi successi, da Paradise a Hypnothyze fino a brani più recenti come In the Dark e We Own the Night.

Vivacissima icona dell’indie rock britannico, Sophie Scott non si risparmia un solo istante, canta, balla e fa ballare l’intera Villa Ada. Generosa ed istintiva, stringe le mani del pubblico in transenna e si avvicina per un selfie, mostrandosi in tutta la sua genuinità. Una giovane e talentuosa artista per una serata tutta da ricordare. Non resta quindi che attendere l’uscita finalmente di un album che includa tutti i suoi successi.

In apertura del concerto di “Sophie and the Giants” anche un bravo ed affabilissimo Max Forleo accompagnato dalla sua chitarra, ed a seguire la trascinante Valentina Tioli, già star di X-Factor, ora a Roma per presentare i suoi ultimi brani.

Qui sotto la gallery del concerto.

Il sogno ad occhi aperti dei folli dello Sponz Fest

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Sigmund Freud sosteneva che i pazzi altro non sono che sognatori svegli, e a ben guardare, chiunque abbia avuto modo di partecipare, anche solo in parte, alla decima edizione dello Sponz Fest appena conclusa, non può che trovarsi in completo accordo con lo psicanalista tedesco.

“Come li pacci”, ovvero come i folli, è infatti il tema dello Sponz 2023. Chi vi prende parte abbandona felicemente le redini della ragione, per lasciarsi andare ad un sogno ad occhi aperti lungo una settimana. Sette giorni di musica, danze e gioiosa pazzia, durante la quale il giorno e la notte si fondono in un’unica grande festa.

La scelta del tema della “paccia” ha permesso di includere all’interno del festival anche una serie di eventi e progetti artistici legati in vario modo al tema centrale. Fra questi spicca: “Ci.Corrispondenze Immaginarie”, un’opera d’arte partecipata pensata da Mariangela Capossela, ed iniziata nel 2022 a Volterra, che grazie alla collaborazione con suo fratello Vinicio Capossela, direttore artistico nonché eclettico ideatore e padrone di casa dello Sponz Fest, approda ora nella cornice di Calitri.

A Volterra è iniziata la corrispondenza, a partire dalle lettere scritte tra il 1900 e il 1974 dai pazienti psichiatrici internati nel più grande manicomio italiano e i cittadini che hanno aderito, con la richiesta di diventare destinatari e interlocutori. Per lo Sponz Fest i calitrani hanno ora aperto le loro case alle tracce delle corrispondenze, ospitandole e accogliendo chi vorrà leggerle.

Non solo musica dunque, ma anche arte, impegno sociale, incontri con autori e studiosi, tra cui Ermanno Cavazzoni, Marco Rovelli e Piero Martin per una kermesse che ha tanto, tantissimo da offrire.

Davanti all’ufficio delle poste è comparsa perfino una “gabbia di matti” costruita dall’instancabile Dum Dum, già autore della geniale trebbiatrice volante. Al suo interno un letto di contenzione, scatole di psicofarmaci sotto chiave, e, a fluttuare in alto, ritratti estemporanei e folleggianti dei partecipanti allo Sponz, scattati e stampati dal fotografo Simone Cecchetti in tempo reale.

Dal 20 al 23 Agosto il festival si snoda per l’Alta Irpinia, muovendosi tra i vari villaggi, per approdare poi  il 24 a Calitri, animare le sue piazze e i suoi vicoli, e concludere infine i festeggiamenti degli ultimi due giorni sulla collina di Gagliano, ribattezzata per l’occasione Montecanto.

Salendo in alto sopra al paese, gli “sponzati” raggiungono il ballodromo, quel paese delle meraviglie ideale, in cui, come Lewis Carroll insegna, sono tutti matti, e dove la follia positiva aiuta a sopportare la pazzia negativa del mondo odierno allo sbando.

Allo sguardo di chi approda impavido sulla collina si mostra un enorme pista da ballo, un luna park ideale, fatto di un palco più grande e due casse armoniche illuminate come coloratissime giostre. Lì, sui quei tre palchi, si alternano, in un unico lunghissimo concerto per due serate consecutive, artisti eclettici e variegati, ed il pubblico si trova a ruotare danzando instancabile verso l’uno o l’altro palco al grido di “Farciti rota! Rota!” fino alle prime luci dell’alba.

Tantissimi i nomi che si avvicendano con il compito di far ballare gli sponzati. Piedi scalzi, sandali e cappelli di paglia in testa, i presenti si scatenano fino a far alzare la polvere sulle note trascinanti degli intramontabili Skiantos, di Nino Frassica e i Los Plaggers con i loro medley di cover esilaranti e di tanti altri artisti. Le immancabili Banda della Posta e Orchestrina di Molto Agevole riportano in auge balli e canzoni di altri tempi, e trasformano il ballodromo in balera.

A loro si aggiungono ancora, fra gli altri, Samuele Bersani, Margherita Vicario, Paolo Rossi con il suo humour travolgente, l’argentino Daniel Melingo, con le sue movenze sinuose e affascinanti, MintchoGarrammone, gioiosamente carismatico, e il pirata Bobo Rondelli con le sue incursioni a sorpresa in veste di Keith Richards o Mick Jagger.

L’eclettico Vinicio Capossela, capitano ideale di questa nave di folli instancabile, accompagnato dalla sua Rolling Sponz Review, rivisita tanti dei suoi brani più famosi, e non si risparmia un secondo, duettando più volte con gli altri musicisti e regalando ai suoi fan momenti indimenticabili.

A regalare poi una parentesi di  poesia pura, con la sua voce che fa vibrare le corde dell’anima, e la sua fisicità fragile e diafana, sul palco grande, in apertura dell’ultima serata, arriva anche il cantautore Micah P. Hinson. Con il suo fare da gentleman di altri tempi Hinson strega tutti i presenti trasformando il vallone di Montecanto al crepuscolo in un luogo in cui il tempo sembra sospeso, e nel quale le sue melodie si fanno tramite per il passaggio ad una dimensione parallela ed onirica. Un momento magico, che ben si sposa con il successivo incontro dal sapore Felliniano che giunge al termine della serata, come a voler idealmente porre delicatamente fine al sogno ad occhi aperti che è stato lo Sponz.

Terminati i balli sulle note della fanfara balcanica Fa Fath Al, mentre le tenui luci dell’alba accarezzano la collina, l’ultima immagine che conservo è quella di una coppia di mimi che ballano silenziosamente sulla strada di ritorno da Montecanto, danzando leggeri sulle note di una musica che solo loro possono sentire. Una visione surreale eppure perfettamente coerente con l’aura di surreale “paccia” che ha caratterizzato questo Sponz Fest 2013. Solo chi ha avuto modo di parteciparvi può capire.

 

Qui sotto le galleries delle ultime due serate:

Prima serata: Venerdì 25 Agosto

Seconda serata: Sabato 26 Agosto

 

LAZZA – Oltre ogni aspettativa

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Si chiude col botto il Viper Summer Festival, rassegna tutta toscana divisa tra due location, con il concerto di Lazza all’Arena della Versilia. Prosegue infatti con questa tappa al Cinquale, a due passi da Forte dei Marmi, l’Ouvertour Summer 2023 che lo ha visto protagonista di oltre 16 date in questa estate di grandi successi.

Da poco reduce dal suo show sul main stage dello Sziget Festival (terzo artista Italiano nella storia dopo Lorenzo Jovanotti e i Subsonica, e primo negli ultimi 13 anni), il giovane rapper milanese porta sul palco i suoi brani più iconici, con una grinta e un’umiltà inaspettate. Sugli schermi un conto alla rovescia annuncia l’inizio del concerto, l’arena gremita di giovani (e di qualche genitore altrettanto coinvolto) esulta, attacca in grandezza, ça va sans dire, con il brano Ouverture, con la band che suona mentre la voce di Lazza arriva dal backstage per tutta la durata dell’intro. Corre e salta sul palco con grande energia nei primi tre brani, Molotov, Bugia e Netflix, in maglietta nera e shorts rossi, catena sbrilluccicante al collo e i doverosi occhiali da sole. Nero e rosso è anche il colore del palco e delle luci che illuminano i fumi, forse un richiamo alla sua squadra del cuore, o forse è solo un caso. Forza Milan grida un bambino in prima fila nella speranza di farsi sentire dal suo idolo, che per tutto il concerto interagisce con il pubblico in modo semplice e spontaneo.

Una versione ridotta rispetto allo show presentato in spazi più grandi e nei palazzetti, senza fuochi e fiamme ma pieno di sincerità. Accompagnato da un’ottima band, è un Lazza più crudo e ruvido rispetto agli album, con la voce graffiata e roca per i troppi concerti o gli sbalzi di temperatura, ma che va avanti fino alla fine senza perdere un colpo. Il pubblico canta ogni brano, dalle hit più note come Panico, Chiagne, Re Mida e Porto Cervo, a quelle più oscure o più dure come Alyx, Puto, Catrame, Slime, Jefe e Gucci Ski Mask, si infiamma con Zonda, diventa un oceano di luci sui brani più intimi e di ombrelli aperti, come di consueto, per Piove. Canta con tutta l’anima Lazza, sembra quasi sofferente a tratti, e riesce a creare un’atmosfera intima e densa su questo palco sotto le montagne e a pochi metri dal mare. Tanta energia e rabbia, quanta commozione, sia nei brani che nell’atteggiamento dell’uomo dei numeri (tutto esaurito a ogni data, oltre 3 miliardi di stream per i suoi brani e il record di permanenza ininterrotta al primo posto in classifica per Sirio, 7 volte disco di platino).

Si aggiungono alla scaletta, oltre ai brani di Sirio, di Re Mida e di J, gli ultimi successi estivi di Drillionaire “Bon Ton” e “Fashion”- Il pubblico poga, canta, partecipa (un ragazzo indovina una domanda sugli esordi di Lazza e viene invitato sul palco con il suo beniamino), si sente parte di un qualcosa di unico e irrepetibile questa sera. A un tratto, nel silenzio un grido “sei Dio”. Si mostra invece umano e fragile, più un fratello che una star sul piedistallo, scherzando con la crew sul palco ed esibendosi con una sincerità disarmante il nostro Lazza, che se è intenso in ogni brano, sembra vibrare di un’energia diversa nei momenti più introspettivi e malinconici, quasi fosse quella la sua chiave più vera.

E’ visibilmente toccato quando ringrazia a fa salire sul palco Drillionnaire e Low Kidd (che ci sono sempre stati da “quando non ero nessuno”), e ancora di più quando sul palco sale il suo cane Coby per la foto di rito con il pubblico alle spalle. Chiude in bellezza con i successi più globali “Cenere” e “Ferrari” dopo due ore di concerto e più di 30 brani suonati interamente dal vivo. Torna sul palco per ringraziare tutti, prima di essere inghiottito dalla nebbia estiva, mentre il prato si svuota e restano nell’aria le note di una notte da ricordare.

La galleria immagini:

Benjamin Clementine: intrappolati nelle emozioni

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Roma 2 agosto 2023

Articolo e immagini: Ginevra Baldassari

Conclude il suo breve tour italiano a Roma, nella splendida Cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, il cantautore, poeta, e polistrumentista Benjamin Clementine.

Un set scarno, in cui fa da protagonista il pianoforte a coda Steinway, dietro il quale un palco rialzato ospiterà un quintetto di archi.

Elegante e minimale come suo solito, Benjamin Clementine sale sul palco a piedi nudi, vestito di pantaloni grigi e una bellissima camicia bianca con volant attorno al colletto e suona il piano seduto su uno sgabello da bar.

E’ un artista completo, profondo, la cui immagine, sia nei video, che nelle copertine e nell’abbigliamento è sempre stata curatissima.

Acclamato dalla critica Francese, paese che lo accolto ai suoi esordi, quando si esibiva per strada o in piccoli locali e viveva quasi come un clochard, Benjamin è sicuramente uno degli artisti più interessanti, versatili e inclassificabili della sua generazione. Se i brani si tingono di blues, di jazz, di soul, di poesia, di opera e musica classica, è davvero complicato, e forse anche inutile, cercare di ascrivere i suoi brani a un genere preciso.

Sul palco porta il nuovo album “And I have been” oltre a molti brani del disco d’esordio “At Least for now”, l’amato singolo “I won’t complain” e “God save the Jungle” dal secondo album “I tell a fly”.

Decisamente più toccante dal vivo, accompagnata nella maggior parte dei brani dal solo pianoforte, la sua voce si tinge di mille tonalità e fa vibrare l’intera platea. Testi con contenuti sociali, forti ma contemporaneamente malinconici e poetici, scanditi con chiarezza, e persino con un accenno di Italiano nel brano Condolence, che Benjamin fa intonare in coro alla platea, “Am sending my condolence to paura, am sending my condolences to insicurezza”. E ancora più protagonista l’affezionato pubblico lo diventa nel brano Genesis, ripetendo per ben cinquanta volte la frase “we are trapped in free”.

Un concerto intimo, unico nel suo genere, che ha messo in luce l’essenza creativa ed espressiva di questo incredibile artista. Bello imponente, statuario, elegante, selvaggio, sofisticato, è riuscito a intrappolarci nell’ emozione di un concerto indimenticabile.

 

 

La galleria delle immagini

Diodato a Roma con il suo tour “Così speciale”

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Nella serata di Giovedì 27 Luglio la Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma ha ospitato il cantautore Antonio Diodato.

L’artista tarantino ha portato a Roma il tour che prende il nome dal suo ultimo lavoro discografico, “Così speciale”, uscito lo scorso Febbraio per Carosello Records.

Un album che è stato pensato e scritto per lo più nella capitale, per stessa ammissione del cantautore, e quindi una data romana live che rappresenta una sorta di ritorno a casa.

Diodato, con la sua grazia ed eleganza di altri tempi, e con i suoi brani sempre poetici e coinvolgenti, riceve sorridendo l’abbraccio ideale del pubblico presente.

Il concerto inizia con “Ci vorrebbe un miracolo” e prosegue lungo una scaletta che, oltre a presentare i pezzi del nuovo album, include anche brani dei suoi lavori precedenti.

Un viaggio lungo quasi due ore, con picchi emozionali altissimi, come la sua “Fai rumore” intonata a piena voce dal pubblico dell’Auditorium in un canto corale.

Una serata magica e suggestiva per un giovane cantautore che ha moltissimo da dare e da cui ci aspettiamo ancora tanta altra poesia ed ottima musica negli anni a venire.

Tornano a Roma i Marlene Kuntz con il loro strepitoso “Karma Clima Tour”

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Fanno tappa finalmente di nuovo a Roma i Marlene Kuntz, dopo l’anteprima invernale al Monk ed il tour nei teatri che li ha visti in giro per l’Italia.
Tornano nella capitale, all’interno della kermesse estiva dell’Eur Social Park, per una nuova tappa del loro “Karma Clima Tour”, e lo fanno con l’energia e il carisma indiscutibili, che da sempre li rendono cari al pubblico.

Cristiano Godano, il frontman, sale sul palco senza esitazioni, affiancato dalla band di eccellenti musicisti che costituisce i Marlene: Riccardo Tesio alle chitarre, Luca “Lagash” Saporiti al basso, Davide Arneodo alle tastiere e violino, e Sergio Carnevale alla batteria. Il pubblico presente li accoglie col calore di chi segue questo gruppo, icona del rock italiano, da sempre, e da sempre sa che un concerto dei Marlene non è solamente spettacolo, ma esperienza.

La scaletta della serata ovviamente presenta i pezzi nuovi dell’ultimo concept album “Karma Clima”, grido poetico di attenzione verso i rischi del riscaldamento globale, ma  include anche brani cari al pubblico dei fedelissimi come “Ineluttabile”, e “Nuotando nell’aria”.

Dall’alto del palco proviene un’energia contagiosa, Cristiano e i suoi non si risparmiano, e, nonostante il caldo torrido della serata, regalano musica e si regalano a piene mani, per donare ai loro fans il ricordo di uno spettacolo indimenticabile.

A voler prendere in prestito le parole di una delle loro canzoni, i Marlene, con la loro musica, le parole e la generosità nell’approccio al pubblico sono la rappresentazione di quelle “anime belle e salve che cantava De Andrè” ed andare ad ascoltarli diventa un imperativo per chi abbia ancora voglia di ascoltare musica buona, vera e profondamente emozionante.

 

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Chiara Lucarelli
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