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Claudio Enea - page 2

IO, FABRIZIO E IL CIOCORÌ

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA by


De André, un ritratto di prima mano

Di Flavio Brighenti
con Flavio Brighenti e Carmen Giardina

Musiche eseguite dal vivo da:
Raffaela Siniscalchi: voce
Gabriele Coen: sax soprano, clarinetto
Mario Rivera: basso acustico
Stefano Saletti: bouzouki, oud, chitarra

Regia:
Carmen Giardina

“Io, Fabrizio e il Ciocorì”, spettacolo ispirato a Fabrizio De André nel connubio fra teatro di narrazione e canzone d’autore, arriva a Roma sabato 18 gennaio allo Spazio Rossellini di via della Vasca Navale. Sul palco, insieme all’autore Flavio Brighenti, che cura la narrazione con la regista Carmen Giardina, interagisce una formazione musicale che comprende Raffaela Siniscalchi (voce), Gabriele Coen (fiati), Mario Rivera (basso) e Stefano Saletti (corde).

“Io, Fabrizio e il Ciocorì” rappresenta un viaggio inedito e per certi versi sorprendente nel mondo del Maestro genovese attraverso vent’anni di incontri, musica, aneddoti e confidenze.
Il racconto si snoda attraverso le tante interviste – e i coloriti retroscena che spesso le hanno accompagnate – che l’autore, Flavio Brighenti, ha realizzato dal gennaio del 1979, durante il tour di Faber con la Premiata Forneria Marconi, fino al febbraio del 1998, nel corso dell’ultimo tour del maestro genovese, successivo alla pubblicazione dell’album “Anime salve”.

Gli articoli, pubblicati in prevalenza dal quotidiano Il Lavoro, poi da la Repubblica e il settimanale Musica!, rappresentano però semplicemente la rampa di lancio della narrazione, che si srotola lungo il filo rosso del rapporto che si instaurò fra il giornalista e il cantautore.

“Io, Fabrizio e il Ciocorì” gioca su una cifra stilistica netta e dichiarata, virando sul versante ironico e “leggero” del rapporto, così come è maturato tra i due, ben al di là dei rispettivi ruoli professionali.
Riflessioni, battute, semplici confidenze alimentano costantemente il percorso narrativo, con la piccola e trasparente ambizione di raccontare un’epoca dove l’arte, non solo la musica, e così pure il giornalismo, privilegiavano l’esperienza e l’iniziativa individuale anziché attingere all’immenso catino virtuale e frastornante della tecnologia.

“Io, Fabrizio e il Ciocori” non rappresenta una celebrazione né tanto meno una beatificazione di De André – che di certo non ne ha bisogno – ma offre semplicemente una chiave differente e affettuosa per fare luce su di lui sotto il profilo umano prima che artistico.

La sfilata dei personaggi evocati è assortita: da Vasco Rossi a Papa Wojtyla, da Beppe Grillo a Guy Debord, da Ray Charles ad Arthur Rimbaud, da Mauro Pagani a Renato Curcio, da Ivano Fossati a Carlo Marx, fra i tanti, oltre naturalmente ai volti familiari: Dori Ghezzi, i figli Cristiano e Luvi, il fratello Mauro.

La regia dello spettacolo è affidata alla genovese Carmen Giardina, attrice, sceneggiatrice e regista di larga esperienza che sul palco, insieme a Flavio Brighenti, presta la voce a Faber: “De André era unico e inimitabile, al suo confronto chiunque si presterebbe a paragoni che vogliamo evitare”, spiega Brighenti, “allora ho voluto che a interpretarlo fosse una donna, anche e soprattutto per rendere omaggio all’universo femminile che Fabrizio ha cantato con inarrivabile sensibilità umana e poetica”.

La narrazione musicale, che corre tra alcune tra le più amate canzoni di De André, è affidata al quartetto composto da Stefano Saletti, Gabriele Coen, Mario Rivera (provengono tutti e tre dalla Banda Ikona, e sono protagonisti in proprio di molti altri progetti), con la voce straordinaria di Raffaela Siniscalchi. I quattro artisti hanno realizzato un album con le proprie personalissime rivisitazioni dei brani di Faber intitolato “Ho visto Nina volare” di imminente uscita.“Io, Fabrizio e il Ciocorì”, che nella sua prima versione è stato ospite per due sere dell’Auditorium di Strada Nuova di Genova nell’ottobre 2017 – sul palco con l’autore c’erano Laura Monferdini, Vittorio De Scalzi ed Edmondo Romano – va in scena con il patrocinio morale della Fondazione De André.

DANZA

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA by

Domenica 8 dicembre 21:00 – Biglietto intero € 12; ridotto € 10

Wannabe

concept: Fabritia D’Intino e Federico Scettri
coreografia e danza: Fabritia D’Intino
musica Live: Federico Scettri
compagnia Chiasma/Salvo Lombardo

Wannabe è una collaborazione tra la coreografa Fabritia D’Intino ed il musicista Federico Scettri. Una riflessione sul rapporto tra danza e musica nella cultura contemporanea partendo dall’immaginario della televisione, dei club e dei videoclip. Una normalità fatta di ripetizioni seducenti ed influenti in cui il corpo femminile esiste solo in versione iper-sessualizzata. La cultura pop occidentale diviene base contemplativa del corpo in movimento in un viaggio fisico di riconoscimento e liberazione da alcuni di quei codici che ci appartengono e ci rappresentano. Wannabe è il motore ad andare oltre i propri limiti in una celebrazione del mainstream che ci nutre e ci muove, malgrado noi.

Outdoor dance floor

ideazione, coreografia e regia: Salvo Lombardo
performance: Daria Greco, Salvo Lombardo
vj set: Daniele Spanò
dj set: Bunny Dakota (aka Martina Ruggeri\Industria
indipendente)
produzione: Chiasma, Roma

OUTDOOR DANCE FLOOR_Salvo Lombardo

In Outdoor dance floor lo spazio fisico del music club e della Club culture diventa una dimensione ibrida in cui il ballo e la musica si fanno territorio di liberazione dei corpi e occasione per l’affermazione di una “politica” del corpo che trascende convenzioni sociali e di genere. L’azione coreografica è restituita tramite sequenze di movimento imitabili e sostenute dalla pulsazione musicale, sonora e visiva di un live set multimediale composto da sonorità digitali e industriali, techno, synth pop, tropical, R&B ed innesti sinfonici. Dopo l’azione coreografica, il pubblico sarà invitato ad inserirsi nel flusso dell’azione per sperimentare attraverso il ballo nuove dinamiche relazionali. Outdoor dance floor vuole incarnare un atto di pura condivisione, socialità e aggregazione di corpi.

La serata è inserita all’interno del programma del progetto speciale “Performativa”, una rassegna di teatro e danza contemporanea in cartellone per la BiennaleMArteLive 2019.

Wannabe nasce nel 2016 all’interno del progetto Sounding di Young Jazz Festival con la produzione della compagnia Déjà Donnè e il sostegno di Spazio ZUT! (Foligno)
Nel 2017 diventa un progetto indipendente e vince il premio InGenerazione promosso dalla Fondazione Fabbrica Europa ed il premio Tu 35 Expanded promosso dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. Dal 2018 è supportato dalla Compagnia Chiasma di Salvo Lombardo

Fabritia D’Intino  si laurea presso L’Accademia Nazionale di Danza (Roma) e successivamente consegue il BA presso ArtEZ Hogeschool voor de Kunsten (Arnhem, Olanda).
Dal 2011 lavora come coreografa, danzatrice e insegnante freelance presentando i suoi progetti in Europa e America. In particolare in Italia collabora con le compagnie Maktub Noir, Déjà Donnè e Sosta Palmizi.
Dal 2013 è coordinatrice artistica della piattafoma internazionale Barcelona International Dance Exchange – BIDE. Dal 2018 collabora come danzatrice con la compagnia Chiasma di Salvo Lombardo per il progetto “Excelsior” e con Giuseppe Vincent Giampino per “Extended Symmetry”. Nel 2019 debutta presso il Festival Le Grand Bain di Roubaix (Francia) con il quartetto “Plubel” creato in collaborazione con Clementine Vanlerberghe, con la musica originale di Federico Scettri e co- prodotto da Catsandsnails (Lille, Francia), La Fabrique de Théâtre (Frameries, Belgio) e Le Gymnase (Roubaix, Francia).

Federico Scettri  inizia presto a suonare la batteria e si esibisce in diverse formazioni che lo porteranno in giro per l’Italia e l’Europa, lavorando con musicisti come Gianluca Petrella, Francesco Bearzatti, William Parker, Paolo Fresu, Jamaladeen Tacuma, Francesco Diodati e Cristina Zavalloni. Ha registrato più di quindici dischi e in particolare dal 2007 al 2014 collabora intensamente con l’etichetta indipendente italiana “El Gallo Rojo”.

Nei diversi progetti riesce a collaborare sia con artisti vicini alla scena “pop” (Patrizia Laquidara, Giovanni Truppi) e sia in progetti più d’avanguardia (Pospaghemme, East Rodeo). Oltre alla batteria, dal vivo utilizza anche laptop e live electronics, strumenti con i quali si cimenta sia in formazioni allargate (Kolmitt) che in una perfomance completamente in solo. Attualmente collabora con Chiara Civello, con “Drive” (Giovanni Guidi e Joe Rehmer), con la

“Cosmic Renaissance” di Gianluca Petrella, e con i “Luz” (Giacomo Ancillotto e Igor Legari).

Organizzazione: Chiasma/Salvo Lombardo
Con il sostegno di: Fabbrica Europa, CAOS/ Indisciplinarte, SpazioK.Kinkaleri, CALA Festival, Young Jazz Festival, Spazio ZUT!, Déjà Donnè
Vincitore 2017 premio In Generazione di Fondazione Fabbrica Europa
Vincitore 2017 premio TU 35 Expanded di Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci

Riferimerimenti e ispirazioni: Trattandosi della prima collaborazione tra la coreografa ed il musicista la prima fase del lavoro si è concentrata principalmente sull’identificazione di un campionario comune di riferimenti sonori. Essendo entrambi parte della generazione millennial, il terreno comune è sembrato da subito il suono relativo alla televisione pubblica e privata che negli anni ‘80 e ‘90 ha accompagnato in modo quasi subliminale il loro sviluppo personale. I frammenti audio presi dai palinsesti televisivi più conosciuti sono diventati così la prima colonna sonora del lavoro. La relazione fisica con riferimenti così chiari ad un immaginario di intrattenimento popolare ha fatto ben presto questionare la connessione corporea a quel tipo di memoria. E’ così emerso il ruolo del corpo femminile come fortemente parte di questo discorso in quanto oggetto animatore e decorativo di ogni tipo di intrattenimento disponibile sui canali mainstream.
Un corpo fortemente sessualizzato che è tenuto a sedurre con una gamma ridotta di movimenti facilmente copiabili e riproducibili. Il dimenarsi scatenato delle ragazze di Non è la rai, le sequenze minimali delle letterine, e tutto il ristretto ma allo stesso tempo vasto vocabolario di movenze seduttive di veline, paperette e spintarelle, diventa un chiaro simbolo dell’egemonia del male gaze (sguardo maschile) sulla presenza della donna in televisione e di conseguenza del suo ruolo nella società.
Data questa specificità dell’uso del corpo e della danza rispetto all’immaginario televisivo, in una seconda fase è stato facile approfondire le influenze di tale repertorio motorio all’interno della club culture. Le discoteche rappresentano il contesto ideale dove osservare e fare esperienza di musica, danza e seduzione collettivamente e contemporaneamente.
Dalle discoteche pomeridiani per adolescenti ai grandi club di Ibiza la gestualità tanto degli utenti quanto dei gogo dancers professionisti diventa sempre più monotona e ripetitiva, accontentandosi anch’essa di un repertorio ristrettissimo di possibili movenze che sembrano non far altro che utilizzare il ritmo come canale per mostrare ed esaltare il potenziale erotico del proprio corpo. Inoltre sui dancefloors, i cubi ed i palchi per l’animazione della vita notturna la presenza della musica è talmente preponderante e totalizzante da ridurre quasi al minimo le possibilità verbali amplificando così la necessità di spingere al massimo l’espressione corporea. In che modo questi limiti e queste potenzialità possono riflettersi su un corpo danzante? L’operazione coreografica durante la ricerca è stata quella di ridurre al massimo le possibilità di movimento cercando però al tempo stesso di alzare al massimo l’intensità energetica.
La terza fase si è poi incentrata sulla cultura contemporanea in cui musica ed immagini vengono associate prevalentemente agli input proveniente soprattutto dalle piattaforme video online. Le giovani donne italiane sembrano non ispirarsi più tanto alle veline della tv, sembra invece abbiano spostato il loro interesse emulativo verso le pop star femminili che nell’ultimo decennio sono esplose in corpi iper-sessualizzati. La danza più facile da reperire online è quella che tende al virtuosismo come forma di pornografia. Nell’Occidente contemporaneo emerge un nuovo punto di vista popolare sul corpo: fisicità forti e potenti in grado di compiacere l’uomo con movimenti spesso imitativi dell’atto sessuale. Come accogliere questi nuovi modelli? Quali sono oggi i luoghi dove praticare ed allenare queste capacità che i nuovi standard di femminilità ci richiedono? La musica in Wannabe riflette la varietà dei temi di ricerca. Il risultato finale ci ricorda i tempi del tubo catodico e del telecomando a 99 canali: uno zapping surreale fatto di voci di personaggi televisivi che riconosciamo immediatamente senza sapere perché, super hit della radio che divampano nelle nostre automobili mentre siamo fermi nel traffico, loop e remix eseguiti dal vivo che ci ipnotizzano e ci ricordano di amare un prodotto, inserzioni di rumori, synth analogici e applausi, che ci confondono, ci disturbano e ci catturano. Una rielaborazione totale di elementi già ascoltati, già assorbiti. Sopraffatti dall’insieme di queste informazioni l’intento di Wannabe è quello di creare un collage di codici, una traiettoria ben strutturata attraverso

La performance Outdoor dance floor di Salvo Lombardo | Chiasma è pensata come una piattaforma da ballo per spazi non deputati al clubbing, attraverso la quale lo spazio della sala da ballo è reinterpretato sia in spazi teatrali che in spazi non convenzionali come musei, spazi espositivi, foyer, locali commerciali, spazi urbani. Già nei suoi precedenti lavori il gruppo Chiasma ha individuato nello spazio fisico del music club e nella club culture una dimensione ibrida in cui il ballo e la musica diventano territorio di liberazione dei corpi e occasione per l’affermazione di una “politica” del corpo che trascende convenzioni sociali e di genere. I performer Daria Greco e Salvo Lombardo, tessono i punti di un’azione coreografica basata su una serie di sequenze di movimento imitabili e sostenute dalla relazione con la pulsazione musicale, sonora e visiva di un live set multimediale, dove sonorità più ruvide dalla patina digitale e industriale incontrano l’estetica della musica techno per aprirsi a paesaggi synth pop, tropical, R&B ed innesti sinfonici. Dopo l’azione coreografica dei performer il pubblico sarà invitato ad inserirsi nel flusso dell’azione per esperire, a sua volta, attraverso il ballo, nuove dinamiche relazionali, echi e riverberi del movimento. Outdoor dance floor vuole incarnare un atto di pura condivisione, socialità e aggregazione di corpi.

Salvo Lombardo, performer, coreografo e regista. Negli anni ha approfondito gli interstizi tra la danza, il teatro e le arti visive. È impegnato nella realizzazione di azioni e manufatti in ambito performativo e artistico assieme al suo gruppo di lavoro Chiasma, riconosciuto dal MIBACT come Organismo di Produzione della Danza “Under 35”. Fino al
2015 è stato co- fondatore e regista di ClinicaMammut. Nel 2015-2016 è stato coreografo residente ad Anghiari Dance Hub dove ha creato Casual Bystanders. Nel 2017 è coreografo ospite presso la compagnia Aura Dance Theatre di Kaunas (LIT) per la quale crea la performance Twister in coproduzione con il Festival Fabbrica Europa ed inizia la sua collaborazione in qualità di artista associato, per il biennio 2017-2018, con il Festival Oriente Occidente per cui realizza la performance Present continuous e la video installazione Reappearances concepita, assieme ad Isabella Gaffè e Giulio Pernice, per il Museo MART di Rovereto con il coinvolgimento della comunità locale. Nel 2018 vince il bando di Residenze coreografiche Lavanderia a Vapore 3.0 di Piemonte dal Vivo e lavora al progetto L’esemplare capovolto che prevede la relizzazione di un ciclo di azioni performative, installazioni, conferenze, workshop e la creazione dello spettacolo Excelsior in coproduzione, tra gli altri, con il Théâtre National de Chaillot di Parigi e il Romaeuropa Festival. Attualmente è impegnato nel progetto di creazione Bodies Moemories che svilupperà per la compagnia Attakkalari Dance Company di Bangalore (India), nell’ambito del progetto Crossing the sea realizzato da una di partner tra Italia, Asia e Medio Oriente col supporto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali nell’ambito del bando Boarding Pass Plus. con il sostegno di MiBAC – Ministero Beni e Attività Culturali in collaborazione con Fondazione Romaeuropa

SPAZIO ROSSELLINI
INFO: tel 06 45426 982 – 345 2978091

via della vasca navale 58 – Roma
info@spaziorossellini.it
www.spaziorossellini.it
ufficio stampa: fabiana manuelli – stampa@fabianamanuelli.it

Piero Pelù – Benvenuto al mondo tour 2019

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by


Atlantico– Roma 13.11.2019

Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

Prima data del “ragazzaccio” presso l’Atlantico di Roma per il suo “Benvenuto al mondo tour 2109”.  Accompagnato dai Bandidos, Giacomo Castellano (James Castillo) alla chitarra, Davide Neri (Black Dado) al basso, chitarra e cori e Luca Martelli (Luc Mitraglia) alla batteria, Piero Pelù presenta una scaletta con brani tratti dal suo repertorio e da quello dei Litfiba di cui notoriamente è il frontman.

Il concerto apre con immagini inquietanti sul tema dell’inquinamento che sta minacciando il nostro pianeta e a seguire il pezzo “Picnic all’inferno”, un brano rock uscito ad ottobre ed ispirato appunto dal tema dell’inquinamento e dalle parole tratte da uno dei discorsi della ormai nota attivista svedese Greta Thunberg.

A dispetto dell’anagrafe l’esplosivo Piero Pelù elargisce la sua carica rock ad un pubblico di “ragazzacci“, che non smette di incitarlo dall’inizio alla fine, inaugurando di fatto questa prima data, prologo di un sicuro tour di successo. Ospiti della serata Rancore e Andrea Appino degli Zen Circus.

Scaletta:
Picnic all’inferno
Bomba Boomerang
La Preda
 (Litfiba)
Fiorirà (con Rancore)
Prendimi così
Fata morgana
 (Litfiba)
Gioconda (Litfiba)
Lacio drom (Buon viaggio) (Litfiba) con Appino
Toro loco
El diablo (Litfiba)
Regina di cuori (Litfiba)
Tribù
Sto rock

Io ci sarò

Mille uragani

Bene bene, male male

Encore:
Picnic all’inferno

Dimmi il nome
 (Litfiba)

(Pregalleria)



RASSEGNA LAZIOinscena

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA by

SABATO 16 NOVEMBRE – ORE 21 – ingresso 10 euro

TWAIN

physical dance theatre

JULIETTE

Liberamente tratto da Romeo e Giulietta di W. Shakespeare
Creazione per 10 interpreti un progetto di Loredana Parrella
Regia e coreografia Loredana Parrella
Testi Aleksandros Memetaj Progetto luci Gianni Melis Direttore tecnico Marco Guidi
Assistente alla coreografia Yoris Petrillo Comunicazione, immagine e costumi Gianluca Formica Grafica Enea Tomei

con Gianluca Formica, Maeva Curco Llovera, Yoris Petrillo, Caroline Loiseau, Luca Zanni, Elisa Melis, Giulia Cenni, Aleksandros Memetaj, Maria Stella Pitarresi, Marco Pergallini.

Produzione Twain Centro di Produzione Danza
Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena
In collaborazione con Quartieri dell’Arte Festival Viterbo, ATCL Lazio, Festival Cortoindanza Cagliari, Vera Stasi/Progetti per la Scena, Festival del Teatro Medioevale e Rinascimentale di Anagni, Festival OrizzontiVerticali/Fondazione Fabbrica Europa.
In residenza Supercinema e Teatro Il Rivellino – Tuscania, T.OFF e Fucina Teatro – Cagliari
Con il sostegno di Mibac, Regione Lazio e Comune di Tuscania
Link Trailer 2019: https://vimeo.com/361983020

Sono passati più di 400 anni da quando la storia di Romeo e Giulietta, l’amore di due giovani, ostacolati dall’attrito tra le rispettive famiglie, dai vincoli del buon costume e dal fato scaldava i teatri londinesi. È la storia che più di tutte le altre opere di Shakespeare ancora scalda il cuore di giovani e meno giovani in tutto il mondo.

C’è quel fantastico momento, nel 5° atto, in cui Giulietta si sveglia e trova di fronte a sé i corpi morti di Paride e del suo Romeo, bacia quest’ultimo nella speranza di morire avvelenata tra le sue labbra, poi estrae il pugnale e si uccide.

Ma se in quel momento Giulietta avesse fatto una scelta diversa? Se invece di uccidersi col pugnale di Romeo, avesse accettato l’invito del frate a fuggire? Se fosse scappata, lontano, da sola? Se fosse cresciuta, si fosse innamorata di nuovo, se fosse diventata madre?

Giulietta è morta ma Juliette decide di vivere, decide di strappare le pagine del libro che la chiudono in un vincolo eterno d’amore con Romeo. Decide di saltar fuori dalla storia, e scriverne una diversa, lasciandosi alle spalle la famiglia, il cugino defunto, la nutrice, Mercuzio, il frate, e pure il suo Romeo.

Juliette inizia un viaggio alla ricerca della sua libertà ma c’è una storia che la reclama costantemente. Ci sono delle persone costrette a vivere la tragedia da cui lei è scappata. C’è il suo Romeo che continua a proteggerla e ad amarla ad ogni respiro, c’è Mercuzio smarrito nei suoi sogni d’amore, ci sono i genitori di Juliette, bloccati e ciechi come due pilastri che devono sostenere il peso di questa storia (di un mondo) le cui chiavi sono custodite dal frate, condannato eternamente in un limbo, come un moderno Virgilio, e costretto a convivere con la sua colpa. Non è la bella Verona, ma l’inferno di Frate Lorenzo la cornice di questo viaggio all’interno dei personaggi di Juliette.

Tra antichi rancori ed eterni atti d’amore incosciente, Juliette trascina il pubblico all’interno del suo viaggio, fatto di ricordi, tensioni e amori che non finiscono. Juliette è una lente di ingrandimento che mette a fuoco i tormenti dei padri e la fragilità delle madri, dona luce ai vani sogni dell’essere umano e ai suoi continui tentativi di cambiamento, rende onore al coraggio di chi parte e alla sofferenza di chi è costretto a rimanere.

Cie Twain physical dance theatre, compagnia di danza contemporanea e teatro fisico fondata nel 2006 da Loredana Parrella direttrice artistica e coreografo principale in collaborazione con il designer Roel Van Berckelaer, e sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento dello Spettacolo dal 2011. Capofila di Periferie Artistiche Centro di Residenza Multidisciplinare sostenuta dalla Regione Lazio e Mibact. Dal 2016 è Centro di Produzione Danza della Regione Lazio.
Twain è residente presso il Centro d’Arte e Cultura di Ladispoli ed Supercinema di Tuscania.
Ad oggi ha realizzato più di 20 produzioni che hanno circuitato in tutta Italia, in Spagna, Inghilterra, Serbia, Germania, Cipro, Montenegro, Bulgaria e Stati Uniti.
La compagnia si identifica in una ricerca basata sulla potenzialità di diversi linguaggi, per dar vita a creazioni che divengono manifesto di un mondo fatto di interiorità e pensiero, di ispirazioni che nascono dal corpo e di visioni che diventano forma.
La linea artistica del progetto diretto da Loredana Parrella è fondata sulla scelta di autori di formazione eterogenea, appartenenti a differenti generazioni e mette a disposizione degli autori un nucleo stabile di danzatori, che rafforza la linea di coerenza artistica.
Dal 2006 ha sostenuto ed organizzato progetti di produzione di spettacoli dal vivo con oltre 360 repliche, in 170 Teatri e Festival, 17 Regioni italiane e 8 Paesi esteri; formazione professionale e del pubblico, residenze artistiche, organizzazione di eventi, rassegne e consulenze artistiche.
Dal 2013 la compagnia con il progetto Cie Twain/nuovi autori ha sostenuto i giovani coreografi Valeria Loprieno, Fernando Pasquini, Pablo Tapia Leyton, Francesco Collavino, Yoris Petrillo, Collettivo Sa.Ni/N.Cisternino-S.Sguotti, Jessica De Masi. Dal 2015 inoltre sostiene il lavoro di due coreografi associati Simonetta Pusceddu e Loris Petrillo e dal 2018 anche Silvana Barbarini.
La compagnia si avvale spesso di importanti collaborazioni tra le quali:Teatro Comunale di Modena, Fondazione Cantiere Internazionale d’ Arte di Montepulciano, ATCL Lazio, TuscaniaDanza/Progetti per la Scena, tst/Teatri di Vetro Festival, Amat Marche, Argot Produzioni, Diesis Teatrango/Teatro di Bucine, Acs Abruzzo, Teatro Vascello Roma, Rete Teatrale Aretina, T.OFF Cagliari, Fondazione Toscana Spettacolo, Scenario Pubblico Centro Nazionale Produzione Danza, Settimo Cielo/Teatro di Arsoli, Festival Quartieri dell’Arte Viterbo, che hanno coprodotto o sostenuto alcune delle produzioni tra le più importanti Lei e Tancredi, Romanza, Carmen_Les Hommes, Era mio Padre, Il Mago dei Fiori, Robin Hood, Don Quijote, Cigno, Le Città Invisibili, Powder, Little Something, Alle Acque, Storia di Schiaccionoci.
Tra i premi e riconoscimenti ottenuti nel corso degli anni ricordiamo: Vincitore Bando Teatri di Vetro 2007; Finalista Premio Equilibrio 2008; “Migliore Compagnia” 2010 fuori Concorso del MarteAwards; Vincitore Bando Fuori Rotta 2010/2011 Milano , Finalista I Teatri del Sacro 2011, Primo Premio alla Miglior Coreografia al CortoinDanza 2011_Cagliari; Selezione Premio Roma Danza 2011, Finalista E45 Napoli Fringe Festival 2012, Finalista Ne(x)twork 2013 Kilowatt/Teatro Orologio, Selezione Visionari Kilowatt Festival 2013, Vincitore Bando Dinamiche Teatrali 2013 Perugia,Vincitore I Teatri del Sacro V ed. 2017, Vincitore DNA appunti coreografici 2017.  

INFO: tel 06 45426 982 – 345 2978091
via della vasca navale 58 – Roma
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Cafè Loti in concerto

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA by




Presentazione dal vivo del nuovo cd “IN TABERNA”
Nando Citarella
: voce, tammorre, chitarra battente, marranzano
Stefano Saletti: oud, lauta, bouzouki, percussioni, voce
Pejman Tadayon: saz, oud, bamtâr, setâr, ney, percussioni, voce

Giovedì 7 novembre 2019, alle ore 21 allo Spazio Rossellini Cafè Lotiil trio formato da Nando Citarella Stefano Saletti  e Pejman Tadayon, presenta dal vivo “In taberna” il nuovo cd pubblicato dalla storica etichetta indipendente Materiali Sonori.
“In taberna” ruota attorno al concetto della taverna intesa come luogo d’incontro, di convivialità, di scambio di esperienze ed emozioni

“IN TABERNA”

Cafè Loti_In taberna LOW_Roberto Moretti.jpg
7 novembre 2019 ore 21. Ingresso 10 euro

Un nuovo progetto per Cafè Loti, il trio formato da Nando Citarella (voce, tammorra, chitarra battente, marranzano), Stefano Saletti (voce, oud, bouzouki, lauta, percussioni), Pejman Tadayon (voce, saz, bamtar, oud, percussioni).

Si chiama “In taberna” e ruota attorno al concetto della taverna intesa come luogo d’incontro, di convivialità, di scambio di esperienze ed emozioni. Il lavoro è uscito il 20 settembre in CD e in formato digitale per la storica etichetta indipendente Materiali Sonori.


Qui il link per ascoltarlo: https://promo.theorchard.com/eBCleb3XQGXHLaU2TtRz

Un lavoro diviso simmetricamente in due parti. Nella prima, ci sono sei brani originali che come sempre costituiscono un ponte sonoro tra passato e presentetra musica medievale e popolaretra Oriente e Occidente. Un percorso che parte dalla Spagna, si incontra con i trobadours francesi e le cantate popolari di Napoli e del Sud d’Italia, incrocia il canto in Sabir, attraversa le antiche vie della seta, la Persia e, poi si trasforma e diventa una musica capace di vivere di nuova luce, di emozionare e trascinare chi l’ascolta. Per dimostrare che la musica è il linguaggio del possibile dove l’incontro con l’altro arricchisce, trasforma, innova. Così è stato per secoli prima che si innalzassero barriere e muri figli della paura e dell’ignoranza.

Il trio prende infatti il nome dall’antico Cafè Loti di Istanbulluogo in cui i viaggiatori si fermavano a parlare, si conoscevano e cadevano le differenze tra Nord e Sud del mondo.


La seconda parte di “In taberna” invece prende spunto dal lavoro fatto dal Cafè Loti per riportare all’origine lo spirito di mosaico multilingue e multiculturale che animava i racconti e le storie narrate nel Codex buranus che prese successivamente il nome di Carmina BuranaUna rilettura in chiave popolare di questi canti che ne evidenziano la grande forza espressiva e la profonda anima di canti del popolo. Per far emergere il contenuto assai vario dei temi trattati, che andavano da poesie di indole dottrinale, religiosa, polemica ad altre che cantavano scene sacre fino ad arrivare a quelle che inneggiavano con accento schiettamente popolare all’amore, al vino e alla natura, il Cafè Loti ha attinto, oltre al latino e al tedesco, alle “lingue” delle varie tradizioni popolari, dal siciliano al napoletano al sabir la lingua del Mediterraneo.

Un grande viaggio, quindi, per fare dei Carmina un unicum tra mondi musicali ed espressivi apparentemente differenti che, presentati in questa nuova veste, fanno comprendere e apprezzare il modo in cui la musica Occidentale colta ha sempre saputo accogliere suggestioni della più varia provenienza, ed utilizzarle come un mezzo per rinnovarsi e reinventarsi (come fece Orff nel 1936).

E così dentro “In taberna” la tammorra risuona su un bouzouki greco, il saz, il setar e l’oud accompagnano il marranzano e il canto a tenore. Si susseguono echi della tradizione sefardita spagnola, cantigas medievali, la musica classica persiana, madrigali, tarantelle, ballate popolari.

Una festa in musica che attraversa il Mediterraneo sulle rotte degli antichi viaggiatori.

In Taberna segue il primo lavoro discografico del trio, “Cafè Loti” uscito nel dicembre 2015 distribuito da Materiali Sonori, finalista delle Targhe Tenco 2016 nella sezione dialetti e lingue minoritarie.

Video:

Sito webhttps://www.facebook.com/cafeloti

INFO: tel 06 45426 982 – 345 2978091

via della vasca navale 58 – Roma
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www.spaziorossellini.it

Daniele Silvestri – La terra sotto i piedi

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by


Pallazetto dello sport – Roma 25.10.2019

Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

Prima data, del tour “La terra dal vivo sotto i piedi” e prima volta per Danile Silvestri nel Palazzetto dello Sport di Roma, che risponde in maniera totalmente automatica all’evento con un quasi pieno a dispetto dello sciopero dei mezzi che ha quasi paralizzato la città fino almeno alle ore 18.

Ovviamente in scaletta c’è non solo l’ultimo album ma gran parte dei successi del cantautore romano che festeggia quest’anno i 25 anni di attività, ben 35 brani che ripercorrono la sua carriera del 1994 ad oggi.

Un palco molto vasto cosparso di vera terra come da titolo dell’album, fanno da scenografia assieme ad un imponente ledwall e un particolare gioco di luci, che per noi fotografi specialmente nei primi tre brani, sono stati una vera sfida.

Una band numerosa e di tutto rispetto, ben 9 elementi, accompagna Silvestri, ospite fisso Rancore, suo compagno di avventura anche nell’ultima kermesse Sanremese.

Band
Adriano Viterbini – Chitarra
Daniele Fiaschi – Chitarra
Duilio Galioto – Tastiere
Fabio Rondanini
– Batteria
Gianluca Missili – Tastiere
Gabriele Lazzarotti– Basso
Jose Ramon Caraballo Armas – Tromba e Percussioni
Marco Santoro – Tromba
Piero Monterisi
– Batteria


Scaletta

  1. Qualcosa cambia
  2. Marzo 3039
  3. Complimenti ignoranti
  4. Concime
  5. Scusate se non piango
  6. Manifesto
  7. Tutti matti
  8. Precario è il mondo
  9. L’appello
  10. La guerra del sale
  11. Argentovivo (con Rancore)
  12. Arlecchino (Rancore cover)
  13. Il mio nemico
  14. Dove sei
  15. Le cose in comune
  16. Hold me
  17. Strade di Francia
  18. Desaparecido
  19. Occhi da orientale
  20. 1000 euro al mese
  21. A me ricordi il mare
  22. Monetine
  23. Acqua stagnante
  24. L’amore non esiste (dal progetto Fabi Silvestri Gazzè)
  25. La mia casa
  26. La vita splendida del capitano
  27. Tempi modesti
  28. Gino e l’Alfetta
  29. Salirò
  30. Le navi
  31. Prima che
  32. La paranza
  33. Testardo
  34. Cohiba
  35. Alla fine

Pregalleria


(Foto complessive galleria 32)


“Flautissimo 2019 – Verso Sud” – XXI edizione

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA by


Direzione artistica Stefano Cioffi

Il 2 novembre a Roma al Teatro Palladium, prende il via la ventunesima edizione di Flautissimo, manifestazione che affonda le sue radici nella musica classica, e che negli anni ha vissuto tante stagioni di aperture ai nuovi linguaggi dello spettacolo contemporaneo.

E così oggi Flautissimo è anche jazz, teatro, performance crossdisciplinari e altro ancora: è un tuffo inebriante nel mondo che abitiamo alla ricerca di contenuti attuali e condivisioni diffuse.

In questa edizione dal titolo “Verso Sud” tutto gira attorno al viaggio e al movimento, verso o da qualcosa, un’esplorazione di luoghi del mondo e dell’anima, o meglio ancora dell’anima dei luoghi in cui troviamo piccole e grandi storie e sguardi verso culture differenti.

Una programmazione diffusa (in scena al Palladium e al Vascello), ragionata e rivolta alla contemporaneità con una proposta delicata e profonda, questa l’ambizione di Flautissimo: un contenitore di idee e suggestioni per ragionare sulla nostra società godendo della bellezza dello spettacolo dal vivo, sia questo musica, teatro, performance o tutto quanto messo insieme.

Si parte il 2 e il 3 novembre al Palladium con due intense giornate (dal mattino alla sera) dedicate interamente alla musica classica con alcuni tra i più grandi flautisti al mondo come Emmanuel Pahud, Silvia Careddu, Philippe Bernold, Jacques Zoon, Mario Caroli, Juliette Hurel, Riccardo Ghiani, Andrea Oliva, Joséphine Olech, Adriana Ferreira, Francisco López, Gareth McLearnon e Andrea Manco e una sezione espositiva che comprende le migliori pubblicazioni dell’editoria musicale e i più apprezzati costruttori di flauti del mondo con i loro strumenti. Inoltre le masterclass, appuntamento immancabile per il Festival Flautissimo, un’opportunità privilegiata per dieci giovani flautisti provenienti da Portogallo, Spagna, Italia, Colombia, Lettonia, Israele, di fare lezioni individuali con una platea di quattrocento musicisti, guidati dai più grandi maestri a livello mondiale. Quest’anno, le lezioni sono tenute dai maestri Caroli, Ghiani, Manco, Oliva e Bernold. A completare il programma, una masterclass collettiva tenuta dal maestro McLearnon, “Il flauto per tutti” e una presentazione editoriale di Rien De Reede che ci racconta la sua ultima fatica “Mozart & Rock” metodo per iniziare a suonare il flauto, pubblicato dalle edizioni Riverberi Sonori.

Per il teatro e la musica, tante le novità e le prime assolute. Si inizia il 6 novembre al Teatro Vascello con “Le illusioni perdute”, una drammaturgia che trae spunto da Honoré de Balzac di e con Giancarlo De Cataldo e le musiche eseguite dal vivo Rita Marcotulli. Si prosegue il 16 novembre con Il resto della settimana di Maurizio De Giovanni con Peppe Servillo, in scena con la doppia veste di attore e cantante, e le musiche eseguite dal vivo Natalio Mangalavite. Il 17 novembre (alle ore 17.00) Francesco Piccolo con L’animale che mi porto dentro: la formazione di un maschio contemporaneo, specifico e qualsiasi.

Il 20 novembre sarà la volta di Francesca Pica con Mare, liberamente tratto da “Donne di mare” e “La danza delle streghe” di Macrina Marilena Maffei e il 24 novembre  (alle ore 18.00) il concerto di una delle più interessanti formazioni musicali italiane, gli Avion Travel che, a distanza di 15 anni dal loro ultimo album di inediti “Poco Mossi gli altri Bacini”, tornano con “Privé”, un disco e un concerto fedele allo spirito di produzione indipendente e alle atmosfere della trilogia composta da “Bellosguardo”, “Opplà”, “Finalmente Fiori”.

Il 7 dicembre alle ore 21 e l’8 dicembre alle ore 18 al Palladium in scena una nuova versione di Doc-donne di origine controllata di e con Francesca Reggiani e l’11 dicembre grande chiusura di festival al Palladium con un’altra prima assoluta: Sulle vie del tango (il sogno di Borges) con Massimo Popolizio e Javier Girotto.

Flautissimo 2019 è una produzione Accademia Italiana del Flauto, in collaborazione con Fondazione Roma Tre Teatro Palladium e La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello e il sostegno della Regione Lazio.

L’IDEA: Ogni edizione di Flautissimo ha un titolo differente, a seconda dell’idea intorno alla quale è stata pensata e realizzata. Quest’anno Stefano Cioffi, direttore artistico del festival, ha scelto “Verso Sud”.

““Partir, c’est mourir un peu.” Siamo sedentari da poco, ma per lungo tempo la nostra casa è stata la strada. Noi siamo perché ci muoviamo tra i luoghi, è proprio il movimento che ci rende abitanti del mondo, continuiamo a partire, scoprire, conoscere, come incantati da un inesorabile richiamo primordiale.

I bambini si calmano quando le madri li fanno camminare, aggrappati al loro seno, perché quell’andare richiama l’ancestrale nomadismo dell’uomo. Oggi assistiamo a un nuovo irresistibile movimento, a una transizione umana da un luogo a un altro come mai avevamo vissuto prima. È uno spostamento immancabilmente ascensionale: ci si muove dal Sud del mondo per andare verso l’alto, verso il Nord, potenziale vita, opportunità, rinascita. Ma non è sempre così.

Quest’anno Flautissimo inverte la rotta, mette la barra a mezzogiorno: torniamo verso il Sud, verso il baricentro, verso gli abissi, verso l’origine della terra. Andiamo verso quei luoghi che oggi più che mai lasciamo inesorabilmente inesplorati o desolati. L’uomo è scisso per natura tra la spinta ad andare nel mondo e il bisogno di tornare alla propria casa. Ambivalenza insuperabile, che rende vivo e divino l’uomo, che lo spinge a cercare un’assolutezza nelle proprie scelte.
Flautissimo quest’anno guarda nelle pieghe e nelle ombre dell’erranza umana, indaga quel paesaggio basso e dimenticato, il Sud del mondo e di noi stessi, alla ricerca della ragione che determina il nostro agire e definisce le nostre identità. Stefano Cioffi.

MUSICA CLASSICA: Sabato 2 novembre e 3 novembre dalle 9.30 alle 23 – PALLADIUM

Emmanuel Pahud, Silvia Careddu, Philippe Bernold, Jacques Zoon, Andrea Oliva,​ ​Mario Caroli, Andrea Manco​, ​Juliette Hurel, Riccardo Ghiani,​ ​Adriana Ferreira,​ ​Francisco López,​ Joséphine Olech,​ Gareth McLearnon: flauto
Giuseppe Scaglione: violoncello.
Sara Matteo, Francesca Carta, Marco Grisanti, Cameron Roberts, Helène Couvert, Selim Mazari: pianoforte.

TEATRO  6 novembre 2019 h.21.00  – VASCELLO
LE ILLUSIONI PERDUTE
[Prima assoluta] drammaturgia su “Le illusioni perdute” e “Splendori e miserie delle cortigiane”
di Honoré de Balzac con Giancarlo De Cataldo; musiche eseguite dal vivo Rita Marcotulli

TEATRO/MUSICA 16 novembre 2019 h.21.00  – VASCELLO
IL RESTO DELLA SETTIMANA
 [Prima assoluta] di Maurizio De Giovanni
con Peppe Servillo musiche eseguite dal vivo Natalio Mangalavite

TEATRO 17 novembre 2019 h.17.00  – VASCELLO
L’ANIMALE CHE MI PORTO DENTRO
 [Prima assoluta] di e con Francesco Piccolo

TEATRO  20 novembre 2019 h. 21.00 – VASCELLO
MARE
liberamente tratto da “Donne di mare” e “La danza delle streghe” di Macrina Marilena Maffei
di e con Francesca Pica

MUSICA 24 novembre 2019 h.18.00 – VASCELLO
AVION TRAVEL in concerto
Peppe Servillo, voce / Mimì Ciaramella, batteria / Peppe D’Argenzio, sax / Flavio D’Ancona, tastiere / Duilio Galioto, piano e tastiere / Ferruccio Spinetti, contrabbasso

TEATRO  7 dicembre ore 21 – 8 dicembre ore 18 – PALLADIUM
DOC- DONNE DI ORIGINE CONTROLLATA
[Nuovo testo rivisitato] di Francesca Reggiani, Valter Lupo, Gianluca Giugliarelli
con Francesca Reggiani
e con la partecipazione di Linda Brunetta

TEATRO  11 dicembre 2019  ore 21 – PALLADIUM
SULLE VIE DEL TANGO (Il sogno di Borges)
[Prima assoluta] di Jorge Luis Borges
con Massimo Popolizio musiche eseguite dal vivo da Javier Girotto

INFO & SEGRETERIA FLAUTISSIMO 2019:
ACCADEMIA ITALIANA DEL FLAUTO

Tel +39 06 44703290 – segreteria@accademiaitalianadelflauto.it

Biglietti Vascello: intero € 20 / ridotto over 65 € 15 / ridotto under 26 € 12
* per il concerto degli Avion Travel: Intero € 25 ridotto over 65 € 18 ridotto under 26 € 15
Biglietti Palladium: intero €20 / ridotto €15

Fabrizio Moro – Figli di nessuno Tour

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by


Pallazetto dello sport
– Roma 19.10.2019

Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

Un palazzetto dello sport quasi esaurito, se non per i posti meno ambiti, quello della seconda serata di Fabrizio Moro a Roma.

Open Act del giovane Emanuele Bianco poi, luci spente, urlo immancabile del palazzetto, ingresso della band con tanto di count down sul muro led, un crescendo che allo 0, culmina con un cuore spezzato e l’ingresso di Fabrizio sulle note di Quasi.

L’artista ripercorre tutti i suoi successi e ovviamente l’album da cui prende il nome il tour, correndo avanti e indietro sulla passerella che lo porta verso il suo pubblico che quasi lo abbraccia quando di slancio monta sulle casse, ultima appendice del grande palco.

Molto belli i giochi di luce che hanno accompagnato questo splendido concerto di quasi due ore, un concerto che possiamo definire rock come i suoi protagonisti, dall’ineccepibile bravissima band a quella dell’acclamato cantautore romano.

Band:
Alessandro Inolti (batteria)
Andrea Ra
 (basso e cori)
Claudio Junior Bielli (tastiere)
Davide Gobello (chitarra)
Roberto Maccaroni (chitarra e cori)

Scaletta:
1. Quasi
2. Arresto cardiaco
3. Tutto quello che volevi
4. Figli di nessuno
5. La felicità
6. Per me
7. Tu
8. Alessandra sarà sempre più bella
9. Eppure mi hai cambiato la vita
10. Non mi avete fatto niente
11. Ho bisogno di credere
12. Giocattoli
13. 21 anni
14. Sangue nelle vene
15. Come te
16. Sono solo parole
17. Quando ti stringo forte
18. Libero
19. L’essenza
20. Sono come sono
21. Da una sola parte
22. Me ‘nnamoravo de te
23. Pensa
24. L’eternità
25. Portami via
26. Parole rumori e giorni
27. Non mi sta bene niente
28. Filo d’erba
29. Pace

Pregalleria


(Foto complessive galleria 50)


Marlene Kuntz – 30:20:10 MK² Tour

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by


Orion club – Roma 10.10.2019

Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

E finalmente festeggiano i loro 30 anni di carriera!
I Marlene Kuntz infatti, non avevano potuto farlo quest’estate in occasione del Rock in Roma, per una dolorosa tendinite accorsa al batterista Luca Bergia e che li aveva costretti ad annullare tute le date previste.

Con il nuovo tour 30:20:10 MK² Tour, Cristiano Godano e compagni, calcano il palco dell’Orion di Roma in un concerto double-face dove ripercorrono tutta la loro storia discografica in due tempi divisi tra acustico ed elettrico.

Non mancano le famosissime cover, riarrangiate negli anni  dalla band e presenti nel doppio vinile MK30 – Covers & Rarities uscito quest’anno assieme a MK30 – Best & beautiful.

Aprono la serata i Life in the Woods una giovanissima band romana, rock/blues, molto promettente.

FORMAZIONE:
Cristiano Godano – voce, chitarra
Riccardo Tesio – chitarra
Luca Bergia – batteria, percussioni, cori
Luca “Lagash” Saporiti – basso
Davide Arneodo – tastiere, violino, percussioni, cori

SCALETTA DELLA SERATA:
Set Acustico
Lieve
Ti giro intorno
Notte
La lira di Narciso
Osja, amore mio
Bella ciao
L’artista
Sapore di miele
Fantasmi
Musa

Set Elettrico
L’odio migliore
L’abitudine
Le putte
Infinità
Una canzone arresa
Questo e altro
Ineluttabile
Lamento dello sbronzo
In delirio
Un sollievo
Impressioni di settembre
Il genio (L’importanza di essere Oscar Wilde)
La canzone che scrivo per te
Bellezza
A fior di pelle

Nuotando nell’aria
Sonica

Pregalleria



Thegiornalisti – Love al Massimo

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Circo Massimo
– Roma 07.09.2019

Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

Chiudono il Rock in Roma 2019 e lo fanno in una delle location più ambite dagli artisti italiani e non, vedi Rolling Stones, Bruce Springsteen, David Gilmour, Roger Waters, Genesis.

“Faccio un po’ come se cantassi nel salotto di casa mia, perché se penso che sono al Circo Massimo…”, così Tommaso Paradiso, leader e cantante dei Thegiornalisti ad un certo punto esordisce mentre intrattiene il pubblico, tra un brano e l’altro.

Tommaso Paradiso, Marco Primavera e Marco Antonio Musella, il trio romano che festeggia i 10 anni di attività, tira un sospiro di sollievo per l’annunciato, quanto fortunatamente mancato flop, che invece li vede esibirsi di fronte a 45.000 spettatori accompagnati da una nutrita orchestra.

Tanti i fan, non necessariamente di Roma, assiepati sugli spalti del Circo Massimo, veramente un bel colpo d’occhio. Come un bel colpo d’occhio è vedere l’eterogeneità del pubblico presente, genitori e ragazzini o nipoti e nonni, come nonna Rosa, 81 anni, accompagnata da sua nipote e super fan di Tommaso Paradiso, presente nella primissima fila della “Love area”, canta a memoria, prima del concerto, tutti i pezzi della band.

Il “Love al Massimo” oltre a proporre i super successi della band, non si contano più dischi d’oro, di platino ed altri riconoscimenti, vede anche una sfilza di ospiti avvicendarsi sul palco per festeggiare e duettare con la band, Luca Carboni, Elisa, Franco126, Dardust, Dario Faini, Calcutta, Takagi e Ketra.

Ventisei i pezzi in scaletta che vede la consacrazione definitiva della band pop del momento, ecco l’elenco:

SCALETTA:

“Completamente”
“L’ultimo giorno della terra”
“Senza”
“Love”
“Il tuo maglione mio”
“Una casa al mare”
“Controllo”
“Sold out”
“Stanza singola” (con Franco126)
“Fatto di te”
“Milano Roma”
“Luca lo stesso” (con Luca Carboni)
“Promiscuità”
“Questa nostra stupida canzone d’amore” (con Dardust)
“L’ultimo grido della notte/Mare Balotelli”
“Io non esisto”
“Proteggi questo tuo ragazzo”
“Dr. House”
“Fine dell’estate” (con Calcutta)
“Tra la strada e le stelle” (con Elisa)
“Da sola in the night” (con Takagi & Ketra e Elisa)
“Zero stare sereno”
“New York” (con Dardust)
“Riccione”
“Maradona y Pelé”
“Felicità puttana”

(n.d.r – La politica di concedere ai fotografi solo i primi 3 brani è a volte incomprensibile.
Quando c’è spazio per muoversi, senza creare disagi al pubblico, ma sopratutto quando ci sono ospiti di eccezione, come in questo caso, sarebbe cosa giusta concedere una deroga a questa strana regola.)

 

(Pregalleria)



 


Claudio Enea
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