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Ad Agosto 2018 peggiora il “Sentiment” degli italiani

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Lo afferma l’ISTAT con la diffusione dei dati mensili relativi alle indagini sugli indicatori del “clima di fiducia” delle famiglie italiane e delle imprese.

Rispetto alle medesime misurazioni riferite al mese di luglio l’Istat Economic Sentiment Indicator (IESI) per le famiglie scende di 1 punto (da 116,2 a 115,2) e quello calcolato per le imprese scende addirittura di 1,5 punti (da 105,3 a 103,8).

Si tratta di indagini campionarie rivolte agli individui ed alle imprese quest’ultime suddivise per settore di attività. Lo scopo di questa tipologia di indagini è quello di produrre indicatori sintetici in grado di misurare il “sentiment” degli individui e degli operatori economici.

I questionari somministrati al panel dei consumatori –circa 2000 individui geograficamente distribuiti-   ed al panel delle imprese – circa 8.000 entità giuridiche geograficamente distribuite e rappresentative dei settori economici principali- comprendono domande, nello specifico nove, in grado di catturare i giudizi e le aspettative degli intervistati, sulla base dei quali vengono costruiti indicatori dell’ottimismo/pessimismo.

Ai consumatori viene richiesto di esprimere un giudizio e le loro aspettative sulla situazione economica dell’Italia e delle famiglie in generale; sulla disoccupazione; attese sulla opportunità attuale e possibilità future del risparmio; opportunità all’acquisto di beni durevoli; e giudizi sul bilancio familiare.

Agli imprenditori viene richiesto un giudizio e le aspettative sul livello degli ordini, sul livello delle scorte di magazzino, della produzione ed infine sul livello di occupazione.

I settori economici analizzati sono 4, manifatturiero, costruzioni, servizi di mercato ed infine commercio al dettaglio.

Le imprese sono più pessimiste degli individui, dicono i dati di Agosto 2018, il “Sentiment” nel loro caso scende di 1,5 punti rispetto a luglio. Il settore manifatturiero ed il settore dei servizi di mercato, registrano una dinamica negativa peggiore degli altri 2 settori, -1,9 (da 106,7 a 104,8) il manifatturiero e -1,2 (da 105,9 a 104,7) il settore dei servizi.

Il settore delle costruzioni registra un – 0,6 (da 139,9 a 139,3), con un peggioramento del giudizio sugli ordini attesi ed un miglioramento invece, del giudizio sulle prospettive di occupazione nel settore. Il settore del commercio al dettaglio è invece in controtendenza, l’indice registra un aumento di 1, 5 punti passando da 102,7 a 104,2.

Nel commercio al dettaglio migliora il giudizio sulle vendite sia nella distribuzione tradizionale che nella grande distribuzione con una aspettativa di diminuzione del livello delle scorte.

Anna Sola
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