Teatrosophia – KARIBUNI
STAGIONE 2023-2024
Via della Vetrina 7, Roma
Presenta
KARIBUNI
Il sangue è rosso per tutti
dal libro “KARIBUNI” di Giancarlo Di Giacinto
con Giancarlo Di Giacinto e Bruno Petrosino
adattamento e regia di Bruno Petrosino
musiche originali dal vivo di Andrea Causapruna
DA GIOVEDÌ 7 A DOMENICA 10 MARZO 2024
Bruno Petrosino e Giancarlo Di Giacinto sono i due protagonisti di Karibuni, la nuova pièce in scena dal giovedì 7 a domenica 10 marzo a Teatrosophia
Karibuni (in lingua swahili, “benvenuti”), raccoglie il bagaglio sensoriale, immaginifico ed emotivo dell’autore/attore, accumulato e vissuto nei suoi viaggi in Africa tra gli anni ‘60 e 2000.
Con l’ausilio della musicalità dello swahili e una sperimentazione sonora che va dal tradizionale all’elettronico, “giocandoci” per meglio evocare le atmosfere umanitarie e spirituali del luogo, si vuole entrare in un mondo di altri tempi (o forse non tanto) per raccontarne la poesia, le tracce di una cultura e un pensiero diversi, ma che ancestralmente appartengono a tutti in quanto umani o, ancor più, in quanto viventi. Con un occhio di riguardo sul tema della libertà e della pace tra uomo e uomo, tra uomo e Natura.
Note di regia
Il viaggio di un uomo alla scoperta di una terra a lui sconosciuta, che racchiude un senso “altro” di vita e una totale adesione ad essa.
Giancarlo, autore del libro e narratore di se stesso in scena, ci riporta al presente la sua avventura, affiancato dal suo alter-ego del passato, che si sdoppia e si fa musica, danza, lingua, stoffe, fotografie, persone care, oggetti rari e lontani quanto i ricordi che li impreziosiscono, e che rappresenta la testimonianza di qualcosa che non si può più trovare, se non nelle parole, appunto, di Giancarlo. E’ quella la “vera” Africa presente sulla scena: la “sua” Africa.
L’intento, mio e di Andrea, è di donare al racconto di Giancarlo una dimensionalità ulteriore, di portarlo a noi: noi che non siamo mai stati in Africa, ma che dell’incontro con Giancarlo e della sua storia abbiamo fatto grande, immenso tesoro, e un motore per conoscere ed incorporare linguaggi fisici, vocali, strumentali e filosofici nuovi, che potessero al contempo creare un connubio con quello che noi già siamo, senza mai tradirlo del tutto, ma rinnovandolo. Ciò porta a specificare il reale tema affrontato nel nostro percorso: l’INCONTRO con l’Africa. Noi, per come siamo, e l’Africa. Bruno Petrosino
Al termine dello spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia
Teatrosophia: via della Vetrina 7 – 00186 Roma
Orari: giovedì e venerdì h 21:00/sabato e domenica h 18:00
Biglietti: Intero: Euro 14,00+5,00 per tessera associativa/Ridotto: Euro 11,00+5,00 per tessera associativa
Prenotazioni: Tel: 06 68801089 /353.39.25.682 – info@teatrosophia.com
Donne senza Censura – La genesi del “#Me Too”
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Patrizia Schiavo che ha precorso i tempi del “#Me Too”
Roma 01 marzo 2024
Articolo ed immagini di Grazia Menna
ANNA racconto di una storia vera
La Rosa non ci ama – Ovvero il “giogo” della sobillazione e delle dicerie
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Roberto Russo, Cloris Brosca e Gianni De Feo rapiscono gli spettatori per condurli nella Napoli del 1590
Carlo Gesualdo – Rileggere la storia sulle note di un madrigale
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Il Principe di Venosa, la sua produzione musicale e sullo sfondo la vita a Napoli sul finire del ‘500
Roma 20 febbraio 2024
Articolo ed immagini di Grazia Menna
La Divina Commedia Opera Musical
Sarà in scena fino al 25 febbraio, al Teatro Brancaccio di Roma, La Divina Commedia Opera Musical.
LA ROSA NON CI AMA – Teatro “Lo spazio”
Via Locri 42, Roma 339 775 9351 – 06 7720 4149
Lab di Tizana Beato
presenta
CLORIS BROSCA GIANNI DE FEO
in
LA ROSA NON CI AMA
Carlo Gesualdo vs Maria D’Avalos
di Roberto Russo
Drammaturgia musicale e regia cura di Gianni De Feo
Impianto scenografico e costumi Roberto Rinaldi
Musiche originali su testi di Torquato Tasso composte
da Alessandro Panatteri
Assistente alla regia Alessandra Ferro
Foto e grafica Manuela Giusto
ufficio stampa Andrea Cavazzini
TEATRO LO SPAZIO – ROMA
Dal 22 al 25 febbraio 2024
In una piazza notturna, dove fanno da sfondo le mura della Basilica di San Domenico Maggiore circondata da silenziosi palazzi cinquecenteschi, emergono le ombre di due personaggi: un uomo e una donna. Vestiti di cenci, potrebbero essere due clochards o vagabondi casuali senza tempo.
Siamo nella città di Napoli, in un’epoca non definita, davanti al palazzo che appartenne al Principe Carlo Gesualdo da Venosa e dove, nella notte tra il 16 e il 17 ottobre del 1590, lo stesso Principe infierì con efferata violenza sul corpo di sua moglie Maria D’Avalos e dell’amante di lei Fabrizio Carafa, Duca D’Andria. Questa la cronaca di uno dei più famosi delitti passionali.
Durante l’azione scenica l’identità dei due personaggi gradualmente si svela. Questi sono proprio le ombre dei due nobili coniugi, fantasmi senza pace costretti ogni notte a ritrovarsi per ripetere, nei secoli, lo stesso rito necessario a rielaborare gli eventi sanguinolenti del passato. Attraverso la ricomposizione dei colori del cubo di Rubik, essi rivivono tutta la gamma cromatica delle loro anime. Lui, uomo sensibile e geniale inventore dei colori della musica, raffinato madrigalista e stimato ispiratore dei tempi a venire. Lei, bellissima donna passionale e vitale. Tuttavia, entrambi vittime dei loro ruoli e del loro tempo! La Rosa, simbolo d’amore di tutte le epoche, attrae e affascina con la seduzione del suo profumo e la bellezza dei suoi colori, ma può anche uccidere con la sola punta sottile di una spina.
In uno scontro verbale dai toni rabbiosi, appassionati e talvolta violenti, i due si affronteranno e si scontreranno fino al punto di riconoscere e accettare le reciproche colpe. Solo così, in un abbandono catartico, i due fantasmi potranno infine purificare la propria anima e raggiungere la pace.
La trama drammaturgica concepisce la presenza di altri personaggi che si alternano e si contrappongono ai due protagonisti. E dunque, in questa messa in scena che si articola tra azione vivace e lettura a leggio, saranno proprio loro, Carlo e Maria, a evocare e a far rivivere, attraverso la loro voce come gli accusatori di un tribunale, tutte quelle figure intorno alle quali ruota la vicenda stessa. Così pure si mescoleranno le lingue, dallo spagnolo del 500 al napoletano antico fino al latino, attraverso un linguaggio forbito a tratti lirico ma al tempo stesso contemporaneo.
Alla parola farà da contrappunto l’elemento musicale che percorre quasi tutta la trama drammaturgica scavalcando anche in questo caso epoche e gusti.
Inoltre, due testi di Torquato Tasso scritti espressamente per Gesualdo, ma mai messi in musica da questi, sono stati ora rielaborati con musiche originali e cantati dal vivo nello stile dei madrigali.
Info:
TEATRO LO SPAZIO
Biglietti: intero 15 euro – ridotto 12 euro
(bar aperto per aperitivo dalle 20.00)
Da giovedi a sabato ore 21, domenica ore 17
Teatro Lo Spazio
Via Locri 43, Roma
informazioni e prenotazioni
339 775 9351 / 06 77204149
Teatro Lo Spazio – CARLO GESUALDO, IL GENIO E IL TORMENTO
Via Locri 42, Roma 339 775 9351 – 06 7720 4149
Martedì 20 febbraio 2024 – ore 20,30
CARLO GESUALDO, IL GENIO E IL TORMENTO
Interverranno
Roberto Russo
Autore de “La Rosa non ci ama”
Chiara Pelliccia
Musicologa
I maestri
Alessandro Panatteri – Clavincembalo
Romeo Ciuffa – Flauto dolce – Viola da gamba
Martedì 20 febbraio, alle 20,30 l’evento a ingresso libero “Carlo Gesualdo, il Genio e il tormento “, apre al Teatro Lo Spazio la settimana dedicata al Principe madrigalista grande innovatore dell’Arte musicale, che continuerà dal 22 al 25 con lo spettacolo La Rosa non ci ama (Carlo Gesualdo vs Maria d’Avalos).
Il giorno 20/2/24, le esecuzioni dei maestri e l’ascolto di alcuni madrigali si arricchiranno dell’approfondimento tecnico della musicologa Chiara Pelliccia
A completare l’evento, Cloris Brosca e Gianni De Feo, leggeranno alcuni brani tratti da “La Rosa non ci ama”.
Coordinamento Andrea Cavazzini
Teatrosophia – HERBARIE, LE CHIAMAVANO STREGHE
STAGIONE 2023-2024
Via della Vetrina 7, Roma
Presenta
HERBARIE, LE CHIAMAVANO STREGHE
Di Silvia Pietrovanni
Regia di Ivan Vincenzo Cozzi
Personaggi e interpreti
Mercuria: Brunella Petrini
Caterina: Elena Stabile
Lucia: Silvia Mazzotta
Adattamento: Isabella Moroni
Musiche originali: Tito Rinesi
Costumi: Rosanna Grassia rivisitati da Arianna Longobardi
Luci e fonica: Andrea Memoli
Si ringrazia l’atelier di Marina Sciarelli
DA VENERDÌ 16 A DOMENICA 18 FEBBRAIO 2024
Torna in scena a Teatrosophia, dal 16 al 18 febbraio, lo spettacolo Herbarie. Le chiamavano streghe, il testo di Silvia Pietrovanni adattato da Isabella Moroni, con Silvia Mazzotta, Brunella Petrini, Elena Stabile, frutto di un lavoro di ricerca sulla figura ancestrale e sulle origini sacre della domina herbarum, l’erborista del popolo, definita saggia dalla gente del popolo e strega o ciarlatana dal potere che inizia così la distruzione capillare del sapere femminile.
Sulla scena Lucia, la giovane herbaria che ha imparato a leggere e scrivere ed ora possiede il sapere della medicina naturale, ripercorre la storia della sua famiglia: della nonna Mercuria che ha tramandato alla figlia Caterina e, dunque, a lei stessa la sua sapienza.
Mercuria, Caterina e Lucia, nella loro terra sono le farmaciste che coltivano le erbe medicinali; sono le levatrici che vanno di casa in casa, sono i punti di riferimento imprescindibili per il popolo. E sono anche le “accabadore” che sanno dare la buona morte.
A spezzare il sodalizio e a cambiare il corso della storia, sarà un Inquisitore, la cui figura appare anche
come una proiezione del nostro tempo, ancora permeato del risentimento della medicina dotta e maschile nei confronti di quella popolare e femminile che si avvaleva dell’ascolto del paziente e dell’esperienza diretta sul corpo.
Mercuria soccomberà, ma le altre proseguiranno il loro lavoro lento e globale che è arrivato fino a noi e si sviluppa ancora in ogni angolo, anche il più remoto, del mondo intero.
NOTE DI REGIA
Con Herbarie. Le chiamavano streghe, progetto culturale con una forte componente di teatro civile e di tematiche di genere, Argillateatri prosegue il percorso dedicato alle molteplici forme del femminile, iniziato nel 2005.
Le tre donne di Herbarie sono legate alle ritualità del femminile, alla natura e alla cura, elementi che rappresentano la loro libertà espressiva, la dedizione e la ribellione; l’anima creativa e quella politica di queste donne che, escluse dai libri e dalla scienza ufficiale, apprendevano le conoscenze, creando reti di cura e salvezza e trasmettendosi le proprie esperienze.
Una narrazione centrata su eventi storici, che conduce passo dopo passo a scoprire sia il lato vitale, sia quello buio del rapporto fra donna, guarigione e potere. Una storia nella quale ciascuna interprete incarna una sapienza diversa: quella antica, oracolare, che viene dagli archetipi; quella contemporanea legata all’uso pratico delle piante e quella del futuro, che saprà cambiare le sorti della Storia.
Ridefinire la narrazione della donna e delle sue competenze; rivalutare le medicine antiche e profonde come l’erboristeria e il senso più vero ed umano dei ritmi naturali e fare luce sulla medicina delle donne…
Un invito alla meraviglia della scoperta di un mondo, spesso sconosciuto, fatto di saperi antichi e profondi come l’erboristeria, i ritmi naturali, la medicina delle donne per secoli perseguitati, oscurati e ridicolizzati.
Uno spettacolo nel quale non è difficile trovare affinità con la condizione attuale delle donne, anche alla luce dell’involuzione culturale che i tempi stanno determinando e che, solo raccontando, sarà possibile fermare.
Dopo lo spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia
Teatrosophia: via della Vetrina 7 – 00186 Roma
Orari: venerdì e sabato h 21:00/domenica h 18:00
Biglietti: Intero: Euro 14,00+5,00 per tessera associativa
Ridotto: Euro 11,00+5,00 per tessera associativa
Prenotazioni: Tel: 06 68801089 /353.39.25.682 – info@teatrosophia.com
Giornalista e Ufficio Stampa
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