Dal teatro alla serialità televisiva, per l’attore, cantante e musicista Mario Zinno è un anno davvero ricco di impegni. Lo abbiamo visto a teatro in Masaniello di Tato Russo, nel ruolo di Frà Savino (lo stesso interpretato anche nell’edizione del 2005) con la regia originale di Tato ripresa da Maurizio Sansone e nella recente nell’edizione dello spettacolo Masaniello di Armando Pugliese ed Elvio Porta andato in scena nel Cortile d’Onore di Palazzo Reale Napoli – con la regia di Pugliese, ripresa da Bruno Garofalo, nel ruolo dell’eletto del popolo Naclerio. Mario Zinno è tra i coprotagonisti di Pesci Piccoli, la serie dei The Jackal prodotta da Amazon Prime Video.
Sei nel cast della prima e seconda stagione della serie comedy “Pesci Piccoli”. Ci parli un po’ di questa esperienza con i The Jackal?
Il mondo Jackal mi ha sempre incuriosito, spesso vedevo i loro video e pensavo, nell’oceano dei prodotti social, i loro contenuti fossero effettivamente qualcosa che andasse oltre un semplice prodotto commerciale, che fotografasse precisamente la società con una capacità critica e di sintesi assolutamente geniale. Questa bella opportunità si è presentata nella mia vita dopo quasi 30 anni di teatro. Sentivo forte l’esigenza di cimentarmi in qualcosa di diverso, di innovativo. Il mio personaggio in Pesci Piccoli è quello di Alfredo, un timido programmatore, tenero, eternamente inadeguato e in sottrazione col mondo, che ritrova in questo gruppo di lavoro sgangherato una ragione per evadere la sua vita mite, forse un po’ anonima e profondamente consuetudinaria. Alfredo ama intensamente i suoi colleghi, la sua vera famiglia, nonostante sia la vittima prescelta e sacrificale dell’intera agenzia, soprattutto di Frù, al quale non si oppone minimamente. D’altronde anche questa è una forma d’amore, no?
In che modo si è evoluto dalla prima alla seconda stagione?
Nella prima stagione abbiamo presentato i personaggi, le vicende, le dinamiche di una piccola agenzia pubblicitaria di provincia alle prese con lavori e richieste assurde, clienti improbabili e, all’interno di tutto questo, una squadra poco ben organizzata ma piena di umanità e unita nei momenti di sconforto e di maggiore pressione. Nella seconda stagione le trame si infittiscono, una drammaturgia più matura, intrecci, momenti introspettivi e di riflessione dove si ride, si soffre, si piange, spaziando tra commedia, romance, nostalgie e fragilità.
Cosa accadrà al tuo personaggio in questa seconda stagione?
Il povero Alfredo, anche in questa nuova stagione, tra sequenze animate, Compliment club, Melevisione, ne subirà di tutti i colori. Sarà pugnalato dal folletto Tonio Cartonio, in un’inedita versione cattivissima nel tanto chiacchierato episodio 4, ma ci sarà per lui anche una grande sorpresa!
Oltre al canto e alla recitazione, hai studiato anche la batteria, il pianoforte e il flauto traverso…
Il mio primo amore è stata la batteria, passione trasmessa da mio padre. A 4 anni mi regalò una batteria professionale, dove i piedi non arrivavano neanche ai pedali. Crescendo divenne la mia ‘amica’ inseparabile, il mio rifugio, ma un tormento per la mia famiglia e i vicini. Poi, pian piano, sono passato ad altri strumenti, ho iniziato a frequentare corsi di musica e la passione è diventata studio attento e sistematico. Il canto prima e la recitazione poi, sono arrivati più tardi, quando ho iniziato a scoprire la canzone napoletana, e poi il teatro canzone, Gaber, e poi i musical. Da lì in poi, ho avuto la grande opportunità di trasformare questa passione in lavoro. E, ad oggi, il canto e la recitazione sono sicuramente il primo campo d’azione del mio lavoro.
Hai lavorato con diversi registi, attori e musicisti di calibro nazionale, di quali riservi un ricordo speciale?
Ho avuto l’onore e la fortuna di lavorare davvero con dei mostri sacri dello spettacolo, tra cui Massimo Ranieri, Monica Guerritore, Nicola Piovani, Lando Buzzanca, Ottavia Piccolo, Maurizio Scaparro, ecc… Gli aneddoti sarebbero tanti, troppi da ricordare e, forse, qualcuno da tenere gelosamente custodito. Ma qualcosa di tenero si può condividere, come quando, dopo un intero anno di repliche ad Assisi di “Francesco il musical”, scritto da Vincenzo Cerami, e di cui ero protagonista insieme a sua figlia Aisha, trascorremmo dei piacevoli giorni a Sabaudia, nella casa che un tempo fu di Pasolini e Moravia. Gli stessi giorni in cui Vincenzo s’incontrava con Roberto Benigni per scrivere la sceneggiatura di Pinocchio. Era per me una grande emozione vederli lavorare insieme in riva al mare.
Di recente ti abbiamo visto in scena in Masaniello, quali saranno i tuoi prossimi progetti?
Quest’anno ho avuto il piacere e l’onore di partecipare a due diverse edizioni del Masaniello, sia quella di Tato Russo, interpretando il ruolo di Frà Savino, come fu per l’edizione del 2005, con la regia originale di Tato ripresa da Maurizio Sansone, sia nell’edizione del Masaniello di Elvio Porta e Armando Pugliese, con la regia di Pugliese, ripresa da Bruno Garofalo, nel ruolo dell’eletto del popolo Naclerio. Entrambi gli spettacoli hanno avuto un grande successo e saranno ripresi nella prossima stagione invernale a partire da settembre. Ci sarà poi una collaborazione con il Teatro Diana per l’allestimento di uno spettacolo sulla legalità, e diversi altri impegni che via via si stanno profilando. Quest’estate sarò in giro con uno spettacolo di teatro canzone “La porta dei baci”, uno spettacolo di puro intrattenimento.