Ieri sera, sotto il cielo afoso di una Roma già in piena febbre estiva, la Casa del Jazz si è trasformata in un magma sonoro vibrante, dove passato e futuro si sono fusi in una cerimonia ritmica collettiva. Sul palco, i Casino Royale hanno confermato ancora una volta di essere non solo dei pionieri del suono meticcio italiano, ma anche dei maestri nell’arte di rimanere rilevanti. Con loro, Clap! Clap! — lo sciamano digitale che ha portato la world music su un’astronave elettronica — ha incendiato il pubblico in un set che ha sfidato le coordinate spazio-temporali.
Ad aprire la serata, la giovanissima Alda, armata di voce intensa e una presenza che buca il palco come un fulmine a ciel sereno. Una manciata di brani per raccontare un mondo interiore maturo ben oltre la sua età: tra minimalismo R&B e una scrittura che odora di nuovo, Alda si è presa lo spazio con grazia e carattere.
Poi è toccato ai Casino Royale, che in questa nuova incarnazione ibrida — più elettronica, più psichedelica, ma sempre visceralmente funky — hanno tirato fuori una performance lucida e torrenziale. Alioscia Bianchi è ancora il sacerdote laico di una messa dub che non conosce cedimenti. I brani storici si sono fusi con le nuove produzioni in un flusso continuo, dove basso e beat si rincorrevano come in una colonna sonora afro-futurista.
Ma la vera esplosione arriva con Clap! Clap!, che prende la serata e la catapulta in un’altra dimensione. Le sue percussioni digitali sembrano parlare in dialetti ancestrali, eppure guardano dritto al domani. Campioni tribali, bassi liquidi, glitch che sembrano suonati dal vento: un DJ set che è molto più di un DJ set, è un viaggio, una trance urbana con dentro l’Africa, Berlino e un pizzico di magia occulta.
Alla fine, più che un concerto, è sembrata una jam cosmica tra spiriti affini. Un rito laico per anime danzanti.
Roma, almeno per una notte, ha battuto il tempo del futuro.
Si ringraziano Ponderosa, Roma Summer Fest, Casa del Jazz e Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
Qui sotto le foto della serata a cura di Chiara Lucarelli