Ieri sera, alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, è andata in scena la seconda data di apertura della stagione estiva. Apertura tutta”romana” quest’anno con Franco126, alias “Franchino”, a dare inizio al Roma Summer Fest con la sua voce graffiata e il cuore in mano. Cavaliere (cit.) della malinconia metropolitana, ha portato sul palco Futuri possibili, un album intimo e fatto di frammenti vitali.
La Cavea, con la sua acustica eccellente e l’aria rarefatta tipica del progetto di Renzo Piano, ha creato il palcoscenico ideale per un live che ha unito intimità e respiro da arena. Franco inizia con un mood sospeso, quasi cinematografico: sedie da cinema, locandine che si svelano a scaglioni e qualche scalcinata pausa tra primo e secondo tempo – un tocco old‑school che accentua quella sensazione da “non è uno show pop qualsiasi”.
La magia è nel contrasto: da un lato le atmosfere rétro da cantautore intimista, dall’altro l’energia modulata di chi viene dal rap. Franco126 naviga tra riff di chitarra, tastiere, batteria funk e momenti pure acustici, senza tradire la poetica di Futuri possibili.
Sul palco il cantautore romano, pesca nei pezzi del nuovo album e affonda nella vena più autobiografica: i versi sull’amore finito, la scrittura viscerale, l’anima strappata. Il pubblico, incurante del caldo persistente, risponde con cori e canto corale: “questo è il disco in cui mi piango più addosso”, aveva detto lui presentandolo, e sembra quasi un mantra condiviso dalle sedute gremite.
Momento clou? Indubbiamente quando sul palco è salito Coez per duettare sulle note di Blu. I due insieme sono una vecchia foto polaroid che continua a svilupparsi: affiatati, complici, sinceri.
Pochi minuti dopo è toccato a Federico Zampaglione, che ha riportato l’eco degli anni Duemila con una versione da brividi di Due destini cantata a due voci.
In chiusura, Franco126 si prende un momento di riflessione: non annuncia tour mondiali ma promette un salto nei palasport in autunno. Oggi però, sotto quel cielo romano, gli basta guardare la Cavea illuminata, respirare luce e sudore e sapere di aver infilato gemme pop in uno spazio che ha osato diventare “cattedrale della malinconia” made in Roma.
Si ringraziano Vivo Concerti e Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.
Qui sotto la gallery fotografica della serata, a cura di Chiara Lucarelli.
In apertura della serata si è esibito il duo Wism e Perenne.