La morte di Papa Francesco, figura simbolo di un pontificato profondamente legato ai temi della pace, dell’inclusione e della giustizia sociale, ha scatenato non solo cordoglio, ma anche un acceso dibattito politico. In Parlamento, il momento di commemorazione si è trasformato in un terreno di scontro tra maggioranza e opposizioni.
Commosso e accolto da un applauso bipartisan, l’intervento di Matteo Renzi ha richiamato le parole di Fabrizio De André: “Nel vedere quest’uomo che muore, madre io provo dolore”. Un tentativo di restituire umanità e silenzio rispettoso alla figura del pontefice.
Ma non tutti i toni sono stati concilianti. Elly Schlein ha affermato che Papa Francesco “non merita l’ipocrisia di chi deporta i migranti”, scatenando la reazione visibile della premier Giorgia Meloni, che si è coperta il volto con la mano al termine del discorso.
Anche Giuseppe Conte ha parlato di “ipocrisia” e di “vaniloqui”, puntando il dito contro chi ha ignorato i moniti del pontefice sulla guerra e sulla deriva bellicista dell’Occidente.
Il lutto per la scomparsa del Papa si è dunque intrecciato con le fratture ideologiche del Paese, facendo emergere ancora una volta quanto la figura del pontefice fosse, sì amata, ma anche scomoda e divisiva per il mondo politico.