Ci avviciniamo dentro la scrittura e le visioni di un disco cinematico come “Corpi Estranei”, prima pubblicazione per A Quiet Guy aka Alessandro Mogni che dalla pianura Pandana si lascia guidare nelle sensazioni e nei suoni di queste scritture. Da una reading del passato titolato “Concerto con selezione letteraria” a nuove frontiere oggi: rimescolando vecchi appunti, rimescolando nuove idee… ad una chitarra elettrica si accosta una elettronica minimale che ha il potere di dare dimensione solida all’ascolto.
Quanta indeterminazione c’è nella vita vissuta attorno a questo disco? Ho come l’impressione che racconti di qualcuno immobile ad osservare il mondo attorno…
Ciao più che altro direi che c’è una sensazione di non appartenenza, è più come se qualcuno osservasse il mondo attorno e anche sè stesso da fuori…il titolo volutamente riporta proprio a questo senso di estraneità.
Bella questa copertina. Apre a colori tenui quando invece il suono apre a scenari cupi… non trovi?
Sì la copertina usa questi colori anche un po’ in tributo ad un regista che mi piace molto e che ha un’estetica riconoscibilissima che è Nicolas Winding Refn; le musiche sono sicuramente meno colorate forse questo è dovuto anche al fatto che sono brani scritti nel pieno dell’inverno nebbioso della pianura.
Esisterà un reading a chiudere il cerchio? Visto che da letture tutto prende vita… tutto o quasi…
Onestamente non è nei programmi, ma non lo escludo. Quella del reading è stata un’esperienza positiva ma adesso vorrei preparare eventuali live che abbiano al centro le canzoni e non altro.
Un suono figlio di luoghi precisi? Parli di Pianura Padana… nello specifico?
Credo che indirettamente l’ambiente in cui vivo influenzi ciò che scrivo musicalmente. Non è un disco che nasce per raccontare della pianura padana ma inevitabilmente certi scenari finiscono per influenzare le scelte anche musicali. Vivessi in mezzo ai boschi in montagna sicuramente scriverei qualcosa di differente.
Cosa sono per te i veri corpi estranei? Come a dire: un titolo che sarebbe andato bene ugualmente poteva essere “La solitudine dei numeri primi”?
I corpi estranei del disco sono le persone che stanno molto vicine ma sono spesso lontanissime, siamo noi stessi quando non ci riconosciamo allo specchio ma sono anche persone distanti che in qualche modo sono diventate parte di noi, come appunto un corpo estraneo. Probabilmente a volte ci sentiamo numeri primi anche se la nostra natura non è quella.