INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE MELONI
Buongiorno a tutti,
grazie di essere qui, grazie all’Ordine dei giornalisti, grazie all’Associazione della stampa parlamentare.
Sarò abbastanza breve in questa introduzione: voglio lasciare spazio alle domande, ho poche cose da dire.
La prima è chiaramente fare a tutti gli auguri di buon anno, farci gli auguri di buon anno per un anno che sarà molto complesso per tutti. E’ un anno che vede molte scadenze importanti, tra le elezioni europee, penso alla Presidenza italiana del G7, quindi chiaramente ci vedrà tutti molto impegnati.
Da parte mia farò la mia parte perché possiate fare al meglio il vostro lavoro ed ovviamente non mi aspetto altro che rispetto ma certamente non mi aspetto sconti.
La seconda cosa che voglio dire è che devo scusarmi chiaramente perché questa conferenza stampa è stata rinviata due volte per ragioni di salute; non potevo fare altrimenti. Mi dispiace francamente che anche questo abbia generato delle polemiche ma come dimostra la mattinata di oggi non c’era alcun intendimento da parte mia di scappare dalle domande dai giornalisti, di rado sono scappate in vita mia da qualcosa.
Credo di dovere una risposta su questo tema della protesta della Federazione Nazionale della Stampa, della cosiddetta Legge bavaglio, però io penso Presidente che lei sappia che questa norma è frutto di un emendamento parlamentare che arriva tra l’altro dall’esponente di un partito dell’opposizione sul quale certamente c’è stato un parere favorevole del Governo ma non è un’iniziativa del Governo e questo lo dico per dire anche alla Federazione Nazionale della Stampa che la manifestazione sotto Palazzo Chigi per un’iniziativa che non è del Governo probabilmente avrebbe dovuto tenersi di fronte al Parlamento perché è il Parlamento che si è assunto questa responsabilità.
Dopodiché, nel merito, l’emendamento si agganciava alla Direttiva europea sulla presunzione di innocenza e prevede che non possa essere pubblicata per intero o per estratto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere; riporta in buona sostanza l’articolo 114 del Codice di procedura penale al suo perimetro originario che è quello in forza del quale è vietata la pubblicazione anche parziale degli atti del dibattimento che viene celebrato a porte chiuse;
Voi sapete che nel 2017 fu fatta dalla allora riforma Orlando un’eccezione a questa previsione del nostro Codice di procedura penale consentendo la pubblicazione in toto o in parte di questo specifico atto che era appunto relativo alla carcerazione.
Questo non toglie dal mio punto di vista il diritto al giornalista di informare perché rimane il diritto del giornalista a conoscere quell’atto e a poterne riportare le notizie che sono importanti per informare i cittadini. Si può ovviamente e si deve – credo sia giusto – dire che qualcuno è stato arrestato; perché è stato arrestato; quali sono i capi di imputazione che vengono formulati.
Quindi, francamente, non ci vedo un bavaglio a meno che non si dica che la stampa è stata imbavagliata fino al 2017 perché fino ad allora è stato così e non ricordo che in passato siano state disertate conferenze stampa del Presidente del Consiglio dei Ministri perché non vi era la previsione di questa norma.
A me pare un’iniziativa – ripeto non l’ho presa io e probabilmente non l’avrei presa personalmente e infatti non l’ho fatto -, una norma di equilibrio tra il diritto di informare e Il diritto di un cittadino, prima che sia condannato e spesso prima che possa esercitare il diritto alla difesa, a non ritrovarsi sui giornali anche particolari che possono non essere rilevanti e che ledono la sua onorabilità.
Dopodiché sul tema dell’Ordine, so che questo è il tema che sta particolarmente a cuore alla riforma dell’Ordine, in particolare quello del sistema di voto per l’Ordine dei giornalisti, voi sapete che io sono pienamente disponibile.
So che in questa Legislatura si è formato un intergruppo parlamentare – diciamo attento alle questioni dei giornalisti – che sulla base anche delle proposte che sono state formulate dal Consiglio Nazionale dell’Ordine, sta elaborando una proposta.
Personalmente ritengo che sarebbe più bello se un’iniziativa di questo tipo arrivasse dal Parlamento ma posso anche dirvi che se dovessimo ravvisare una eccessiva lungaggine da parte del Parlamento nel prendere un’iniziativa di questo tipo non ho problemi a ragionare di un intervento.
Sappiamo che le norme risalgono, se non vado errata al 1967, obiettivamente il mondo è cambiato ed è giusto che cambino anche le regole di funzionamento.
E dico qui l’ultima cosa. Sono molto d’accordo con quello che lei ha detto relativamente al tema dell’intelligenza artificiale: è una materia che questo Governo porterà tra le questioni prioritarie della Presidenza del G7 perché io sono particolarmente preoccupata dall’impatto dell’intelligenza artificiale su vari livelli e particolarmente sul tema del mercato del lavoro.
Noi siamo sempre stati abituati a un mondo nel quale il progresso lavorava per ottimizzare le competenze umane. Però in passato noi abbiamo sempre conosciuto una sostituzione di lavoro che era fisica prevalentemente e che quindi consentiva alle persone di concentrarsi su lavori più profilati, cioè sui lavori di concetto, su lavori di organizzazione.
Oggi noi ci troviamo di fronte a una rivoluzione che è completamente diversa nella quale è l’intelletto che rischia di essere sostituito e questo vuol dire che l’impatto che l’intelligenza artificiale può avere nel mercato del lavoro riguarda anche lavori di alto profilo e rischiamo un impatto devastante nel quale noi avremo un mercato del lavoro che vedrà sempre meno persone necessarie.
Credo che sia una valutazione che va fatta seriamente. Non so dirle se siamo ancora in tempo perché vedo la velocità con la quale corre il progresso e vedo i tempi delle decisioni della politica particolarmente a livello multilaterale.
Queste sono decisioni che vanno prese per essere efficaci a livello globale e mi preoccupa molto ma noi organizzeremo un focus molto preciso sul tema dell’intelligenza artificiale al G7 e prima ancora del G7 dei leader che, come sapete si terrà in giugno, io voglio fare e sto già lavorando a un’iniziativa specifica sul tema dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro.
Chiaramente è materia che vi riguarda e che vi interessa, perché è una di quelle professionalità sulle quali noi non ci stiamo rendendo conto che l’intelligenza artificiale rischia, mentre il progresso finora ha impattato positivamente aiutandoci a lavorare meglio. Oggi rischiamo di fatto una sostituzione e quindi su questo confido che si possa magari lavorare ragionare insieme.
Mi fermo perché ho detto sarei stata a breve e poi non l’ho fatto, prego.
Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio dei Ministri – La trascrizione completa