Daniele Bongiovanni torna in mostra in Italia. La luce e lo spazio in divenire

in CULTURA by

Il pittore tornerà presto a Roma con un’importante progetto site-specific che vedrà luce al MACRO

”La tela evocata da Bongiovanni si trasforma così in un connubio, una superficie elettiva su cui seminare, far germogliare e sviluppare un processo di trasformazione, di sintesi globale, ove il pensiero, le esperienze e la vita modellano una dimensione artistica altra connessa all’interiorità più profonda, che è al contempo animale e vegetale, razionale e mistica, individuale e collettiva, che dice di noi di come siamo di ciò cui aneliamo a metà strada fra la contingenza e la spiritualità da cui la società contemporanea sembra essersi allontanata. È del resto la stessa natura antitetica della nostra cultura, sempre in bilico fra Razionalismo e Antirazionalismo, fra Modello e Unicità, che produce effetti di conoscenza che spesso rovesciano la realtà in finzione e la finzione in realtà e non è per nulla accidentale che il bisogno di partecipazione emotiva, di sentirsi parte del tutto universale, è oggi più che mai vivo” Giosuè Allegrini

A novembre un nuovo ed importante progetto porterà Daniele Bongiovanni in mostra in Italia. Il pittore dopo la partecipazione, in qualità di artista internazionale, alla East Africa Art Biennale e la presentazione di alcune imminenti esposizioni che si terranno ancora una volta negli Stati Uniti, farà ritorno a Roma, per la realizzazione di un particolare percorso in divenire che nella sua prima fase verrà ospitato al Museo di Arte Contemporanea di Roma.

L’artista italiano sarà impegnato presso il MACRO all’interno del già rinomato programma sperimentale #Atelier. Luogo-concetto in cui gli autori entrano in contatto con le dinamiche del museo/studio progressivo, e dove le fasi di realizzazione dell’opera d’arte sono più che fondamentali, in quanto opera stessa.

Bongiovanni in questo contesto darà vita a una versione totalmente narrativa del suo lavoro, una ”trama” che metterà in primo piano il valore della progettazione e della creazione. Le opere, pensate come progetto installativo/site-specific, non autonome, si collegheranno ugualmente, in termini di poetica, alle peculiarità che caratterizzano la sua pittura: il candore della configurazione dei soggetti, le illusioni cromatiche, la resa della luce fuori dal comune. Spazi naturali e sublimi, apparentemente interminabili, perché celati da bagliori fuorvianti.

Tutto ciò – come ha scritto recentemente Francesco Poli – ”È il risultato di una notevole evoluzione della sua ricerca in direzione di una radicale volontà di essenzializzazione, o se si vuole di sublimazione, del linguaggio figurativo. E cioè di una progressiva presa di coscienza dell’importanza di elaborare le sue composizioni non solo come rappresentazioni ispirate dalla realtà esterna ma anche, soprattutto, come espressione che emerge direttamente dagli elementi costitutivi della pittura, vale a dire dalla delicata e complessa interrelazione primaria fra lo spazio fisico bidimensionale del supporto e le modalità della stesura dei colori”.

Daniele Bongiovanni ha studiato Arti visive nella sua Sicilia, dove ha conseguito la laurea magistrale con il massimo dei voti e lode presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Nel corso della sua carriera realizza diversi cicli tematici, che presenta, in musei e gallerie, nelle maggiori città italiane ed estere, tra cui: Milano, Roma, Torino, Parigi, Londra, Liverpool, Las Vegas, New York, Melbourne, Seul. Espone anche nelle principali manifestazioni di arte contemporanea, tra cui più edizioni della Biennale d’Arte di Venezia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*