Gotti Vs Cucchi, quando il cinema racconta storie vere

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Il titolo di questo articolo non è per descrivere quale, secondo me, sia il migliore tra questi due film, ma c’è un’associazione, tutta personale, che ho fatto dopo aver visto entrambi.
Faccio solo una premessa critica partendo dal film di Kevin Connolly. Un film deludente; una copia sbrigativa del docufilm sulla vita e ascesa del Boss “Elegantone” di New York che si può anche vedere su Youtube e che Sky ha trasmesso più volte. Non mi è piaciuto niente se non l’interpretazione di Jhon Travolta che appareevidentemente, come un clone del Padrino originale.


“Sulla mia pelle”, il film di Alessio Cremonini, è terribilmente straziante. Tutti gli attori sono eccezionali e Alessandro Borghi deve, di diritto, essere oramai considerato uno dei migliori attori italiani e non solo. E’ un film, questo, che mi ha lasciato un senso di rabbia e mi porta dentro l’ennesima tragedia italiana in cui la legge, che tutti vorremmo giusta, troppo spesso “NON” è uguale per tutti.

Perchè allora questo titolo e questo abbinamento tra due film così diversi. Gotti è affascinante. Tutti i capi veri lo sono, soprattutto quando sono “uomini d’onore” che, seppur mafiosi, tengono all’amicizia, all’amore verso la propria famiglia, a difendere il più debole e a vivere in un mondo fatto di un potere che possono amministrare perchè non hanno paura e sanno far paura. Una mafia, insomma, tutta italiana che ci riporta, per certi versi, al Don Corleone di Mario Puzo su cui Francis Ford Coppola fece un film che fu un capolavoro.
Probabilmente chiunque vorrebbe avere più un amico come Jhon Gotti che uno come Stefano Cucchi e la differenza tra un killer di Cosa Nostra e un insignificante spacciatorino della “Roma Sud” è ben messa in evidenza nelle due pellicole.

La riflessione qual’è?
Avrebbero mai abusato, così tanto, i tre carabinieri sul corpo di un eventuale Jhon Gotti?
Avrebbero trattato mai lo stesso Padrino come hanno trattato Cucchi?
Cosa spinge alcune, ed è bene marcare il termine “alcune”, persone che indossano gloriose divise a commettere azioni del genere?
Cosa crea così tanta rabbia verso un’inerme, seppur colpevole, ma non pericoloso ragazzo, da indurre agenti in divisa a commettere azioni così infami e vigliacche da uccidere lo stesso facendolo soffrire per giorni?

Jhon Gotti è rispettato; può permettersi di ridere in faccia ai giudici. E’ temuto ed è amato. Lo ama la famiglia, lo ama il suo quartiere, lo ama la città. Eppure è un assassino, un capo dei capi, ma crea riverenza e rispetto. Da uno come Cucchi si prendono le distanze. Chi è un ex, rimane tale. Ex drogato, ex carcerato, ex alcolizzato…ma anche ex fallito. Non si riesce spesso a comprendere, perdonare e soprattutto entrare nella vita di ognuno prima di giudicare. Di Gotti piace tutto: come si veste, l’anello enorme, il suo sorriso. Gotti aiuta chi ha bisogno. Ognuno di noi ha immaginato sin da piccolo di essere un Jhon Gotti; magari per farla pagare ai bulli che lo picchiavano; o da grandi per farsi pagare una fattura da un cliente insolvente per abitudine che ci prende in giro; oppure per riparlare con quel Direttore di banca che ci ha rifiutato il finanziamento o ritrattare un contratto con il nostro datore di lavoro. Cucchi è invece “l’inutile” è sudicio, sporco…eppure uno è figlio dell’altro.

In Gotti non si cercano le colpe, mentre Cucchi è di per se già una colpa. Qualcuno potrebbe allora dire: “ma perché scrivi questo, in fin dei conti non puoi sapere realmente ciò che pensa la gente di entrambi”. No. E’ vero, ma basta vedere il funerale di uno e quello dell’altro e capire il divario, le differenze che ho appena descritto. E così mentre uno ti fa immaginare di essere quello che non potrai, probabilmente per fortuna, mai diventare…l’altro ti lacia l’amaro dell’ennesima sconfitta sociale che non ti farà dormire e allora rimpiango un pò il cinema del Maestro Carlo Vanzina.

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