Regione Lazio, l’incredibile maggioranza del presidente Zingaretti

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Dopo una vittoria al fotofinish e l’elezione a governatore con una minoranza di governo finalmente il presidente Zingaretti è riuscito a mettere a terra una maggioranza.

L’occasione è sbocciata con l’elezione del vicepresidente del consiglio regionale e che è stato assegnato a Pino Cangemi del gruppo misto, fuoriuscito da Forza Italia,  posizione che di solito viene data all’opposizione e che in questo caso invece  è stata assegnata al gruppo misto che però è formato da due transfughi, Cangemi da FI e Cavallari dalla Lega.

Cavallari viene espulso dalla Lega dopo il fattaccio del mancato appoggio alla votazione per la nomina di Daniele Giannini ( Lega) alla posizione di Consigliere Segretario, la votazione finale vede Giannini con gli stessi 10 voti della consigliera Corrado (M5S) mentre Cavallari si accredita 6 voti decretando la sua espulsione, perché la Lega non fa sconti a nessuno.

Questa mossa sembrerebbe partorita da un accordo pregresso con il presidente Zingaretti  e permette al consigliere di aderire al Gruppo Misto e procedere con il suo appoggio aperto a governatore.

Con questi due voti la giunta di centro sinistra raggiunge i 26 seggi contro gli attuali 24 dell’opposizione, un accordo che viene fatto alle spalle degli elettori che soprattutto nel caso di Cavallari si sono espressi con un voto di opinione per la Lega permettendogli di approdare in consiglio Regionale per poi tradire l’elettorato di riferimento.

Daniele Giannini dal canto suo ha dichiarato che ““oggi finisce la legislatura politica di questa Presidenza, dietro la parola politicamente corretta del “patto d’aula” si nasconde un atto corrotto! Potrà anche continuare in senso amministrativo questa presidenza ma politicamente per noi finisce oggi.”

Alla fine di una legislatura politica adesso attendiamo il ritorno alle urne nel caso che il congresso del PD elegga Zingaretti segretario Generale del partito, carica incompatibile con la presidenza regionale e sarà quindi necessario tornare al voto.

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