Aprire e gestire un agriturismo: tra autenticità, innovazione e impresa.

Nel suo nuovo libro Aprire e gestire un agriturismo, Fabrizio Santori accompagna il lettore dentro una delle sfide più affascinanti del nostro tempo: trasformare la passione per la terra e l’ospitalità in un progetto sostenibile e redditizio. Non un semplice manuale tecnico, ma una guida operativa che unisce visione e metodo, valori e numeri, esperienza sul campo e strumenti digitali concreti – come il software SoleAgritur, sviluppato per rendere più efficiente la gestione economica delle strutture.

Dalla costruzione del business plan alla cura dell’autenticità, dalla digitalizzazione intelligente alla diversificazione dell’offerta, Santori propone un modello di agriturismo capace di coniugare tradizione e innovazione, qualità e competitività. Ne abbiamo parlato con l’autore per capire come nasce un agriturismo di successo oggi e quale ruolo possono avere i giovani, la sostenibilità e l’intelligenza artificiale nel futuro del turismo rurale italiano.

Nel suo libro lei parla dell’agriturismo come di una “scelta di vita” prima ancora che di un’attività economica. Quanto conta oggi l’autenticità nel successo di un agriturismo e in che modo si può mantenerla senza rinunciare all’innovazione?

Conta moltissimo. L’ospite sceglie l’agriturismo per vivere una verità: stagionalità, ingredienti propri, relazioni umane, lentezza. L’innovazione non deve “coprire” questa verità, ma renderla fruibile: prenotazioni smart, pricing dinamico, gestione dei dati per non sprecare tempo e risorse, energie rinnovabili per essere coerenti con i valori. La regola è semplice: tecnologia “dietro le quinte”, esperienza autentica “in scena”. Il mio libro mostra, passo dopo passo, come tenere insieme queste due anime con strumenti pratici, casi reali e il software SoleAgritur: è pensato sia per chi vuole aprire da zero, sia per chi ha già un agriturismo e desidera rilanciarlo mantenendo intatta l’identità e facendo tornare i conti.

 “Aprire e gestire un agriturismo” si distingue per l’approccio molto pratico, fino alla creazione del software SoleAgritur. Ci racconta com’è nata l’idea di affiancare al libro uno strumento digitale e in che modo l’intelligenza artificiale può supportare gli imprenditori agricoli?

SoleAgritur nasce perché troppi progetti restano idee senza numeri. Il libro dà metodo, il software lo trasforma in budget, break-even, scenari e indici; in più consente di esportare un dossier unico da sottoporre a un’IA anche gratuita, con prompt guidati. L’IA aiuta a confrontare i propri dati con benchmark aggiornati, a trovare anomalie, a generare ipotesi di ottimizzazione (occupazione camere, food cost, destagionalità). Così l’imprenditore decide più in fretta e con più fiducia.

Nel volume emerge un’attenzione particolare alla gestione economica e al controllo dei costi. È cambiato, secondo lei, il modo di fare impresa in campagna rispetto al passato? Cosa serve davvero oggi per essere competitivi nel turismo rurale?

È finita l’epoca del “basta il posto bello”. L’agriturismo non può più vivere di intuizioni, passaparola e alta stagione: oggi è una impresa ibrida (agricola + ricettiva + ristorativa) che compete su numeri, reputazione e alleanze. Il cambiamento è netto: dal “si è sempre fatto così” a una cultura del dato che guida scelte operative e investimenti.

Competitività significa anzitutto controllo di gestione: conoscere i costi veri (food cost, costo del lavoro, costi energetici), calcolare punto di pareggio, marginalità per servizio (camere, ristorazione, esperienze) e monitorare KPI come occupazione, ADR, RevPAR, scontrino medio e mix canali (direct vs OTA). Vuol dire modulare l’offerta per stagioni e target (famiglie, enoturisti, sportivi), applicare pricing dinamico, presidiare reputazione online (rating e risposte alle recensioni) e misurare il ritorno di ogni euro speso in marketing.

Accanto ai numeri servono partnership territoriali: strade del vino e dell’olio, cammini, ciclovie, maneggi, consorzi e DMO che destagionalizzano e allungano la permanenza media. La sostenibilità misurabile (energie rinnovabili, certificazioni, filiera corta) non è più un vezzo, ma un vantaggio competitivo percepito dal cliente e premiato dai mercati. Infine, strumenti digitali e—quando ha senso—IA “dietro le quinte” per previsioni di domanda, analisi dei costi e contenuti mirati. Chi governa cassa, marginalità e qualità del servizio vince, anche nelle aree interne.

Lei dedica ampio spazio alla diversificazione, dalle fattorie sociali al turismo esperienziale. Quali sono, a suo avviso, le tendenze più promettenti per il futuro dell’agriturismo italiano?

Le tendenze più promettenti le vedo muoversi lungo tre direttrici che spesso si intrecciano. La prima sono le esperienze ad alto valore: dalle vendemmie didattiche ai picnic in vigna, dal foraging al wellness rurale, attività che trasformano la visita in un ricordo memorabile (e a margine più alto). La seconda è l’enoturismo e l’oleoturismo “data-driven”: prenotazioni su agenda, tasting narrativi, shop diretto e formule di membership che fidelizzano e destagionalizzano. La terza è la sostenibilità misurabile: certificazioni, energia rinnovabile ed economia circolare dei sottoprodotti, perché il mercato oggi premia ciò che si dimostra, non solo ciò che si dichiara. A queste aggiungo due canali naturali di crescita e rete per gli agriturismi: ciclovie e turismo equestre, perfetti per allungare la stagione e legare l’ospitalità al territorio.

Chiudendo il libro, si ha la sensazione che il suo messaggio sia anche motivazionale. Che cosa direbbe a un giovane lettore di Bookreporter che sogna di lasciare la città per “coltivare un’idea” e aprire il proprio agriturismo?

Porta con te sogno e disciplina. L’agriturismo è una scelta di vita che profuma di terra e relazioni, ma resta un’impresa a tutti gli effetti: nasce dalle passioni, cresce coi numeri. Parti dall’idea, ma trasformala subito in ipotesi verificabili: definisci il perché (posizionamento), il per chi (clienti), il cosa (servizi) e il quanto (ricavi/costi). Stendi un business plan vero, con scenari prudenti e obiettivi misurabili; se puoi, testali in piccolo: poche camere, poche esperienze, tanta qualità. Impara l’ospitalità come mestiere (accoglienza, sicurezza, standard), l’amministrazione di base (cassa, margini, punto di pareggio), e il marketing contemporaneo (prenotazioni online, storytelling pulito, foto professionali, partnership locali).

Cura la rete: GAL, associazioni di categoria, scuole alberghiere e agrarie, produttori vicini, guide ambientali. Chiedi un mentore, ascolta chi c’è già passato, visita strutture che ammiri. Investi in sostenibilità che si misura (energia, acqua, rifiuti) e in tecnologie semplici che liberano tempo (gestionali, channel manager, strumenti di analisi, anche IA per confrontare i tuoi dati con i benchmark). Accetta la stagionalità e progettala: destagionalizza con esperienze, cammini, cicloturismo, enoturismo.

Parti piccolo, ma chiaro: poche cose fatte benissimo, coerenza nei dettagli, prezzi che riflettono valore. Se abbracci questa doppia natura — cuore contadino e testa manageriale — hai già messo il primo piede nel solco giusto. Il resto è costanza, cura quotidiana e la gioia di vedere gli ospiti tornare.

Perché un imprenditore agricolo dovrebbe scegliere questo libro, oggi, per avviare un agriturismo o rilanciare una struttura esistente?

Perché non è “un altro manuale”, ma un kit operativo completo. Ti guida dal posizionamento al conto economico, fino a un business plan bancabile costruito con il software SoleAgritur (budget, break-even, scenari, indici), riducendo errori costosi e tempi di prova-errore. Unisce casi reali, checklist e modelli pronti a un percorso di controllo di gestione pensato per le peculiarità agro-turistiche (stagionalità, multifunzionalità, canali di vendita). Include prompt IA per aggiornare l’analisi ai benchmark correnti e ottenere suggerimenti mirati anche con strumenti gratuiti. Se parti da zero, ti aiuta a capire se l’idea sta in piedi e come finanziarla; se gestisci già, ti offre una cassetta degli attrezzi per ottimizzare costi, margini, pricing e promozione senza snaturare l’identità. In sintesi: meno teoria, più decisioni giuste—subito applicabili sul campo.

Previous Story

Premio Città di Como 2025: annunciati i finalisti della XII edizione

Next Story

Tra storia e mistero: Carmine Mari racconta “Morte sulla Joannis”

Latest from LIBRI