A due secoli dalla morte di Lord Byron, Pisa rende omaggio al grande poeta romantico inglese con una mostra di straordinario valore culturale e letterario. Intitolata “L’incanto dei libri”, l’esposizione è ospitata nella suggestiva Torre della Fame, nota anche come Torre del Conte Ugolino, all’interno del Palazzo dell’Orologio in Piazza dei Cavalieri. Visitabile fino al 5 luglio, tutti i giorni dalle 10 alle 19, la mostra offre un’occasione rara per ammirare volumi e cimeli che raccontano il legame profondo tra Byron e la città toscana.
Promossa dal Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, in collaborazione con la Scuola Normale Superiore, la Biblioteca Universitaria e il Sistema Bibliotecario d’Ateneo, l’iniziativa segna anche il primo evento espositivo di libri e manoscritti allestito all’interno della Torre della Fame. La mostra si inserisce nel programma del 49° Convegno internazionale della International Association of Byron Societies, che dal 30 giugno al 5 luglio accoglierà in città oltre ottanta studiosi da tutto il mondo.
Il cuore dell’esposizione è rappresentato da due volumi rari del periodico “The Liberal. Verse and Prose from the South”, pubblicato a Londra tra il 1822 e il 1823, frutto della collaborazione tra Byron, Percy Bysshe Shelley e Leigh Hunt, e ideato proprio a Pisa. Il primo numero, esposto in edizione originale e unico esemplare noto in Italia, proviene dal fondo Delio Cantimori della Scuola Normale e contiene testi fondamentali del romanticismo inglese, tra cui The Vision of Judgement di Byron e la prima Letter from Abroad di Hunt, dedicata proprio a Pisa. Il secondo volume, recentemente acquisito, raccoglie scritti di William Hazlitt e la traduzione del Primo Canto del Morgante Maggiore di Luigi Pulci, realizzata da Byron stesso.
Accanto ai libri, la mostra presenta una toccante lettera autografa scritta da Byron a Mary Shelley da Genova nel 1823, e persino un ricciolo di capelli del poeta, cimelio che apre una finestra sulla sua dimensione più personale. A completare l’allestimento, una selezione di prime edizioni italiane delle opere di Byron, stampate a Pisa dall’editore Niccolò Capurro, documenta la precoce ricezione dell’autore nella cultura locale.
La scelta della Torre della Fame come sede espositiva assume un significato simbolico. Il luogo, intriso di evocazioni dantesche legate al dramma del Conte Ugolino, richiama l’ammirazione profonda che Byron nutriva per la Divina Commedia e per la sua forza tragica. In questo intreccio di luoghi, testi e memoria, la mostra sottolinea il ruolo di Pisa come snodo culturale cruciale nella diffusione del romanticismo europeo e come crocevia privilegiato per poeti e intellettuali del tempo.