Dietro la maschera del seduttore da commedia all’italiana, dietro il sorriso beffardo e l’immagine di latin lover sfrontato, c’era un uomo profondamente diviso tra il richiamo del palcoscenico e l’amore per la sua famiglia. È questo il ritratto intimo che Massimiliano Buzzanca offre nel suo libro “Ma che sei il figlio di Lando?” (Baldini + Castoldi), una toccante biografia in cui il figlio dell’attore svela il volto più autentico e vulnerabile di Lando Buzzanca, icona popolare del cinema italiano del secondo Novecento.
Il racconto prende avvio da una scena carica di simbolismo: una chiesa addobbata per un matrimonio, un uomo alto e magro che si nasconde dietro una colonna, in lacrime. È lo stesso Lando, giovane, pronto a giurare amore eterno a Lucia, la donna della sua vita. Ma quelle lacrime non sono di gioia o commozione: sono il segno di una tensione profonda, il timore di non essere abbastanza, di non poter garantire a sua moglie e al bambino che porta in grembo una vita stabile. E al tempo stesso, brucia in lui il desiderio incontenibile di andare a Roma, inseguire il sogno della recitazione, diventare un attore.
È un dualismo che segnerà tutta la sua esistenza: la dedizione assoluta al mestiere d’attore e, insieme, l’amore fedele per la moglie, unica e insostituibile. Una tensione mai risolta, che ha fatto di lui un uomo tormentato quanto affascinante. Lando è stato tutto e il contrario di tutto: severo e paterno nella vita domestica, irriverente e provocatorio sul set. Ha attraversato il cinema italiano lavorando con maestri come Germi, De Sica, Festa Campanile, interpretando il maschio italico con un’ironia capace di spingere ai limiti della caricatura.
Ma chi era davvero Gerlando – o “Gigi” – Buzzanca? Massimiliano lo racconta in una narrazione che è insieme ricostruzione biografica, confessione personale e viaggio nella memoria. Il libro è scandito da aneddoti familiari, ricordi privati e momenti di tenerezza che rivelano un uomo pieno di contraddizioni: celebre ma fragile, amato dal pubblico ma spesso incomprensibile nei gesti più semplici della quotidianità.
Lontano dalla cronaca e dalle polemiche degli ultimi anni, “Ma che sei il figlio di Lando?” restituisce dignità e profondità a una figura che è stata troppo spesso ridotta al cliché del seduttore incallito. È un libro che parla di un padre, prima ancora che di un attore; un racconto scritto con lo sguardo di chi ha vissuto all’ombra di un gigante e ne ha riconosciuto le fragilità, ma anche la forza di un amore mai raccontato abbastanza.
Con uno stile schietto e autentico, Massimiliano Buzzanca ci consegna un ritratto commovente e sincero, che va oltre il divismo, oltre il personaggio, per raccontare semplicemente un uomo. E forse, in questa storia così personale, molti lettori potranno ritrovare anche qualcosa di sé.