“Finché esisterà l’arte, come incanto, memoria, bellezza e richiamo all’infinito, il mondo non merita di finire.” Queste parole di Maria Vittoria Baravelli, giovane critica d’arte e curatrice, racchiudono l’essenza del suo nuovo libro, Il mondo non merita la fine del mondo. Storie, arte e altri incanti, pubblicato da Rizzoli Illustrati. Un’opera che si presenta come un atlante personale della bellezza e dell’arte, capace di intrecciare passato e presente, classico e contemporaneo, in un dialogo di immagini e significati che illuminano il potere salvifico dell’espressione artistica.
Un atlante di bellezza e suggestioni inaspettate
Il libro è un viaggio appassionante che attraversa secoli di storia dell’arte e cultura visiva, spaziando dal cinema alla fotografia, dalle installazioni alle opere pittoriche. Baravelli ci guida attraverso un percorso che intreccia accostamenti inediti, come quello tra la Venere di Milo e un’immagine di Eva Green nel film The Dreamers di Bernardo Bertolucci, o tra La lattaia di Vermeer e scatti iconici di Robert Doisneau. Questi parallelismi, sorprendenti e delicati, ci rivelano nuove chiavi di lettura per comprendere il linguaggio universale dell’arte.
Il cuore del volume sta nell’idea che l’arte sia un richiamo irresistibile e immutabile, una sirena che cattura la nostra attenzione e ci invita a scoprire mondi sconosciuti. Come scrive l’autrice, ogni opera è un incanto capace di restituirci un senso di infinito e di memoria, un antidoto potente contro la finitezza del tempo e delle cose.
L’arte dal vivo, un’esperienza insostituibile
Baravelli sottolinea con forza l’importanza di vivere l’arte in prima persona. Nonostante l’enorme potenziale delle nuove tecnologie, che hanno reso l’arte più accessibile e diffusa che mai, per l’autrice nulla può sostituire l’impatto di un incontro reale, viscerale, con un’opera d’arte in un museo o in una mostra. “L’arte incontrata di persona ci entra dentro e non ci abbandona più,” afferma, invitando i lettori a riscoprire il valore insostituibile della contemplazione diretta.
Questa visione trova spazio nel viaggio che l’autrice propone attraverso alcuni dei capolavori più amati e studiati della storia dell’arte, come la Monna Lisa di Leonardo da Vinci e La lattaia di Vermeer, ma anche opere moderne e contemporanee, capaci di parlare con uguale forza al pubblico di oggi.
Un’autrice giovane, ma già protagonista nel mondo dell’arte
Nata a Ravenna nel 1993, Maria Vittoria Baravelli è una figura emergente nel panorama artistico e culturale italiano. Membro del consiglio di amministrazione del MAR, Museo d’Arte della Città di Ravenna, ha già curato importanti mostre, tra cui Roma negli occhi. Fotografie di Gabriele Basilico a Palazzo Velabro, Mario De Biasi e Milano al Museo Diocesano di Milano e Vincent Peters Timeless Time a Palazzo Bonaparte a Roma.
Con Il mondo non merita la fine del mondo, Baravelli non solo condivide il suo sguardo esperto, ma costruisce un ponte tra generazioni, offrendo ai lettori una prospettiva nuova e coinvolgente sull’arte e sulla sua capacità di trasformare il nostro modo di vedere il mondo.
Un’opera da leggere e sfogliare
Pubblicato da Rizzoli Illustrati, il volume si presenta in un formato che unisce testi evocativi a immagini curate con attenzione, rendendolo un piacere sia per gli occhi che per la mente. Con 224 pagine ricche di contenuti, Il mondo non merita la fine del mondo si propone non solo come un libro da leggere, ma come un’esperienza da vivere, un invito a riflettere sulla bellezza che ci circonda e sul ruolo dell’arte come guida e rifugio in un mondo sempre più complesso.
Disponibile al prezzo di 22,90 euro, questo “personale atlante della bellezza” di Maria Vittoria Baravelli è una celebrazione della capacità dell’arte di darci speranza, stupore e, soprattutto, la consapevolezza che il mondo, con tutto il suo caos e le sue difficoltà, non merita davvero di finire.