Lunedì 9 settembre, alle ore 19.30, presso il suggestivo giardino del Palazzo Vacca de Dominicis a Eboli, Carmelo Curró Troiano presenterà il suo nuovo libro “Imprimatur per l’eco”. Troiano, noto scrittore di libri storici e laureato in Scienze Politiche, Diritto Internazionale e Lettere Moderne, è autore di numerosi saggi e tomi. Il suo ultimo lavoro raccoglie racconti tratti da storie vere o frammenti di esse, restituendo vita a memorie e impressioni prima che vengano dimenticate. La presentazione si terrà in un luogo ricco di storia, che fa da sfondo a uno dei racconti del libro. Un evento imperdibile per gli appassionati di storia e letteratura. Abbiamo approfondito con l’autore alcuni passi del suo lavoro
Cosa l’ha ispirata a scrivere “Imprimatur per l’eco” e quali sono i temi principali che affronta nel libro?
Io provengo da un’esperienza di storico. Ma credo che proprio la ricerca di fatti, eventi, spiegazioni, cause, possa ispirare chi ricerca nel passato e scendere a fondo nella vita di alcuni personaggi apparentemente minori. Milioni di persone nel nostro passato (nazionale, locale, familiare) non hanno lasciato tracce. Di alcuni conosciamo i nomi; di altri neppure quelli, e tutti accomuniamo nel novero del numero e delle statistiche.
Può raccontarci di più sui racconti ambientati nel Palazzo Vacca de Dominicis e su come questo luogo ha influenzato la narrazione?
Quando ho avuto la fortuna di ascoltare alcune storie (a casa, nei paesi da me visitati; o discutendo con amici; o ancora ritrovando qualche indicazione nei documenti), la mia attenzione si è soffermata spesso sui protagonisti, intesi come persone, come individui. Tutti animati nel corso della loro esperienza umana di sentimenti profondi come ognuno di noi. E’ per questo che, di fronte al rischio di constatare il pericolo di una definitiva dispersione della traccia estrema della loro vita (come nel caso delle storie orali), ho cercato di fissare sulla carta l’eco della loro vita.
Lei ha una vasta esperienza nella scrittura di libri storici e saggi. In che modo “Imprimatur per l’eco” si differenzia dalle sue opere precedenti?
L’eco si disperde, presto o tardi, in maniera suggestiva ma definitiva. La mia volontà di bloccare e recuperare alcune esperienze umane poteva avvenire solo stampando questi ricordi o frammenti di ricordi, e quindi rilanciarli a tutti, con un gesto che un tempo aveva necessità di un consenso dell’alto: l’imprimatur per la stampa, che in questa occasione io stesso richiedo alla mia volontà, e affido ai lettori.
Il suo libro raccoglie storie vere o frammenti di storie. Come ha selezionato queste storie e qual è stato il processo di ricerca e scrittura?
Alcuni racconti, come quello sulla madre di Gian Pietro Troiano, su Andrea Currò o Margherita di Luccia, riguardano miei antenati. La prima parte del racconto su Gian Pietro è ambientata proprio nel Palazzo Vacca de Dominicis (già Mirto), casa natale della protagonista. Il palazzo è ancora evocato nel racconto Visioni di Regine, in cui il Nunzio Apostolico in Francia ricorda i suoi parenti che vivono ad Eboli. Dunque, mentre nei miei libri e saggi storici io ho guardato le storie delle comunità per inquadrarle nei più vasti campi della climatologia o dell’epidemiologia (miei settori prediletti di indagine storica), questa volta ho voluto guardare in volto i protagonisti, cercandone anche le anime e le storie personali.