Premi: Raimo e Starnone candidati all’international Booker Prize di Londra

I sei finalisti saranno resi noti il 9 aprile, il vincitore il 21 maggio.

“Via Gemito” di Domenico Starnone e “Niente di vero” di Veronica Raimo, entrambi pubblicati in Italia da Einaudi, sono i due libri italiani candidati all’International Booker Prize 2024, che ogni anno premia i romanzi tradotti in inglese e pubblicati in Gran Bretagna e Irlanda.

Le opere di Starnone e Raimo sono state inserite nella rosa di 13 libri, dopo che la giuria ha dovuto scegliere tra una lista di 149 libri pubblicati dal 1° maggio 2023. La giuria – presieduta da Eleanor Wachtel e composta da da Natalie Diaz, William Kentridge, Romesh Gunesekera e Aaron Robertson – annuncerà i sei libri finalisti il 9 aprile, mentre il vincitore sarà proclamato nel corso di una cerimonia il 2 maggio. Il vincitore riceverà 50.000 euro, da dividere tra l’autore e il traduttore.

La prima selezione per l’International Booker Prize 2024 comprende:

“The Silver Bone” di Andrey Kurkov e tradotto da Boris Dralyuk (MacLehose Press);

 “Simpatía” di Rodrigo Blanco Calderón e tradotto da Noël Hernßndez Gonzßlez e Daniel Hahn (Seven Stories Press);

“Not a River” di Selva Almada e tradotto da Annie McDermott (Charco Press);

“Undiscovered” di Gabriela Wiener e tradotto da Julia Sanches (Pushkin Press);

“White Nights” di Urszula Honek e tradotto da Kate Webster (Mto Press);

 “Mater 2-10” di Hwang Sok-yong e tradotto da Sora Kim-Russell et Youngjae Josephine Bae (Scribe); “What I’d Rather Not Think About” di Jente Posthuma e tradotto da Sarah Timmer Harvey (Scribe); “Crooked Plow” di Itamar Vieira Junior e tradotto da Johnny Lorenz (Verso Fiction);

 “The House on Via Gemito” di Domenico Starnone e tradotto da Oonagh Stransky (Europa Editions); “Lost on Me” di Veronica Raimo e tradotto da Leah Janeczko (Virago);

“A Dictator Calls” di Ismail Kadare e tradotto da John Hodgson (Harvill Secker);

“Kairos” di Jenny Erpenbeck e tradotto da Michael Hofmann (Granta Books);

 “The Details” di Ia Genberg e tradotto da Kira Josefsson (Wildfire Books).

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