Pirateria: In Italia perdite per 705 mln l’anno

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La pirateria nel mondo del libro rappresenta una sfida significativa per l’industria editoriale. Secondo la terza analisi condotta dall’istituto di ricerca Ipsos per l’Associazione Italiana Editori (AIE), la pirateria sottrae ogni anno 705 milioni di euro al settore librario, corrispondenti al 28% del mercato totale (escludendo il settore scolastico e l’export).

Ecco alcuni punti chiave emersi dall’indagine:

Perdite economiche: La pirateria non solo danneggia gli editori, ma ha un impatto sul sistema Paese. Considerando anche le attività dell’indotto, come la logistica e i servizi correlati, la perdita totale ammonta a 1,75 miliardi di euro all’anno. Inoltre, il fisco perde 298 milioni di euro a causa della pirateria.

Occupazione: La mancata occupazione nel settore del libro è significativa. Circa 4.900 posti di lavoro sono persi direttamente nel mondo editoriale, e se consideriamo anche l’indotto, il numero sale a 12.000 posti.

Consapevolezza pubblica: Nonostante gli sforzi per sensibilizzare l’opinione pubblica, la consapevolezza riguardo all’illegalità della pirateria è ancora insufficiente. Nel 2023, solo il 79% delle persone intervistate riconosceva la pirateria come un atto illecito, rispetto all’84% del 2019. Inoltre, il 70% del campione ritiene improbabile essere scoperto e punito, segnando un aumento rispetto al 2019.

Diffusione della pirateria: La pirateria coinvolge diverse fasce della popolazione. Il 31% della popolazione sopra i 15 anni, il 78% degli studenti universitari e il 49% dei professionisti (come commercialisti, medici, avvocati, notai, architetti, geometri, ingegneri e consulenti del lavoro) sono coinvolti nella pirateria di libri stampati, digitali e banche dati. In sintesi, la pirateria nel mondo del libro rappresenta una sfida complessa che richiede una maggiore consapevolezza e azioni concrete per proteggere l’industria editoriale e preservare l’occupazione nel settore.

  “L’indagine calcola in ben 12.000 i posti di lavoro che vanno in fumo a causa della pirateria libraria. 12.000 posti di lavoro spesso altamente qualificato, con prevalenza femminile. Possiamo dire un furto del futuro di tanti giovani ragazze e ragazzi del nostro paese”, ha affermato Innocenzo Cipolletta, presidente Aie, aggiungendo che “libri e giornali rappresentano un lavoro intellettuale, manifatturiero e commerciale e dall’indagine Ipsos emerge che un quarto del fatturato del mercato dei libri viene piratato. Si tratta di una cifra colossale e impattante. Bisogna arginare tale fenomeno e ridurlo anche perché tale quota sul fatturato finisce per diventare meno lavoro, meno remunerazione e anche un disincentivo al lavoro culturale dei libri e quello informativo dei giornali. L’avvento della tecnologia ha rivoluzionato il mondo dell’editoria e, da ultimo, l’avvento dell’Intelligenza artificiale sta cambiando le modalità di produzione introducendo grandi possibilità ma anche dei rischi che vanno valutati bene”, ha proseguito Cipolletta.

  “La pirateria delle opere dell’ingegno e’ un tema centrale per tutta l’industria dei contenuti  editoriali sia per i libri sia per i giornali. Negli ultimi anni sono stati fatti passi nella giusta direzione. Sono state emanate nuove leggi per contrastare i fenomeni di pirateria online; c’è stato il rafforzamento degli strumenti e l’ampliamento dei poteri di intervento dell’Agcom e, infine, il consolidamento dei modelli di offerta legale da parte dei titolari dei diritti”, ha detto il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, aggiungendo che “i giornali sono colpiti da diversi fenomeni di pirateria digitale come la diffusione illecita attraverso siti web illegali, canali social e rassegne stampa realizzate e diffuse senza l’autorizzazione dei titolari dei diritti. Anche l’utilizzo dei giornali nei programmi radiofonici e televisivi dovrebbe essere oggetto di attenzione. Infatti, fermo restando il primato della liberta’ di informazione e di cronaca, le attuali norme escludono l’utilizzo libero e indiscriminato degli articoli e di quant’altro edito su giornali e riviste. In assenza di espressa autorizzazione degli editori, l’utilizzo degli articoli deve avvenire a condizioni ed entro limiti predeterminati condivisi”, ha evidenziato ancora il presidente di Fieg, sottolineando che, se non contrastata, “la pirateria rischia di compromettere le capacità di finanziamento della produzione di contenuti informativi di alta qualità; ridurre le possibilità di esercizio di diritti e libertà fondamentali e, infine, agevolare la proliferazione di fenomeni quali le false notizie e la disinformazione in Rete”.

  “Il ministero della Cultura, insieme alle altre istituzioni competenti in primis il Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio, non farà mancare il proprio sostegno per ridurre il peso ancora consistente che ha la pirateria sul mercato editoriale”, ha detto la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, aggiungendo che “le cifre riguardo ai danni economici, sociali ed occupazionali che la pirateria fisica e digitale provoca su un settore come quello librario così strategico (visto il suo valore di mercato di quasi 3,4 miliardi di euro) e variegato nelle sue differenti componenti, sono allarmanti (anche se in leggero miglioramento rispetto al 2021)”.