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La Banca Centrale Europea aumenta il piano di acquisti anti Covid-19

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Il 4 giugno, la Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato che aggiungerà altri 600 miliardi di euro al suo piano straordinario anti-pandemia dal valore di 750 miliardi, raddoppiando la sua dimensione. Tra circa un anno, alla sua conclusione, il PEPP- Pandemic emergency purchase programme- avrà dunque un valore complessivo di circa 1350 miliardi di euro. I tassi di interesse rimarranno, invece, invariati. L’annuncio era atteso ed è stato accolto molto bene da osservatori ed investitori: lo spread tra titoli di stato italiani e tedeschi è sceso in pochi minuti di 15 punti ed è ora a poca distanza dal valore che aveva prima dell’inizio della pandemia. L’Italia sarà uno dei paesi che probabilmente beneficeranno maggiormente del piano di acquisti della BCE.

L’annuncio della BCE

Prima dell’annuncio del 4 giugno circa l’impiego di nuove risorse, il PEPP prevedeva acquisti di obbligazioni europee, pubbliche e private, dal valore di 750 miliardi e avrebbe dovuto concludersi alla fine del 2020. Con l’aggiunta di 600 miliardi di euro al piano, quest’ultimo è stato raddoppiato nella sua dimensione. Il tasso di interesse sarà, invece, invariato: il tasso principale rimane fermo a zero, il tasso sui depositi resta a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%. La BCE ha altresì annunciato che gli acquisti proseguiranno fino al 2021 o fino a che vi sarà la necessità: tutti i titoli acquistati che dovessero giungere a scadenza saranno rinnovati almeno fino alla fine del 2022 ed in ogni caso il PEPP continuerà finché la BCE “non giudicherà che la crisi del coronavirus è finita”. Quest’ultima, sembra essere la più controversa tra le decisioni annunciate: su questo punto, il Consiglio direttivo della BCE non avrebbe raggiunto l’unanimità, probabilmente a causa del particolare vantaggio dei Paesi dell’Eurozona molto indebitati, come l’Italia. Leggi Tutto

Il piano francese per un’industria automobilistica più ecologica e più competitiva

EUROPA di

La crisi causata dalla diffusione del Covid-19 ha inferto un duro colpo al settore automobilistico francese. Per salvare questo importante settore economico e le centinaia di migliaia di posti di lavoro che rappresenta, il 26 maggio, il Governo di Emmanuel Macron ha presentato un vasto piano di supporto per rendere il settore automobilistico francese più ecologico e competitivo. Lo Stato stanzierà nel settore oltre 8 miliardi di euro di aiuti ed in cambio, le case automobilistiche francesi si impegnano a ricollocare la produzione del valore aggiunto in Francia nonché a consolidare e mantenere tutta la produzione industriale sui siti francesi.

Un piano di sovranità industriale automobilistica

Riavviare la domanda, ricollocare la produzione in Francia e ripristinare la competitività attraverso gli investimenti: queste le priorità rilanciate dal Presidente della repubblica francese Macron, annunciando un piano dal valore di 8 miliardi di euro di aiuti per sostenere la ripresa del settore automobilistico, rendendolo più verde e competitivo. Il piano è stato simbolicamente presentato a Etaples (Pas-de-Calais), nella grande fabbrica europea Valeo di macchine elettriche a 48 volt, in prima linea nella lotta alle emissioni di CO2.

I finanziamenti non saranno privi di condizioni: le case automobilistiche francesi sono chiamate ad impegnarsi nel ricollocare la produzione del valore aggiunto in Francia nonché nel consolidare e mantenere tutta la produzione industriale sui siti francesi.

“Questo è un piano di difesa per il nostro settore che dovrà affrontare una delle crisi più gravi della sua storia. Si tratta di un piano di sovranità industriale automobilistica che mira a ricollocare il valore aggiunto, lottare per quest’ultimo e per far sì che i settori del futuro si verifichino” queste le parole del Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron “è quindi un piano dell’automobile del 21 ° secolo”.

I nuovi aiuti sono entrati in vigore il primo giugno, ai sensi di un decreto pubblicato il 31 maggio nella Gazzetta ufficiale francese. Tra questi premi e bonus, alcuni sono temporanei e cesseranno il 31 dicembre 2020.

I tre obiettivi

Il piano di 8 miliardi coprirà tre obiettivi ambiziosi per conquistare la sovranità industriale automobilistica. Il primo è aumentare la domanda e rinnovare il settore affinché diventi più ecologica. Ad ogni cambio di un vecchio veicolo dovrà seguire l’acquisto di un veicolo alimentato dal nuovo diesel o benzina, a motore ibrido o ancora meglio elettrico. L’imperativo è ridurre le emissioni di CO2. L’acquisto di un nuovo veicolo ha un costo significativo ma subentrerà l’aiuto dello Stato francese. Per consentire a più persone di guidare in modo più pulito ed economico il bonus ecologico per un veicolo elettrico al 100% aumenterà da 6.000 a 7.000 euro dal primo giugno ed è in fase di creazione un bonus ecologico pari a 2.000 euro per l’acquisto di veicoli ibridi plug-in con oltre 50 chilometri di autonomia, in modalità completamente elettrica e che costino meno di 50.000 euro. Inoltre, il premio di conversione per le aziende è stato aumentato da 3.000 a 5.000 euro. Il massimale delle entrate fiscali che consente di beneficiare di premi più elevati è stato, invece, aumentato a 18.000 euro mentre il premio di demolizione assegnato per la sostituzione di un veicolo con un altro meno inquinante viene esteso ai veicoli classificati Crit’Air 3, ovvero veicoli a benzina immatricolati prima del 2006 ma anche diesel prima del 2011.

Al contempo, è stato accelerato il dispiegamento di terminali elettrici in tutto il paese, con l’obiettivo di raggiungere 100.000 terminali entro il 2021. La Francia mira, così, a diventare il primo paese europeo ad avere un sistema di supporto così ambizioso per i veicoli elettrici e ibridi.

Un altro pacchetto di misure è entrato in vigore il 1 ° giugno: il raddoppio da parte dello Stato del miglioramento del premio di conversione per le persone che vivono o lavorano in aree a basse emissioni, entro il limite di 1000 euro, nonché il pagamento da parte dello Stato degli stessi aiuti concessi per l’acquisto di una bicicletta assistita elettricamente, fino a 200 euro.

Il secondo obiettivo del piano francese per sostenere il settore automobilistico è quello di ricollocare la produzione in Francia. “Ora dobbiamo pensare a costruire il domani” ha dichiarato il Presidente Macron “La nostra industria automobilistica deve essere al centro della sfida della modernizzazione, dell’elettricità e dell’autonomia. In questa prospettiva, il nostro obiettivo è chiaro: rendere la Francia la prima nazione a produrre veicoli puliti in Europa portando a oltre 1 milione entro 5 anni la produzione annua di veicoli elettrici, ibridi plug-in o ibridi”.

Il terzo obiettivo che si pone la Francia è investire nella modernizzazione delle società francesi incrementando la competitività. A tal fine è in fase di creazione un fondo per il futuro dell’automobile dotato di: 200 milioni di euro in sovvenzioni destinate ad aiutare la digitalizzazione, la robotizzazione e l’industria, compresa la trasformazione ecologica di piccoli attori del settore che non possono permettersi questi cambiamenti; 150 milioni di euro a supporto dello sforzo di ricerca delle aziende del settore; 600 milioni di euro per sostenere la crisi che ha investito i produttori.

 

Vertice tra UE e Giappone per una risposta congiunta al Covid-19

EUROPA di

Il 26 maggio, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, hanno tenuto una videoconferenza con il Primo ministro giapponese Shinzō Abe. I leader hanno affrontato la questione della risposta alla pandemia da Covid-19 evidenziando l’importanza della solidarietà globale, della cooperazione e del multilateralismo e hanno convenuto sulla necessità di trarre insegnamenti dall’attuale situazione globale al fine di prevenire future pandemie nonché i loro effetti. “Il nostro incontro invia due messaggi importanti: in primo luogo il partenariato UE-Giappone è molto forte e vivace. E in secondo luogo, stiamo lavorando molto duramente insieme per affrontare questa crisi COVID-19” queste le parole del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

L’impegno congiunto

Il Giappone è uno dei partner più affini dell’Unione europea. Il partenariato strategico UE-Giappone si basa su una cooperazione di lunga durata, valori e principi condivisi come la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani, il buon governo, il multilateralismo e le economie di mercato aperte. Ai sensi dell’accordo di partenariato strategico, l’UE e il Giappone stanno rafforzando le loro relazioni in una vasta gamma di settori, dalla cooperazione politica rafforzata al commercio e agli investimenti, dallo sviluppo alla trasformazione digitale, dall’azione per il clima alla ricerca e innovazione, e dalla cooperazione in materia di sicurezza alla crescita sostenibile.

Il 26 maggio, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel ed il Primo Ministro giapponese Shinzō Abe, in videoconferenza, facendo leva sull’iniziativa dell’Unione europea che recentemente ha riscosso molto successo, quella della “Risposta globale al coronavirus” avviata il 4 maggio, hanno ribadito il loro impegno per la collaborazione globale nell’ambito dell’emergenza attuale, sostenendo finanziamenti per lo sviluppo e l’implementazione di efficaci medicinali antivirali, strumenti per la diagnostica, trattamenti e vaccini, al fine di renderli disponibili a tutti ad un prezzo accessibile. I leader hanno confermato che sia il Giappone che l’UE sono impegnati per frenare la diffusione della pandemia da Covid-19, proteggere le vite e mitigare le conseguenze sociali ed economiche, in linea con i loro principi e valori democratici, i diritti umani, lo stato di diritto e il principio di non discriminazione. Al fine di prevenire future pandemie, i leader hanno sottolineato l’importanza di rafforzare le capacità di preparazione e risposta, di condividere le informazioni in modo libero, trasparente e rapido e di migliorare la risposta internazionale anche attraverso organizzazioni internazionali pertinenti, come l’OMS, attingendo insegnamenti tratti dalle attuali risposte globali. Durante la videoconferenza è stato ribadito il ruolo dell’OMS nel coordinare la lotta contro la pandemia di Covid-19 ed è stato accolta con favore la risoluzione recentemente adottata in occasione della 73a Assemblea mondiale dell’Organizzazione che ha richiesto al Direttore generale di avviare, al più presto, un processo graduale di valutazione imparziale, indipendente e completa per rivedere l’esperienza acquisita e le lezioni apprese nell’ambito della risposta sanitaria coordinata ed internazionale al COVID-19.

Cooperazione e multilateralismo

Illustrando l’impegno congiunto dell’UE e del Giappone per accelerare la cooperazione in materia di ricerca, il Commissario europeo per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, Mariya Gabriel e il Ministro dello giapponese per la politica scientifica e tecnologica, Naokazu Takemoto, hanno firmato a margine della videoconferenza, una lettera di intenti sul rafforzamento della cooperazione scientifica, tecnologica e innovativa. L’intesa include la collaborazione tra il programma giapponese di ricerca e sviluppo “Moonshot” e il programma “Horizon Europe” dell’UE. Giappone e Unione europea stanno promuovendo il coordinamento globale in vari consessi internazionali come il G7, il G20 e il sistema delle Nazioni Unite e sono impegnati ad assistere i paesi vulnerabili e le comunità bisognose.

I Presidenti von der Leyen e Michel e il Primo Ministro giapponese Abe hanno sottolineato altresì la loro determinazione a garantire una solida ripresa economica ed a ricostruire economie più sostenibili, inclusive e resilienti, in linea con l’Agenda 2030, gli obiettivi di sviluppo sostenibile e l’accordo di Parigi. I leader hanno poi sottolineato la necessità di assistere i paesi in via di sviluppo nella loro risposta al coronavirus, ad esempio attraverso il pacchetto di sostegno “Team Europe” di oltre 20 miliardi di euro. Al centro delle discussioni vi sono state anche le conseguenze geopolitiche della pandemia da coronavirus ed è stato ribadito l’impegno a sostenere l’ordine internazionale basato sul diritto e a rafforzare la cooperazione in settori quali la sicurezza informatica, la lotta alle minacce ibride e l’antiterrorismo. I leader hanno poi condiviso la preoccupazione che la diffusione del virus possa intensificare alcuni conflitti regionali e rendere più difficile la protezione della popolazione civile. Pertanto, hanno sostenuto la richiesta del Segretario Generale delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco globale nell’ambito della pandemia di COVID-19 e hanno insistito sul rispetto dei principi umanitari. Leggi Tutto

Francia, battuta d’arresto per l’ idrossiclorochina contro il Covid-19

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Dopo uno studio pubblicato sulla rivista “The Lancet” che evidenzia l’inefficacia e i rischi dell’uso di idrossiclorochina per curare il Covid-19, il 26 maggio, in Francia, l’Alto Consiglio per la sanità pubblica (HCSP) e l’Agenzia dei medicinali (ANSM) hanno dichiarato di essere contrari al suo uso come trattamento o in studi clinici. In Europa, il clamore nei confronti dell’uso di idrossiclorochina è nato proprio in Francia, soprattutto grazie ad uno studio condotto dall’infettivologo Didier Raoult. Qualche ora dopo l’annuncio francese, anche l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha sospeso l’autorizzazione all’utilizzo di idrossiclorochina per il trattamento del Covid-19. Ciò fa eco all’annuncio dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) risalente al 25 maggio circa la sospensione temporanea dell’uso del medicinale nell’ambito del processo di solidarietà globale per la lotta al coronavirus.

Il “guru dell’idrossiclorochina”

Derivato dalla clorochina-un medicinale contro la malaria-l’idrossiclorochina è prescritta per combattere le malattie autoimmuni, il lupus o l’artrite reumatoide. Si tratta di uno dei tanti trattamenti testati dall’inizio dell’epidemia da coronavirus, ma il suo utilizzo è oggetto di molte controversie.

A marzo gli Stati Uniti hanno concesso l’autorizzazione di emergenza per l’uso del farmaco nella lotta al Covid-19 e Donald Trump ha dichiarato che lui stesso lo sta assumendo per scongiurare un contagio. In Europa il clamore nei confronti dell’uso di idrossiclorochina è nato in Francia, dove un piccolo studio svolto nella clinica di Marsiglia e condotto dall’infettivologo Didier Raoult ha rivelato di avere risultati promettenti. Sin dall’inizio dell’epidemia in Francia, si è creato uno scontro tra sostenitori e avversari dell’infettivologo Didier Raoult, rivelatosi il più noto portavoce dei presunti benefici dell’idrossiclorochina, attraverso studi realizzati sui suoi pazienti ricoverati nell’istituto Méditerranée Infection di Marsiglia. In particolare, Raoult utilizza l’ idrossiclorochina in pazienti con forme minori di coronavirus ed in combinazione con un antibiotico della famiglia dei macrolidi, l’azitromicina. Raoult, 68 anni, è diventato una star del web, parlando quasi esclusivamente attraverso video postati su YouTube. Sostenuto da alcuni politici locali della destra francese, come il sindaco di Nizza Christian Estrosi, Raoult è altresì diventato collaboratore della nuova rivista sovranista di Michel Onfray. Leggi Tutto

Francia, un “Piano Marshall” per la ripresa del turismo

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“I francesi potranno andare in vacanza in Francia”: il 14 maggio il Primo ministro Edouard Philippe ha presentato un “massiccio” piano di incentivazione turistica, che rappresenta per le finanze pubbliche un impegno di 18 miliardi di euro. Il deconfinamento continua così in Francia con l’annuncio da parte del governo di un “Piano Marshall” per il turismo: un piano senza precedenti che mira alla ripresa ed al rilancio di un settore duramente colpito dalla crisi dovuta alla diffusione del Covid-19. La Francia è la destinazione turistica numero uno al mondo e per sviluppare questo settore strategico, il Governo ha fatto del turismo una priorità della sua azione.

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Francia, al via il déconfinement

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Al via il deconfinamento in Francia, mentre il bilancio delle vittime è di nuovo in aumento: apparente cautela da parte dei cittadini francesi e qualche caso di indisciplina. In particolare, dopo i raduni di decine di persone sulle rive della Senna e del Canal Saint-Martin a Parigi, il consumo di alcolici in questi luoghi è stato bandito. Nel frattempo, il Consiglio costituzionale ha approvato la legge che estende lo stato di emergenza sanitaria fino al 10 luglio ed organizza il deconfinamento, ma ne ha censurato alcuni elementi legati alla quarantena obbligatoria e al rintracciamento dei contatti.

L’avvio della nuova fase

L’11 maggio, grazie ad un decreto temporaneo pubblicato nella Gazzetta ufficiale per un’applicazione con effetto immediato, sono entrate in vigore le nuove misure di deconfinamento in Francia. Tra le nuove disposizioni la fine delle restrizioni sull’uscita alla propria abitazione, l’obbligo di indossare una mascherina nel trasporto pubblico, la possibilità di riapertura dei negozi- a condizione che vengano rispettate le precauzioni ed il distanziamento sociale- nonché la limitazione a 10 persone per gli assembramenti in luoghi pubblici.

Dal parrucchiere e nei negozi, una parte dei francesi- per lo più con la mascherina- si è offerta piccoli piaceri lunedì 11 maggio, il primo giorno di deconfinamento, avanzando apparentemente con cautela e disciplina dopo cinquantacinque giorni di reclusione forzata e nel timore di un nuovo focolaio di contagi da coronavirus. Nel suo rapporto, Jean Castex, incaricato dal Primo Ministro di coordinare la strategia di deconfinamento, chiede alla popolazione di essere pronta ad un possibile effetto boomerang: “Bisogna anticipare una reconfinement di emergenza” ha avvertito. La prova che “l’epidemia è ancora attiva e in evoluzione”, ha insistito Castex lunedì sera alla direzione generale della salute, è data dai 263 nuovi decessi che sono stati registrati in ventiquattro ore, dopo i dati incoraggianti registrati domenica-70 morti- il miglior bilancio dal 17 marzo, dall’inizio delle restrizioni. La comparsa di tre nuovi focolai in Nouvelle-Aquitaine e Vendée, aree classificate in verde-vale a dire con meno contagi- richiede più che mai cautela.”In queste cosiddette aree verdi, si deve considerare che il virus è in agguato” ha avvisato domenica la professoressa Anne-Claude Crémieux, infettivista dell’ospedale Saint-Louis di Parigi.

Trasporti pubblici e consumo di alcolici

Dopo alcuni momenti di tensione all’inizio della giornata di lunedì nella metropolitana di Parigi, la ripresa è avvenuta senza incidenti rilevanti nei trasporti pubblici di Ile-de-France, gestiti da RATP e SNCF: i viaggiatori, generalmente muniti di mascherina, erano pochi, il che ha permesso di rispettare le regole del distanziamento. “I cittadini dell’Ile-de-France hanno dimostrato di avere una mentalità civile e un’autodisciplina in questo primo giorno” ha dichiarato Valérie Pécresse, presidente dell’Ile-de-France Mobilités, segnalando “solo alcuni episodi specifici e limitati” di indisciplina. Anche il Segretario di Stato ai trasporti, Jean-Baptiste Djebbari, è stato lieto di notare che quasi il 100% delle persone indossa la mascherina nei trasporti pubblici. Per quanto riguarda il traffico stradale e ferroviario principale, questo è stato ridotto, come era previsto.

In virtù dell’obbligo di indossare la mascherina sui trasporti pubblici lo Stato francese sta mettendo a disposizione 10 milioni di mascherine per gli operatori dei trasporti destinate agli utenti, di cui 4,4 milioni per la regione dell’Ile-de-France. A Parigi, il municipio ha altresì aperto le iscrizioni online per ottenere gratuitamente una mascherina di tessuto riutilizzabile da parte di farmacie volontarie, senza tuttavia fornire molti dettagli sulle modalità pratiche.

 

Dopo i raduni di decine di persone sulle rive della Senna e del Canal Saint-Martin a Parigi, lunedì sera, dinanzi alla mancanza di rispetto del distanziamento sociale, la polizia è intervenuta per evacuare i siti parigini ed il consumo di alcolici sarà vietato. “Il successo del deconfinamento dipende dalla prudenza e dalla civiltà di tutti. Di fronte all’irresponsabilità di alcuni comportamenti, ho chiesto al prefetto di polizia di vietare il consumo di alcolici lungo il canale di Saint-Martin e sulle rive della Senna” ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Christophe Castaner, in un tweet, anticipando una decisione poi avallata dal prefetto di polizia Didier Lallement. “Il garante della sicurezza dei parigini, si rammarica di dover prendere, sin dal primo giorno di deconfinamento, misure regolamentari apparentemente essenziali, purché il rispetto delle norme sanitarie non sia considerato da tutti, non come un obbligo, ma come un dovere” ha affermato la prefettura di polizia in una dichiarazione.

La pronuncia del Conseil Constitutionnel

Il Consiglio costituzionale ha approvato la legge che estende lo stato di emergenza sanitaria, tuttavia, ha censurato alcuni elementi legati alla quarantena obbligatoria e al rintracciamento dei contatti.

Quanto all’isolamento obbligatorio delle persone che entrano sul territorio nazionale, il Consiglio ha affermato che la disposizione in questione costituisce delle “misure di privazione della libertà”, ricordando che “la libertà individuale può essere considerata salvaguardata solo se il giudice interviene il più presto possibile”.

È senza dubbio l’articolo 6 della legge, che crea un sistema informativo per combattere l’epidemia da coronavirus, il più controverso: il sistema delineato pone, infatti, problemi etici in termini di riservatezza medica e rispetto della privacy.

Sono stati confermati, invece, la limitazione di viaggio a 100 km e il certificato obbligatorio nel trasporto pubblico, due disposizioni di punta la cui entrata in vigore è stata ritardata dal fatto che questa legge sottoposta all’approvazione del Consiglio costituzionale non è stata promulgata in tempo per l’inizio del deconfinamento. La mancata presentazione del certificato del datore di lavoro per utilizzare il trasporto pubblico dell’Ile-de-France tra le 6.30 e le 9.30 e tra le 16.00 e le 19.00 può, pertanto, essere sanzionata solo a partire da mercoledì 13 maggio. Il governo francese ha pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno il nuovo certificato, disponibile in formato cartaceo o digitale, richiesto quando il movimento comporta l’uscita da un perimetro definito da un cerchio con un raggio di 100 km attorno al luogo di residenza (la distanza di 100 km è quindi calcolata “in linea d’aria”) o dal dipartimento di appartenenza.

 

La commissione europea lancia la Riposta globale al coronavirus: 7,4 miliardi di euro raccolti

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Il 4 maggio la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha lanciato la “Riposta globale al coronavirus” una campagna di fundraising per garantire lo sviluppo collaborativo e la disponibilità universale di vaccini e di strumenti diagnostici e terapeutici nella lotta al Covid-19. La Commissione ha registrato impegni di finanziamento da tutto il mondo per un valore di 7,4 miliardi di € (8 miliardi di $). Il risultato sfiora l’obiettivo iniziale di 7,5 miliardi di € e costituisce un ottimo punto di partenza per la maratona mondiale di raccolta fondi che proseguirà fino a giugno. Un tentativo di leadership globale da parte dell’Unione europea nonché un tentativo di rilanciare la cooperazione e il multilateralismo nel contesto di una crisi economica e di un confinamento generalizzato.

 La Risposta globale al coronavirus

La campagna di fundraising per la “Risposta globale al coronavirus” è stata organizzata congiuntamente da Unione europea, Arabia Saudita-che detiene la presidenza di turno del G20-Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia-presidenza entrante del G20-Norvegia, Regno Unito e Spagna. L’iniziativa concretizza un impegno assunto dai leader del G20 il 26 marzo e fa seguito all’appello dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e di un gruppo di iniziatori operanti nel campo della salute che, dopo aver dato vita all’iniziativa ACT-Accelerator, hanno esortato ad instaurare una collaborazione planetaria per accelerare lo sviluppo, la produzione nonché un accesso equo nel mondo alle nuove tecnologie sanitarie essenziali per la lotta al coronavirus. La Risposta globale al coronavirus dovrà contribuire all’ACT-Accelerator ed allinearsi al relativo quadro. Nel dettaglio, la campagna è costituita da tre partenariati, basati sulle tre priorità della Risposta globale al coronavirus, che riuniscono il mondo dell’industria e della ricerca, fondazioni, autorità di regolamentazione e organizzazioni internazionali, secondo un’impostazione orientata alla catena del valore nel suo insieme: dalla ricerca alla produzione fino alla distribuzione. I tre partenariati opereranno quanto più autonomamente possibile, con un asse di lavoro trasversale dedicato al potenziamento della capacità dei sistemi sanitari e alla condivisione delle conoscenze e dei dati. Inoltre, il quadro collaborativo sarà limitato nel tempo-2 anni-ma sarà rinnovabile e farà leva sulle organizzazioni esistenti, senza creare nuove strutture.

La Commissione europea registrerà e terrà traccia degli impegni di finanziamento fino alla fine di maggio, ma non incasserà alcun pagamento. I fondi andranno direttamente ai destinatari, che non potranno però decidere da soli come impiegarli: il loro uso sarà stabilito di concerto con il partenariato. Nel rispetto degli impegni assunti, tutti i nuovi vaccini e strumenti diagnostici e terapeutici contro il coronavirus dovranno essere resi disponibili a livello mondiale a prezzi accessibili, indipendentemente dal luogo in cui sono stati sviluppati.

La Risposta globale dovrà coinvolgere anche la società civile ed i cittadini di tutto il mondo, motivo per cui la Commissione europea intende collaborare con ONG come Global Citizen e altri partner.

Risultati e prospettive future

L’evento di mobilitazione collettiva si è aperto con una videoconferenza di donatori che ha visto la partecipazione di oltre 40 paesi con le assenze significative, che non sono passate inosservate, di Stati Uniti e Russia. Gli Stati Uniti, infatti, lavorano da soli per trovare un vaccino entro la fine dell’anno. Ottenere il vaccino per primi ed in esclusiva: questo è l’obiettivo statunitense, reso evidente a partire da gennaio, quando il governo tedesco ha rivelato che l’amministrazione USA aveva provato ad acquisire un’azienda tedesca, la CureVac, proprio per conseguire tale obiettivo. Più volte nell’attuale crisi, così come in passato, l’attuale Casa Bianca ha dimostrato di non apprezzare il multilateralismo e nelle scorse settimane, Washington ha persino sospeso i suoi contributi all’OMS. L’altro grande assente, la Russia, ha disertato l’incontro sollevando ulteriori dubbi sulla sua gestione dell’emergenza sanitaria in corso. La Cina si è, invece, limitata ad aderire all’evento con la partecipazione del suo ambasciatore in Europa.

 

I leader del mondo presenti alla videoconferenza hanno pronunciato un breve discorso e hanno annunciato il proprio contributo alla raccolta. La Commissione europea ha registrato impegni di finanziamento da tutto il mondo per un valore di 7,4 miliardi di €. Si tratta dell’inizio di un processo che punta a mobilitare risorse ancora maggiori. L’obiettivo iniziale di 7,5 miliardi di € non sarà, infatti, sufficiente a garantire la distribuzione in tutto il mondo di tecnologie sanitarie contro il coronavirus, che comportano costi ingenti in termini di produzione, approvvigionamento e distribuzione. Il vertice mondiale sui vaccini organizzato da Gavi Alliance, in programma per il 4 giugno, mobiliterà ulteriori risorse affinché le generazioni future possano essere protette grazie ai vaccini. I donatori sono invitati a continuare ad assumere impegni di finanziamento a favore della campagna e hanno la possibilità di scegliere la priorità che desiderano sostenere – test, cure o prevenzione – ma anche fare una donazione a sostegno dell’asse di lavoro trasversale dell’iniziativa, che si prefigge di aiutare i sistemi sanitari di tutto il mondo ad affrontare la pandemia.

Il ruolo dell’UE

Quanto all’UE, per contribuire agli obiettivi della Risposta globale al coronavirus, ha stanziato 1 miliardo di € sotto forma di sovvenzioni e 400 milioni di € a garanzia dei prestiti, mediante la ridefinizione delle priorità di Orizzonte 2020 (1 miliardo di €), RescEU (80 milioni di €), dello strumento per il sostegno di emergenza (150 milioni di €) e degli strumenti esterni (170 milioni di €). 100 milioni di € saranno donati alla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) e 158 milioni di € all’OMS. Gli inviti a presentare proposte finanziati dall’UE e i progetti che ne scaturiranno nel quadro di Orizzonte 2020 saranno in linea con gli obiettivi dei tre partenariati e dovranno assicurare il libero accesso ai dati. I finanziamenti nell’ambito di RescEU saranno, invece, finalizzati all’approvvigionamento, alla costituzione di scorte e alla distribuzione di vaccini e di strumenti terapeutici e diagnostici.

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Oggi il mondo ha dato prova di un’unità straordinaria in nome del bene comune. Governi e organizzazioni sanitarie mondiali hanno unito le forze contro il coronavirus. Con un impegno del genere siamo sulla buona strada per sviluppare, produrre e distribuire un vaccino per tutti, ma questo è solo l’inizio”.

Coronavirus, le novità in Francia

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Il 2 maggio, dopo un Consiglio dei Ministri straordinario, il Governo francese ha annunciato di voler estendere lo stato d’emergenza sanitaria fino al 24 luglio. Quest’ultimo non si concluderà dunque con il déconfinement programmato dall’11 maggio e paradossalmente, all’occorrenza, potrebbero essere adottare delle misure più restrittive rispetto a quelle già imposte. Nel frattempo, lo stesso piano di déconfinement, dopo esser stato approvato dall’Assemblea Nazionale è stato respinto dal Senato, sebbene i due voti siano simbolici e non abbiano alcun impatto sull’avvio della strategia del governo. In una Francia impegnata a fronteggiare l’emergenza emerge poi un dato che potrebbe riscrivere la cronologia della pandemia: è stato, infatti, accertato un caso di Covid-19 risalente al 27 dicembre, quasi un mese prima del primo contagio ufficiale-24 gennaio- registrato Oltralpe.

 Il nuovo disegno di legge

Dopo un Consiglio dei ministri straordinario, tenuto sabato 2 maggio, il Ministro della sanità Olivier Véran ed il Ministro dell’interno, Christophe Castaner, hanno chiarito il contenuto del Disegno di legge che estende lo stato d’emergenza fino al 24 luglio e specifica le misure che si applicheranno in merito alla quarantena ed all’isolamento delle persone risultate positive. Il testo, che contiene sette articoli, mira a “consolidare il quadro giuridico” e ad ampliarlo per “integrare le questioni del deconfinamento”, che dovrebbe iniziare l’11 maggio. I due ministri hanno pertanto chiarito la strategia nazionale per la prossima fase della gestione del virus, le cui linee principali erano state presentate all’Assemblea nazionale il 28 aprile dal Primo Ministro, Edouard Philippe.

Olivier Véran ha sottolineato che non sarà “un semplice passo indietro: dovremo vivere per un po’ con il virus”. Il Ministro ha poi dichiarato che non è il momento di rilassarsi nella lotta contro il virus, in caso contrario “tutti questi sforzi fatti mirabilmente dai francesi sarebbero stati vani”. Inizialmente, il Ministro della Salute ha annunciato che la quarantena sarà obbligatoria per “chiunque entri nel territorio” ma il Palazzo dell’Eliseo ha poi chiarito che questa misura non riguarderà i viaggiatori provenienti dall’Unione Europea, dalla zona Schengen o dal Regno Unito, qualunque sia la loro nazionalità. “Un decreto, su proposta degli scienziati, definirà la durata, le condizioni di accesso ai beni essenziali, il follow-up medico che sarà organizzato” ha aggiunto Véran specificando che la misura riguarderà gli asintomatici, mentre per coloro che sviluppano sintomi, l’isolamento sarà obbligatorio. D’altro canto, saranno imposte misure di isolamento per le persone risultate positive già presenti sul territorio francese, ma il governo non ha adottato misure coercitive in caso di mancato rispetto di tale isolamento. “I francesi continueranno ad essere responsabili; non è necessario introdurre misure nella legge per costringerli a rimanere a casa” ha dichiarato Véran. Lo stesso Edouard Philippe, il 28 aprile aveva spiegato: “Lasceremo la scelta alla persona testata positiva di isolarsi a casa, il che comporterà il confinamento di tutta la casa per quattordici giorni, oppure isolarsi in un luogo messo a sua disposizione, in particolare in hotel requisito”. Il Ministro della Salute ha inoltre annunciato che la tracciabilità dei contatti delle persone risultate positive non verrà effettuata con un’applicazione telefonica. “A partire dall’11 maggio no, non ci sarà alcuna applicazione StopCovid disponibile nel nostro paese e il Primo Ministro è stato molto chiaro: se questo tipo di applicazione dovesse vedere la luce del giorno, ci sarebbe un dibattito specifico in Parlamento , nulla è cambiato da quel punto di vista” ha dichiarato il Ministro distinguendo quattro tipologie di “contact tracing” esercitate dal personale sanitario, dall’assicurazione sanitaria, dalle Agenzie regionali e infine dalla sanità pubblica francese con la direzione generale della sanità.

“L’11 maggio, se le condizioni saranno soddisfatte, la regola generale tornerà ad essere la libertà di movimento e i francesi non dovranno più produrre un certificato per uscire per strada” ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Christophe Castaner, confermando altresì la sua intenzione di rendere obbligatoria l’uso delle mascherine nel trasporto pubblico. Per quanto riguarda i negozi, il Ministro ha avvertito che riapriranno solo se verranno rispettate le misure di precauzione: “Stiamo lasciando la scelta binaria tra apertura e chiusura: sarà ora possibile assoggettare l’apertura di uno stabilimento a condizioni specifiche”. Al fine di applicare queste regole, il disegno di legge prevede altresì l’estensione dei poteri di verbalizzazione a diverse categorie di agenti che potrebbero, a partire dall’11 maggio, “riconoscere il mancato rispetto delle norme di emergenza sanitaria e punirlo”. “È un contributo considerevole, è un segno di fiducia. È per darci tutte le possibilità affinché il deconfinamento avvenga nelle migliori condizioni sanitarie possibili” ha precisato Christophe Castaner, appellandosi al “civismo dei francesi”.

Il testo del disegno di legge, dopo l’analisi del Senato e dell’Assemblea Nazionale, passerà all’adozione definitiva prima del fine settimana.

La posizione del Senato e la scoperta di un caso positivo a dicembre

Il 4 maggio, il Senato francese, con una maggioranza di seggi appartenenti ai partiti di destra, non ha convalidato la strategia di deconfinamento del governo con un’astensione “massiccia” da parte dei senatori di Les Républicains (LR) e un voto contrario dei gruppi socialisti e comunisti. Presentato dal Primo Ministro, il piano è stato, invece, approvato il 28 aprile dall’Assemblea Nazionale, a maggioranza di deputati appartenenti a La République en Marche. I due voti all’Assemblea Nazionale ed al Senato rimangono prettamente simbolici e non hanno alcun impatto sull’avvio del déconfinement, ciò che conta è il cambio di atteggiamento da parte del Senato francese: inizialmente conciliante nell’ affrontare l’epidemia, l’istituzione francese ha poi cambiato tono, ponendo persino la minaccia di un rinvio al Consiglio costituzionale se la questione della responsabilità delle autorità locali nella gestione del deconfinamento non fosse risolta.

 

In un quadro già di per sé complesso si aggiunge un ulteriore dato rilevante: è stato infatti accertato un caso di Covid-19 risalente al 27 dicembre, quasi un mese prima del primo contagio ufficiale-24 gennaio-registrato nel territorio francese. Il caso è stato scoperto dall’ospedale Jean-Verdier di Bondy, nella banlieue parigina, dove sono stati riesaminati i tamponi di pazienti ricoverati con polmonite nel mese di dicembre. Sarà, dunque, necessario riscrivere la cronologia dell’epidemia in Francia, primo Paese europeo a dichiarare il ricovero di pazienti Covid 19.

Déconfinement in Francia: il piano per la ripartenza

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Il 28 aprile, il Primo Ministro francese, Edouard Philippe ha annunciato all’Assemblea Nazionale il piano del Déconfinement, più comunemente noto come Fase 2 nella gestione dell’emergenza dovuta al Covid-19: con 368 voti favorevoli, 100 contrari e 103 astenuti il piano è stato approvato. Il discorso di Philippe, durato circa un’ora, è stato molto dettagliato e l’allentamento delle restrizioni- molto più rapido rispetto al piano italiano-entrerà in vigore a partire dall’11 maggio.

“Convivere con il virus”

 Premettendo che sarà necessario continuare a “convivere con il virus”, il Primo Ministro francese ha annunciato all’Assemblea Nazionale due fasi di déconfinement di tre settimane ciascuna: la prima andrà dall’11 maggio al 2 giugno, poi vi sarà la seconda fase. Il piano prevede anche la divisione della Francia, a partire dal 7 maggio, in aree verdi-con meno contagi accertati e dunque meno restrizioni- e aree rosse-dove resteranno in vigore le attuali limitazioni. Il déconfinement, non sarà, dunque, uniforme. Philippe ha inoltre sottolineato che quella attuale è una situazione in continua evoluzione, quindi il piano potrà essere adattato in base ai dati sui contagi.

Prima di entrare nei dettagli della “strategia nazionale” necessaria per prevenire il “rischio di collasso” dell’economia francese, Philippe ha escluso qualsiasi ritorno immediato alla normalità, dopo sei settimane di severe restrizioni. Il Primo Ministro ha così esortato le imprese a mantenere il telelavoro “ove possibile, almeno nelle prossime tre settimane” oltre ad avvertire che rimarrà l’imperativo di limitare l’uso del trasporto pubblico ed in generale dei contatti. Indossare la mascherina sarà fortemente incoraggiato e sarà obbligatorio in determinate circostanze: nei mezzi di trasporto pubblico, per il personale educativo e per gli studenti a partire dalle scuole medie. Quanto ai commercianti, questi potranno esigere l’uso della mascherina da parte dei clienti. Oltre all’uso della mascherina, il governo intende testare in modo massiccio le persone con sintomi di Covid-19 ed installare delle “brigades” in ciascun dipartimento per identificare i loro contatti ed invitare tutte le persone positive a isolarsi. Il piano di déconfinement prevede infatti che vengano effettuati 100.000 test al giorno il cui costo sarà rimborsato.

Le due fasi di déconfinement

 A partire dall’11 maggio vi sarà la prima fase del déconfinement, con la riapertura della maggior parte delle attività commerciali, librerie, biblioteche e piccoli musei. Continueranno invece a rimanere chiusi i bar, cinema, teatri, ristoranti e grandi musei. Inizierà anche la riapertura, a determinate condizioni, di alcune scuole, in modo “molto graduale” e su base volontaria: in particolare, dall’11 maggio potranno riaprire le scuole materne ed elementari, mentre il 18 maggio vi sarà la possibilità di riapertura delle scuole medie. Anche gli asili nido potranno riaprire l’11 maggio, ma fino a un massimo di dieci bambini per aula e la mascherina sarà obbligatoria per gli insegnanti. Il Primo Ministro ha poi chiarito le condizioni per indossare la mascherina per gli studenti precisando che ne è vietato l’uso per i bambini nella scuola materna, non raccomandato per le scuole elementari ed obbligatorio per gli studenti delle scuole medie. “Decideremo alla fine di maggio se possiamo riaprire i licei, a partire dai licei professionali, all’inizio di giugno” ha affermato Philippe. Ovviamente sarà necessario mantenere la distanza di sicurezza per scongiurare i contagi e chi è entrato in contatto con persone contagiate dovrà restare due settimane in isolamento.

A patto di non essere in un’area rossa o di non dover essere in isolamento, sempre dall’11 maggio sarà possibile spostarsi fino a un raggio di 100 km dalla propria abitazione e per andare oltre serviranno dei permessi speciali. Nelle aree verdi sarà altresì possibile partecipare ad assembramenti di massimo 10 persone. Quanto alla capacità di trasporto pubblico, questa sarà drasticamente ridotta per almeno tre settimane successive all’11 maggio, al fine di rispettare il distanziamento sociale.

Nella seconda fase, dal 2 giugno, salvo nuove decisioni, è prevista la riapertura delle spiagge e la ripresa delle cerimonie religiose, il tutto sempre a determinate condizioni ed evitando il più possibile assembramenti. In questa fase potrebbero anche riaprire bar e ristoranti ed altre strutture ed attività ancora chiuse, così come sarà possibile iniziare a valutare eventuali vacanze estive.

Vigerà invece il prolungamento della sospensione delle principali manifestazioni sportive. Pertanto, il campionato di calcio non riprenderà prima di settembre, così come il campionato nazionale di rugby. Gli sport individuali potranno invece riprendere gradualmente le loro attività.

“Do appuntamenti i francesi per la fine di maggio, per valutare le condizioni in cui organizzeremo una nuova fase di deconfinamento, e in particolare prenderemo decisioni sull’organizzazione di bar, ristoranti, vacanze” ha concluso il Primo Ministro.

L’approvazione dell’Assemblea Nazionale

Il processo di approvazione da parte dell’Assemblea Nazionale del piano presentato da Philippe era stato considerato “a rischio” dai “macronisti”, poiché il metodo utilizzato dall’esecutivo aveva attirato critiche nei giorni precedenti Tuttavia, il piano è riuscito ad ottenere l’approvazione della maggioranza dell’aula parlamentare con 368 voti favorevoli, 100 contrari e 103 astensioni, principalmente grazie ai voti dei gruppi di La République en Marche (LRM) e Mouvement démocrate (MoDem), che detengono la maggioranza assoluta. “Tutela della salute, lavoro, trasporti pubblici, negozi, scuole: ora è fissato il quadro chiaro” ha detto il capo dei deputati macronisti, Gilles Le Gendre. Tra i 297 membri eletti del suo gruppo, 289 hanno votato a favore del piano. Tra i contrari la deputata Martine Wonner ha dichiarato “Mi rammarico per l’assenza di qualsiasi strategia terapeutica (…) volta al trattamento precoce delle persone sottoposte a test per Covid. La deputata di LRM ha ritenuto il piano del governo “carente” e “impreciso”. Prima del voto Wonner aveva denunciato – insieme a molti colleghi – il termine troppo breve concesso ai deputati prima di esprimere la loro opinione. Il governo ha, infatti, deciso, dopo varie procrastinazioni, di organizzare la votazione subito dopo il dibattito sulla strategia adottata dall’esecutivo dall’11 maggio. “Nel contesto attuale, un voto contrario del nostro gruppo dovrebbe essere considerato come un segno di sfiducia per l’attenzione del governo” queste le parole di Olivia Grégoire, compagna di partito di Wonner.

 

Il discorso di Macron: in Francia “déconfinement” graduale dopo l’11 maggio

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Il 13 aprile, il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, si è rivolto nuovamente al Paese in un discorso di 30 minuti, in cui ha annunciato l’estensione almeno fino all’11 maggio delle misure restrittive in vigore per contenere la pandemia da coronavirus. Macron ha confermato tutti gli aiuti messi in campo per sostenere le imprese e ha ricordato i meriti del personale sanitario. Il Presidente francese ha, altresì, ammesso i problemi riscontrati dalla Francia nella gestione della crisi attuale-come l’insufficienza di mascherine e test- ed ha spiegato che le prossime settimane di “confinement” serviranno proprio a risolvere tali problemi, oltre che ad introdurre forme di aiuto economico più inclusive e a definire la fase due.

 Il discorso del Presidente francese

 Il lockdown deve ancora continuare anche se la pandemia da Covid-19, il cui bilancio si avvicina a circa 15.000 morti in Francia, sta iniziando a rallentare: è quanto affermato dal Presidente della Repubblica francese nella serata di lunedì, in diretta televisiva dal Palazzo dell’Eliseo. Per non vanificare “lo sforzo fatto da tutti” Emmanuel Macron ha così deciso di tenere ancora i francesi a casa e l’appuntamento per la ripresa è prorogato a dopo l’11 maggio.

Dopo aver annunciato l’estensione del lockdown, aver ringraziato il personale sanitario ed aver fatto luce sui problemi francesi nella gestione dell’emergenza sanitaria, Macron ha affermato che sono in corso di definizione i tempi e le modalità della fase due, cioè del ritorno alla vita dopo aver superato almeno la fase più critica dell’emergenza dovuta al Covid-19. Il Presidente ha, così, dato un orizzonte ai francesi. “Il prossimo 11 maggio (…) sarà l’inizio di una nuova fase”, ha promesso il Capo dello Stato.

Dal giorno della fine del lockdown, gli ospedali, i laboratori di analisi, i medici di famiglia, dovranno essere in grado di testare chiunque al primo sintomo e metterlo in quarantena immediatamente. Dopo l’11 maggio, se il numero dei contagi sarà diminuito, Macron spera di riaprire le scuole-ma non i licei- e le università, la cui chiusura aumenta le diseguaglianze sociali, soprattutto nei quartieri popolari e nelle campagne francesi. Non tutti i bambini, infatti, hanno a disposizione strumenti digitali o l’aiuto dei genitori. “Vedremo dopo due settimane di riapertura se l’impatto è negativo”, ha affermato Pascal Crépey, epidemiologo presso la School of Advanced Studies in Public Health (EHESP).

 

Dopo l’11 maggio il Presidente francese vorrebbe anche riaccendere il motore economico del Paese, di concerto con le imprese. “L’11 maggio si tratterà di consentire a quante più persone possibile di tornare al lavoro, di riavviare il nostro settore, le nostre attività e i nostri servizi”, ha dichiarato nel suo discorso. “Le persone anziane e i più vulnerabili” rimarranno invece ancora a casa per scongiurare un contagio. Per lo stesso motivo, non potranno ancora riaprire bar, ristoranti, alberghi, teatri, sale da concerto e musei. “I principali festival ed eventi con un vasto pubblico non potranno essere tenuti almeno fino a metà luglio prossimo”, ha aggiunto Macron, indicando che “la situazione sarà valutata collettivamente da metà maggio, ogni settimana”. Ogni francese sarà “dotato di una mascherina per la circolazione in pubblico”, l’obbligo di indossarla potrebbe, infatti, diventare “sistematico”, in particolare sui mezzi pubblici.

“La speranza rinasce, ma nulla è già acquisito”, ha avvertito il Presidente, precisando che non bisognerà abbassare la guardia ed allentare i controlli, bensì, sarà necessario continuare a rispettare le misure di precauzione, poiché il virus probabilmente non sarà debellato presto e sarà necessario imparare a conviverci. “Le regole potrebbero essere adattate in base ai nostri risultati, perché l’obiettivo principale rimane la salute di tutti i francesi” ha insistito il Presidente. Il confinamento, in quest’ottica, sarebbe revocato gradualmente.

Infine, Emmanuel Macron, nel suo discorso, ha altresì invitato l’Europa ad una “maggiore audacia” ed i Paesi più ricchi a “ridurre in modo massiccio” il debito degli Stati africani.

 Le reazioni politiche

 Quella di Macron è una scelta politica non priva di rischi. Il suo annuncio è stato, infatti, immediatamente criticato dall’opposizione.

A destra, il Presidente dei repubblicani, Christian Jacob, ha invocato una gestione della crisi che includa un buon uso della logistica. Intervistato da Agence France-Presse (AFP), Jacob ha spiegato: “Tutto ciò dipenderà dalla sua capacità di suonare realmente la mobilitazione generale. Le parole non saranno più sufficienti. Possiamo vedere il ritardo che abbiamo in mascherine, attrezzature, test, ecc. Ora dobbiamo anticipare la ripresa economica, settore di attività per settore di attività”.

A sinistra, il Segretario del Partito Socialista, Olivier Faure, ha chiesto anche lui di verificare che le condizioni logistiche siano soddisfatte. “Per l’11 maggio abbiamo bisogno di garanzie di fattibilità, vedremo, è un obiettivo ambizioso, che dobbiamo condividere, dobbiamo mettere tutti i nostri sforzi insieme per raggiungerlo” ha ammonito in un programma in onda sul canale televisivo TF1.

All’estrema destra, il vicepresidente di Rassemblement National (RN), Jordan Bardella, ha descritto il graduale “deconfinamento” delle scuole come “estremamente pericoloso”. “Il Capo dello Stato ha indicato che renderebbe possibile il test per tutte le persone che presentano sintomi, eppure sappiamo che il 50% delle persone infette dal coronavirus è asintomatico e, tra questi asintomatici, ci sono anche molti bambini; quindi iniziare il deconfinamento rimettendo migliaia di bambini nelle classi scolastiche, lo trovo estremamente pericoloso, lo trovo una decisione sbagliata” ha dichiarato Bardella. Anche il leader dei deputati di La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, considera “estremamente pericoloso” il piano annunciato da Macron, descritto anche dagli ecologisti come una “una follia”.

Le prossime settimane, dunque, saranno un banco di prova per il Governo francese.

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Francesca Scalpelli
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