GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Scuola: ENEA con gli studenti delle superiori per la divulgazione scientifica

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La scienza non solo come studio, ma soprattutto come capacità di divulgare i risultati dei propri studi. Partendo da questo obiettivo, un gruppo di ricercatori ENEA del Centro Ricerche di Frascati ha lavorato insieme a studenti degli ultimi anni di liceo, coinvolti nei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO), conosciuti in passato come alternanza scuola-lavoro. Leggi Tutto

DIFESA: NAVE VULCANO CON A BORDO OSPEDALE “ROLE 2” PRONTA A PARTIRE PER IL MEDIO ORIENTE.

MEDIO ORIENTE/SICUREZZA di

Oggi, al termine delle operazioni di carico, l’unita sarà pronta a lasciare il Porto di Civitavecchia per Cipro dove si ricongiungerà alle navi italiane già presenti nell’area (“San Giusto”, “Fasan”, “Margottini” e “Thaon di Revel”) attualmente impegnate nell’Operazione “Mediterraneo sicuro” e da lì sarà pronta per essere schierata ove ritenuto più idoneo il suo impiego.

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Antartide: inizia la 39a spedizione italiana

INNOVAZIONE di

Antartide: inizia la 39a spedizione italiana 

La missione, gestita da Cnr, ENEA e OGS, nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), coinvolge circa 130 tra ricercatori e tecnici con il supporto del personale delle Forze Armate

Roma, 31 ottobre 2023 – È iniziata la 39spedizione scientifica italiana in Antartide con l’apertura della base “Mario Zucchelli” sul promontorio di Baia Terra Nova. La campagna estiva durerà oltre 4 mesi e vedrà il coinvolgimento di circa 130 tra ricercatori e tecnici impegnati in 31 progetti di ricerca su scienze dell’atmosferageologiapaleoclimabiologiaoceanografia e astronomia.  

Le missioni italiane in Antartide, finanziate dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), sono gestite dal Cnr per il coordinamento scientifico, dall’ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) per la gestione tecnica e scientifica della nave rompighiaccio Laura Bassi.

Le Forze Armate partecipano alla spedizione con 16 esperti militari di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri che affiancheranno sul campo i ricercatori durante tutto il corso della spedizione. Gli specialisti della Difesa, nell’ambito delle specifiche competenze della forza armata d’appartenenza, daranno supporto alle seguenti attività del PNRA: campagne esterne, attività navali e subacquee, operatività di elicotteri e aeromobili, previsioni meteorologiche e completamento della pista d’atterraggio su terra. Inoltre, l’Aeronautica Militare assicurerà con circa 36 unità e un velivolo C-130J della 46ª Brigata Aerea i collegamenti tra Christchurch (Nuova Zelanda) e la stazione italiana “Zucchelli”, ovvero quella statunitense di McMurdo, provvedendo al trasporto di materiali, mezzi e personale.

Oltre che presso la base “Zucchelli”, le attività di ricerca si svolgeranno anche presso la stazione italo-francese di Concordia e a bordo della nave Laura Bassi. La rompighiaccio arriverà in Nuova Zelanda il 2 gennaio per poi iniziare il suo viaggio verso l’Antartide il 5 gennaio con a bordo 36 fra ricercatori e tecnologi e un equipaggio navigante di 21 membri. Per la prima volta la missione sarà condivisa con il progetto antartico neozelandese a cui afferiscono 12 dei 36 ricercatori. La nave circumnavigherà l’intero mare di Ross e concluderà la sua missione antartica dopo 60 giorni a marzo 2024.

La nuova stagione di ricerca estiva nella base Concordia, sul plateau antartico a oltre 3mila metri di altezza e a 1.200 chilometri dalla costa, partirà ai primi di novembre coinvolgendo 52 partecipanti tra tecnici e ricercatori. A partire da febbraio 2024, chiusa la campagna estiva 2023/2024, le attività saranno gestite dal nuovo team degli invernanti (“winter over”), composto da 13 membri (5 italiani, 7 francesi e 1 svizzero), che rimarranno in completo isolamento fino a novembre 2024 a causa delle temperature estreme che rendono la base inaccessibile. Il 15 novembre sarà aperto il campo di Little Dome C, a 35 chilometri da Concordia, dove proseguiranno le attività legate al progetto internazionale “Beyond Epica Oldest Ice”, finanziato dalla Commissione europea e coordinato dall’Istituto di scienze polari del Cnr (Cnr-Isp) a cui partecipano per l’Italia anche ENEA e Università Ca’ Foscari Venezia. Presso il campo si svolgeranno le attività di carotaggio del ghiaccio attraverso cui il team di ricerca ricaverà dati sull’evoluzione delle temperature e sulla composizione dell’atmosfera, tornando indietro nel tempo di 1 milione e mezzo di anni.

Il Comandante

È in uscita al cinema il film “Il Comandante”, che ci farà conoscere la figura di Salvatore Todaro, interpretato dal bravo Pierfrancesco Favino. Andrò a vedere il film, ma prima della visione intendo ricordare la figura di quest’eroico sommergibilista, pluridecorato al Valor Militare. È una figura epica della nostra Storia militare. Il suo è stato un eroismo connotato da intelligenza e da profonda umanità. Nei prossimi giorni uscirà anche un film su Napoleone, che sarà molto acclamato. Napoleone è una figura molto nota al grande pubblico. Todaro lo è molto meno, anche se, nel mio piccolo, ho già tentato di ricordarlo in varie occasioni, poiché lo considero un simbolo dell’ardimento italiano.

Salvatore Bruno Todaro, nato a Messina nel 1908, crebbe a Sottomarina, oggi frazione di Chioggia (Venezia), dove la sua famiglia, di chiare origini siciliane, trasferì dopo il terremoto che colpì la città dello stretto, per seguire il padre, sottufficiale del Regio Esercito.

Ammesso all’Accademia Navale di Livorno, completò gli studi nel 1927 con la nomina a guardiamarina. Nel 1928, riuscì a frequentare il corso da osservatore aereo, così unendo i due suoi grandi amori: il mare e l’aria. In una mirabile sintesi di questi due elementi, nella sua carriera avrebbe sempre tentato di vincere il mare per elevarsi verso l’alto.

L’ardimento nel volo sarebbe, però, tramontato nel 1933 a causa di un incidente, che, a soli 25 anni, l’avrebbe costretto a portare il busto per tutta la vita. Dal punto di vista tattico, fu un sommergibilista “sui generis”, poiché preferì il contatto in superficie con l’avversario, prediligendo l’uso del cannoncino dalla torretta piuttosto che l’impiego dei siluri in profondità. Fu un idolo per i suoi marinai, ai quali donò un pugnale, come arma da combattimento, per poter guardare sempre negli occhi l’avversario. Era uomo di profonda cultura: conosceva testi antichi e aveva una passione per la nascente psicanalisi, fino a sperimentare sui suoi la teoria dell’inconscio collettivo. Per questo lo chiamarono “Mago Bakù”. Molti a bordo gli davano addirittura del “Tu”, una anomalia nel mondo militare. Erano quelli che il Comandante Todaro aveva decorato sul campo con la frase: “Da oggi tu mi darai del Tu”. Questa “onorificenza del Tu” valeva tantissimo per i suoi fedelissimi, che lo adoravano. Era un Capo che dava sempre l’esempio per ardimento e spirito di sacrificio: era il primo ad esporsi ai pericoli, a soccorrere o incoraggiare i suoi, ai quali trasmetteva autorevolezza e fiducia. La sua figura di Comandante, con quel pizzetto di barba nerissima e con quello sguardo magnetico, generava subito emulazione.

Oggi, ben oltre i racconti sul Comandante, ricordiamo il fatto che, su tutti, ha unito il suo ardimento militare ad un profondo senso di umanità. Era la notte del 16 ottobre 1940. Al largo delle Canarie, Todaro, a capo del sommergibile “Comandante Cappellini”, affondò il cargo belga Kabalo, che trasportava ricambi aeronautici inglesi. Per quell’azione, sarebbe stato decorato in vita con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare, ma sarebbe rimasto nella Storia per quanto avrebbe compiuto dopo l’affondamento. Infatti, decise di raccogliere tutti i 26 naufraghi della nave belga e di rimorchiarli su una zattera per 4 giorni nell’Atlantico. Quando si spezzò il cavo che tirava quella scialuppa, il Comandante non esitò ad ospitare i naufraghi a bordo. Li sbarcò, poi, incolumi, in un porto neutrale alle Azzorre. Nel salutare l’incredulo comandante belga, l’Italiano gli disse: “Sono un uomo di mare come lei. Sono convinto che al mio posto lei avrebbe fatto come me”. Lo salutò, poi, militarmente alla visiera, ma, notando che il belga rimase a guardarlo, gli chiese: “Ha dimenticato qualcosa?”, “Sì” – gli rispose il belga con le lacrime agli occhi -“Ho dimenticato di dirle che ho quattro bambini: se non vuole dirmi il suo nome per mia soddisfazione, accetti di dirmelo perché i miei bambini la possano ricordare nelle loro preghiere”. “Dica ai suoi bambini di ricordare nelle loro preghiere Salvatore Todaro”.

Il salvataggio di naufraghi nemici non era una novità per gli italiani: due mesi prima, il 12 agosto 1940, anche il sommergibile “Alessandro Malaspina” del comandante Mario Leoni aveva rimorchiato i 45 uomini dell’equipaggio della petroliera britannica “British Fame” verso il primo porto sicuro. Il caso del Cappellini fu peculiare perché, a causa della citata rottura del cavo, Todaro imbarcò i 26 naufraghi nemici nel suo sommergibile. Qualcun altro avrebbe detto che la sua umanità pose a rischio affondamento il sommergibile con tutti i suoi uomini, ma, per lui, quel gesto rientrava nel Codice d’Onore del Mare.

Lo straordinario comportamento del Comandante non fu, però, apprezzato dall’ammiraglio Dönitz, comandante in capo dei sommergibilisti tedeschi, che criticò aspramente: “questa è una guerra e non una crociata missionaria. Il Signor Todaro è un bravo comandante, ma non può fare il Don Chisciotte del mare”. Todaro rispose, con una frase lapidaria, riportata da molte fonti e mai smentita, rimasta celebre nella storia della nostra Marina: “Gli altri non hanno, come me, duemila anni di civiltà sulle spalle!”.

Todaro continuò le sue azioni epiche nell’Atlantico: il 5 gennaio 1941, tra le Canarie e l’Africa, il Cappellini affondò, sempre col cannone della torretta, il piroscafo armato inglese “Shakespeare”. Anche in questo caso il Comandante raccolse 22 nemici superstiti, alcuni gravemente feriti, ponendoli in salvo sull’isola di Capo Verde.

Proseguendo la crociera, il sommergibile giunse a largo di Freetown (Sierra Leone), dove affondò la nave britannica Emmaus. Durante la battaglia un aereo inglese colpì con due bombe il Cappellini, causando gravi danni. Nonostante ciò, Todaro riuscì a portare il sommergibile fino al porto neutrale di Gran Canaria, ove sbarcò i feriti e riparò lo scafo per riprendere il mare il 23 gennaio 1941. Raggiunse poi con successo il porto di Bordeaux, sede del Comando BETASOM, da dove i sommergibili italiani combatterono la “Battaglia dell’Atlantico” con gli U-Boot tedeschi.

Per queste missioni, Todaro fu decorato in vita con la sua prima Medaglia d’Argento al Valor Militare (durante la sua carriera gli furono concesse in vita tre Medaglie d’Argento e due di Bronzo al Valor Militare).

Il Comandante, poi, chiese di essere sbarcato dai sommergibili. Nel novembre 1941 fu trasferito alla Xª Flottiglia MAS, un’unità speciale, il cui nome rimase legato a memorabili imprese, come quella di Alessandria d’Egitto del 19 dicembre 1941. Todaro, con il grado di capitano di corvetta, fu assegnato all’“autocolonna Moccagatta“, con cui avrebbe partecipato dal maggio 1942 al blocco navale di Sebastopoli, nel Mar Nero. In queste ardite operazioni si distinse ancora, tanto da meritare la terza Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Nel novembre 1942 Todaro fu destinato alla base dell’arcipelago di “La Galite” in Tunisia, al comando del motopeschereccio armato “Cefalo”, con l’obiettivo di condurre una serie di attacchi al porto di Bona, importante base avversaria. Nel dicembre 1942, uno “Spitfire” inglese mitragliò il peschereccio, prima di essere messo in fuga dalla contraerea. Subito dopo, i suoi marinai chiamarono Todaro, ma non sentirono risposta. Entrarono nella sua cuccetta, dove lo trovarono con gli occhi chiusi, come se dormisse. Guardandolo meglio, notarono che una piccola scheggia gli aveva trapassato la tempia. “Il Comandante Todaro è morto”, gridò un marinaio, piangendo. Era il 14 dicembre 1942. Salvatore Todaro aveva 34 anni. La sua memoria è onorata con la Medaglia d’Oro al Valor Militare, per la seguente motivazione: “Ufficiale superiore di elette virtù militari e civili. Capacissimo, volitivo, tenace, aggressivo, arditissimo, al comando di un sommergibile prima e di reparto d’assalto poi, affrontava innumerevoli volte armi enormemente più potenti e numerose delle sue, e dimostrava al nemico come sanno combattere e vincere i marinai d’Italia. Assertore convinto della potenza dello spirito, malato ma non esausto, mai piegato da difficoltà materiali, da considerazioni personali, da logoramento fisico, ha sempre conservato intatte volontà aggressiva e fede e mistica dedizione al dovere intesa nel senso più alto e più vasto. Mai pago di gloria e di successi, non sollecito di sé. ma solo della vittoria, riusciva ad ottenere il comando di sempre più rischiose imprese finché, nel corso di una di esse, mitragliato da aerei nemici, immolava la sua preziosa esistenza alla sempre maggiore grandezza della Patria. Purissima figura di uomo e combattente, esempio fulgidissimo di sereno, intelligente coraggio e di assoluta dedizione.”

Nei prossimi giorni, sentiremo parlare di Salvatore Todaro, questo guerriero del mare che, come visto, combatté sempre “a viso scoperto”. Nel film, rivedremo l’epopea del soccorso ai naufraghi del Kabalo, un gesto che è rimasto nel Libro d’Oro della nostra marineria. Rimorchiare le loro zattere per salvarli e, poi, ospitarli addirittura nello spazio claustrofobico del battello non fu solo una prova di generosità, ma mise a rischio la vita dell’equipaggio.

Nell’attesa di vedere il film, per chi volesse immergersi nell’atmosfera vissuta da Todaro consiglierei di vedere su “YouTube” gratuitamente “Uomini sul fondo”, film girato nel 1940 con l’assistenza di Roberto Rossellini: un’opera che, sebbene voluta dalla propaganda dell’epoca, anticipa la forza del neorealismo. In rete è disponibile anche il film del 1954 «La grande speranza» di Duilio Coletti, che ricorda, in forma romanzata, le vicende del Cappellini e, in particolare, il salvataggio dei naufraghi del Kabalo.

Oggi intendo ricordare un Uomo, che non sognava un mondo senza confini o identità. Salvatore Todaro era un Uomo, che non sognava un mondo senza armi e senza guerra. Appartiene a quella schiera di Militari morti per la nostra Nazione, per difendere Valori che, oggi, in tanti sono fortunatamente liberi di ritenere persino superflui o retrogradi.

L’auspicio è che il lettore che ha avuto la pazienza di leggere tutto quest’articolo, così come lo spettatore che vedrà il film su Todaro, possa riappropriarsi, al di là dei revisionismi, di una Storia fatta di eroismo italiano – militare oltre che umanitario – purtroppo spesso rimosso. Mi auguro che il film possa restituire alla Nazione il Comandante nella sua autenticità, anche nelle sue apparenti contraddizioni, ma senza polemiche e senza che nessuno se ne serva per sbandierare “concetti ideologici” moderni che il nostro Eroe forse non avrebbe mai condiviso.

Uno studio Eurispes mette a confronto l’economia del Mezzogiorno con quella della Germania dell’Est

POLITICA di

La storica frattura tra il Nord e il Sud del nostro paese ha radici antiche e problemi strutturali che ne rendono ardua la risoluzione. Il divario tra un Settentrione sviluppato e moderno ed un Meridione arretrato sembra cristallizzato e difficile da colmare. In questo contesto, il paragone con la Germania e la sua riunificazione può offrire utili spunti di riflessione.

La recente ricerca Eurispes “Mezzogiorno e Germania Est: un confronto” coordinata da Luigi Ruscello e pubblicata nella collana dedicata agli studi dell’Eurispes di Rubbettino Editore, si concentra proprio sul raffronto tra la condizione del Meridione d’Italia e quella della Germania Orientale prima della caduta del Muro. Lo studio prende in esame vari fattori socio-economici, dall’andamento demografico al Prodotto Interno Lordo, dai consumi al mercato del lavoro. Il quadro che ne emerge è di un dualismo italiano più marcato e difficile da sanare rispetto alla frattura tedesca.

In Germania, dopo un crollo iniziale, l’Est ha iniziato una lenta ma costante rincorsa grazie ad ingenti investimenti pubblici mirati. In Italia non c’è stato nulla di simile e lo sviluppo del Sud langue. Anche sotto il profilo demografico, nonostante i flussi migratori interni, la popolazione orientale tedesca tende a ridursi meno drasticamente di quella meridionale.

Passando all’economia, il Pil pro-capite del Sud arretra sempre più rispetto al Nord Italia, mentre quello dell’Est recupera parte del divario con l’Ovest tedesco. Il segreto è tutto nelle risorse stanziate per la coesione territoriale: in Germania si è investito in cinque anni oltre il doppio di quanto speso in Italia in quasi cinquant’anni.

I tedeschi, insomma, hanno fatto sistema e pagato un prezzo per riunificare non solo formalmente il loro paese. In Italia si sono alternate leggi speciali senza una vera strategia di riequilibrio. Anche nei consumi, l’Est tedesco ha superato il Meridione, che langue nonostante un tenore di vita un tempo migliore.

In conclusione, la comparazione tra doti e virtù teutoniche e debolezze italiane appare impietosa. Certo i tedeschi sono noti per la loro laboriosità e il senso di appartenenza alla comunità, mentre da noi il campanilismo la fa da padrone. Eppure, guardando al modello germanico, emerge chiaro che servirebbero ingenti capitali pubblici vincolati per il Sud, insieme ad un progetto di crescita che parta dal basso, dalla società civile e dall’imprenditoria locale.

Senza un piano organico di rilancio e una visione d’insieme, il Mezzogiorno rimarrà indietro. Le infrastrutture da sole non bastano: c’è bisogno di creare lavoro, assistenza sociale, servizi. Bisogna puntare su giovani e donne, troppo spesso costrette a emigrare. Serve insomma un nuovo sentimento di unità nazionale, altrimenti l’Italia rimarrà spezzata in due. Il confronto con la Germania, tra luci e ombre, può essere uno stimolo a non rassegnarsi ad un destino a due velocità.

Simulano acquisto libri per ottenere bonus cultura, 4 indagati

SOCIETA' di

Guardia di Finanza sequestra beni e immobili per un milione. Beni mobili e immobili sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, su disposizione del Gip della Capitale, nei confronti di quattro persone accusate di una frode ai danni dello Stato per circa un milione di euro. Le indagini hanno permesso di fare piena luce su un’attività che, attraverso social network, proponeva, previa decurtazione di un compenso, la monetizzazione del voucher ai neo-diciottenni beneficiari del bonus “Cultura-18app”. Leggi Tutto

Tlc: Urso, Italia per contributo operatori ma necessario approfondimento

ECONOMIA di

“Tutti gli operatori del mercato che traggono vantaggio dalla trasformazione digitale devono contribuire in modo equo e proporzionato ai costi delle infrastrutture, dei servizi e dei beni pubblici, a beneficio di tutte le persone che vivono nell’Ue. Ma per affrontare il tema della “Fair and proportionate contribution” sulla connettività del futuro l’Italia ritiene opportuno maggiori approfondimenti da parte della Commissione e più tempo per valutare l’impatto sulle infrastrutture di rete da parte dei flussi delle OTT”. Leggi Tutto

Codice Ateco: cos’è, come e perché è importante scegliere quello più adatto alla tua attività

ECONOMIA di

Codice Ateco: cos’è, come e perché è importante scegliere quello più adatto alla tua attività.

Nel momento in cui si sta per aprire Partita Iva uno degli aspetti da indicare in maniera prioritaria è il cosiddetto codice ATECO. Si tratta di qualcosa che risulta indispensabile per diversi adempimenti di tipo fiscale e contributivo.

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La situazione in Medio Oriente dopo il 7 Ottobre

L’attacco che Hamas ha condotto contro lo Stato di Israele, lo scorso 7 Ottobre, rappresenta un ulteriore episodio del conflitto che devasta il Medio Oriente da circa un secolo (anno più, anno meno).

Per poter comprendere tale nuova fase di questa guerra infinita, è necessario esaminare gli aspetti che ad essa sono connessi al fine di potere avere una visione complessiva del suo significato.

Come tutti i conflitti, anche questo si svolge su piani paralleli ineluttabilmente interconnessi e le cui conseguenze richiedono una comprensione d’insieme per identificare le eventuali ipotesi di soluzione. Leggi Tutto

Maurizio Iacono
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