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Guerra in Ucraina - page 5

Ucraina. Kharkiv sotto attacco

 

UCRAINA: DA AMNESTY INTERNATIONAL LE TESTIMONIANZE DALLA CITTÀ DI IZIUM, ASSEDIATA DALLE FORZE RUSSE DAL 28 FEBBRAIO. Tra il 9 e il 12 marzo Amnesty International ha raccolto drammatiche testimonianze di persone evacuate dalla città di Izium, nella regione ucraina orientale di Kharkiv, assediata e bombardata dalle forze russe dal 28 febbraio e i cui abitanti rimasti e rifugiati nelle cantine e nei sotterranei sono ormai a corto di cibo e di acqua. “Decine di piccoli centri dell’Ucraina sono sotto costanti attacchi e i loro abitanti sono al centro degli scontri armati o sono assediati dalle forze russe. Le testimonianze che abbiamo raccolto rivelano il terrore di persone Leggi Tutto

UCRAINA: AL VIA DOMANI PRIMA MISSIONE DI EVACUAZIONE CIVILI DELLA CROCE ROSSA ITALIANA. FRANCESCO ROCCA SARA’ SUL POSTO PER RACCOGLIERE LE NUOVE NECESSITA’ DELLA CROCE ROSSA UCRAINA

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 Al via la prima missione di evacuazione di civili della Croce Rossa Italiana dall’Ucraina: un convoglio partirà domani per Leopoli con l’obiettivo di portare in Italia oltre 60 persone fragili (bambini, anziani, diversamente abili ecc.). Parallelamente, il Presidente Francesco Rocca si recherà a Vinnytsia e Chernivtsi per raccogliere richieste e necessità della Croce Rossa Ucraina.

“Da settimane – sottolinea Francesco Rocca, Presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC) – la CRI ha messo in atto un ponte umanitario importante per rispondere alle enormi necessità della Croce Rossa Ucraina, inviando numerosi convogli di aiuti. A questo, ora si aggiunge la richiesta di evacuazione di civili fragili alla quale abbiamo dato prontamente risposta, mettendo a disposizione tutte le nostre forze. Un convoglio, infatti, partirà nella notte tra giovedì 17 e venerdì 18 marzo alla volta di Leopoli. Leggi Tutto

I DUE GRATTACAPI PER L’UCRAINA: IL SUPPORTO MILITARE RICHIESTO E IL PROBLEMA DELLA NEUTRALITÀ

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Da settimane si sta discutendo attorno al tema dell’approvvigionamento di strumenti militari a favore delle forze militari ucraine che devono difendersi dall’aggressione della Russia, iniziato il 24 febbraio. Alcuni Stati membri dell’Alleanza atlantica hanno già inviato delle armi, altri hanno garantito al più presto tale approvvigionamento, come gli Stati Uniti che hanno garantito anche l’assistenza finanziaria per la sicurezza in Ucraina, la stessa Germania che, inizialmente, era restia all’esportazione di armi in una zona bellica, ha poi deciso di consegnare una serie di strumenti militari alle forze militari ucraine, anche il resto degli Stati si sono ritrovati sullo stesso binario del rifornimento di armi e dispositivi di protezione al governo ucraino.

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Crisi ucraina: le ultime dal fronte

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Ieri si è chiusa un’altra giornata di guerra. Un’altra giornata, l’ennesima, tra bombe enegoziati senza reali prospettive di successo.

A Kiev i bombardamenti vanno avanti senza tregua e non accennano a diminuire. Nella capitale è stato attaccato un altro palazzo residenziale ed è stato indetto un coprifuoco di 36 ore.

Anche a Mariupol la situazione continua ad essere tragica.  Stando alle parole del suo sindaco, Vadim Bojenko, nella città le truppe russe starebbero tenendo in ostaggio 400 persone, compresi medici e pazienti, all’interno di un ospedale. Tuttavia, sempre da Mariupol, in queste ultime ore sarebbero riuscite a uscire almeno duemila auto anche se le persone che vorrebbero uscire dalla città e non vi riescono sarebbero circa 350.000.

Secondo “La Tass”, inoltre, l’esercito di Putin avrebbe preso il controllo della città portuale di Berdiansk, centro abitato di 100 abitanti sul Mar d’Azov.

Sul fronte diplomatico continuano a farsi sentire incessanti le parole di Volodymyr Zelensky, il quale durante un colloquio con i dirigenti della Joint Expeditionary Force (corpo di spedizione militare del Regno Unito) ha dichiarato che: <<E’ chiaro che l’Ucraina non è un membro della Nato. Lo capiamo. Per anni abbiamo sentito parlare della presunta porta aperta, ma abbiamo sentito dire che non dovremmo entrarvi. E’ vero. Va riconosciuto. Comprendiamo che non siamo nell’Alleanza>>.

Queste parole del Presidente ucraino insieme a quelle con le quali è tornato a chiedere la “no fly zone” saranno sicuramente dibattute la prossima settimana quando il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sarà in Europa. Intanto a rispondere sulla questione Nato ci ha pensato il suo Segretario Generale, Jens Stoltenberg, che ha ribadito che un intervento militare dell’Alleanza Atlantico è previsto solo quando a subire un attacco è un suo Stato Membro.

Ieri sera a Kiev, inoltre, sono arrivati tre Primi Ministri dall’Est Europa: il polacco, Mateuz Morawieck, il ceco, Petr Fiala e lo sloveno. I tre si sono riuniti nella capitale ucraina per incontrare il Presidente Zelensky allo scopo di assicurare il loro sostegno e quello della Ue e presentare il pacchetto di iniziative adottato dall’Unione.

Intanto vanno avanti anche i negoziati tra Russia e Ucraina. Il vicecapo dell’ufficio del presidente ucraino al canale televisivo N24 ha chiarito che << Sono in corso i negoziati tra le delegazioni. Nei primi round la Russia non era pronta ad ascoltare la nostra posizione, ha posto degli ultimatum: che l’Ucraina deve arrendersi, deporre le armi, che il nostro presidente firmerà una resa. Ora, la Russia ha un tono un po’ diverso. La posizione ucraina è stata ascoltata, i negoziati sono diventati più costruttivi. Stiamo parlando di un accordo futuro, dopo la guerra>>.

Tuttavia, questo moderato ottimismo da parte della delegazione ucraina è stato prontamente stroncato da Putin che in una delle sue ultime dichiarazioni ha affermato che l’Ucraina non è seria nel voler trovare una soluzione mutualmente accettabile.

Ucraina: Garantire la sicurezza.

Ucraina: i corridoi umanitari non sono sicuri, nuove testimonianze. Servono osservatori nazionali

11 Marzo 2022

Photo by Andriy Dubchak/dia images via Getty Images

Ai civili le cui abitazioni sono state distrutte e a coloro che, temendo per la propria vita, sono costretti a fuggire dai bombardamenti russi in Ucraina dev’essere garantito l’accesso a corridoi umanitari sicuri. Lo ha dichiarato Amnesty International, ricordando che da due settimane in Ucraina migliaia di persone vivono sotto bombardamenti illegali e milioni sono state costrette a sfollare. Gli attacchi delle forze russe alla popolazione civile ucraina e le furiose distruzioni delle infrastrutture necessarie alla vita quotidiana violano le Convenzioni di Ginevra e altre norme internazionali, e devono cessare. Come minimo, devono essere garantiti i percorsi sicuri di evacuazione, tuttavia questi corridoi, fino ad oggi, si sono rivelati inaffidabili e pericolosi. Ucraina e Russia hanno raggiunto il primo accordo sui corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili e sull’ingresso degli aiuti umanitari il 3 marzo, ma la loro attuazione è stata lenta e limitata. È urgente che ai civili che cercano riparo dai bombardamenti, compresi quelli le cui abitazioni sono state distrutte, siano garantiti percorsi sicuri di evacuazione. Inoltre, è importante che queste persone non siano costrette a trasferirsi nei territori controllati dalla Russia, compresi la Crimea e il Donbass, o nella stessa Russia.

“Occorre istituire autentici corridoi umanitari in modo veloce, efficace e sicuro. I civili non possono andare incontro a rischi addirittura maggiori mentre cercano di allontanarsi dal conflitto”, ha dichiarato Agnès Callamard, Segretaria generale di Amnesty International.

“Prendere di mira civili e obiettivi civili, così come portare a termine attacchi indiscriminati, è vietato dal diritto internazionale. Tutti gli attacchi illegali devono cessare. Questo urgente bisogno di corridoi umanitari è la conseguenza diretta del tradimento della Russia dei suoi obblighi legali”, ha aggiunto Callamard. Le autorità ucraine hanno chiesto percorsi di evacuazione dei civili dalle città di Mariupol, Enerhodar, Sumy, Izyum e Volnovakha, sottoposte a pesanti bombardamenti. Hanno inoltre chiesto percorsi verso la capitale per i residenti di alcune città vicine a Kiev, come Bucha, Irpin e Hostomel. Dalle testimonianze raccolte da Amnesty International, ciò non è stato possibile a causa dei continui bombardamenti russi. Amnesty International chiede a tutte le parti di accordarsi sull’istituzione di corridoi umanitari ben organizzati e sicuri e di rispettare in buona fede questi accordi, fornendo alla popolazione civile mezzi di trasporto accessibili e tempo sufficiente per un’evacuazione sicura. L’organizzazione internazionale chiede inoltre che sia garantito l’accesso a osservatori internazionali che monitorino questi passaggi sicuri. Le forze russe non devono ricorrere a quegli assedi illegali di civili che ricordano quelli della capitale cecena Grozny e delle città della Siria, sottoposte a bombardamenti indiscriminati e ad attacchi alle infrastrutture civili, con la popolazione costretta a scegliere tra la resa e la fame.

Gli attacchi a Irpin

Il 6 marzo nei pressi di Irpin, un sobborgo alla periferia di Kiev, le forze russe hanno aperto il fuoco contro un punto di passaggio per l’evacuazione dei civili, uccidendo diversi di loro. Questa è la testimonianza di una donna, che faceva parte di un convoglio di 12 automobili che recavano la scritta “bambini”, che tentava di lasciare Irpin: “In due o tre minuti, dopo aver superato un carro armato distrutto, hanno iniziato a sparare. Una donna di 30 anni è morta e con lei una donna di 60 anni, la madre di una parente che era nella mia automobile. Mio cognato ha riportato una frattura a un braccio, l’autista ferite alle costole. Io sto bene, ho solo una piccola ferita alla testa”. I giornalisti che stavano effettuando riprese nella zona hanno riferito di un altro attacco che ha ucciso quattro persone, tra cui una donna e due dei suoi tre figli. Hanno parlato di spari e colpi di artiglieria a ripetizione: ciò fa pensare che si sia trattato di attacchi indiscriminati o sproporzionati, dunque violazioni del diritto internazionale umanitario.

@Photo by SERGEI SUPINSKY/AFP via Getty Images

“Impossibile andare via”

Amnesty International teme che alcuni gruppi di persone che cercano di lasciare le zone di conflitto vadano incontro a ulteriori difficoltà: persone con disabilità, anziani, persone con problemi di salute che sono meno in grado di lasciare facilmente le proprie abitazioni, cercare riparo durante gli attacchi o ricorrere a cure mediche. Elena Kozachenko, una donna di 38 anni di Chernihiv, sta facendo cicli di chemioterapia a seguito di un tumore al seno: “Ho il cancro e ho bisogno di cure mediche. L’ultimo ciclo di chemioterapia è stato il 23 febbraio. Il prossimo dovrebbe essere il 16 aprile. Devo eseguire dei controlli ma l’ospedale oncologico si trova in una zona costantemente bombardata. Ho troppa paura per andarci. Restare in Ucraina per una persona nelle mie condizioni sarebbe un suicidio. Ma andarsene è impossibile. Sono un bersaglio vivente”. Molte persone anziane, oltre alle difficoltà di lasciare le proprie abitazioni, non voglio andarsene dai luoghi dove hanno vissuto per decenni, se non per tutta la vita. Rita, medico di famiglia di 64 anni residente a Kiev: “Kiev è una città antica. Le persone anziane, quelle con mobilità limitata, non possono scendere dalle proprie abitazioni al piano terra. Col buio disattivano la corrente elettrica così pensano di non attirare i bombardamenti. È come se fosse una condanna a morte. Se non possono usare l’ascensore, restano bloccate in casa”. Un membro del consiglio regionale di Kiev, che rappresenta Irpin, Bucha e altre comunità sotto l’assedio russo, ha aggiunto: “Sono per lo più gli anziani a rimanere. È più sicuro per loro rimanere a casa piuttosto che muoversi senza soldi o cibo. È il luogo in cui sono nati, lo conoscono, conoscono i vicini, temono che altrove nessuno li aiuterà. E comunque non hanno i soldi per andarsene”. Alle persone anziane e quelle con disabilità, così come altri gruppi particolarmente a rischio, dev’essere data priorità così come previsto dal diritto internazionale umanitario. L’organizzazione e la comunicazione sull’evacuazione e sui corridoi umanitari sicuri devono essere inclusivi e le informazioni, i trasporti e gli altri servizi devono essere accessibili a ogni persona. Da tutta l’Ucraina, le persone intervistate da Amnesty International hanno riferito di vivere in luoghi sovraffollati in cui scarseggiano cibo, acqua e medicinali. A causa degli incessanti bombardamenti russi, ci sono persone bloccate nei propri appartamenti da giorni, senza riscaldamento, elettricità e linee telefoniche funzionanti.

La forzatura della Russia di distorcere il diritto internazionale pur di motivare l’aggressione all’Ucraina

Guerra in Ucraina di

Ormai, è ben palese la condotta russa di occupare manu militariuno Stato indipendente e sovrano come l’Ucraina, membro delle Nazioni Unite, che ha tracciato la flagrante violazione dell’articolo 2, paragrafo 4, della Carta onusiana, la qualebandisce il ricorso ad ogni strumento bellico contro l’integrità territoriale di uno Stato.

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admin
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