GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Sugli scaffali il nuovo libro di Gaetano Armao: Francesco Crispi e le riforme amministrative

LIBRI di

È in distribuzione il nuovo lavoro del Prof. Gaetano Armao, Delegato del Rettore dell’Università di Palermo per le questioni connesse alla condizione di insularità, dal titolo “Francesco Crispi e le riforme amministrative”.

L’opera analizza il legame tra le riforme attuate dai governi guidati da Francesco Crispi tra il 1887 e il 1896 e la figura dello statista siciliano, inquadrandole nel contesto della modernizzazione dell’Italia post-unitaria.

Partendo dalla formazione giuridica e culturale di Crispi, il libro ne ricostruisce il percorso politico e di governo, fino a quello che viene definito un “impeto riformatore dell’amministrazione”. Le riforme crispine, pur non attuate compiutamente, mutarono profondamente l’organizzazione ministeriale e degli enti locali, ampliarono le funzioni pubbliche nel sociale e nella sanità, introdussero la tutela giurisdizionale verso la pubblica amministrazione. Furono anche prospettate, seppur non realizzate, riforme in senso regionale e del sistema agrario, che videro la luce solo con l’avvento della Repubblica.

Secondo Armao, più che una “seconda unificazione”, le riforme rappresentarono il primo grande intervento di modifica strutturale dello Stato liberale, frutto del rapporto tra la cultura giuridico-amministrativa di Crispi e il suo impegno politico e di governo. Una figura complessa quella di Crispi, che mirava comunque alla modernizzazione e all’efficienza dello Stato.

Il libro offre interessanti spunti di riflessione oggi, in una fase in cui riforme come quelle del PNRR e sul regionalismo impongono di guardare al passato, cogliendone aspetti utili ad affrontare sfide e difficoltà del presente.

E’ possibile ordinare il libro dal sito della Palermo University Press cliccando il link seguente:

https://unipapress.com/book/francesco-crispi-e-le-riforme-amministrative/

Il Texas proclama il 2 giugno “Giornata del Patrimonio Italiano”

Americas di

Il Texas ha sempre avuto un forte legame con l’Italia e la cultura italiana. Con la proclamazione del 2 giugno come Giornata del Patrimonio Italiano, il Texas riconosce ufficialmente l’importanza della cultura italiana nella storia e nella società del Lone Star State.

La SCR8, patrocinata dal Representative Giovanni Capriglione e approvata all’unanimità da entrambe le camere legislative, è un passo importante per celebrare il contributo degli italoamericani alla storia e alla cultura del Texas. La firma del governatore Greg Abbott ha dato il via libera ufficiale alla celebrazione della Giornata del Patrimonio Italiano.

La data del 2 giugno è significativa poiché segna l’anniversario della Festa della Repubblica Italiana, un evento storico che ha segnato la fine della monarchia in Italia e l’inizio della Repubblica. Il 75° anniversario della Costituzione italiana ha reso l’occasione ancora più speciale.

Il senatore Tan Parker ha sottolineato l’importanza di celebrare gli immigrati italiani che hanno contribuito alla storia del Texas e ha sottolineato la necessità di onorare l’eredità degli italoamericani che hanno fatto del Texas la loro casa.

Vincenzo Arcobelli, rappresentante della comunità italoamericana nel Texas, ha espresso la sua gratitudine per l’approvazione della SCR8 e ha sottolineato l’importanza di questa giornata per rafforzare la politica, l’economia e l’amicizia tra l’Italia e il Texas.

La celebrazione della Giornata del Patrimonio Italiano è un’opportunità per tutti i texani di onorare la cultura italiana e di apprezzare il contributo degli italoamericani alla storia del Texas. Questo evento rappresenta anche un’opportunità per rafforzare i legami tra l’Italia e il Texas e per promuovere una maggiore comprensione e consapevolezza della cultura italiana negli USA.

Be Your Best You: un libro sulla leadership ed il successo

LIBRI di

La professoressa Mary Kovach, ha pubblicato il suo terzo libro di business intitolato “Be Your Best You: The Ultimate Research-Based Guide to Outstanding Leadership”.

In pochi giorni, il libro ha guadagnato nove posizioni al primo posto su Amazon in Canada, tra cui il Best Seller in Behavioural Psychology eBooks, Industrial Management (Kindle) e Operations Research (Kindle). Ha anche raggiunto il primo posto nelle nuove uscite di Amazon in Behavioural Psychology eBooks, Business Management & Leadership, Behavioural Science eBooks, Business & Investing, Professional Science Books e categorie professionali e tecniche.

L a professoressa Kovach ha affermato: “Questo libro si concentra sull’abbinamento naturale della tua personalità a uno (o più) dei modelli di leadership che ti si adattano meglio”. Applicando le sue certificazioni LEAN Six Sigma Black Belt e Agile, abbinando ogni stile e teoria di leadership con uno strumento efficiente ed efficace, per aiutare nello sviluppo della leadership. Inoltre, ogni stile ha tre domande di riflessione da considerare.

Oltre a ogni stile di leadership, la ricerca della della Kovach consiste in quattro contesti (business, educazione, sport e militare) che contengono molteplici studi meta e globali che illustrano l’impatto diretto dell’applicazione di specifici stili di leadership per dimostrarne l’efficacia. “Questo libro è per chiunque voglia sviluppare o migliorare le sue abilità di leadership con uno sguardo introspettivo e strumenti applicabili”, ha detto Kovach.

“Be Your Best You: The Ultimate Research-Based Guide to Outstanding Leadership” può essere trovato su Amazon, Barnes & Noble, Books-A-Million, Target e altri importanti rivenditori. Mary Kovach è una professoressa associata con più di 15 anni di esperienza di insegnamento universitario e 15 anni di carriera aziendale.

LE RELAZIONI UNIONE EUROPEA – MOLDAVIA PASSANO (ANCHE) ATTRAVERSO LA NOMINADELLA PORTAVOCE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO

EUROPA di

Il processo di avvicinamento della Repubblica di Moldavia all’Unione europea, iniziato pochi anni dopo la dichiarazione di indipendenza dalla ex Unione Sovietica, sul finire del 1991, si arricchisce, in questi giorni, di un ulteriore tassello. Dal prossimo mese di agosto, infatti, Ecaterina Casinge, capo di gabinetto della presidente moldava Maia Sandu, assumerà l’incarico di portavoce del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sostituendo il suo storico collaboratore, Barend Leyts. La notizia – finora praticamente ignorata dai media italiani – si è diffusa lo scorso 14 luglio, quando, attraverso un comunicato stampa apparso sul sito web del Consiglio europeo, si è appreso che Leyts entrerà nel gabinetto del Primo Ministro belga, Alexander De Croo, in qualità di direttore della comunicazione.

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In libreria: La Massoneria tra filosofia e pedagogia di Mario Donato Cosco per le edizioni Anicia

LIBRI di

L’ultimo lavoro del Prof. Mario Donato Cosco, dal titolo “La Massoneria tra filosofia e pedagogia” (Anicia, 2023), delinea un quadro ordinato e di immediata comprensione della realtà massonica,  caratterizzandosi anche come strumento per sottolineare i principi e i valori sostanziali della Libera Muratoria.

Atteso che puntualizza la storia, le finalità, la valenza formativa ed i riferimenti valoriali dell’Istituzione massonica, si rivolge, ad un tempo, al mondo massonico e a quello cosiddetto “profano”. Rispetto a quest’ultimo, in particolare, si configura come tentativo volto a rendere più intellegibili i temi che maggiormente hanno contrassegnato la comune riflessione sull’argomento. Ciò nella consapevolezza dell’impossibilità di analizzare ed illustrare, in un’opera di taglio informativo, la dimensione esoterica e spirituale, inerente a un Ordine iniziatico tradizionale qual è la Massoneria.

Dopo un’agile e felice sintesi sulle origini, il significato e gli sviluppi della Massoneria in Europa, indiscutibilmente apprezzabile risulta la puntualizzazione relativa alla Massoneria intesa come visione della vita.

Accurato e puntuale si rivela il capitolo dedicato agli “Interpreti”: funge da propedeutica calibratura filosofica per “aprire” il “discorso pedagogico”. L’autore passa in rassegna, attraverso scrupolosi e inequivocabili richiami alle opere, il pensiero di G. E. Lessing, J. G. Herder e J. W. Goethe, per il periodo storico compreso tra l’Illuminismo e il classicismo. Mentre G. E. Lessing auspica che un’élite di uomini, spiritualmente superiori, assumano la guida della società, per rimodellarla libera dalla violenza e dal dispotismo e identifica questa élite proprio nella Massoneria; J. G. Herder coltiva il sogno di salvare l’umanità attraverso l’educazione, con il richiamo alla mutua assistenza ed all’amore per il raggiungimento dell’umana felicità. J. W. Goethe, a sua volta, affida, tra l’altro, alla sua famosa poesia, “Che cos’è la Massoneria” l’essenza iniziatica della Massoneria, declinata in atteggiamenti e comportamenti quotidiani.

Ritenendo quella di J. G. Fichte una dottrina massonica fondamentale, l’autore riserva al padre dell’Idealismo tedesco una trattazione a parte, circostanziata e molto dettagliata: emerge con chiarezza la concezione del filosofo sull’istituzione massonica. Fichte affida al “dotto”, educatore dell’umanità, la missione di guidare la società sul sentiero dell’elevazione culturale e spirituale; mentre nelle “Lezioni” che costituiscono la sua “Filosofia della Massoneria” formalizza la sua ipotesi filosofica sull’Istituzione iniziatica.

Per concludere l’esame della dimensione filosofica della Massoneria, l’autore rivolge la sua attenzione verso l’età contemporanea. Si sofferma, in particolare, a considerare il contributo di J. R. Kipling e di G. Di Bernardo. Il primo declina la sua concezione massonica disseminandone i riferimenti tra le sue numerose opere letterarie; il secondo riprende il sentiero filosofico sull’essenza della Massoneria strutturandolo in un’opera specifica.

L’ultimo capitolo del testo, il più corposo, è dedicato alla “Pedagogia della Massoneria”. Prendendo le mosse dall’esame dei concetti di formazione umana e educazione, Mario D. Cosco procede con un singolare e innovativo parallelismo tra Pedagogia e Massoneria. Non trascura, altresì, un’analisi del ruolo giocato dalla Massoneria nel processo di definizione del Sistema scolastico italiano negli anni post-unitari fino all’avvento del Fascismo. 

Molto utile e apprezzabile rimane, infine, la tematizzazione conclusiva: l’autore s’intrattiene a considerare e “spiegare” le ragioni storiche, le matrici religiose e le motivazioni etico-politiche dell’attuale percezione sociale della Massoneria. Illuminanti, in particolare, sono le pagine finali dedicate ai chiarimenti concettuali.

Si tratta di un testo reso ancor più interessante, per un verso, dalla capacità di sintesi che innerva di equilibrio l’intera trattazione; per altro verso, per il linguaggio scorrevole e, sotto alcuni aspetti, accattivante, che nasconde una profonda padronanza degli argomenti, di volta in volta, affrontati. Infine, non si può sottacere l’onestà intellettuale che informa di sé tutta la ricerca e l’originalità di alcune tesi.

L’ultima segnalazione va riservata alla ricca bibliografia, che la lettura del testo conferma realmente esplorata e assimilata, dimostrando così, ulteriormente, il valore considerevole del saggio. Il saggio non vuole offrire risposte, ma suscitare curiosità e sollecitare ulteriori approfondimenti personali calibrati sulla sensibilità e sugli interessi personali del lettore.

L’Assemblea della Corsica delibera sull’insularità e si ispira al modello siciliano

Politics di

La Corsica ha deciso di rafforzare la propria autonomia nella prospettiva dell’insularità, un dato irreversibile a livello nazionale ed europeo. Questa scelta è stata ufficializzata nell’ultima delibera dell’Assemblea corsa, in cui viene espressamente citata la definizione d’insularità adottata dalla Regione Siciliana.

La definizione di insularità, così come definita dal Professore Gaetano Armao, delegato dal rettore dell’Università di Palermo alle questioni dell’insularità, è diventata un punto di riferimento fondamentale per le isole europee. Il Professore Armao, nella passata legislatura siciliana, ha ricoperto le cariche di Assessore all’economia e vicepresidente del governo regionale in Sicilia, dimostrando una grande passione per le tematiche insulari unita alla determinazione nel perseguirne il definitivo riconoscimento all’interno dei sistemi giuridici nonché promuovere la predisposizione di misure atte a mitigarne gli effetti sulle economie insulari, Sicilia in primis.

L’insularità, come evidenziato dalla ricerca scientifica condotta in questi anni, rappresenta una sfida e una opportunità per le isole europee. La Corsica, seguendo l’esempio della Sicilia, ha deciso di impegnarsi a livello scientifico e civile per valorizzare le proprie peculiarità e per promuovere uno sviluppo sostenibile e integrato del proprio territorio.

La scelta della Corsica di guardare alla Sicilia come riferimento costituzionale e all’Università di Palermo come punto di riferimento teorico nella definizione dell’insularità, rappresenta un’ulteriore riscontro sul percorso intrapreso dalla Sicilia, insieme alle altre isole europee, ed essa continuerà a rappresentare una risorsa strategica per l’Europa, svolgendo un ruolo fondamentale nella costruzione di una società “Mediterranea” più equa e sostenibile.

Nel giorno della commemorazione della canonizzazione di Santa Madre Cabrini, l’autore della biografia di Sellaro riceve targa da Suor Azevedo Da Silva

Americas di
Nella giornata dedicata alla celebrazione della canonizzazione di Santa Francesca Saverio Cabrini, la Superiora Generale Suor Maria Eliane Azevedo Da Silva ha donato una targa raffigurante la fondatrice dell’ordine delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù a Carmelo Cutuli, autore della biografia di Vincenzo Sellaro e fondatore del capitolo di Roma dell’Order Sons and Daughters of Italy in America.
 
La figura di Santa Cabrini, che ha dedicato la sua vita a sostenere la comunità degli italiani emigrati in America, si è spesso intersecata con quella di Vincenzo Sellaro, il medico siciliano che ha fondato i Figli d’Italia in America e ha curato centinaia di emigrati italiani durante la sua carriera medica negli Stati Uniti.
 
Sellaro istituì, agli inizi del XX secolo, un consiglio di medici bilingue per affrontare il problema della barriera linguistica tra i pazienti italiani e il personale medico americano anche contribuendo alla creazione di un ospedale dove la lingua parlata fosse l’italiano. L’ospedale, il Columbus Italian Hospital, fu finanziato principalmente dalle società di mutuo soccorso italo-americane di New York e aperto nel 1902. Sellaro ne divenne il capo del reparto ginecologico dell’ospedale, lavorando in stretta collaborazione con le Suore Missionarie del Sacro Cuore di Gesù.
 
Il Columbus Italian Hospital, in seguito, incorporò l’Italian Hospital per formare il Cabrini Medical Center di Gramercy, Manhattan, che ha continuato la tradizione di assistere la comunità degli italiani emigrati in America. Tuttavia, a causa della chiusura del pronto soccorso, il Cabrini Medical Center chiuse definitivamente i battenti nel 2008.
 
Nonostante la chiusura del centro medico, la memoria di Santa Cabrini e di Vincenzo Sellaro continua a vivere attraverso le organizzazioni che hanno fondato e il lavoro che hanno svolto per sostenere la comunità degli italiani emigrati in America. La donazione della targa a Cutuli è un segno tangibile dell’importanza della loro eredità e della loro capacità di ispirare e guidare le future generazioni di italo-americani.

Pietrini (YOURgroup): cerchiamo manager eccellenti per i family business italiani… e non solo

Approdi manageriali di

In Italia convivono due mondi, tra loro paralleli: il mondo dei cosiddetti Family Business e il mondo delle grandi aziende.

Esiste tuttavia una grande differenza tra il primo gruppo, quantitativamente molto più numeroso e diversificato, vera ossatura imprenditoriale del Paese, e il secondo: la managerialità.

Le grandi aziende possono utilizzare manager di grande qualitàche hanno avuto esperienze internazionali, con master e MBA con una formazione permanente fornita sia dalla azienda stessa che acquisita dai manager stessi. Queste risorse umane sono un valore inestimabile per le grandi aziende.

Le aziende familiari, spesso PMI, seppure ne avrebbero un grande bisogno, difficilmente possono utilizzare le stesse risorse inmodalità permanente, quasi sempre per motivo di costo.

Tuttavia, viviamo in un contesto dove i cambiamenti ormai sono continui. Se prima del Covid un cambiamento rilevante aveva luogo ogni 3-5 anni, dopo la pandemia le crisi, sono diventate annuali: durante il Covid abbiamo avuto la crisi commerciale Usa-Cina, che ancora oggi non stenta a decrescere di intensità. Abbiamo avuto la crisi energetica (con prezzi prima decrescenti poi crescenti). Lo scenario ucraino ha portato a nuovi fenomeni estremi: speculazione sulle materie prime alimentari, edilizie e industriali. Una crescente richiesta di prodotti energetici. L’aumento violento di domanda di materie prime a cui non faceva seguito la fornitura delle stesse a prezzi accessibili.

Tutti questi eventi richiedono alle aziende una capacità di adattamento ai cambiamenti che si gioca in pochi trimestri. Le aziende che non sono capaci di metabolizzare i cambiamenti rischiano di innescare un circolo vizioso, nel loro sistema interno, che le può portare al crollo.

In questa chiave deve essere vista la nuova figura dei Fractional Manager. Coloro che supportano una PMI nelle fasi sfidanti della sua crescita in ambienti complessi e volatili.

La domanda supera l’offerta

Quando ho creato YOURgroup ero convinto che delle figure frazionali, che potessero operare con dinamiche più fluide rispetto ai dipendenti, sarebbero state apprezzate dal mercato. Mai mi sarei aspettato una crescita della domanda così veloce”. Spiega Andrea Pietrini, chairman di YOURgroup, leader di mercato quando si parla di fractional manager.

Le PMI negli ultimi anni hanno compreso che una crescita solida richiede manager con grandi esperienze lavorative, con una rete di contatti di valore e una competenza basata su hard e soft skill. Queste figure, tuttavia, se assunte in pianta stabile hanno dei costi che le PMI difficilmente possono permettersi.”

YOURgroup è cresciuta in circa 10 anni da poche decine a oltre 250 partner. Da un singolo verticale, yourCFO, dedicato ai CFO e alla finanza operativa d’impresa, oggi conta ben 9 verticali che coprono tutte le aree manageriali: dal general management al marketing, sales, risorse umane, acquisti, digitale, operation e legale d’impresa.

Riceviamo ogni mese circa 250 CV di grande qualità. La selezione è strutturata in ben sette fasi e solo un numero ristrettissimo di candidati viene associato. La vera ricetta del nostro successo è proprio la qualità delle persone. Le aziende che scelgono i nostri partner sono coscienti che il nostro standard operativo è estremamente elevato.”

Se consideriamo il numero di Pmi in Italia che necessita di figure apicali, frazionali, e il numero di manager che può mettere in campo YOURgroup ci si rende conto velocemente che la domanda supera l’offerta di 1.000 a 1.

Allo stato attuale, specialmente dopo la pandemia, la nostra capacità di evadere le richieste, in particolare su alcune funzioni (CFO, CHRD, Operation, per citare le figure più ricercate) è costantemente messa alla prova. Fortunatamente stiamo rilevando anche un interessante fenomeno di ritorno: molti manager italiani che hanno lavorato per anni all’estero desiderano tornare in Italia. Il problema è che, per come è strutturato il nostro mercato del lavoro, non è facile per una o un manager tra i 45 e i 55 anni, con competenze ampie e strutturate, tornare nel tessuto lavorativo nazionale. Sono manager che si integrano perfettamente con il nostro modello di business. Hanno un percorso lavorativo sfaccettato, eclettico, con una rete di contatti internazionale, un mindsetglobale. Sono aperti a ogni tipo di contaminazione culturale e lavorativa. A volte per molti di loro rientrare in Italia è una scelta dettata da esigenze familiari o di work-life balance. Altri, semplicemente, sentono la mancanza dell’Italia. In YOURgroup trovano un ambiente altamente stimolante in termini di condivisione e confronto.”

Lavoro smart e fractional management

A differenza del dipendente tradizionale al fractional manager non è sempre richiesto di operare presso l’azienda. Per questo motivo, spesso la figura del fractional opera in parziale smart working. Questa soluzione permette di equilibrare la vita lavorativa con quella familiare, dove il tempo diviene un vero valore che può essere speso con i propri carie sui progetti più rilevanti.

Sin dall’inizio di questa azienda ho voluto che ogni membro si sentisse libero di gestire il suo tempo. Io stesso dopo una vita passata in azienda volevo avere la libertà di decidere dove e come lavorare. Durante la pandemia questa soluzione è stata vincente: dove molte PMI tradizionali erano sotto stress nel gestire risorse remote, noi eravamo abituati a questa formula di lavoro. C’è anche da considerare che questo metodo di lavorare permette a molte e molti manager di poter gestire il tempo familiare in modo dinamico. Molti dei nostri partner hanno figli/e che vanno alle medie, o il liceo: un periodo importante per ogni adolescente, un momento critico che può formare o distruggere un giovane individuo. I nostri partner apprezzano di poter gestire il loro tempo valorizzando sia la loro esperienza lavorativa sia supportando la crescita dei loro figli.

Il futuro è fractional

Se lo scenario attuale è chiaro resta da comprendere come il mercato dei fractional manager andrà ad evolversi nei prossimi anni. L’ecosistema aziendale che ha favorito la crescita del fenomeno fractional appare una costante in evoluzione nei prossimi anni: le crisi e le instabilità di sistema sono in continua crescita. Il fenomeno dell’imprevedibilità richiede spirito di adattamento e, per contro, richiede risorse umane di grande competenza e flessibilità.

Io sono nato in un mondo bipolare, ho vissuto tutta la mia vita da dipendente in un mondo monopolare e oggi vivo la mia vita da imprenditore in un mondo che sempre più diventa multipolare. Posso dire senza dubbio che il mondo che si presenta di fronte a noi occidentali sarà sfidante. I vecchiriferimenti aziendali stanno mutando rapidamente. Le filiere di approvvigionamento e vendita sono sempre più mutevoli. Il nuovo assetto multipolare obbligherà molte PMI a rivedere interi piani aziendali. Per questi cambiamenti, come ho spiegato di recente in una intervista su Fortune serviranno manager frazionale che possano essere attivati immediatamente, che possano operare in contesti sfidanti ma dalle grandi opportunità di crescita.” Conclude Pietrini.

Il futuro è un territorio inesplorato, ma affrontarlo con le giuste risorse lo rende un territorio ricco di opportunità.

Intervista a Paolo Pantani, Vicepresidente del Centro Studi Regione Mezzogiorno Mediterraneo EU-MED

BreakingNews di

In questa intervista abbiamo il piacere di intervistare Paolo Pantani, Vicepresidente del Centro Studi Regione Mezzogiorno Mediterraneo EU-MED, che ci parlerà della sua opinione sulle dichiarazioni di Elon Musk riguardo alla consapevolezza collettiva e alla governabilità dell’intelligenza artificiale. Pantani è un esperto di informatica e tecnologia, nonché un sostenitore del controllo pubblico degli algoritmi per garantire decisioni equilibrate e non discriminatorie. Inoltre, Pantani crede che la cultura mediterranea abbia avuto un ruolo significativo nella storia dell’informatica e auspica un futuro in cui la tecnologia sia al servizio dell’umanità e non viceversa.

Qual è la sua opinione sulle dichiarazioni di Elon Musk riguardo alla consapevolezza collettiva e alla governabilità dell’intelligenza artificiale?
Sono rimasto colpito dalle sue dichiarazioni sulla consapevolezza collettiva come strumento per governare l’intelligenza artificiale. È una prospettiva interessante e innovativa che va al di là del tradizionale approccio individualista degli imprenditori.

Lei ha parlato di autoconsapevolezza come prima componente dell’intelligenza emotiva e di come sia importante nella governabilità dell’intelligenza artificiale. Potrebbe spiegare meglio questa connessione?
Senza intelligenza emotiva non ci sarebbe la intelligenza artificiale. Da informatico, so bene che tutto dipende dagli algoritmi che definiamo e costruiamo noi. Gli algoritmi sono scritti da persone e, di conseguenza, riflettono i loro pregiudizi e le loro convinzioni. È importante comprendere che la consapevolezza di sé e degli altri è fondamentale per scrivere algoritmi equilibrati e non discriminatori.

Lei ha parlato della culla delle civiltà e della figura di Muḥammad ibn Mūsā al-Khwārizmī, il matematico persiano che definì il concetto di algoritmo. Qual è il ruolo della cultura mediterranea nella storia dell’informatica?
La cultura mediterranea ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’informatica. Il concetto di algoritmo, che è alla base della programmazione informatica, è stato definito da al-Khwārizmī, un matematico persiano che visse nell’VIII e IX secolo nel territorio dell’attuale Iran. Il suo nome ha dato la radice latina della parola “algoritmo”. Inoltre, molti altri matematici e filosofi della cultura mediterranea hanno contribuito allo sviluppo dell’informatica, come ad esempio il matematico greco Euclide e il filosofo italiano Giordano Bruno.

Lei ha parlato della “Public Choice Theory” e del controllo pubblico degli algoritmi. Qual è la sua opinione sulla proprietà intellettuale degli algoritmi e sulla possibilità di controllarli?
La proprietà intellettuale degli algoritmi è un tema controverso. Da una parte, è importante garantire la tutela del lavoro degli sviluppatori e degli investitori che hanno finanziato la ricerca e lo sviluppo degli algoritmi. Dall’altra parte, è importante garantire che gli algoritmi siano utilizzati in modo equilibrato e non discriminatorio per tutelare il bene comune. La mia opinione è che il controllo pubblico degli algoritmi sia fondamentale per garantire che le decisioni prese dalle macchine siano equilibrate e non discriminatorie. La “Public Choice Theory”, concettuata dagli studi di James Buchanan, premio Nobel per l’economia del 1986, sostiene che le decisioni pubbliche sono influenzate da interessi privati e che il potere politico è spesso utilizzato per favorire determinati gruppi a discapito degli altri. Nel contesto della intelligenza artificiale, il controllo pubblico degli algoritmi è fondamentale per garantire che le decisioni prese dalle macchine siano equilibrate e non discriminatorie.

Quali sono le sue prospettive per il futuro dell’intelligenza artificiale e del suo impatto sulla società?
Da uomo mediterraneo e “calvinista”, auspico un futuro in cui il controllo degli algoritmi sia pubblico e democratico, e non limitato ai pochi “unti dal Signore”. È fondamentale che la tecnologia sia al servizio dell’umanità e non viceversa. La tecnologia può essere uno strumento per migliorare la qualità della vita delle persone, ma solo se utilizzata in modo equilibrato e responsabile. La mia speranza è che la consapevolezza collettiva diventi un elemento fondamentale nella governance dell’intelligenza artificiale, in modo da garantire che le decisioni prese dalle macchine sianoequilibrate e non discriminatorie e che siano al servizio del bene comune. Inoltre, è importante che la tecnologia non sostituisca completamente l’uomo, ma che sia al suo servizio, in modo da favorire la collaborazione tra uomo e macchina. Questo può essere possibile solo se ci saranno investimenti in formazione e sviluppo di competenze digitali per le persone, in modo da sfruttare appieno le potenzialità della tecnologia e renderla al servizio dell’umanità. Inoltre, è importante che ci sia una regolamentazione adeguata dell’uso dell’intelligenza artificiale, in modo da garantire la sicurezza e la protezione dei dati delle persone e prevenire eventuali abusi. In sintesi, il futuro dell’intelligenza artificiale deve essere un futuro equilibrato, responsabile e al servizio del bene comune.

Il prof. Armao relatore sull’insularità al Congresso della Società internazionale di diritto pubblico (ICON•S)

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Il prof. Gaetano Armao del Dipartimento di Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali (DEMS), delegato del Rettore allo sviluppo ed alla cooperazione nazionale ed europea sulla condizione di insularità, è stato invitato come relatore alla Conferenza annuale dell’International Society of Public Law (ICON- S) tenutasi a Wellington, presso la Te Herenga Waka-Victoria University di Wellington e dal New Zealand Centre for Public Law, dal 3 al 5 luglio 2023, sul tema “Islands and Oceans: Public Law in a Plural World”.

ICON-S è la società scientifica più grande e leader al mondo per i settori del diritto pubblico: diritto amministrativo, diritto costituzionale, diritto internazionale ed ha sede a New York-United States.

Il prof. Armao è intervenuto nella sessione dedicata al tema “Island as a contemporary legal issue”, il 3 luglio pomeriggio, con una relazione su “The perspective of insularity in Europe” mettendo in luce l’importanza del riconoscimento della condizione di insularità e dell’adozione di misure compensative per contrastare la marginalità insulare, al fine di garantire una maggiore coesione territoriale e sociale nell’UE.

L’intervento del professor Armao ha evidenziato i progressi ottenuti dalla condizione di insularità in Europa, grazie alle risoluzioni del Parlamento europeo, alle opinioni del Comitato delle Regioni e, in particolare, grazie al riconoscimento della condizione di insularità nella Costituzione italiana (art. 119) e all’impegno dello Stato  ad adottare misure compensative per contrastare la marginalità insulare.

Secondo uno studio recente del Parlamento europeo, non esiste un elenco sistematico o armonizzato delle isole e dei territori insulari dell’UE (ad esempio, gli arcipelaghi), tuttavia si stima che le regioni insulari abbiano una popolazione di oltre 20 milioni di persone (4,6% della popolazione totale dell’UE), di cui 6,5 milioni in Italia (il paese con il maggior numero di cittadini insulari dell’UE).

Le isole europee sono presenti in 13 Stati membri dell’UE, su un totale di 3 Stati insulari europei: Irlanda, Malta e Cipro. Una categoria diversa sono le Regioni Ultraperiferiche (RUP) con un regime costituzionale speciale, appartenenti a Francia, Spagna e Portogallo e situate in altre parti del mondo lontane dall’UE, come l’Atlantico o l’Oceano Indiano (art. 349 TFUE).

Per quanto riguarda l’Italia, la dottrina riconosce che il variegato insieme di regioni speciali dovrebbe essere distinto in due diverse tipologie di specialità: “autonomia alpina”, che include Valle d’Aosta, Trento, Bolzano e Friuli-Venezia Giulia, e “autonomia insulare”, che include Sicilia e Sardegna, differenziate da condizioni diverse.

In questo contesto, la recente reintroduzione di uno specifico comma nell’art. 119 della Costituzione italiana, che fa esplicito riferimento a misure e risorse aggiuntive dello Stato nei confronti delle isole, assume un significato ancora più pregnante rispetto alle regole in vigore in precedenza.

Redazione
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