GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Domenico Martinelli - page 7

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Lotta alla mutilazione dei genitali femminili

BreakingNews/EUROPA di

LISBONA: – Contrasto all’infibulazione anche in Europa. È sostanzialmente questo il tema principale di un documento di studio sulla situazione nel vecchio continente siglato alcuni giorni fa dall’EIGE, l’European Insitute for Gender Equality, con sede nella capitale portoghese.

Ai lettori rammentiamo che l’EIGE rientra nel network delle Agenzie Europee che operano nel settore JHA, Justice and home Affairs. L’Istituto è l’equivalente europeo di un’autorità indipendente, appositamente istituita per supportare e rafforzare la promozione dell’uguaglianza e la lotta alla discriminazione di genere, così come il raggiungimento di una condizione generale di consapevolezza diffusa sulla parità di genere nell’Unione.

Fermo restando che, in linea generale, i paesi Europei non annoverano tra le proprie tradizioni pratiche come l’infibulazione, il documento, denominato “Stima sulle giovani donne a rischio di mutilazione genitale nell’Unione europea”, ha sviluppato un metodo di accertamento e studio del fenomeno, che era stato inizialmente sperimentato in Irlanda, Portogallo e Svezia. “Saper stimare il numero di giovani donne a rischio di mutilazione dei genitali può essere molto utile per i decisori politici, non solo nella pianificazione o nell’implementazione delle policy di asilo o migrazione, ma anche per i parametri e le attività relative all’integrazione sociale”, ha dichiarato Virginija Langbakk, direttore dell’Istituto, aggiungendo di nutrire la speranza che il metodo consenta una migliore comprensione del fenomeno, sulla scorta degli studi recentemente conclusi proprio in Portogallo.

Altro obiettivo del metodo – così come asserito da Teresa Morais, Ministro Portoghese per gli affari parlamentari e le pari opportunità – è proprio quello di interagire con le comunità coinvolte.

Le risultanze dello studio condotto dall’Istituto, hanno infatti enfatizzato l’importanza della cooperazione tra governi e comunità, nel contrasto all’infibulazione dentro e fuori dai confini dell’Unione.

L’attività di ricerca si è basata essenzialmente sull’elaborazione e la raccolta dei dati relativi al fenomeno, in rapporto sia agli stati non europei che operano tale pratica sia alle donne appartenenti alle popolazioni e comunità che da quelle terre migrano verso i paesi europei.

Un particolare focus è stato concentrato nel valutare le abitudini e gli atteggiamenti dei migranti verso tali mutilazioni e come le stesse credenze ed atteggiamenti mutino nel tempo e nel contesto evolutivo delle migrazioni stesse.

eige_logoDiversi Stati Membri stanno incrementando le normative nazionali, o regolando sempre più dettagliatamente la materia, così come già indicato in un analogo documento di sintesi, edito dall’Istituto due anni fa, sulla “Mutilazione Genitale Femminile nell’Unione Europea ed in Croazia”. L’Italia, il Portogallo e la Finlandia stanno attualmente incrementando dei piani normativi di azione per combattere specificamente il fenomeno, mente il Belgio, la Croazia, la Francia, la Slovacchia, la Spagna, il Regno Unito e l’Irlanda, oltre a predisporre una normativa ad hoc, stanno istituendo campagne di sensibilizzazione sul tema.

European_Institute_for_Gender_Equality_logo.svgL’EIGE sta riscuotendo sempre maggiori riconoscimenti nell’ambito dei Paesi dell’UE in materia di pari opportunità e parità di genere. L’opera dell’Istituto nel contrasto alla violenza contro il genere femminile – e l’infibulazione altro non è che una violenza – si è estrinsecata spesso nel supportare la Commissione Europea nella sua attività di iniziativa legislativa nei confronti del Consiglio dell’Unione Europea e del Parlamento e nel supportare i singoli Stati Membri nell’eliminazione di tali fenomeni.

Al fine di contrastare lo specifico fenomeno dell’infibulazione, l’EIGE amplierà il proprio bacino di raccolta e di elaborazione di dati. Per il futuro sono infatti previste l’istituzione di un database di buone prassi per contrastare il fenomeno, la redazioni di ulteriori linee guida per la ricerca sull’argomento e l’emanazione di raccomandazioni “dedicate” agli Stati ed ai                                                                        decisori.

Europol: Operazione “Triangolo”, smantellata rete cybercriminale che truffava le aziende europee.

BreakingNews/ECONOMIA/EUROPA di

La sede dl centro di coordinamento contro i crimini informatici realizzato presso Europol

Ieri un’operazione internazionale congiunta di polizia, denominata Operazione “Triangolo”,  ha portato allo smantellamento di un gruppo di criminali informatici attivi in ​​Italia, Spagna, Polonia, Regno Unito, Belgio e Georgia, sospettati di commettere frodi finanziarie ed intrusioni in account di posta elettronica.

L’operazione – svoltasi mediante la perquisizione contemporanea in 58 abitazioni nei paesi interessati – ha portato all’arresto di 49 presunti membri del gruppo criminale. Le forze dell’ordine di differenti Stati Membri hanno sequestrato documenti falsi e conti correnti, carte di credito e denaro contante, oltre a numerosi computer portatili, hard disk, telefoni, tablet, e schede SIM.

La brillante operazione, che è stata coordinata dal Centro Europeo di Europol per la Criminalità Informatica (EC3) e da Eurojust (l’agenzia europea che si occupa di collaborazione in ambito giudiziario penale), ed i cui principali attori sono stati la Polizia postale e delle comunicazioni Italiana, la Polizia Nazionale Spagnola, l’Ufficio Centrale Investigativo Polacco ed alcuni organi di polizia del Regno Unito, ha così smantellato questa organizzazione e scoperto una frode internazionale per un totale di 6 milioni di euro, accumulati nel giro di pochissimo tempo.

Il modus operandi utilizzato da questo gruppo criminale era quello del cosiddetto “man in the middle”, ed era basato su ripetuti attacchi a sistemi telematici, realizzati mediante l’impiego di malware e tecniche di social engineering nei confronti di aziende europee di medi e grandi volumi d’affari.

Una volta impossessatisi delle chiavi di accesso agli account aziendali di posta elettronica, gli hacker iniziavano a monitorare le comunicazioni per rilevare le richieste di pagamento. Ai clienti veniva poi richiesto di inviare il denaro su conti correnti controllati dall’associazione per delinquere.

EuropolI criminali, principalmente di nazionalità nigeriana, camerunense e spagnola, trasferivano poi i loro proventi illeciti al di fuori dell’Unione Europea, attraverso un’intricata rete di transazioni bancarie, com’è tipico per le operazioni di riciclaggio di danaro sporco.

Per consentire un rapido coordinamento, una veloce comunicazione tra i diversi protagonisti coinvolti in questa operazione transnazionale ed un efficace scambio informativo, presso la sede di Europol a L’Aia, è stato istituito un centro di coordinamento, che ha ospitato per l’occasione rappresentanti delle diverse forze di polizia coinvolte e di Eurtojust.

Insomma, il famoso ex terzo pilastro sta cominciando finalmente a funzionare.

 

 

 

 

 

 

L’Europa e la sicurezza nei prelievi agli sportelli bancomat.

 

Lo scorso 10 giugno, Europol ed il Team di sicurezza ATM hanno ribadito la loro collaborazionetastierino-400x300 nell’ambito del contrasto ai cosiddetti “payment crimes” nell’ambito di uno degli incontri annuali del Team, appositamente realizzato all’Aja presso la sede dell’Agenzia Europea di Polizia. Per team di sicurezza intendiamo il c. d. EAST, European ATM Security Team, ossia un’organizzazione europea no-profit, il cui obiettivo è quello di raccogliere e diffondere informazioni da e verso installatori e reti bancarie bancomat (ATM = Automated Teller Machine)

skimmer_800_800Il Centro di Europol contro la Criminalità Informatica (EC  3) ha infatti firmato un protocollo d’intessa con il Team di Sicurezza ATM, al fine di rafforzare ulteriormente la cooperazione nella lotta contro qualsiasi forma di criminalità legata alle carte bancomat ed alle carte di credito, comprese le frodi virtuali, ossia quelle che vengono perpetrate anche in assenza dei normali supporti magnetici, mediante malware o altri strumenti hi-tech o attacchi fisici agli apparati bancomat stessi.

Il protocollo d’intesa permetterà di scambiare dati strategici ed informazioni tra l’Agenzia ed il Team, significando che uno dei tre incontri annuali del Team stesso verranno realizzati presso la sede Europol dell’Aja, proprio così come è accaduto per la prima volta nella circostanza in parola.

Aldilà delle dichiarazioni rese dai vertici dei due organismi, Europol ha riconosciuto la gravità degli attacchi fisici o virtuali ai sistemi ATM, ed ha predisposto un documento recante delle linee guida circa la minaccia. Il documento, la cui redazione è stata coordinata proprio dall’EAST, verrà divulgato nei prossimi giorni, rappresenta un esempio di risposta coordinata tra agenzie di sicurezza e mondo della finanza bancaria, alla luce del sempre più emergente e preoccupante crescita di alcuni fenomeni criminali quali, ad esempio, lo “skimming”.

Per i non addetti ai lavori, precisiamo che gli “skimmer” sono dei dispositivi che leggono la banda magnetica delle carte bancomat e di credito, direttamente nella fenditura in cui si inseriscono negli apparati ATM. Ovviamente all’altissima nanotecnologia di questi “lettori” si associa l’impiego di microcamere illegalmente occultate e posizionate in maniera tale da spiare i movimenti della dita di chi preleva danaro, registrando i numeri che formano la sequenza del PIN.

Un momento della prima della firma del protocoloo d'intesa

Europol: Operation “Triangle”, cybercrime net dismantled.

Yesterday, an international joint police operation, called Operation “Triangle”, has led to the dismantling of a group of criminals, who were active in Italy, Spain, Poland, United Kingdom, Belgium and Georgia, and are suspected of committing financial fraud and intrusion in e-mail accounts.

The operation – which took place simultaneously with searchs in 58 homes in the involved countries – led to the arrest of 49 alleged members of the criminal group. Law enforcement officials from different Member States have seized forged documents and bank accounts, credit cards and cash, as well as numerous laptops, hard drives, phones, tablets, and SIM cards.

The brilliant operation, which was coordinated by the European Centre for the Europol Computer Crime (EC3) and Eurojust (the European agency in charge of cooperation in the field of criminal justice), and whose principal actors were the Italian Postal & Communications Police, the Spanish State Police, the Polish Central Bureau of Investigation and some law enforcement agencies in the UK, dismantled this organization and discovered an international 6-milions-euro fraud.

Money was earned in a very short time, because the modus operandi used by this criminal group was the so-called “man in the middle”, and was based on repeated attacks in telematics systems, through the use of malwares and social engineering techniques, against European companies of medium and large business volume.

Once entered into the corporate accounts mail, hackers began to monitor communications to detect requests for payment. Customers were then asked to send the money on bank accounts controlled by the criminals.

Criminals, mainly coming from Nigeria, Cameroon and Spain, transferred their illegal gains outside the European Union, through an intricate money laundering bank transactions.

To allow a rapid coordination, a fast communication between the different actors and an effective exchange of information, a coordination center was set up at the Europol headquarters in The Hague, which hosted all representatives from the different national police forces and Eurtojust.

In short, the famous former “third pillar” is finally working.

ONU, uniti per una maggiore sicurezza

BreakingNews di

Si è conclusa nel pomeriggio di ieri, presso il Ministero degli Affari Esteri italiano una conferenza internazionale, che aveva quale tema i “Percorsi per un Consiglio di Sicurezza più inclusivo e responsabile” ed è stata incentrata sulla riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e promossa dal dall’Italia quale focal point del gruppo “Uniting for Consensus”.

Durante le due giornate di lavoro i rappresentanti dei singoli Stati hanno disquisito e si sono confrontati sulla riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in itinere, ed imperniata principalmente sulle modifiche al diritto di veto, sulle categorie dei seggi – permanenti e non permanenti – sulla rappresentanza regionale e sulle dimensioni del futuro del Consiglio stesso.

Si è trattato di nodale momento di approfondimento delle diverse situazioni negoziali in atto , utile ad individuare punti di incontro e di attrito tra i diversi Stati, che – stanti gli scenari in mutamento specie in Russia e nell’Este Europa – sono sempre più interessati alle questioni ONU, ed al consenso ad esse necessario.

UN, joined for security

An important international conference ended yesterday afternoon, at the Italian Ministry of Foreign Affairs, whose theme was the “Paths to a Security Council more inclusive and responsible”. The conference was focused on the reform of the UN Security Council and sponsored by Italy as focal point of the “Uniting for Consensus” group.

During the two working days, representatives from each single Member State have discussed about the reform of the Security Council of the United Nations, which is ongoing and mainly focuses on changes to the “veto” system, on the different categories of seats (permanent and non-permanent), on regional representation and on the size and the future of the Council itself.

The conference was a nodal time of deepening the different negotiating situations in place, and helped identify the different points of contact and friction between States, which – due to the changing scenarios in Russia and Eastern Europe – are increasing their interest in UN issues and their related “Consensus”.

Asilo e accoglienza ecco come si muove l’Europa

Europe di

Le Agenzie Europee impegnate nel miglioramento del sistema dell’asilo e dell’accoglienza ai rifugiati: il caso della Grecia.

Un paese europeo a noi molto vicino, la Grecia, ci sta dando una lezione importante: come sfruttare al meglio l’operato e l’efficienza della Agenzie Europee nel settore Justice and Home Affairs.

Non tutti sanno che, infatti, nella capitale maltese de La Valletta, esiste un’Agenzia Europea che fornisce assistenza qualificata nel settore dell’asilo e dell’accoglienza di chi l’asilo lo richiede: si tratta dell’EASO, ossia dell’European Asylum Support Office. L’Ente – che tra i sui compiti annovera proprio quello di fornire expertise ed addestramento nel settore dell’asilo e dell’immigrazione e, maggiormente, in favore degli Stati Membri i cui confini sono più duramente messi alla prova – ha firmato un accordo particolare con la Grecia pochi giorni fa.

L’accordo in questione, denominato “Special Support Plan to Greece”, prevede, in maniera molto particolareggiata, che l’Agenzia fornisca ad Atene il massimo supporto in determinate aree identificate quali prioritarie nei settori asilo ed accoglienza. Tra queste, la pianificazione ed il sostegno ai progetti già in itinere, l’addestramento del personale e, soprattutto, il corretto reperimento di fondi Europei ad hoc devoluti. Il tutto fino a maggio 2016.

La richiesta di tale supporto è stata ufficialmente formulata dai nostri vicini di casa nei primi mesi del 2015, e nasce su input del consolante quadro di risultati più che soddisfacenti ottenuti dal paese ellenico negli anni precedenti e sempre dalla stessa agenzia europea “maltese”. E già, perché il supporto alla Grecia aveva avuto inizio nel 2011, con un “Operating Plan to Greece”, messo in essere proprio in virtù dei pressanti flussi di immigrazione irregolare che nascevano fuori dai confini esterni all’Unione. In quella circostanza fu stabilita un’efficiente e sostenibile struttura di asilo e di accoglienza mediante l’impiego di squadre di esperti sul territorio greco, che contribuirono anche a codifcare un sistema di richieste e modulari da presentarsi a cura dei richiedenti asilo alle Autorità elleniche, le cui strutture di ricezione furono anche logisticamente migliorate rispetto a quelle già esistenti.

Ma non è tutto: un altro “Operating Plan to Greece” è stato reiterato nel 2013 ed è stato principalmente finalizzato all’addestamento del personale ed alla corretta gestione dei fondi dell’Unione stanziati per il settore.

Stavolta questo piano di supporto è, come dice il nome stesso, realmente “speciale”: le squadre dell’EASO stanno lavorando a stretto contatto con le Autorità greche, usufruendo però anche del supporto di FRONTEX, altra più (tristemente?) nota agenzia europea e con l’UNHCR dell’ONU.

Gli obiettivi: oltre alla già citata e consueta necessità di addestramento in favore degli addetti ai lavori ed alla consulenza in una sana gestione dei fondi europei reperiti a sostegno del budget nazionale, gli esperti aiuteranno a sviluppare una corretta policy di gestione dell’asilo e delle strutture di accoglienza dei minori non accompagnati, la cui gestione nei centri di accoglienza richiede particolari cautele da parte degli operanti, ed altrettanto particolari tutele nei confronti delle vittime più innocenti dei fenomeni che dell’immigrazione irregolare stanno alla base.

Sembra lecito domandarsi quando il nostro Paese – che è il secondo contributore al bilancio dell’UE – svilupperà e concepirà strumenti giuridici simili, beneficiadi dell’aiuto delle stesse istituzioni europee che contribuisce a mantenere.

 

Domenico Martinelli

 

 

 

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