I rapporti tra Italia e Francia rappresentano da sempre uno degli assi portanti – e più turbolenti – della diplomazia europea. Un equilibrio delicato, fatto di affinità storiche e interessi strategici, che attraversa ciclicamente fasi di distensione e frizione. L’arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, nell’ottobre 2022, ha impresso una nuova dinamica a questo rapporto, accentuando le divergenze politiche ma rendendo ancor più necessario un dialogo costante tra Roma e Parigi. Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, è stato sin dall’inizio consapevole di questo bisogno: l’Europa, dopotutto, non può permettersi fratture nel suo cuore mediterraneo.
Un inizio prudente
Il primo segnale di distensione è arrivato subito: il 23 ottobre 2022, a meno di 24 ore dal giuramento del nuovo esecutivo italiano, Macron è volato a Roma per incontrare la premier Meloni. L’incontro, riservato e simbolicamente potente, ha lanciato un messaggio chiaro: nonostante le differenze ideologiche, la cooperazione tra Italia e Francia resta un dovere politico. La foto diffusa da Macron sui social, accompagnata da un appello al dialogo e all’ambizione condivisa, ha confermato la volontà di mantenere aperta una linea diretta.
Dialogo e dissensi
Ma la politica internazionale non vive solo di dichiarazioni concilianti. I mesi successivi hanno mostrato la complessità del rapporto. A Bruxelles, nel marzo 2023, Meloni e Macron si sono ritrovati ai margini del Consiglio europeo. Il clima è apparso disteso, al punto che un brindisi finale è stato interpretato come il segno di un nuovo inizio. Tuttavia, il terreno della cooperazione resta disseminato di differenze sostanziali: dalla gestione dei flussi migratori alla politica estera, passando per le visioni economiche e le sensibilità sociali.
Il 20 giugno dello stesso anno, all’Eliseo, si è tenuto un incontro ufficiale incentrato su Ucraina, migrazioni e politiche europee. Un passo in avanti, almeno sul piano del metodo, che ha sottolineato l’importanza del dialogo istituzionale. Un ulteriore bilaterale, questa volta a Roma, ha avuto luogo il 6 settembre 2023, con un focus mirato sulla crisi migratoria nel Mediterraneo. L’assenza di delegazioni e la durata prolungata del colloquio hanno lasciato intravedere un tentativo di confronto autentico e diretto.
Il G7 e la frattura ideologica
Tuttavia, i nodi sono tornati al pettine durante il vertice del G7 in Puglia, nel giugno 2024. La frattura più evidente si è manifestata sul tema dei diritti, in particolare sul diritto all’aborto. Macron ha criticato apertamente l’assenza del termine nella dichiarazione finale del summit, considerandolo un passo indietro. Meloni ha replicato con fermezza, denunciando quella che ha definito una strumentalizzazione politica del G7 a fini elettorali interni. L’episodio ha evidenziato la distanza culturale e politica tra i due leader, rendendo pubblica una tensione che, fino a quel momento, era stata gestita con discrezione.
Ritorno al dialogo
Dopo settimane di gelo, un nuovo segnale positivo è arrivato il 2 agosto 2024. Alla Reggia di Versailles, nel contesto informale dei Giochi Olimpici, Macron e Meloni si sono incontrati nuovamente. Il faccia a faccia, definito “eccellente” dal presidente francese, ha riaperto la strada al dialogo. I temi discussi – dalla crisi in Medio Oriente agli sviluppi in Venezuela – confermano che, nonostante i contrasti, i due leader sono consapevoli del peso geopolitico del loro rapporto.
Diplomazia dell’equilibrio
La storia recente dei rapporti tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron non è solo la cronaca di una rivalità personale o ideologica. È, piuttosto, la manifestazione concreta delle sfide che attraversano l’Europa contemporanea: l’equilibrio tra sovranismo e integrazione, la gestione condivisa delle crisi migratorie, le divergenze su diritti e valori. In questo contesto, l’Italia e la Francia non possono permettersi lunghi periodi di incomunicabilità. La diplomazia resta il principale strumento per contenere le divergenze e costruire convergenze possibili.
Le prossime tappe di questo dialogo incerto, ma necessario, diranno se le tensioni potranno davvero tradursi in un confronto costruttivo. Intanto, tra Roma e Parigi, continua il delicato gioco dell’equilibrio.
Foto credits: Domenico Cippitelli