Nel suo primo incontro ufficiale con i rappresentanti dei media internazionali, tenutosi questa mattina nell’Aula Paolo VI, Papa Leone XIV ha rivolto un sentito appello a favore di una comunicazione “disarmata e disarmante”, ribadendo il ruolo cruciale della stampa nella costruzione di una società più giusta, informata e pacifica. L’incontro si è svolto in un clima di emozione e partecipazione, al termine di settimane segnate dalla morte di Papa Francesco e dallo svolgimento del Conclave che ha portato all’elezione del nuovo Pontefice. “Avete accompagnato i riti della Settimana Santa, avete raccontato il dolore per la morte di Papa Francesco, ma anche la luce della Pasqua che ci ha condotti nello spirito del Conclave”, ha ricordato il Santo Padre rivolgendosi ai giornalisti.
Nel suo discorso, Leone XIV ha più volte richiamato il valore della Beatitudine degli operatori di pace, sottolineando come la missione di chi comunica non possa ridursi alla ricerca del consenso o all’uso aggressivo del linguaggio. “La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri”, ha affermato, invitando a rifiutare il “paradigma della guerra delle parole e delle immagini”.
Uno dei passaggi più forti del discorso ha riguardato il sostegno ai giornalisti incarcerati nel mondo per aver cercato di raccontare la verità: “La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati”. Da qui, la richiesta esplicita alla comunità internazionale di impegnarsi per la loro liberazione.
Papa Leone XIV ha inoltre lanciato un monito sull’evoluzione tecnologica e sull’impatto crescente dell’intelligenza artificiale nei processi di comunicazione. Pur riconoscendone l’enorme potenziale, ha esortato a “responsabilità e discernimento”, affinché questi strumenti “producano benefici per l’umanità” e non alimentino la confusione o la manipolazione.
In un’epoca di polarizzazioni e crisi globali, il nuovo Pontefice ha indicato nella comunicazione un campo di responsabilità condivisa e quotidiana: “Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce”.
Citazioni di Sant’Agostino e riferimenti al messaggio lasciato da Papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali hanno scandito un discorso orientato a superare stereotipi e luoghi comuni. “Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra”, ha concluso il Papa, invitando i media a “scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace”.
L’incontro si è chiuso con un caloroso saluto e una benedizione rivolta a tutti gli operatori dell’informazione, riconosciuti dal Pontefice come “in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le ingiustizie e i silenzi pieni di speranza”. Un segnale chiaro del nuovo corso del Pontificato: il dialogo comincia dalle parole.