Il 9 maggio, storicamente una data per celebrare la vittoria sul nazismo, rischia di trasformarsi in un simbolo del revanscismo di Putin e della sua sfida al mondo libero. Mentre in passato questo giorno rappresentava la fine della tirannia e della guerra, oggi potrebbe essere utilizzato dal Cremlino per legittimare il proprio espansionismo e rafforzare la sua propaganda.
La Russia, come accadde nella Germania nazista, sta costruendo l’immagine di un nemico necessario per giustificare la sua aggressione: i suoi vicini, in particolare l’Ucraina, sono diventati il bersaglio principale di una retorica militarista che li dipinge come minacce esistenziali per la sicurezza dei cittadini russi. Putin sostiene di proteggere i russofoni nei paesi confinanti, ma questa narrazione è solo un pretesto per estendere il dominio del Cremlino e minare la sovranità di altre nazioni.
Oggi assistiamo a una dimostrazione di crimini di guerra in tempo reale, trasmessi dalle telecamere di tutto il mondo. Mai prima d’ora si era verificato un tale livello di brutalità e disprezzo per la vita umana. Le atrocità commesse contro i civili ucraini evocano i ricordi più oscuri della Seconda Guerra Mondiale: esecuzioni sommarie, deportazioni forzate, distruzione sistematica di città e infrastrutture. La celebrazione del 9 maggio, che dovrebbe rappresentare la vittoria sulla tirannia, è macchiata dal sangue delle vittime dell’aggressione russa.
Le immagini di distruzione e di morte che provengono dall’Ucraina sono una terribile testimonianza di come la storia si stia ripetendo. Putin non festeggia la pace, ma celebra la sua capacità di imporre guerra e caos. L’anno scorso, definendo i paesi occidentali “fascisti” durante il discorso del 9 maggio, ha dato un chiaro segnale della sua volontà di preparare la Russia a uno scontro con l’Occidente, e la sua crescente militarizzazione della società russa dimostra che la sua strategia è ormai orientata verso il conflitto. Il suo obiettivo non è più solo l’Ucraina, ma il dominio su una più ampia regione, in un disegno geopolitico che ricorda l’espansionismo di Hitler.
Putin sogna di trasformare la Russia nel “Terzo Roma”, proprio come Hitler immaginava un Terzo Reich millenario. La sua retorica e le sue azioni richiamano i metodi del nazismo: dalla propaganda alla repressione del dissenso, fino all’occupazione illegale di territori sovrani. L’annessione della Crimea e delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson è solo una fase iniziale di questo progetto imperialista. L’ideologia del “Russkiy Mir” viene utilizzata per giustificare l’espansione territoriale e per negare l’identità nazionale ucraina. La Russia considera la guerra in Ucraina come una necessità per riaffermare la sua grandezza e riscrivere la storia, imponendo la sua visione del mondo.
La resistenza ucraina è oggi fondamentale per contrastare questo progetto di dominio. Come ottant’anni fa l’Ucraina combatté il nazismo al fianco degli alleati, oggi il suo popolo è ancora una volta in prima linea nella difesa della libertà e della democrazia. Durante la Seconda Guerra Mondiale, milioni di ucraini contribuirono alla vittoria contro il regime nazista, e oggi il loro sacrificio si ripete nella lotta contro l’aggressione russa. La propaganda del Cremlino cerca di minimizzare il ruolo dell’Ucraina nella sconfitta del nazismo, ma la verità è che il contributo ucraino fu decisivo. Il Cremlino, invece di onorare la memoria della lotta contro il nazismo, utilizza eventi come il “Reggimento Immortale” per diffondere la sua ideologia espansionista e per legittimare le sue azioni militari.
Questa iniziativa, che dovrebbe commemorare i caduti della Seconda Guerra Mondiale, è diventata uno strumento di propaganda per rafforzare la narrativa russa e normalizzare le sue aggressioni. Le marce organizzate nelle città europee servono solo a promuovere il “Russkiy Mir” e a legittimare l’influenza del Cremlino sulle comunità russofone. Dopo l’inizio della guerra in Ucraina nel 2014, la Russia ha iniziato a finanziare apertamente questi eventi attraverso sovvenzioni statali, aumentando la loro portata e la loro presenza nelle città europee.
L’Occidente deve prendere misure decisive per fermare l’espansionismo russo e sostenere l’Ucraina nella sua lotta per la libertà. Il 9 maggio non deve diventare il giorno della vittoria di Putin sul mondo libero, ma piuttosto un monito contro la ripetizione degli errori del passato. L’Europa deve rimanere vigile di fronte alla propaganda russa e impedire che iniziative come il “Reggimento Immortale” vengano utilizzate per legittimare l’aggressione di Mosca e la sua visione imperialista del mondo.