In queste ore, la regione del Kashmir torna al centro di una grave crisi internazionale dopo che l’India ha lanciato “Operation Sindoor”, un’operazione militare mirata contro nove presunti siti di infrastruttura terrorista in Pakistan e nel Kashmir controllato da Islamabad. L’azione, avvenuta nelle prime ore di mercoledì 6 maggio 2025, è stata la risposta diretta di Nuova Delhi al grave attentato terroristico di Pahalgam, avvenuto il 22 aprile scorso, in cui hanno perso la vita 26 civili indiani, in maggioranza turisti.
Le dinamiche dell’operazione
Secondo fonti ufficiali e testimoni locali, le esplosioni sono state udite soprattutto nella zona di Muzaffarabad, capoluogo del Kashmir pakistano, e in altre aree circostanti. Le forze armate indiane hanno dichiarato di aver colpito solo strutture legate a gruppi terroristici, evitando volutamente installazioni militari pakistane per non innescare una escalation diretta tra eserciti. Le immagini delle esplosioni e i blackout di corrente in alcune zone circolano già sui social media, alimentando il clima di tensione.
La posizione del Pakistan
La reazione di Islamabad non si è fatta attendere. L’esercito pakistano ha confermato gli attacchi missilistici su almeno tre località e ha promesso una risposta “nel momento e nel luogo da noi scelto”. Il capo di stato maggiore dell’esercito pakistano, Generale Asim Munir, ha avvertito che qualsiasi “avventura militare” dell’India sarà fronteggiata con una reazione ancora più dura. Il governo pakistano ha anche chiesto un’indagine approfondita sull’attentato di Pahalgam prima di attribuire responsabilità, negando ogni coinvolgimento nell’attacco terroristico.
I rischi di escalation
Con entrambi i Paesi in possesso di arsenali nucleari e già protagoniste nel 2019 di un confronto militare a seguito di un grave attentato in Kashmir, la comunità internazionale monitora la situazione con grande apprensione. L’ONU ha avviato consultazioni per cercare di ridurre la tensione e gli Stati Uniti stanno lavorando dietro le quinte per evitare un ulteriore inasprimento della crisi. In India sono in corso simulazioni di difesa in 244 aree del Paese, segno che le autorità temono un’ulteriore escalation.
La paura di un conflitto nucleare
Già nel 2019 uno studio aveva predetto la possibilità di una guerra nucleare limitata tra India e Pakistan entro il 2025, innescata proprio da un attentato terroristico ad alto numero di vittime. Ora, con la situazione attuale, il rischio è più concreto che mai. La diplomazia mondiale tiene il fiato sospeso, nella speranza che le parti riescano a contenere la tensione e a evitare il peggio.