Cecilia Sala arrestata a Teheran: detenuta nel carcere di Evin dal 19 dicembre

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Cecilia Sala, giornalista italiana de Il Foglio e autrice del podcast Stories per Chora Media, è detenuta dal 19 dicembre nel carcere di Evin, a Teheran, noto per ospitare dissidenti del regime iraniano. Fermata nella sua stanza d’albergo con l’accusa di “comportamenti illegali” non meglio specificati, Sala si trova in isolamento nella stessa struttura dove, nel 2022, Alessia Piperno fu rinchiusa per 45 giorni prima di essere liberata grazie a un’operazione diplomatica.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato che la giornalista “sta bene” e che il governo italiano sta lavorando “con grande discrezione” per riportarla in Italia. Il caso è stato reso pubblico solo il 27 dicembre, per preservare la delicatezza delle trattative in corso.

Le tappe dell’arresto

Sala era arrivata a Teheran il 12 dicembre con un visto giornalistico di otto giorni per raccogliere materiale per Stories. Durante il suo soggiorno, ha realizzato diverse interviste, inclusa quella con Zeinab Musavi, una stand-up comedian arrestata per battute critiche verso il regime. Le sue ultime comunicazioni risalgono al 19 dicembre, quando ha inviato messaggi ai suoi contatti italiani prima di scomparire. Il giorno successivo, non essendo salita sul volo di ritorno previsto, il suo compagno, Daniele Raineri, e Chora Media hanno allertato l’Unità di crisi della Farnesina.

In un’unica telefonata concessa alla madre il 20 dicembre, Sala ha confermato l’arresto, rassicurando di stare bene, ma sollecitando interventi rapidi: “Fate in fretta.” Una seconda chiamata a Raineri avrebbe incluso frasi che sembrano tradotte dall’inglese, segno di una possibile supervisione delle autorità iraniane.

Il carcere di Evin e il sostegno di Alessia Piperno

Evin è tristemente noto come luogo di detenzione per oppositori politici e figure critiche verso il regime iraniano. Sala si trova in una cella di isolamento, dove ieri ha ricevuto la visita dell’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei. Secondo Tajani, “non sembra che ciò che ha scritto fosse particolarmente grave”; la giornalista aveva persino intervistato alcuni rappresentanti dei Pasdaran.

Alessia Piperno, che nel 2022 trascorse 45 giorni nel carcere di Evin, ha espresso il suo sostegno in un’intervista a La Stampa: “A Cecilia Sala idealmente dico di tenere duro come ho fatto io per 45 giorni: nel carcere di Evin a noi stranieri fisicamente non torcono un capello, ma mentalmente ti provano molto.” Piperno ha poi aggiunto: “So cosa vuol dire il terrore di stare in una cella da soli. Abbraccio i suoi genitori, immagino il loro dolore che è come quello che hanno provato i miei.”

Solidarietà e trattative in corso

Le autorità italiane, inclusi il Ministero degli Esteri e i servizi segreti, stanno attivando tutti i canali diplomatici per negoziare il rilascio. Tuttavia, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha sottolineato che “le trattative con l’Iran richiedono azioni di alto livello, non semplici appelli dell’opinione pubblica occidentale.”

La notizia dell’arresto di Sala ha suscitato ampia solidarietà. Il suo profilo Instagram è stato invaso da messaggi di sostegno, mentre numerose figure pubbliche hanno espresso vicinanza. La vicenda ha riportato l’attenzione sui rischi che i giornalisti affrontano nei contesti più critici del mondo.

Prossimi sviluppi

Il governo italiano continua a lavorare per garantire il rapido rilascio di Cecilia Sala. La Farnesina mantiene il riserbo sulle trattative in corso, ribadendo l’impegno a risolvere la situazione attraverso canali diplomatici. Nel frattempo, la comunità internazionale osserva con attenzione, sperando in una risoluzione positiva di un caso che evidenzia ancora una volta i pericoli della libertà di stampa in regimi autoritari.

Bookreporter Settembre