Cina: Pacificatrice o Minaccia per la Sicurezza dell’Europa?

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Il 24 settembre segnerà l’inizio dei lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un evento che molti italiani potrebbero considerare routine. Immaginando leader di stato in abiti formali o costumi tradizionali intenti a fare discorsi su questioni globali, l’evento potrebbe sembrare lontano dalla quotidianità di Roma, Bruxelles o Berlino. Tuttavia, quest’anno la situazione potrebbe essere diversa. L’Assemblea Generale del 2024 ha il potenziale per dare inizio a un cambiamento epocale che influenzerà direttamente l’Europa e il suo sistema di sicurezza. Il protagonista di questo cambiamento? La Cina.

Il Piano Cinese: Un’iniziativa Pacifista o un Rischio Calcolato?

A prima vista, il piano della Cina potrebbe non sembrare una minaccia immediata. La discussione principale si concentrerà sull’arresto dell’aggressione russa in Ucraina, un tema di grande rilievo sulla scena globale. Si udranno appelli sinceri, ma anche ipocriti, a porre fine al conflitto, e vari attori si dichiareranno disponibili a fare da mediatori. Tuttavia, Pechino sembra avere ambizioni molto più grandi.

In un momento di incertezza globale, acuita dalle elezioni presidenziali imminenti negli Stati Uniti, la Cina vede una finestra di opportunità per intervenire. Attraverso l’iniziativa congiunta con il Brasile, il “Consenso in sei punti”, Pechino si sta preparando a presentare un piano di pace concreto per risolvere il conflitto russo-ucraino. Questo piano potrebbe, tuttavia, portare a un congelamento del conflitto, un’opzione che favorirebbe non solo la Russia, ma anche la stessa Cina. Sebbene il piano sarà presentato come un’iniziativa del Sud Globale, è chiaro che la Cina sta cercando di imporre la propria visione della risoluzione.

I Pericoli di un Conflitto Congelato

Dietro il linguaggio diplomatico e le belle parole, il piano cinese potrebbe mascherare un tentativo di cristallizzare il conflitto. La proposta cinese potrebbe presentarsi come un ultimatum mascherato per l’Ucraina, travestito da volontà della maggioranza globale, e portare a un congelamento del conflitto, senza una risoluzione chiara. In questo scenario, la sovranità dell’Ucraina verrebbe sacrificata, mentre la Russia si troverebbe in una posizione di forza.

Il congelamento del conflitto, che permetterebbe a Mosca di mantenere i territori occupati senza alcuna vittoria ufficiale, darebbe a Pechino un vantaggio strategico, rafforzando ulteriormente la dipendenza della Russia dalla Cina. Mentre Mosca continua a vendere risorse naturali a prezzi irrisori per mantenere le sue catene di approvvigionamento critiche, Pechino ne trarrà benefici, consolidando la propria posizione come attore dominante nell’equilibrio geopolitico globale.

Un Colpo di Stato Diplomatico per la Cina

Se il piano di Pechino avesse successo, non solo la Russia, ma la Cina stessa ne uscirebbe vittoriosa. La Cina si affermerebbe come leader del Sud Globale, diminuendo l’influenza dell’Occidente e creando una “coalizione della maggioranza” favorevole ai propri interessi. Questo successo permetterebbe alla Cina di riscrivere l’architettura della sicurezza globale a proprio vantaggio, posizionandosi come arbitro centrale in tutte le questioni internazionali.

Questo scenario mette in discussione l’attuale ordine internazionale basato sul diritto, spingendo verso un mondo in cui l’influenza economica e politica cinese detterà i termini della risoluzione dei conflitti. L’Europa, in questo contesto, rischia di trovarsi marginalizzata.

Cosa Significa per l’Europa?

Il piano cinese solleva una domanda cruciale: perché l’Europa dovrebbe preoccuparsi di un’iniziativa apparentemente pacifista lanciata a migliaia di chilometri di distanza? La risposta risiede nel fatto che una soluzione imposta dalla Cina non rappresenterebbe gli interessi dell’Europa né, tantomeno, quelli dell’Ucraina. Il rischio maggiore è che l’Europa venga costretta a giocare un ruolo marginale in una questione che riguarda direttamente la sua sicurezza, con il più grande conflitto armato dalla Seconda Guerra Mondiale in corso alle sue porte.

Pechino, certamente consapevole di questo, potrebbe cercare di coinvolgere alcuni attori europei come mediatori, nel tentativo di legittimare il proprio intervento. Tuttavia, questo non cambierebbe la natura dell’iniziativa: imporre un compromesso che rafforzerebbe le posizioni della Cina e della Russia, a scapito dell’Europa e della stabilità regionale.

Un’Europa Decisa a Dire No

Roma, Bruxelles, Berlino e le altre capitali europee devono essere chiare: accettare una risoluzione di conflitti basata su un piano cinese, camuffato come la volontà della maggioranza globale, non è un’opzione. La sovranità e la sicurezza dell’Europa non possono essere sacrificate per servire gli interessi di potenze che desiderano dividere il mondo in sfere di influenza.

L’Europa deve vigilare e prepararsi a contrastare diplomaticamente qualsiasi iniziativa che minacci i suoi valori fondamentali, mantenendo una posizione chiara e ferma contro qualsiasi tentativo di imporre una “pace” non giusta. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di quest’anno potrebbe segnare l’inizio di un lungo scontro diplomatico, e l’Europa dovrà essere pronta a difendere la propria sicurezza e i propri principi.

Conclusione

In un momento di grande incertezza globale, l’Europa non può permettersi di rimanere spettatrice. Il piano cinese, sebbene presentato come una via di pace, potrebbe nascondere rischi significativi per la stabilità e la sicurezza dell’intero continente. È essenziale che l’Europa rimanga vigile e pronta a difendere la sua sovranità, evitando di cadere nella trappola di soluzioni imposte che servono solo gli interessi di potenze esterne come la Cina e la Russia. La posta in gioco è troppo alta per ignorare i segnali di allarme provenienti dall’altra parte del mondo.

Bookreporter Settembre