Avanzano le milizie di fondamentalisti legate ai terroristi dopo il misero fallimento dei colloqui di pace di Ginevra ai quali il parlamento parallelo di Tripoli non ha voluto partecipare.
Le milizie filo-islamiche di Fajr Libya hanno preso il sopravvento, le bandiere nere si vedono sempre più frequenti, mentre le milizie che non si alleano al Daesh si preparano a difendere le proprie città.
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A rischio anche l’arsenale dell’esercito di Gheddafi che fino ad oggi è stato parcellizzato tra le varie fazioni in lotta tra loro ma la probabilità che i rinforzi dell’ISIS che stanno affluendo nel paese possano portare anche tecnici in grado di utilizzare armi strategiche a medio raggio già in possesso di Gheddafi.
Intanto vengono fatti evacuare gli italiani presenti nel paese compresi gli addetti dell’Ambasciata che per il momento resta chiusa per l’aggravarsi delle condizioni di sicurezza
«Qualsiasi decisione sulla delicatissima situazione in Libia deve necessariamente essere presa coinvolgendo il Parlamento. Non andranno però escluse tutte le azioni diplomatiche e politiche per scongiurare un intervento militare che, a causa della complessa situazione presente in Libia, potrebbe portare a tragiche conseguenze come già accaduto in Somalia, ma stavolta a pochi chilometri dall’Italia». Lo ha dichiarato il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito, senatore di Area Popolare (Ncd-Udc).
«Ogni iniziativa dovrà essere portata avanti – ha aggiunto Esposito – coinvolgendo l’Onu e la comunità internazionale, senza intraprendere soluzioni avventate che potrebbero causare danni maggiori al nostro Paese. Le minacce dell’Isis non possono essere sottovalutate e la sicurezza del nostro Paese deve essere garantita – ha concluso – con determinazione e trasparenza».
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Gli italiani evacuati con una nave affittata dal governo italiano a Malta sono scortati da una nave della Marina Militare e da un predator dell’Aeronautica Militare verso il porto de la Valletta a Malta per poi proseguire verso la Sicilia.