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Lago di Resia, illusione della Val Venosta

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Arriva la stagione del freddo, un periodo dell’anno tutt’altro che morto. In autunno e soprattutto durante l’inverno, la montagna si rivela con privilegi inaspettati: la neve nasconde eppur valorizza i luoghi mentre il ghiaccio diventa un ponte per raggiungere l’impensabile, come una passeggiata al lago di Resia. In questa stagione il percorso non si limita al suo perimetro ma si addentra verso il centro del bacino dove è possibile toccare con mano le pietre di un campanile romanico. Sembra quasi un’illusione eppure questa costruzione si erge solitaria dalle acque lasciando la sua origine sommersa alla fantasia

La storia del campanile 

Un’immagine da cartolina quella del lago di Resia, il più singolare d’Italia per il suo campanile. Questa costruzione risale al XIV secolo ed apparteneva alla chiesa di Santa Caterina. Oggi viene considerata un prezioso relitto solitario in quanto è l’unica parte della struttura rimasta, tutelata dalle belle arti. Una visione quasi surreale che si interrompe dal triste racconto degli abitanti di Curon, il comune dove si trova il lago. Nel 1950 iniziarono i lavori per la costruzione di una diga per la produzione di energia elettrica proprio in questa zona. Il progetto prevedeva l’unione di tre bacini naturali: il lago di Resia, di Curon e di San Valentino alla Muta. L’opera venne fortemente contestata dagli abitanti locali in quanto prevedeva lo spostamento dell’intero paese di Curon. I residenti non vollero rassegnarsi tanto da recarsi a colloquio con Papa Pio XII per tentare di sensibilizzare e bloccare il progetto. Determinati nei loro intenti organizzarono anche una protesta davanti alla sede della Montecatini, l’azienda che presentò la domanda per una concessione di sfruttamento per la realizzazione dell’opera. Nonostante l’impegno, a nulla servirono le opposizioni a fronte dell’arrivismo produttivo: l’avvio dei lavori comportò inesorabilmente la sommersione del piccolo centro di Curon che venne trasferito più a monte. Case e coltivazioni vennero spazzate via, 150 famiglie contadine persero la proprietà e molte di loro furono costrette ad emigrare cercando fortuna altrove. Annegarono le consuetudini e affogarono i sogni ma non la memoria dell’antico abitato grazie al suo campanile superstite, oggi simbolo della Val Venosta.

Una passeggiata al lago di Resia

Il lago di Resia è il più grande dell’Alto Adige (6,7 km di lunghezza e 1 di larghezza), si trova a pochi chilometri dal passo di Resia, nell’incantevole cornice della Vallelunga nel comprensorio della Val Venosta, ai confini con l’Austria e la Svizzera. Una meta idilliaca che offre ai suoi visitatori panorami meravigliosi tutto l’anno. Durante la primavera e l’estate ammalia con il verde delle sue maestose montagne, amata da escursionisti e dai kitesurfers. In autunno si accende con le tonalità sgargianti dei suoi boschi ma è solo nel periodo invernale che si può vivere l’esperienza più suggestiva, raggiungere il campanile camminando sul ghiaccio.

Una passeggiata al lago di Resia è un’occasione per rilassarsi ed alternare l’adrenalina degli sport invernali, ma anche per scoprire un capitolo di storia poco conosciuto di questo angolo ai confini d’Italia. Un racconto impietoso di arrivismo economico che solo oggi ritrova un risvolto positivo nella meraviglia del suo paesaggio e nel fascino della sua leggenda: si narra che verso il calar del sole durante le fredde giornate d’inverno sia possibile udire le campane del vecchio campanile, eppure le testimonianze scritte rivelano che l’ultimo rintocco fu poco prima dell’inondazione, nel lontano 1950.

Il percorso dell’Alta Val Venosta con deviazione alla sorgente dell’Adige 

Per gli appassionati di geografia e per chi ama concretizzare le leggende, il percorso segue l’Alta Via Val Venosta che conduce alla sorgente del fiume Adige e prosegue verso Planol, a 1620 metri. In soli 15 minuti di cammino si arriva alla fonte, a 1550 metri di quota. Un andare immerso nella quiete della montagna che attraversa una manciata di borghi dove tutto sembra trascorrere lento, secondo il ritmo delle idilliache narrative d’alta quota. La prima tappa di questo percorso incontra un luogo del mito poiché dove nasce un fiume vive un “genius loci”. Nell’ideale comune le sorgenti rivelano sempre delle incantevoli suggestioni e dove sbuca l’Adige la realtà non tradisce l’aspettativa: tutto sembra in adorazione alla fonte che dà origine alla vita, quel fluire costante ancora di civiltà dalla notte dei tempi.

Si prosegue il percorso seguendo le indicazioni dell’Alta Via Val Venosta che ricongiunge al centro abitato tra prati, boschi e i masi  Klopairhofe sino al villaggio di Curon. Arrivati alle sponde del lago di Resia, si costeggia il bacino per quasi tre chilometri per poi attraversare la strada principale del paese e addentrarsi nuovamente nella natura, questa volta in una macchia di larici, il bosco chiaro di Talaiwald. Si attraversa la frazione di Monteplair a Piavenna da dove prosegue l’Alta Via Venosta (chiaramente indicata dalla segnaletica stradale). Si prosegue in direzione di Albi fino alla frazione di Alsack dove imboccare l’ultimo tratto del sentiero che conduce sino a Planol, a 1620 metri di quota. Da questo punto di arrivo è possibile ammirare la valle in tutta la sua grandezza comprendendone la morfologia e la storia: un’enorme culla che origina la vita e racconta il suo fluire nel paesaggio, il lago di Resia ne è testimonianza.

Per tutte le informazioni utili, ulteriori percorsi e attività, contattate Val Venosta.

Immagine copertina: il campanile che apparteneva alla chiesa di Santa Caterina, lago di Resia, Val Venosta.

Photo credits: Elena Bittante

 

Elena Bittante
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