la geografia della scoperta

Il sito nuragico di Barumini Su Nuraxi, la Preistoria nel cuore della Sardegna

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 Il  complesso nuragico di Barumini ci proietta oltre l’antichità, direttamente nella preistoria. Un lungo viaggio della civiltà che parte dall’età del Bronzo sino al III sec. d.C., perfettamente descritto nelle geometrie di un alveare di pietra senza cemento, un ricamo di strutture circolari patrimonio dell’Umanità Unesco.

Nel cuore della Sardegna meridionale si trova un’area denominata Marmilla, caratterizzata da colline ondulate che spiccano dalla pianura polverosa del Campidano, la zona che si estende a nord di Cagliari. Addentrandosi nel cuore dell’isola ci si rende conto come questo grande atollo mediterraneo sia un mosaico di paesaggi primordiali con tanti tasselli d’umanità che brillano sotto un sole generoso, tipico delle basse latitudini. Il più famoso e splendente è il sito archeologico che si trova proprio nella terra sinuosa della Marmilla, in provincia di Medio Campidano: il Nuraghe Su Nuraxi, tra i più importanti siti preistorici del mondo, inserito nella prestigiosa World Heritage List Unesco.

Il complesso nuragico di Barumini Su Nuraxi è databile tra l’Età del Bronzo e il III secolo d.C. Si tratta di un’importante testimonianza di insediamento preistorico, uno stupefacente esempio di edilizia ante litteram che descrive i materiali e le tecniche utilizzate dai costruttori dell’epoca. Una scoperta sensazionale fatta per caso e lungimiranza. Il sito venne scoperto nel 1949 da Giovanni Lillu, il più celebre archeologo della Sardegna, grazie ad un perfetto mix di pioggia e fiuto: dei rovesci torrenziali portarono alla luce una nuova collinetta tipica del paesaggio della Marmilla, una morfologia coerente agli occhi dei più ma non così consueta per lo sguardo esperto di Lillu che intuì la presenza di un edificato sotto gli strati di terra. Anche i suoi occhi di esperienza si trasformarono in stupore quando emerse un enorme nuraghe databile alla preistoria. Gli scavi continuarono per sei anni durante i quali venne effettuata anche la datazione al carbonio che confermò l’edificazione del complesso all’Età del Bronzo, tra il 1800 e il 500 a.C. Successivamente la struttura venne amplificata, riadattata e riutilizzata fino all’età del Ferro dalla popolazione nuragica e oltre, una straordinaria stratificazione di oltre 2000 anni, dal 1500 a.C. al VII sec. d.C..

La Fondazione Barumini, Sistema Cultura, gestisce l’intera rete dei beni culturali presenti nel territorio di Barumini e gli esperti che ne fanno capo spiegano dettagliatamente: “Nel Bronzo Recente 1300-1100 a.C. al mastio fu addossato un quadrilobo, un robusto corpo murario a schema di quattro torri minori unite mediante delle cortine rettilinee, orientate secondo i quattro punti cardinali, che dovevano raggiungere i 14 metri d’altezza. Nella fase del Bronzo Finale vennero inoltre costruite la maggior parte delle abitazioni del villaggio, di forma circolare, costituite da un unico ambiente e con copertura lignea di forma conica.

All’inizio dell’ultimo periodo della civiltà  nuragica, chiamato Età del Ferro IX-VI sec. a.C., Su Nuraxi andò quasi interamente distrutto e sulle rovine, in prossimità  dell’antemurale e del nuraghe, nei primi decenni del VII sec. a.C. venne costruito un nuovo agglomerato, che sviluppò finezze tecniche e forme di arredo urbano proprie di una società  che andava rinnovandosi e progredendo sia per via interna che per contatti e stimoli esterni. In questa fase il clima diventò più pacifico e stabile e la vita militare rappresentò ormai una memoria del passato”.

Il nuraghe Su Nuraxi è un autentico excursus di preistoria che si intreccia alla storia antica: “Nel V sec a.C. alla civiltà nuragica subentrò l’occupazione punica e gli abitanti del luogo entrarono in contatto con una cultura diversa. A parte il progressivo apporto di materiali dalle città puniche, l’aspetto fisico del villaggio e il modo di vita degli abitanti non subirono un grosso mutamento; peraltro non vi fu sviluppo, anzi decadenza graduale dell’abitato e calo demografico conseguente.
Nel periodo storico, II-I sec.a.C., l’insediamento venne riutilizzato e riadattato anche dai romani, che in alcuni casi usarono certi ambienti come luogo di sepoltura. La struttura continuò ad essere abitata fino al III sec. d.C. e successivamente frequentata sporadicamente fino al periodo alto-medievale, VII sec. d.C.”

Il complesso nuragico di Barumini Su Nuraxi è un incredibile testimonianza del passato remoto, oltre alla nostra consuetudine delle bellezze antiche che ci circondano rendendo unico questo paese. La Fondazione Barumini è eccellente promotrice della cultura grazie alla quale oggi possiamo godere di questo patrimonio inestimabile comprendendolo a pieno e immaginando il passato emergere dagli scavi futuri.

Modalità di visita

Come indicato dalla Fondazione Barumini: l’Area Archeologica Su Nuraxi è aperta al pubblico tutti i giorni dell’anno e, come da disposizioni ministeriali, è visitabile solo ed esclusivamente accompagnati da una guida per ragioni di sicurezza.
Le visite guidate prevedono, infatti, un percorso all’interno del villaggio nuragico durante il quale vengono illustrate le principali tipologie abitative che lo compongono per poi entrare fin nel cuore del grande complesso turrito accessibile solo attraverso corridoi e scale di non facile transito.
Sempre per ragioni di sicurezza, in giornate di pioggia l’area archeologica potrebbe non essere accessibile oppure accessibile solo parzialmente.

Per maggiori informazioni: Fondazione Barumini, Sistema Cultura.

Immagine copertina: complesso nuragico di Barumini Su Nuraxi, sito UNESCO.

Photo credits: Elena Bittante

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