Il magazine della tua Città

Tag archive

europeanaffairs

I Negrita tornano per ua serata davvero elettrica all’Orion Club

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by

Dopo l’ultimo tour durato tre anni, e suonato interamente in acustico, i Negrita tornano finalmente all’elettrico per un nuovo viaggio che li porterà nei club di tutta Italia.
Data sold out quella all’Orion di Roma, e pubblico carichissimo che richiama a gran voce la band sul palco al grido di “Ehi Negrita!”.
Pau e i suoi non si fanno troppo attendere e regalano al pubblico presente nel locale una scaletta pazzesca che spazia attraverso la discografia della band.
Amplificatori a palla e chitarre elettriche per veicolare l’energia di brani come “Mama Maè”, “In ogni atomo” o “Radio Conga”, ma anche momenti più soft sulle note di “Ho imparato a sognare” e “Che rumore fa la felicità”.
Un concerto in cui la band ed il pubblico presente hanno scambiato vibrazioni, dialogato attraverso la musica e si sono fisicamente sfiorati. Tantissime le mani alzate in aria, e tante anche le volte in cui Pau e gli altri si sono protesi oltre il palco, per regalare sorrisi, gesti veloci, ed annullare la distanza fisica fra stage e parterre.
Una serata davvero carica di tantissima energia positiva: i Negrita sono tornati, e sono tornati alla grande!!!

La formazione dei Negrita per questo tour vede Paolo “Pau” Bruni alla voce, Enrico “Drigo” Salvi  e Cesare “Mac” Petricich alle chitarre, Giacomo Rossetti al basso, Guglielmo Ridolfo Gagliano alle tastiere, e Cristiano Dalla Pellegrina alla batteria.

Qui sotto la scaletta della serata:

SIAMO ANCORA QUA
BAMBOLE
IL LIBRO IN UNA MANO
IO SONO
NEGATIVO
NON CI GUARDEREMO
IN OGNI ATOMO
HEMINGWAY – HOLLYWOOD
IL GIOCO
CHE RUMORE FA PA FELICITÀ
BRUCERO’ PER TE
RADIO CONGA
IL BALLO DECADENTE – NOTTE MED.
ROTOLANDO VERSO SUD
SALVATION – ALZATI TERESA
NON TORNERANNO PIU’
HO IMPARATO A SOGNARE
IL GIORNO DELLE VERITA’ – SPLENDIDO
LA TUA CANZONE
A MODO MIO
CAMBIO
MAMA MAE’
GIOIA INFINITA

Si ringraziano  Vertigo Concerti e Orion Club Ciampino

Neri Marcorè omaggia Gaber a Villa Ada

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY/TEATRO by

In una delle ultime serate dal sapore ancora estivo, il festival di Villa Ada ha ospitato un ospite d’eccezione. Artista poliedrico e sempre affascinante, Neri Marcorè è salito sul palco per portare al pubblico una serata dedicata a Giorgio Gaber, e lo ha fatto con il garbo e l’indiscussa eleganza che da sempre lo caratterizzano.

Camicia bianca e pantalone scuro, Marcorè imbraccia la chitarra, accompagnato da una band composta da Domenico Mariorenzi alla seconda chitarra, Simone Talone alle percussioni, Fabrizio Guarino alla chitarra elettrica e Alessandro Patti al basso e contrabasso.

Istrionico ed affascinante,  l’attore cantante, che già più di una volta ha voluto omaggiare i grandi cantautori italiani con serate dedicate, presenta adesso, a vent’anni dalla sua scomparsa, un misto di canzoni e monologhi di Giorgio Gaber, ripercorrendo i suoi grandi successi musicali e dando voce nuovamente al suo umorismo sottile e mai scontato.

Alternando musica e parole, Neri Marcorè affabula e diverte i presenti, regalando loro una serata davvero particolare e riportando in vita anche solo per un poco il fantasma irriverente del cantautore milanese.

Qui sotto la gallery dello spettacolo:

Benjamin Clementine: intrappolati nelle emozioni

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by

Roma 2 agosto 2023

Articolo e immagini: Ginevra Baldassari

Conclude il suo breve tour italiano a Roma, nella splendida Cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, il cantautore, poeta, e polistrumentista Benjamin Clementine.

Un set scarno, in cui fa da protagonista il pianoforte a coda Steinway, dietro il quale un palco rialzato ospiterà un quintetto di archi.

Elegante e minimale come suo solito, Benjamin Clementine sale sul palco a piedi nudi, vestito di pantaloni grigi e una bellissima camicia bianca con volant attorno al colletto e suona il piano seduto su uno sgabello da bar.

E’ un artista completo, profondo, la cui immagine, sia nei video, che nelle copertine e nell’abbigliamento è sempre stata curatissima.

Acclamato dalla critica Francese, paese che lo accolto ai suoi esordi, quando si esibiva per strada o in piccoli locali e viveva quasi come un clochard, Benjamin è sicuramente uno degli artisti più interessanti, versatili e inclassificabili della sua generazione. Se i brani si tingono di blues, di jazz, di soul, di poesia, di opera e musica classica, è davvero complicato, e forse anche inutile, cercare di ascrivere i suoi brani a un genere preciso.

Sul palco porta il nuovo album “And I have been” oltre a molti brani del disco d’esordio “At Least for now”, l’amato singolo “I won’t complain” e “God save the Jungle” dal secondo album “I tell a fly”.

Decisamente più toccante dal vivo, accompagnata nella maggior parte dei brani dal solo pianoforte, la sua voce si tinge di mille tonalità e fa vibrare l’intera platea. Testi con contenuti sociali, forti ma contemporaneamente malinconici e poetici, scanditi con chiarezza, e persino con un accenno di Italiano nel brano Condolence, che Benjamin fa intonare in coro alla platea, “Am sending my condolence to paura, am sending my condolences to insicurezza”. E ancora più protagonista l’affezionato pubblico lo diventa nel brano Genesis, ripetendo per ben cinquanta volte la frase “we are trapped in free”.

Un concerto intimo, unico nel suo genere, che ha messo in luce l’essenza creativa ed espressiva di questo incredibile artista. Bello imponente, statuario, elegante, selvaggio, sofisticato, è riuscito a intrappolarci nell’ emozione di un concerto indimenticabile.

 

 

La galleria delle immagini

I Baustelle incantano la Cavea con il loro “Elvis Tour”

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by

L’iconica band dei Baustelle torna alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, con un’altra data del suo “Elvis Tour” presentando uno show davvero speciale.

Il gruppo originario di Montepulciano,  con il suo look dal sapore vintage e il suo repertorio trascinante ha regalato a tutti i presenti un concerto in cui ballare, cantare e divertirsi rappresentavano l’imperativo della serata.

Spaziando lungo una scaletta di brani vecchi e nuovi, Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi, e gli altri membri della band, hanno coinvolto il pubblico della cavea con i loro ritmi pop-rock ed i loro testi malinconico-nostalgici, donandosi a piene mani senza mai risparmiarsi.

Una serata davvero indimenticabile per un  pubblico che ha ancora voglia di divertirsi e ragionare al contempo sul senso della vita.

La scaletta della serata:

Intro
Andiamo ai rave
Betabloccanti cimiteriali blues
La guerra è finita
Contro il mondo
La nostra vita
Veronica n.2
Monumentale
Los Angeles
Amore indiano ft. Tommaso Paradiso
Le rane ft. Tommaso Paradiso
Un romantico a Milano
La moda del lento
I provinciali
Amanda Lear
Il liberismo ha i giorni contati
La donna cannone
Love Affair

 

 

Damien Rica approda al Teatro Romano di Ostia Antica

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by

È un approdo a tutti gli effetti quello del cantautore irlandese Damien Rice ad Ostia Antica.

Reduce dalla precedente tappa del suo tour a Napoli, l’artista ha raggiunto le coste laziali in barca a vela, perfettamente in linea con l’idea di fondo del suo “Sailboat tour”.
Per un nativo della verde Irlanda, il mare è una presenza importante nell’immaginario poetico e musicale, fonte di suggestioni mistiche e mitologiche e senza fine, e non stupisce quindi che Damien Rice nel corso della serata, torni più e più volte a ricordare il suo viaggio per mare e la sensazione di rollio incessante, quasi ipnotico che lo ha accompagnato.
Ad accoglierlo nella suggestiva location del Teatro Romano di Ostia Antica, un pubblico raccolto e rispettoso. A richiesta dell’artista vengono spenti i cellulari, per poter godere appieno dell’atmosfera intima della performance, e solo in pochi, anzi pochissimi, contravvengono alla richiesta, nel tentativo di immortalare un breve ricordo video.
Quello che rende unici i concerti del cantautore irlandese non può tuttavia essere catturato da alcun dispositivo. Mentre Rice interagendo con il pubblico passa da un brano all’altro stravolgendo con nonchalance la scaletta originale, viene a crearsi un’atmosfera di complicità con i presenti che rende la sua performance un qualcosa di unico ed irripetibile.
A completamento dell’atmosfera intima poche luci soffuse, che a tratti si affievoliscono tanto da avvolgere interamente il cantautore e i suoi musicisti in una calda oscurità squarciata unicamente dalla melodiosa voce dell’artista.
Eccellenti anche i musicisti che accompagnano Damien Rice nel suo viaggio intimista, fra gli altri, la spagnola Silvia Perez Cruz, a cui è affidata l’apertura del concerto, e che torna poi ad unirsi a Rice in alcuni duetti, e la brasiliana Francesca Barreto, al violoncello e voce.
Una serata dal sapore di altri tempi, avvolta da un’atmosfera familiare e rarefatta. Un altra performance di questo musicista originario di County Kildare che scalda il cuore e lascia nei presenti un ricordo indimenticabile.

Qui sotto la scaletta della serata:

The Professor & la fille danse

Delicate

Accidental babies / Rootless Tree

My Favourite Faded Fantasy

Volcano

Older Chests

I Don’t Want to Change You

Cold Water

Coconut Skins

Man of the trees

9 Crimes

Astronaut

Amie

Routine of fear (Jana Jacuka monologue)

Black and Blue

I remember

Cannonball

The Blower’s Daughter

Senza fine

I Modena City Ramblers al Womad Festival di Villa Ada

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by

Il Womad festival di Peter Gabriel approda finalmente a Roma, a Villa Ada, e lo fa in grande stile con artisti provenienti da tutto il mondo che  da ieri 9 giugno hanno calcato i due palchi della villa romana portando una ricchezza di sonorità nuove e multiformi nella capitale. I

l cartellone che va dal 9 all’11 giugno, e che segue il concerto apripista di Carmen Consoli e Mariza all’Auditorium Parco della Musica, prevede anche una collezione di attività collaterali, come workshop per adulti e bambini, laboratori di musica e arte, enogastronomia e tanto altro, il tutto all’insegna della multiculturalità, dell’attenzione per l’ambiente e della salvaguardia della pace.

Fra gli altri a salire sul palco nella giornata del 9 Giugno, anche i Modena City Ramblers, freschi di pubblicazione nuovo album Altomare, e con una nuova formazione che vede Diego Scaffidi, sostituito da Enrico Torreggiani ad affiancare gli altri membri della band capeggiata da Davide “Dudu” Morandi.

I Modena hanno coinvolto il pubblico con una scaletta serrata, pochi pezzi del nuovo album e tutti i loro più grandi successi, da Il cielo d’Irlanda, a I cento passi, passando per Mia dolce rivoluzionaria ed Ebano. In chiusura, già ben oltre il tempo limite assegnatogli, il gruppo ha poi affidato il compito di cantare l’immancabile Bella ciao al pubblico presente, che con entusiasmo ed affetto si è lanciato in un canto corale che è salito alto e prorompente sopra il cielo di Villa Ada.

Frank Gambale and All Star Band

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by

Roma, 12 Aprile 2022

L’attesa è stata tanta ma alla fine ci siamo, uno dei più importanti chitarristi jazz/rock-fusion è a Roma con il suo Sweeping Across Europe Tour 2022 accompagnato da altrettanti importantissimi musicisti, Jerry Leonide alle tastiere, Hadrien Feraud al basso e Gergo Borlai alla batteria ovvero la sua All Star Band.

Da sottolineare è che il Cross Roads si conferma un punto di riferimento oltre che per artisti di casa nostra, anche per artisti di fama internazionale e così come da tradizione anche questa sera. Un plauso quindi va sicuramente a Valerio e allo staff dirigenziale che mantiene alto il nome del Live Club di Roma.

Inizia il concerto che si apre con un classico, No Neck Louie, il giusto brano per scaldare “i diti” come dice lui intrattenendo il pubblico tra un brano e l’altro, in un comprensibilissimo ed amabilissimo Italiano.

Qualsiasi brano del repertorio del grande artista australiano non è ovviamente banale ma viene magistralmente assecondato dalla band e tutti sembrano fondersi nelle armonie esaltando le singole straordinarie qualità. Come consuetudine nel jazz, piccoli assoli elettrizzano il pubblico presente in sala, dalle rullate di cassa e la capacità di inserire dei blast beat forsennati nelle singole battute da parte di Borlai, agli unisono con Gambale da parte di Feraud, ai tocchi magici delle tastiere da parte di Leonide che non fanno rimpiangere nemmeno il mitico Brian Hauger. 

Certo le influenze di Gambale che lo hanno da sempre ispirato sono evidenti, dal sound a volte molto vicino a Steely Dan, ai fraseggi jazz che ricordano i trascorsi nella band del suo mentore Cick Corea, che saluta con affetto durante la serata e a cui dedica un brano concludendo la presentazione con ….everywhere you are!

I ‘diti’ volano sui manici delle delle innumerevoli chitarre a disposizione di Gambale, a conferma, sempre che ce ne fosse stato bisogno, dell’immensa bravura del maestro australiano, così come volata è la serata che si chiude con un richiestissimo bis e che lascia nei presenti un’elettrizzante voglia di buona musica.

Ghemon – Scritto nelle stelle

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by


Roma Auditorium PdM – 12.09.2020

Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

Un cantautore a tutto tondo, rapper ma non solo, melodico, tra pop e soul, questo è Ghemon, al secolo  Gianluca Picariello, che si presenta all’auditorium dopo il lungo periodo di assenza dettato dal lockdown.
Scritto nelle stelle, il suo ultimo album, è ovviamente la colonna sonora della serata, accompagnata da i suoi maggiori successi tra cui Rose viola, il brano disco d’oro, che lo ha visto protagonista a Sanremo nel 2019. Una commovente dedica a Willy Monteiro, il ragazzo tragicamente scomparso nei giorni scorsi a cui, l’artista campano, dedica il brano Un’anima.
Insomma, un’ora e mezza di ottima musica, la cui scaletta che riportiamo di seguito è accompagnata da una performantissima band composta da Giuseppe Seccia alle tastiere, Vincenzo Guerra alla batteria,  le coriste Valentina Gnesutta e Arya DelgadoFabio Brignone al basso e Filippo Cattaneo Ponzoni alla chitarra.
Una bella serata di musica alla Cavea dell’Auditorium, ma d’altra parte era “Scritto nelle stelle”.

Ghemon scaletta:
1.  Questioni di principio
2.  K.O.
3.  Adesso sono quì
4.  Buona stella
5.  Quando imparerò”
6.  Cose che non ho saputo dire
7.  Cosa resta di noi
8.  Inguaribile e romantico”
9.  Rose viola
10. Due settimane
11. Pomeriggi svogliati
12. Criminale emozionale
13. In un certo qual modo
14. Un’anima
15. Champagne
16. Un vero miracolo
17. Fuori luogo ovunque
18. Nessuno vale quanto te
Encore

19. In un certo qual modo
20. Quassù
21. Magia nera
22. Un temporale

(Pregalleria Ghemon)



Francesca Michielin – Spazi Sonori

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by


Civitavecchia Summer Festival – 14.08.2020

Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

Inizia accompagnandosi con l’Harmonium Indiano, la serata di Francesca Michielin al Civitavecchia Summer Festival (La Vecchia Estate), una serata lunga un’ora e mezza circa, per presentare il suo Spazi Sonori Tour e ripercorrere i maggiori successi della sua carriera arricchiti da nuovi arrangiamenti. Ad accompagnare la cantautrice di Bassano del Grappa, il polistrumentista Francesco Arcuri ed Ernesto Lopez alle percussioni.

Buona la risposta di pubblico, considerando anche il fatto che il concerto era gratuito. Uniche norme da seguire, la prenotazione obbligatoria per garantire gli idonei distanziamenti di legge e l’uso obbligatorio della mascherina anche se l’arena era ovviamente all’aperto.

Apre la serata Mox, nome d’arte di Marco Santoro, emergente cantautore romano, album d’esordio “Figurati l’amore” del 2018 e che nell’occasione presenta il suo progetto “L’aria il cielo il coperto il sereno” tramite le tappe del “In solo tour”, 5 live acustici dedicati al nuovo EP e la cui ultima tappa è stata proprio Civitavecchia.

Francesca Michielin scaletta:
1.   Riserva naturale
2.   Be my Husband
3.   Comunicare
4.   Fotografia
5.   Bolivia
6.   Yo no tengo nada
7.   Leoni
8.   Le vie ensemble
9.   25 febbraio
10. L’amore esiste
11. Distratto
12. Monolocale
13. Albero/Galassie/Star trek
14. Battito di ciglia
15. Tropicale
16. Cheyenne
17. Io non abito al mare
18. Nessun grado di separazione
19. Vulcano
Encore:
20. Canto libero/The man/Magnifico

(Pregalleria Francesca Michielin)



Al McKay’s Earth, Wind e Fire Experience – Rock in Roma

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by


Roma – Ippodromo delle Capannelle – 03.07.2019

Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

Fra pochissimi giorni sarà passato un anno esatto dal concerto degli Earth, Wind e Fire o meglio la versione Experience guidata da Al McKay unico rappresentante e chitarrista della famosissima e numerosissima band di cui fu componente dal ’73 all’80.

Non abbiamo avuto modo di pubblicare l’articolo nei giorni appena successivi allo spettacolo, tenutosi per il Roma in Rock e lo facciamo ora, visto tra l’altro, che purtroppo il COVID-19 ha costretto l’organizzazione della manifestazione ad annullare l’edizione del 2020 dando appuntamento ai tantissimi estimatori, direttamente all’estate del 2021. A tale proposito apriamo un’altro filone legato proprio alla manifestazione del 2019 con una serie di concerti mai pubblicati, vi consigliamo quindi di rimanere sintonizzati su queste frequenze. 

Earth, Wind e Fire, una band che ha fatto la storia della disco tra gli anni ’70 e gli anni ’80. Più di 40 anni di carriera che arriva fino al 2016, anno della scomparsa del suo fondatore Maurice White. Il ventennio ’70-’80 quello di maggior successo, ma non solo, nella loro lunga attività hanno venduto circa 90 milioni di dischi, ricevuto 20 nomination ai Grammy Awards di cui 6 vinti, ottenuto 12 nomination agli American Music Awards vincendoli 4 volte. Nel 1995 hanno ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles e nel 2000 sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame.

Successi famosissimi, conosciuti sicuramente da tutti anche dai più giovani e riproposti dalla Experience, come September, Boogie Wonderland, Let’s Grove, Fantasy o After the Love Has Gone, hanno rallegrato la serata dei “purtroppo” pochi intervenuti.

Bravissimi tutti, ovviamente dalle voci alla sezione percussiva, per non parlare di quella fiati, fondamentali per il sound funky-soul della band, peccato, probabilmente il nome altisonante per i più datati, era meno conosciuto tra i giovani di quanto si poteva e si doveva attendere.

Band – Al McKay’s Allstars:
Al McKay – leader and guitar
Tim Owens – vocals
DeVere Duckett – vocals
Claude Woods – vocals
Freddie Flewelen – bass guitar
Ben Dowling – keyboards
David Iwataki – keyboards
Anthony Beverly – drums
David Leach – percussion
Ed Wynne – saxophone
Luis Gonzales – trumpet
Omar Peralta – trumpet
Shaunte Palmer – trombone

(Pregalleria)



1 2 3
Claudio Enea
0 £0.00
Go to Top
× How can I help you?