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EDITORIALE - page 3

Migrazioni, quanto siamo disposti a sacrificare per accogliere tutti?

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La storia dell’essere umano ha sempre annoverato spostamenti di individui o di interi popoli da un territorio all’altro. Sembra che tutto sia cominciato già agli albori dell’umanità e i paleo-antropologi ci parlano di numerosi tipi di umanoidi che, in periodi differenti, lasciarono l’Africa per disperdersi poi nell’intero mondo. Avevano caratteristiche morfologiche e somatiche così diverse tra loro da non essere considerati un unico genere bensì specie e sottospecie. Noi siamo i diretti discendenti di uno di quei ceppi, apparentemente l’unico sopravvissuto: l’homo sapiens sapiens, a sua volta successivo all’homo sapiens.

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Ministro Salvini, da zio e da avvocato di Pamela sono col Lei

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Lettera aperta al ministro Salvini

Sono con Lei, Ministro: da uomo, da cittadino, da italiano, da zio di Pamela Mastropietro e da avvocato. Alcuni dovrebbero smettere di confondere le acque e far passare per razzista chi stia cercando, semplicemente (anzi, neanche poi tanto, a quanto pare), che i flussi migratori avvengano in maniera controllata e nel rispetto delle regole sulla protezione internazionale, ed eliminando l’in-dotto che da essi derivi alle organizzazioni criminali che favoriscono e gestiscono questi che, così svolti, non esito a definire traffici di esseri umani.

Sulle loro cause dovrebbero intervenire l’Unione Europea o, perché no, le Nazioni Unite, che, all’occorrenza, in passato, hanno anche interpretato- o permesso che si interpretasse- “ad hoc” la propria Carta, per giustificare interventi militari, con le diverse qualificazioni giuridiche del caso.

Ci sarebbe da dire- ma non qui- pure sulle organizzazioni umanitarie, sulla gestione dei fondi destinati all’accoglienza, sui processi di integrazione, sul singolare istituto della protezione umanitaria, e su altro.

Siamo tutti d’accordo nel sostenere che la delinquenza non abbia colore di pelle (e che non tutti gli immigrati siano delinquenti), ma sicuramente essa nasce e si sviluppa anche basandosi su differenze culturali e, quindi, valoriali, che spesso sono oggettive: di base, c’è- o ci dovrebbe essere- che non ha senso aggiungere criminalità (quella importata) ad altra criminalità (quella italiana) ed una più attenta gestione di questo complesso fenomeno permetterebbe, tramite una accurata selezione delle persone, nel rispetto dei parametri anzidetti, anche questo (come avviene, ad esempio, con i c.d. corridoi umanitari).

Evitando che a subire le conseguenze di una mancanza di regole, siano proprio i bisognosi, a discapito di altri che, magari, potrebbero rimanere nel proprio paese, anche a combattere, se necessario, come fecero i nostri avi (che morirono, pure giovanissimi, sul fronte, nella Prima Guerra mondiale o che dovettero affrontarne persino una fratricida- quella tra repubblichini e partigiani- nel Secondo Conflitto) per consegnarci uno Stato democratico.

Venendo a Pamela, in particolare, un punto tengo a precisare e a doverosamente premettere: nessuna morte è inferiore ad un’altra, soprattutto per il dolore che essa comporta a coloro che sopravvivono alla persona che se ne va.

Lo scrivo, perché non è mancato chi abbia osservato che la stessa attenzione dedicata, almeno in alcuni tratti, al caso specifico, sia mancata in altri, oppure che si stia strumentalizzando una tragedia il cui dolore dovrebbe essere metabolizzato nell’intimità delle mura domestiche e che nulla ha di diverso da altre uccisioni, magari perpetrate da italiani.

Intanto, per quanto riguarda me e la mia famiglia, posso assicurare che avremmo certamente evitato che Pameladiventasse un caso simbolo (e, quindi, non privato), reso tale non certo per volontà nostra, ma, al di là della sua uccisione, anche e soprattutto per tutti i fatti che la hanno preceduta e, più ancora, per le modalità, poi, in cui sia stato ridotto il suo corpo (che, lo ricordo, è stato depezzato, scuoiato, scarnificato, disarticolato, lavato con la candeggina, messo in due trolley ed abbandonato- non si sa ancora perchè- sul ciglio della strada).

Di poi, sono convinto che, chi rispetti le leggi, debba guardare con attenzione all’unico luogo dove esse vengono discusse, decise, scritte ed emanate e, eventualmente, cambiate, ossia il Parlamento: ritenere dunque che la problematica dell’immigrazione (che, come altre, hanno avuto la loro importanza nella tragica vicenda di Pamela, e non solo) non sia anche una questione da mettere in discussione e dibattere in quella sede, ed essere tacciati di voler, appunto, strumentalizzare, credo sia fuorviante, così come penso lo sia, parimenti, il voler continuare a chiedersi “cosa fosse successo se lo avesse fatto un italiano”.

Intanto, a quanto pare, così non è stato e, comunque, l’italiano nasce qui e, come dice qualcuno, te lo devi tenere. Il criminale importato, invece, lo si poteva evitare.

Noi combatteremo fino in fondo per far ottenere giustizia a Pamela e, con lei, a tutta l’Italia civile, affinché quel che è successo a questa ragazzina di 18 anni, non accada ad altri.

A Lei, invece, signor Ministro, l’invito a continuare così, per il nostro amato Paese, per gli italiani e per coloro che veramente fuggono dalle guerre. Viva l’Italia!

Marco Valerio Verni

La Mafia a Roma? C’è, lo dice la DIA

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L’ultimo rapporto semestrale della Direzione Investigativa Antimafia descrive in dettaglio la mappa de potete criminale nella capitale, i nomi noti a tutti ma che nessuno conosceva, casamonica, Spada, Fasciani, DiSilvio le famiglie più numerose e importanti del crimine.

Vivono e controllano Roma da decenni forse più, dalle vicende della Banda della Magliana degli anni ottanta che sono state portate a conoscenza del grande pubblico dai film e le serie televisive ispirate a fatti di cronaca e documenti giudiziari.

Tutto vero quindi, usura, prostituzione, spaccio di droga, il tutto gestito con violenza e minacce.

La mappa disegna anche le forti relazioni di questi clan con quelli dell’andrangheta e delle famiglie siciliane che a Roma hanno sempre operato per riciclare il fiume di denaro sporco nella ristorazione, nella gestione di centinaia di imprese a basso profilo, come i garage, nelle costruzioni sopratutto nell’hinterland e nel lungomare.

Magia Capitale quindi non è stato un fenomeno superato ma si è consolidato con l’arresto di uno solo dei suoi capi, Carminati, nelle mani delle altre famiglie.

Uno scenario descritto della Capitale che preoccupa moltissimo se pensate quante possono essere le attività che sono sotto il controllo degli usurai e che magari utilizziamo tutti i giorni, per il momento sono state sequestrate le imprese nelle quali gli indagati erano ufficialmente coinvolti, quelle pulite insomma, ma attenti quando andate in palestra o al supermercato, o a mangiare il pesce in quel ristorantino, probabilmente state anche voi pagando la quota ai padroni di Roma.

Quale è l’auspicio di queste operazioni di Polizia, che si riesca a vedere un processo rapido e che la pena sia adeguata è certa.

L’accusa di associazione di stampo mafioso permetterebbe l’applicazione del 41bis e l’isolamento dei condannati dal loro business.

La criminalità organizzata e un cancro che in questo pesce sta dilagando, di fatto in alcune regioni è diventato il punto di riferimento dei cittadini in difficoltà, in altre la pervasione e così alta che si rischia perderle, è necessaria una cura forte che distrugga questo male senza quartiere e forse questo è il momento visto che i vecchi equilibri politici sono saltati.

Contenere la criminalità organizzata in una percentuale bassa a piacere sarà il primo passo verso un paese più democratico e vivibile.

Caos Roma, Grillo manda un nuovo MrWolf

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“Sono Wolf e risolvo problemi” la famosa frase de film di Tarantino, usata spesso nei giorni del governo Raggi a Roma, ma più che altro disattesa dai risultati viste le indagini e gli arresti dei precedenti “risolutori”.

Ora e il turno di Lorenzo Foti, fedelissimo di Grillo, che lavora con il leader ai suoi spettacoli comici da tanto tempo esperto programmatore e di cripto valuta bene presentato come “il finalizzatore dell’attività di indirizzo e controllo politico” una job description, molto fumosa e da comprendere appieno.

Con la delibera numero 117 è stato assunto al comune di Roma con uno stipendio di 88mila euro annui scelto per il percorso professionale e per le sue elevate doti di riservatezza, citiamo il sindaco Raggi.

Insomma il leader Maximo mette un angelo custode al sindaco più importante del movimento, deve averlo deciso nella sua ultima discesa a Roma dove non ha trovato e filmato buche e dove ha lanciato proclami dal balcone dell’hotel “sempre tesi” a migliorare la società.

Certo deve essere stato impensierito dai precedenti che negli ultimi due anni hanno coinvolto la giusta Raggi, ultimo l’arresto di Luca Lanzalone inviato nella capitale per sistemare i problemi di Atac, negli ultimi mesi i diversi incendi di mezzi e la bocciatura del piano di rilancio, e dello Stadio per il quale è stato arrestato.

Mentre Roma brucia Nerone ancora suona la cetra.

Discarica Capitale, tra cassonetti pieni e sacchetti in strada Roma attraversa il suo momento più buio.

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Non c’è nulla da fare,  cittadini non riescono a vedere uno spiraglio nel buio del degrado che avvolge la città, diventano sempre più frequenti le manifestazioni in strada e gli atti di rivolta che in molti quartieri i cittadini stanno mettendo in atto. una protesta non nuova: era già successo a Tor Bella Monaca, San Basilio e Rocca Cencia, in periferie che più di altre soffrono  e vivono il problema sulla propria pelle“

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C’e’ da ricostruire una strada, liberamente ispirato alla sedia di Giorgio Gaber

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Tragi-commedia (o forse no). Atto unico che si svolge in una qualsiasi località italiana.

Comune– È franata una strada.

Partito uno– È franata una strada; deve essere ricostruita;

Partito due– Non doveva franare, è stata realizzata male.

Partito uno– All’epoca eravate voi al governo.

Partito due– La manutenzione spettava a voi che governate adesso.

Partito tre– La ricostruzione della strada era nel nostro programma. Adesso gli elettori capiranno.

Partito uno– Ma adesso pensiamo alla strada. Proponiamo una soluzione tampone e poi un appalto.

Partito due– Per la ricostruzione della strada occorre una commissione tecnica adeguata.

Regione – Per la ricostruzione è necessario uno studio di fattibilità. Poi una gara di appalto.

Partito tre– Dalla gara devono essere esclusi imprese di pregiudicati. Anche di indagati.

Partito due – Sarebbe incostituzionale.

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Benvenuti a Roma!

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“Roma” è la pubblicazione che apre la collezione delle capitali europee con la quale European Affairs vuole approfondire e condividere quanto succede nella capitale italiana.

Un progetto complesso che vedrà coinvolti personalità della politica, della cultura, dello spettacolo e della società italiana che contribuiranno a far nascere il paese attraverso il settimanale “Roma”.

Le capitali europee rappresenteranno nei prossimi mesi un viaggio nella Comunità Europea e le nazioni limitrofe più importanti con lo scopo di stimolare la conoscenza del continente che abitiamo e la condivisione delle best practice in termini di sviluppo, economica e innovazione.

Buon Viaggio!

 

Alessandro Conte

 

Alessandro Conte
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