Il magazine della tua Città

Category archive

CULTURA - page 11

La cultura italiana in tutte le sue forme dalla letteratura al cinema, dalla scultura al teatro

Pink Floyd Legend – The Final Cut

Teatro Olimpico Roma 26.01.2024

Il 26 gennaio 2024, i Pink Floyd Legend hanno portato in scena al Teatro Olimpico di Roma un concerto dedicato all’album “The Final Cut”, lo spettacolo che ha fatto parte di una serie di eventi dedicati alla discografia dei Pink Floyd denominata “Week”. Noi di EA abbiamo seguito questo progetto e non potevamo certo mancare alla serata che ha visto tra l’altro la partecipazione straordinaria di Harry Waters figlio del grande Roger.

La formazione dei Pink Floyd Legend è composta da musicisti professionisti che hanno dedicato la loro vita alla musica dei Pink Floyd. Il concerto è stato un’esperienza coinvolgente e emozionante, che ha fatto rivivere al pubblico le atmosfere e le sonorità di un album che è un capolavoro della musica rock.

L’album “The Final Cut” è stato pubblicato nel 1983 ed è stato l’ultimo album in studio dei Pink Floyd con Roger Waters. Il disco è un concept album che esplora i temi della guerra, della perdita e della memoria. La musica è potente e drammatica, e i testi sono intensi e profondi. Il concerto dei Pink Floyd Legend ha riprodotto fedelmente l’album, con una cura particolare per i dettagli. La scenografia, le luci e i costumi hanno contribuito in fine a creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente come tipico dei PFL.

I PFL si sono esibiti capitanati dal front-man Fabio Castaldi (basso e voce), Alessandro Errichetti (chitarra e voce), Simone Temporali (tastiere e voce), Emanuele Esposito (batteria), Paolo Angioi (chitarra e voce), Maurizio Leoni (sax), Nicoletta Nardi, Giorgia Zaccagni, Claudia Marrs (cori) e lo special guest Harry Waters (tastiere)

Un grazie particolare all’ufficio stampa dei PFL Fabiana Manuelli

Di seguito la nosrta galleria fotografica

“QUEEN UNSEEN | Peter Hince” al WeGil di Trastevere. I Queen tra gli anni ’70 e ’80 ritratti da Peter Hince

La splendida location del WeGil di Trastevere, hub culturale di pregio della Regione Lazio, ospita ancora per pochi giorni una singolare mostra dedicata ai Queen. “QUEEN UNSEEN | Peter Hince” rappresenta un viaggio fotografico all’interno dei backstage e dietro le quinte dei video più famosi della band inglese, raccontato attraverso le immagini catturate dal road manager e assistente personale di Freddie Mercury e John Deacon.

Peter Hince, grazie al rapporto di fiducia privilegiato che lo legava al gruppo, pur non essendo il fotografo ufficiale, tra gli anni ’70 ed ’80, ha potuto collezionare una serie di immagini di cui alcune sono diventate poi iconiche. Scatti di backstage, momenti privati e foto catturate sui set dei video più noti, ma anche ritratti, fra cui quello famosissimo che ritrae Freddie Mercury vestito da regina.

“QUEEN UNSEEN | Peter Hince” si compone di oltre 90 immagini del fotografo londinese, mai esposte in precedenza in nessun paese europeo, e di cui alcune in assoluta anteprima internazionale. Una narrazione diversa dal solito, che attraverso l’obiettivo della sua Hasselblad 500 racconta il soundcheck dei concerti ma di rado l’esibizione live, i momenti di relax dietro il palco, quelli in sala di registrazione, le interviste in radio e tanto, tanto altro.

Una mostra che, a cinquant’anni dalla pubblicazione del primo album omonimo “Queen”, svela il lato più intimo della band che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica, e che viene arricchita inoltre da tantissimi memorabilia raccolti da Niccolò Chimenti, uno dei maggiori collezionisti europei del gruppo. Dal giubbotto della band donato da Freddie Mercury a Groucho Marx, alla lettera di risposta di Brian May ad un fan che chiedeva consigli su come diventare un grande chitarrista, passando per i gadgets dei vari tour, le edizioni speciali di alcuni dischi, un piatto della batteria autografato e tanto tanto altro.

A completamento della mostra, una sala dedicata alla proiezione di video rari e di spezzoni dei più famosi concerti della band.

“QUEEN UNSEEN | Peter Hince” rimarrà al WeGil ancora fino al 4 Febbraio 2024, per poi fare tappa a Milano dall’8 febbraio al 22 aprile 2024 e successivamente a Budapest e in altre principali città europee. Una mostra imperdibile per tutti gli appassionati dei Queen che vogliono scoprire un lato inedito della band, ma anche per tutti coloro che vogliono conoscere qualcosa di più riguardo ad uno dei gruppi britannici più famosi di tutti i tempi.

INFO MOSTRA:

Titolo mostra: Queen Unseen- Peter Hince

Dove: WEGIL– Trastevere, Largo Ascianghi,5, Roma

Apertura al pubblico: 8 dicembre 2023

La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00

Info: www.wegil.it; info@wegil.it
tel. 334 6841506 (tutti i giorni ore 10 -19)
WEGILTrastevere
WEGIL
wegiltrastevere

Ufficio Stampa: Maurizio Quattrini: 338.8485333 – maurizioquattrini@yahoo.i

 

Collaborano all’organizzazione e alla promozione GLOBO VINTAGE, emittente ufficiale della mostra, FAI – Fondo Ambiente Italiano, MEDEVI, PRIMAFILA MAGAZINE, MULTIVISION. LEDVISION, FRANCIOSA COMUNICAZIONE e P&B COMMUNICATION.

Maria Antonietta LA TIGRE ASSENZA CLUB TOUR a Largo Venue

Maria Antonietta, tra le voci più apprezzate dell’alternative italiano, chiude al Largo Venue di Roma “LA TIGRE ASSENZA CLUB TOUR”, tournée che prende il nome dal suo ultimo album di studio “LA TIGRE ASSENZA” (Parlophone/Warner).

Una data evento ricca di sorprese che vedrà anche ospiti della serata: Colombre e Alice dei Thru Collected, in apertura Alessandra Nazzaro.

Questo nuovo viaggio live nei club arriva dopo il successo del precedente tour estivo dove la cantautrice si è esibita nei principali festival italiani e ha aperto anche l’unica data italiana di Lana Del Rey a La Prima Estate Festival.

«Il club è la dimensione ideale per questo album scuro e magnetico, fatto di ballad notturne e di pezzi uptempo da ballare con un gin tonic in mano, e per i pezzi del mio repertorio, che non mancheranno – Racconta Maria Antonietta – Questo è un concerto in cui tutte le mie anime convivono, in cui si alternano momenti rock’n roll, acustica e violoncello, cassa dritta, e ballad torbide».

Il disco conferma Maria Antonietta tra le artiste più eclettiche e di maggior talento del panorama musicale italiano.

Il titolo “La tigre Assenza” è un omaggio a Cristina Campo, che ha scritto una poesia così intitolata, dedicata agli assenti.

Chi non c’è, è sempre pronto a sbranarti, come una tigre. Chi non c’è, è feroce. Così, il suo ricordo.

Prodotto da Antonio Filippelli, contiene 10 brani, tra cui “Viale Regina Margherita” composto con Francesco Bianconi e “Per Le Ragazze Come Me”, realizzato con la collaborazione di Laila Al Habash, cantautrice italo-palestinese, già una delle grandi promesse della scena italiana.

I visual del live sono stati pensati dalla stessa Maria Antonietta e raccontano e aprono lo scrigno del suo immaginario poetico aggiungendo la dimensione visiva all’esperienza del concerto.

L’evento di Largo Venue a Roma, in cui l’artista porterà dal vivo sia le canzoni che compongono il suo ultimo lavoro che il suo repertorio chiude “LA TIGRE ASSENZA CLUB TOUR”, organizzato da Panico Concerti, che l’ha vista impegnata in tutta Italia: Firenze, Cagliari, Cremona, Trento, Lecce, Molfetta (BA), Palermo, Catania e Pisa.

Il concerto è stato aperto da Alessandra Nazzaro:

 

Maria Antonietta, al secolo Letizia Cesarini, è una cantautrice nata a Pesaro nel 1987.

Esordisce in Italia nel 2012 con l’album “Maria Antonietta”, prodotto da Dario Brunori, seguito da “Sassi” (2014) e “Deluderti”, prodotto da Colombre (2018).

Laureata in Storia dell’arte, ha dedicato una serie di reading alla creatività femminile, e alle sue poetesse del cuore.

Come scrittrice ha pubblicato nel 2019 per Rizzoli il libro di poesie e racconti “Sette ragazze imperdonabili. Un libro d’ore”.

Nel 2020 partecipa al Festival di Sanremo come ospite nella serata dei duetti, con Levante e Francesca Michielin.

Nel 2021 è la conduttrice della serie Sky “Sacra bellezza – Storie di santi e reliquie” sul mondo dell’arte sacra, e vince il Premio Bertoli.

Nel 2023 pubblica per Warner il suo quarto disco “La Tigre Assenza”. Da qualche mese è giurata del Premio Strega Poesia.

La Scaletta del Concerto:

  • Diamante
  • 375
  • Pesci
  • Vergine
  • Sapore
  • Saliva
  • Deluderti
  • Questa è la mia festa
  • Deserto
  • Viale Regina Margherita
  • Sabato mattina
  • Giardino comunale
  • Alla felicità e ai locali punk
  • Io e te certamente
  • Con gli occhiali da sole
  • Arrivederci
  • Maria Maddalena
  • Quanto eri bello
  • Ossa

Teatrosophia – La Topa Bianca

STAGIONE 2023-2024

Via della Vetrina 7, Roma

https://www.teatrosophia.it/

Presenta

 LA TOPA BIANCA

Gabriella Ferri racconta se stessa

 Scritto e diretto da Emanuele Billotta

Con: Daniela AntoliniFlavio AccorintiAntonio Antolini

DA GIOVEDI 1 A DOMENICA 4 FEBBRAIO 2024

Flavio, musicista di strada è intento a presentare alcuni brani del suo nuovo album ai passanti, sperando di poter guadagnare qualcosa dalle offerte a cappello. Irrompe Gabriella Ferri che, approfittando del gruppetto di persone che si sono attorniate davanti a lui, prende la scena per parlare un minuto ma, in realtà, travolge il povero Flavio e le altre persone in un’ora e mezza di ricordi, aneddoti, canzoni ed emozioni che ripercorrono la sua vita, la sua poetica e il suo sentire.

Progetto artistico

Nel 2024 ricorre il ventennale dalla morte di Gabriella Ferri, artista romana poliedrica, cantautrice e interprete, poetessa, pittrice e attrice, ha rappresentato la Capitale in tutte le sue sfaccettature, arrivando a girare il mondo non solo come rappresentate di Roma, ma artista capace di interpretare colori e suoni di ogni luogo che ha incontrato. Da Napoli a Milano, viaggiando per l’America Latina.

Anima fragile ha sempre avuto un rapporto di amore/odio con il successo e con i riflettori, altalenando periodi di forte presenza a periodi di completa sparizione dalle scene, elemento che l’ha portata a non confondersi con il business che ruota attorno al mondo artistico ma mantenendo lo spirito popolare che la contraddistingueva. Divenuta famosa con la riscoperta del brano La società dei Magnaccioni ha presentato un repertorio che ha toccato brani della tradizione e ha portato alla ribalta propri brani cantautoriali entrati prepotentemente nella storia della musica.

Lo spettacolo dal titolo La Topa Bianca: Gabriella Ferri racconta sè stessa che ha debuttato nell’Agosto 2023 è un testo dalla struttura semplice, in quasi un’ora e mezza di racconti, aneddoti, canzoni, momenti di forte comicità, di dramma, poesia e riflessione.

Partendo dalla sua infanzia il racconto si snoda dal rapporto con il padre quello con la Roma delle bancarelle di via Sannio, un tempo “campo de carciofi dove ce passava in mezzo la marana”, con la Roma del Monte dei Cocci e delle osterie. Il suo rapporto con Pasolini, dell’amore totale nei suoi confronti e della sua paura ad avvicinarlo, e il suo rapporto con il pubblico.

Il testo, scritto da Emanuele Bilotta, che si è occupato anche della regia, è corredato da molte canzoni portate al successo da Gabriella Ferri, in una struttura di commedia musicale con un accompagnamento realizzato completamente dal vivo con voce e chitarra e la presenza di scene danzanti, in cui si alternano momenti di cantato a dialoghi tra l’artista romana e il giovane cantautore e monologhi che la poliedrica rappresentante di Roma regala al pubblico con la schiettezza che la contraddistingue, in una multidisciplinarietà che abbraccia teatro, canto e danza popolare.

Dopo lo spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia

INFO:

La Topa bianca

Scritto e diretto da Emanuele Bilotta

Orari: Giovedì a Sabato h 21:00/Domenica h 16:00

Teatrosophia – “La Bambola Spezzata”: per il giorno della memoria per non dimenticare 

“Teatrosophia – “La Bambola Spezzata”: per il giorno della memoria per non dimenticare 

No, madre, non ti odio. Semplicemente non ti amo, non posso amarti

Roma, 26 gennaio 2024

Foto ed articolo di Grazia Menna

Gianni De Feo, con la magnifica interpretazione di Irma Ciaramella e Alessandra Ferro, portano di nuovo in scena il testo “La Bambola Spezzata” di Emilia De Rienzo, già rappresentato in Italia e con tantissimo successo dal 2014, sempre con De Feo alla regia ed alla partecipazione nella recitazione.

De Feo con la sua regia, accompagna il pubblico presente a vivere il dramma di una figlia (Eva) abbandonata dalla madre a sei anni perché ella, la madre, ha scelto di abbracciare l’ideologia nazista ed entrare nelle SS, tutto ciò a scapito del rapporto sia con il marito quanto con la figlia che difatti abbandona.

I tempi sono quelli dell’estate del 1939, la città Berlino, da una parte una famiglia tedesca : padre madre ed una bella figlia bionda da sfoggiare come un trofeo, una vera ariana di razza pura; dall’altra il fervente nazionalismo tedesco che di lì a poco sfocerà nell’ideologia nazista, nella costituzione delle SS.

Il ruolo della madre è affidato alla bravissima Alessandra Ferro che con la sua efficace recitazione, basandosi sui passaggi di tono dalla cattiveria più feroce a momenti di goffa comicità, a momenti di “calore materno” quando chiede di esser chiamata “mamma”, incarna le tante sfaccettature di una donna che ha scelto di abbracciare tout-court l’ideologia nazista, per sentirsi partecipe della storia. L’allestimento scenico la ritrae seduta in un angolo, su una sorta di trono ad elevarla dalla “plebea altezza dei non-SS” ed  avvolta in una sorta di mantello con una svastica nera impressa in bella evidenza.

Irma Ciaramella nel ruolo della figlia che spera, molti anni dopo, rincontrando la madre, di capire le ragioni dell’abbandono e forse sperare di riavvicinarsi a lei che chiama “MADRE” e non “mamma”.

Chiamarla “MADRE” per porre una distanza affettiva da colei che mamma non è mai stata.

Oggi quella bambina di sei anni è una donna con un vissuto, che ha scelto di essere un’artista, un’attrice e questa scelta pone le due donne ancora in antitesi perché secondo sua madre la cultura è decadenza, perché “la Germania ha bisogno di carattere” ed è con questa affermazione che giustifica i roghi di libri del maggio del ‘39.

Tra di loro, come un cordone ombelicale per riavvicinare le due, la bambola che la madre regalò alla figlia ed a cui Eva è rimasta profondamente legata, tanto da conservarla nella sua valigia.

La bambola è la vera unica testimone oggi di quanto accaduto in passato; e se c’era la possibilità di riavvicinare le due donne attraverso questa bambola, ricordo di un gesto tenero di madre verso la figlia, questa possibilità svanisce dolorosamente quando Eva scopre la provenienza e la reale storia della sua bambola: ad Auschwitz, racconta la madre, c’erano solo quattro camere a gas e poteva capitare che qualcuno non morisse e, spesso, i più forti erano proprio i bambini. Quando, invece, anche questi diventavano “polvere”, rimanevano integri solo i giocattoli da cui erano accompagnati.

Cruda verità per la bimba che Eva era allora, ma ancor di più per la donna che è oggi, alla quale si spezza il cuore identificandosi con quella bambola spezzata dalla quale è incapace di separarsi.

No, madre, non ti odio. Semplicemente non ti amo, non posso amarti

Si ringrazia l’Ufficio stampa di Teatrosophia nella persona di Andrea Cavazzini

Dardust – Duality + Guests

Roma Teatro Brancaccio 24.01.2024

Il 24 gennaio 2024, il Teatro Brancaccio di Roma ha ospitato il concerto di Dardust, uno dei più importanti produttori e compositori italiani della scena contemporanea. Il concerto, intitolato “Duality + Guests”, ha visto l’artista esibirsi in un’inedita performance live, che ha coniugato la sua passione per il pianoforte classico con la sua esperienza nella musica elettronica.

Il concerto è iniziato con un’intro di pianoforte, che ha creato un’atmosfera intima e suggestiva. La sua performance è stata accompagnata da un’esplosione di luci e colori, che hanno creato un’esperienza sensoriale unica per il pubblico. Nel corso del concerto, Dardust ha anche ospitato alcuni ospiti speciali, tra cui il rapper Franco 126 ed il violinista Alessio Cavalazzi.

Le sue performance al pianoforte sono state eleganti e raffinate, e hanno regalato al pubblico emozioni intense. La sua musica elettronica, invece, è stata energica e coinvolgente.

Il concerto di Dardust è stato anche un’esperienza sensoriale unica. Le luci e i colori che hanno accompagnato la performance hanno creato un’atmosfera magica e suggestiva, che ha contribuito a rendere il concerto ancora più memorabile.

La scaletta della serata:

Atto I:

  1. Intro
  2. Petali
  3. Nuvole in fiore
  4. Sunset on M
  5. Sturm I
  6. Lucciole
  7. Birth
  8. Dune
  9. Sakamoto
  10. Komorebi (con Alessio Cavalazzi)
  11. Storm di origami (Con Alessio Cavalazzi)
  12. Ruckeinfigur
  13. Dono per un addio
  14. Inno
  15. Prisma
  16. Sturm II

Guset: Franco 126

Atto II:

  1. Parallel 43
  2. Addostaje
  3. We’re ready to shine again
  4. Fluid of love
  5. Forget to be
  6. Sublime
  7. Pizzica
  8. Horizon
  9. Space Samurai
  10. Bardaggin
  11. The Whistle
  12. The never ending road
  13. Storm and drugs
  14. Hymn

La terza serata del Pink Floyd Legend al Teatro Olimpico

La terza serata live della settimana dei Pink Floyd Legend al Teatro Olimpico, è stata dedicata all’album “Animals”.

Come ricordato in apertura da Maurizio Malabruzzi e Fabio Castaldi, “Animals” fu il decimo album in studio realizzato dai Pink Floyd, pubblicato nel gennaio del 1977.

L’album fu ideato e scritto dal bassista Roger Waters ed è un’opera critica nei confronti delle condizioni sociopolitiche del Regno Unito durante gli anni settanta.

Ricordiamo l’iconica copertina dell’album, raffigurante un maiale che vola tra due ciminiere della centrale elettrica Battersea Power Station di Londra, ideata da Roger Waters e realizzata dal fotografo Storm Thorgerson.

Questa sera per la quarta serata sarà presente come ospite Harry Waters, figlio di Roger.

La scaletta del concerto

Pigs on the Wing (Part I)
Dogs
Pigs (Three Different Ones)
Sheep
Pigs on the Wing (Part II)
Shine On Your Crazy Diamond (1-5)
Welcome to the Machine
Have a Cigar
Wish You Were Here
Shine On Your Crazy Diamond (6-9)
Happiest Days of Our Lives
Another Brick in the Wall Pt. 2
Comfortably Numb
Run Like Hell

La galleria delle immagini



“FiatPanda” il nuovo singolo di ZVRZI

ZVRZI
svela “FIATPANDA”
Il nuovo brano che evoca la nostalgia di un vecchio amore
dal 26 Gennaio in Radio e sulle piattaforme

Ascolta sulle piattaforme
Guarda il videoclip

Il talentuoso cantautore torinese ZVRZI (si pronuncia Zurzi), nome d’arte di Daniele Zurzolo, torna sulla scena musicale con il suo ultimo singolo e videoclip, “Fiatpanda” disponibile dal 26 Gennaio in radio e in digitale per Giglio Rotto Dischi. Dopo la pubblicazione del singolo “CIAO“, ZVRZI decide di esplorare nuovi territori musicali insieme ai The Buskers Street Band, un progetto che ha visto la collaborazione con Dario Orlando (Dobermann, Adam Bomb) e Daniel Fasano (Santi Francesi, Shade, Irama, Tommaso Paradiso, Gianna Nannini, Mario Biondi, Samuel Romano, Salmo e altri).

“Fiatpanda, il suo nuovo singolo, è un brano che utilizza come metafora il ricordo di un vecchio amore, evocando la malinconia del passato attraverso l’immagine di una fotografia sbiadita. Con versi carichi di significato e aforismi, il testo cattura l’essenza delle emozioni legate ad un amore ormai lontano. Accompagnato da un sound che segna un ritorno alle radici dell’indie italiano con richiami al folk classico americano e alle chitarre britanniche, “Fiatpanda” vede la collaborazione di Anthony Sasso (Anthony Laszlo, Andrea Laszlo, i Ministri) che ha prestato la voce nelle backing vocals sugli incisi, ha suonato la chitarra acustica e le percussioni dando un tocco psichedelico al pezzo. Il tutto arricchito da uno stile indie cantautorale moderno, e con l’aggiunta di un tocco di classicità. Una scelta coraggiosa che conferisce al brano un’atmosfera vintage e raffinata ma, al contempo, attuale. 

Attualmente, ZVRZI sta lavorando al suo nuovo EP in collaborazione con Fractae (Sugar Music), Lillo Dadone (T-Vernice, Casino Royale, Vale Lp), e Filippo Dallinferno (The Fire, Deasonika, Crazy Town). Il nuovo materiale promette brani di cantautorato classico con un sound indie moderno, sporcato di influenze soul, britpop, garage e altro ancora, sottolineando la maturità della scrittura di ZVRZI e gli scenari dream pop dal sound evocativo.

BIOGRAFIA ARTISTICA ZVRZI:

Daniele Zurzolo, in arte ZVRZI è un cantautore torinese che inizia a scrivere canzoni all’età di 16 anni. Suona la chitarra e il basso fin da giovane e inizia a militare nelle prime band locali. Nel 2014 pubblica il suo primo disco “Mocchosetty Lovers” accompagnato dal singolo e videoclip “Ciao” che ottiene un buon riscontro entrando in rotazione su diverse FM e TV nazionali. Il singolo, grazie al suo sound unico e caratteristico anticipa di molto gran parte dell’ondata indie pop dei successivi dieci anni. Nel 2014 fonda i The Buskers Street Band con il chitarrista dei Lou Dalfin e con Dario Orlando chitarrista glam già Dobermann e Adam Bomb e Daniel Fasano (Tommaso Paradiso, Gianna Nannini, Mario Biondi, Santi Francesi, Samuel Romano, dARI, Salmo). La band ha all’attivo 400 date in 8 anni e realizza un disco live in presa diretta con riletture in stile rock, blues e glam dei classici della rock’n’roll hall of fame. Nel 2023 inizia la produzione del nuovo EP in collaborazione con Fractae (Sugar Music) , Lillo Dadone (T-vernice, Casino Royale, Vale Lp) , Filippo Dallinferno (The Fire, Deasonika, Crazy Town.) Ne escono brani di cantautorato classico con sound indie moderno sporcato di soul, britpop, garage e tanto altro dove risalta la maturità della scrittura dell’artista e gli scenari dream pop dal sound evocativo. 

Il 26 Gennaio 2024, ZVRZI torna con il nuovo singolo “Fiatpanda”, un brano che utilizza come metafora il ricordo di un vecchio amore, evocando la malinconia del passato attraverso l’immagine di una fotografia sbiadita. 

 ZVRZI ONLINE:
InstagramTikTok

“Brividi” – il nuovo singolo di Roy Dillon è in radio

“BRIVIDI”
il nuovo singolo di
ROY DILLON
dal 19 Gennaio in radio
Un inno alla rinascita e all’amore per la Musica

 

“Brividi”, il nuovo singolo di Roy Dillon già disponibile sulle piattaforme digitali, sarà anche in radio dal 19 Gennaio per Indieffusione. Il brano, dalle sonorità urban-pop, è intriso di passione per la musica e rappresenta un viaggio profondo all’interno delle ambizioni e dei sogni nel cassetto di ognuno di noi.

Un inno alla rinascita, un grido di determinazione e la testimonianza di una volontà inarrestabile di rialzarsi dopo le difficoltà. Il testo scritto dallo stesso Roy Dillon cattura l’essenza della forza interiore necessaria per superare gli ostacoli, con la speranza di emergere più forti di prima mentre riflette anche l’amore universale per la musica, un sentimento che unisce le persone di ogni età e provenienza.

La genesi di “Brividi” si colloca in un periodo musicale piuttosto difficile per l’artista, una canzone che nasce da un profondo bisogno di rinnovare l’impegno e affrontare le cose con maggiore serietà.

“Vorrei che le persone comprendessero quanto impegno e passione riverso in ciò che faccio.” racconta Roy Dillon – “La musica non è semplicemente un passatempo per me, ma una forma d’espressione che porta con sé emozioni profonde e sincere. È un mezzo attraverso il quale cerco di comunicare la mia anima e le mie esperienze.”

La scrittura di “Brividi” è stata ispirata dal desiderio di trasmettere queste sensazioni, un messaggio di autenticità e di dedizione verso l’arte. La musica è per l’artista in grado di suscitare emozioni così intense da generare vere e proprie ondate di brividi lungo la pelle, un segno tangibile della passione e della sincerità che investe in ogni nota e in ogni parola che sceglie di scrivere.

BIOGRAFIA ROY DILLON: 
Roy Dillon, nome d’arte di Salvatore Pilotta, artista di Pinerolo (TO) classe 2004, trae la sua origine dalla profonda passione dell’artista per i fulmini e per Spiderman. Il nome è un omaggio a due figure di spicco in questi due ambiti che rappresentano la forza e la resilienza di fronte alle avversità e incarnano il potere dei artista ha iniziato a perdere apprezzamento per il suo aspetto fisico. È stato in quei giorni difficili che ha scoperto un filtro su Snapchat con dei fulmini, l’unico modo per vedersi con un aspetto migliore. Da quel momento, i fulmini sono diventati per Roy Dillon un simbolo di rinascita e rivincita.

La storia musicale di Roy Dillon ha inizio durante gli anni delle elementari, quando le maestre gli assegnavano filastrocche da studiare che lui amava reinterpretare creando una sorta di canzone. Non conosceva ancora il rap, che ha poi scoperto grazie ad alcuni amici, ma già prima di scoprirlo, faceva qualcosa di simile, cantando quelle rime che lo avevano sempre appassionato sin da bambino. “Ricordo ancora il primo pezzo che ascoltai, “Cavallini” di Sfera Ebbasta e la Dark Polo Gang. Per me, quella era pura arte e non poteva esistere nulla di meglio.” Ma le canzoni che ascoltava non riflettevano abbastanza la sua personalità. Non raccontavano la sua storia personale, né affrontavano i suoi problemi. Così, un giorno, si è detto: “Prova tu!”. Inizialmente con scarsi risultati e mancanza di  fluidità nel flow. Poi, un giorno, l’incontro con una ragazza, il suo primo e unico amore, ha saputo fargli capire l’importanza delle cose. Ha iniziato a scrivere di lei e per lei, e tutto è cambiato.

Per Roy Dillon la musica è arte, non un semplice passatempo o un modo per guadagnare. Vuole lasciare il segno nel mondo attraverso canzoni che, forse un giorno, potranno aiutare qualcuno che ha un sogno da realizzare.

Segui Roy Dillon: InstagramSpotify

Persephone – Luigi Cinque, Stefano Saletti e Urna Chahar-Tugchi

Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
Domenica 4 febbraio 2024 ore 18 – Ingresso: 15 euro

Luigi Cinque. Stefano Saletti. Urna Chahar–Tugchi.
PERSEPHONE
Un mistero mediterraneo

Luigi Cinque: voce e cuntu, clarinetti, soprano sax, tastiere gaida electronics
Stefano Saletti: voce, bouzouki, oud, chitarra elettrica, electronics
Urna Chahar-Tugchi: voce
con
Silvia Bolognesi: contrabbasso
Eugenio Saletti: chitarra, basso
Sanjay Kansa Banik: tabla
Giovanni Lo Cascio: drums set, percussioni

Tiziana de Rogatis: voce narrante

Persephone è un progetto di Luigi Cinque, Stefano Saletti, Urna Chahar-Tugchi, tre artisti che hanno fatto della capacità di esplorare linguaggi e mondi differenti il loro tratto distintivo. Un lavoro che attraversa i mari e le steppe, che porta a viaggiare dalla Mitteleuropa al nostro Sud, all’Africa, agli echi del minimalismo contemporaneo, all’Oriente, che verrà presentato a Roma domenica 4 febbraio alle ore 18 all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.

Persephone si racconta con i suoni e le voci di Cinque e Saletti e il commento di una delle più straordinarie e riconosciute “vocalist” della world music e del contemporaneo, Urna Chahar-Tugchi, mongola e al contempo cittadina del mondo, avendo vissuto tra Cina, Germania, Regno Unito, Egitto, Italia.

È essenzialmente un lavoro che cammina ai confini di specifiche etichette e stili. È il frutto dell’incontro tra Luigi Cinque, uno dei compositori, strumentisti più rappresentativi (con la sua musica transgenica) della frontiera tra antropologia della musica, scrittura musicale, poetry, cinema e nuove tecnologie e il musicista e compositore Stefano Saletti, profondo conoscitore degli strumenti e delle tradizioni musicali dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Il disco Persephone, pubblicato in CD e in digitale dalla storica etichetta Materiali Sonori, a gennaio 2024 è entrato nella World Music Charts Europe, la classifica mondiale dei migliori dischi di world music, piazzandosi subito al 2° posto.

Il live dal titolo Persephone – Un mistero mediterraneo, oltre a Cinque, Saletti e Urna, vedrà la partecipazione di due percussionisti di assoluto livello internazionale, Sanjay Kansa Banik alle tabla e Giovanni Lo Cascio a drums set e percussioni del mondo, della contrabbassista Silvia Bolognesi, collaboratrice dal 2017 dell’Art Ensemble of Chicago, e del chitarrista e bassista Eugenio Saletti.

Il racconto in scena è di Tiziana de Rogatis, saggista e docente di letterature comparate (all’UNITRASI, l’Università per gli Stranieri di Siena), che racconterà il mistero del mito di Persefone e delle sue radici tuttora presenti nelle scrittrici contemporanee. Persefone – divinità femminile per eccellenza – rapita dal dio Ade è dea a un tempo del mondo delle ombre e, per i sei mesi restanti dell’anno, di quello luminoso della Terra dove con la Madre Demetra fa rifiorire la natura al suo passaggio. Persefone è uno dei miti fondanti del Mediterraneo e diventa il concept del disco e di un lavoro d’insieme sacro e altamente coinvolgente.

I tanti strumenti a corde della tradizione mediterranea suonati da Saletti (oud, bouzouki, saz, baglama oltre a chitarra elettrica ed electronics), si uniscono ai fiati e tastiere e live electronics di Cinque (clarinetti, sax, live electronics e il canto/cuntu afro/druphad, piano), in un gioco di rimandi a temi tradizionali e improvvisazioni, interagendo con il vocalismo di Urna in un processo di composizione in tempo reale. Una musica che si potrebbe definire World Music di nuovo conio, ma anche: grande solismo, pluristrumentismo, ritmo della parola, contemporary music, classic camera konzert, poetry. Su tutto vola sublime Urna Chahar Tugchi originaria delle “Steppe di Ordos”, diplomatasi in canto e composizione al Conservatorio di Shanghai, plurivincitrice di numerosi e prestigiosi “award”, considerata (con le sue quattro ottave) una vera e propria star del canto internazionale.

Il concerto è un’anteprima del Festival Roots – le radici del contemporaneo – curato da MRF5 e Zetema progetti – festival diffuso che si terrà a Roma fino al 28 aprile 2024.

Domenica 4 febbraio 2024 ore 18
PERSEPHONE – Un mistero mediterraneo
Con Luigi Cinque, Stefano Saletti, Urna Chahar–Tugchi
e con Sanjay Kansa Banik, Giovanni Lo Cascio, Silvia Bolognesi, Eugenio Saletti e le letture di Tiziana de Rogatis.

Auditorium Parco della Musica – Viale Pietro De Coubertin 30, 00196 Roma
Realizzato in collaborazione con: IPE IPE Music, Nuovo Imaie, Helikonia
Ingresso: 15 euro. Biglietti su Ticketone.it e presso la biglietteria dell’Auditorium Parco della Musica
Per info e prenotazioni: helikoniaconcerti@gmail.com

Ufficio stampa PERSEPHONE – Un mistero mediterraneo:
Fabiana Manuelli –
stampa@fabianamanuelli.it

Ufficio stampa Festival ROOTS – Le radici del contemporaneo:
Fiorenza Gherardi De Candei –  
info@fiorenzagherardi.com

1 9 10 11 12 13 116
Roberto Bettacchi
0 £0.00
Go to Top
× How can I help you?