Teatrosophia presenta Fantasme

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Le 25 storie di donne di cui si parla nel libro sono unite dal filo rosso del destino, una volta morte, il loro spirito non è mai andato via. È rimasto sulla terra, motivo per cui è stato coniato il termine “Fantasme”.

Delle 25 Fantasme di cui si parla nel libro di Claudio Marrucci, solo 9 sono presenti nel monologo teatrale. Una scelta difficile che ha portato ad elaborare tre distinti quadri, all’interno dei quali troviamo le tre fantasme protagoniste. Ogni dipinto ha una direzione diversa, dunque la rappresentazione, nel suo insieme, non sarà mai uguale. All’interno del primo dipinto troveremo Gaia Lavinia Volumnia (giovane etrusca), Bianca Maria Aloisia Malaspina (giovane albina uccisa per stregoneria nel Medioevo) e Bianca Lancia (moglie suicida di Federico II di Svevia). Nel secondo quadro troveremo Lucrezia Borgia (figlia illegittima di papa Alessandro VI, una delle nobildonne più potenti e inquietanti del nostro Rinascimento), Artemisia Gentileschi (importantissima pittrice del Seicento) e Beatrice Cenci (nobildonna romana giustiziata nel 1599 per parricidio). L’ultimo quadro annovera invece Bianca Maria Martinengo (nobile infante del Cinquecento, morta tragicamente mentre una notte cercava di catturare delle lucciole), Rita Rosani (partigiana italiana di origine ebraica, medaglia d’oro al valore militare, caduta in combattimento contro gli oppressori) e Giorgiana Masi (studentessa, uccisa da una pallottola vagante durante un corteo negli anni di piombo). 

Le Fantasme tornano nel presente, urtano, solleticano l’intelletto degli spettatori, raccontano ciò che sono state e ciò che sono diventate, una storia che non si ferma sulla linea del tempo, una storia in continua evoluzione e cambiamento.

Le Fantasme diventano paladine delle donne, di una femminilità vittima di violenze e soprusi, di donne che, per troppo tempo, sono state sotto il giogo del “caput” maschile, di un unico redentore in fines saeculorum.

Le Fantasme siamo noi, le donne di ieri, di oggi, di domani. Donne che avvisano altre donne. Donne che proteggono altre donne. Donne che tornano ad avvisare, che è sempre possibile non sbagliare.

La direzione della parola è strettamente correlata al movimento del corpo, e il movimento del corpo non solo è mezzo espressivo della parola stessa, ma anche strumento di danza, di animazione. Altra protagonista indiscussa, insieme alla parola, sarà la musica composta, per l’occasione, da Theo Allegretti. 

La parola e la musica, il corpo e lo spazio restituiscono un femminile indagato attraverso la voce di donne senza tempo.

 

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