FARE EVENTI: PROFESSIONE O PASSATEMPO?

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Organizzare o produrre eventi è un’attività sempre più diffusa. Gli eventi sono una forma di impresa tra le più redditizie eppure non c’è un regolamento della professione e come spesso accade è facile incontrare veri e propri improvvisati.

Abbiamo incontrato uno dei maggiori esperti del settore che da vent’anni organizza e produce eventi di grande successo come “Il Settecolli Romanisti” o “Il Microfono d’Oro”.

D – E’ davvero così difficile organizzare un evento?

Se vuoi che l’evento abbia successo e che non sia soltanto un mezzo per soddisfare il tuo ego, non è certo facile organizzare eventi.

D – Spesso si sente parlare di eventi anche quando poi questi sono piccole esibizioni destinate a poche persone.

E’ la moda del momento. Spesso conosco persone che dicono che “Fanno eventi”. L’altra sera alla trasmissione di Bonolis due concorrenti erano organizzatori di eventi, solo che in realtà la prima lavorava in banca e l’altro si divertiva.

D – Cosa rende importante un evento e certifica il suo successo?

Il lavoro dell’organizzatore e del suo team. La gente vede solo la parte finale, ma non si rende conto di quello che c’è dietro. L’evento è la cosa più semplice, ma la sua organizzazione è il vero lavoro e per una serata magari ci vogliono settimane.

D – Che caratteristiche deve avere un buon organizzatore di eventi?

Umiltà. Una grande esperienza, saper parlare in pubblico e ottime relazioni. Ma soprattutto la capacità di saper risolvere problemi ed imprevisti in tempi rapidissimi.

D – Molti credono che per essere bravi bisogna avere una bella presenza, ridere sempre, avere tanti amici e il desiderio di essere sempre al centro dell’attenzione, ma è davvero così?

Alcune caratteristiche del carattere sono fondamentali, ma non bastano. Come dicevo prima bisogna imparare la professione. Oggi vedo più persone disposte ad insegnare che ad apprendere.

D – Ma un organizzatore deve avere particolari specializzazioni o ad esempio un organizzatore di eventi sportivi può organizzare anche eventi politici o di beneficenza?

La professione consiste nell’organizzare eventi quindi un bravo organizzatore non ha difficoltà nella diversificazione. Riuscire ad avere successo in una organizzazione è legato soprattutto alla capacità di pianificare e aver bene in mente l’obiettivo per cui si organizza l’evento, quindi le finalità.

D – Abbiamo parlato con molti giovani laureandi che vorrebbero diventare bravi organizzatori ma poi rimangono delusi perché vorrebbero essere assunti come tali da qualche ente o azienda privata. Non abbiamo capito se questo è un lavoro da libero professionista, imprenditore o impiegato?

Questo è il problema italiano che fa parte proprio del DNA dei “cerca lavoro”. I ragazzi ancora non hanno capito che il lavoro oggi si “crea”. Tutti cercano la sicurezza del posto fisso e il paradosso che vorrebbero fare i liberi professionisti con la certezza della busta paga.

D – Abbiamo notato che le notti della movida romana siano molto diverse da quelle degli anni 80 e 90 e di conseguenza gli eventi della capitale. Cosa è cambiato?

E’ cambiato tutto. Posso portare l’esperienza degli anni 90 perché mi appartiene. Roma era un’altra città, ma lo erano i locali, le feste…gli eventi che si organizzavano. Oggi mi pare ci sia una depressione generale che arriva anche li dove invece ci si dovrebbe solo divertire, ridere e svagarsi. Si parla solo di problemi e di quello che non va. E poi ci sono molti improvvisati.

D – Lei lavora molto con i social, ha molti profili facebook…è opinionista in televisione, cura uffici stampa, frequenta feste, è amico di personaggi VIP e presenta anche molti eventi mondani…diciamo che probabilmente molti giovani vorrebbero essere al suo posto, ma c’è qualcosa che le manca in cui si sente deficitario?

Cerco sempre di imparare e migliorarmi. Il fatto che faccio tutte queste cose non vuol dire che sia perfetto. E’ solo il mio lavoro. Probabilmente avrei voluto impegnarmi di più a studiare le lingue. Oggi l’inglese è più importante che mai e il consiglio principale che do ai ragazzi è proprio quello di investire nell’apprendere le lingue.

Redatto da Amnid

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