TLC a rischio in Italia, dopo Vodafone anche Windtre annuncia la ristrutturazione

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Dopo l’annuncio dei giorni scorsi da parte di Vodafone che annunciava in piano di riorganizzazione causato dalla mancanza di crescita del fatturato e del margine con l’individuazione di piu di 1000 esuberi, sulla stella linea ieri l’atro grande operatore sul mercato italiano apre un tavolo con i sindacati per lo stesso motivo.

Concorrenza sfrenata tra delocalizzazioni e dumping salariale sono alla base di questa repentina decrescita “infelice” del maercato delle telecomunicazioni,

”Riteniamo non più prorogabile la ripresa al Mise del tavolo sul settore delle Telecomunicazioni, preannunciata e rimandata due volte dal ministro Di Maio: anche Wind3 ha annunciato un piano di ristrutturazione” dichiara il segretario nazionaleUgl Telecomunicazioni, Stefano Conti “A distanza di pochi giorni dai cosiddetti ‘efficientamenti’ dichiarati da Vodafone, dalle vertenze Almaviva di Palermo e Abramo Customer Care in Calabria, dagli effetti ancora tutti da verificare dell’assegnazione della gara nazionale Inps sui Contact Center, dalla situazione di estrema incertezza sugli assetti di governance di Tim, si è aggiunta un’altra vertenza in questo travagliato e strategico settore, presunto volano del Paese e motore di incremento del Pil”.

Situazione nella quale si trovano gli operatori di telecomunicazioni anche in virtu delle scelte imposte dall’Europa quando è stato necessario attuare una manovra di fusione tra Wind e Tre per poter sostenere il mercato nazionale ovvero quella di far entrare un quarto operatore, il francese Iliad.

Oggi quindi la ristrutturazione del secondo operatore nazionale viene dichiarata a causa proprio della perdita di quote di mercato e alla diminuzione dei ricavi nel settore mobile per effetto dell’entrata in scena del quarto operatore, Iliad, oltre naturalmente all’obiettivo di recuperare costi.

“l’operazione potrebbe prevedere anche l’utilizzo della mobilità territoriale per i lavoratori e eventuali dismissioni di alcuni asset”.La liberalizzazione del mercato delle Tlc – conclude Conti – e la ‘virtuosa’ concorrenza tra gli operatori, immaginata temo fa da molti come occasione di rilancio per tutto il settore, invece ha comportato solamente una gara al ribasso dei margini per le aziende, una qualità del servizio molto spesso non adeguata e soprattutto ricadute negative scaricate interamente sulle spalle dei lavoratori, accentuate nel tempo anche dal fenomeno mai arginato, della delocalizzazione e del dumping salariale tra lavoratori.”

Una posizione ferma quella dell’UGL che conosce molto bene la situazione di WindTre avendo al suo interno molti dei suoi iscritti.

Non c’e’ dubbio che l’ingerenza dell’autorità europea per la concorrenza abbia influito sull’attuale situazione di mercato mettendo il settore delle Tlc, che era gia su china discendente, in ginocchio, con una previsione di licenziamenti stimata introno alle 5.000 unita nel breve termine.

La richiesta dei sindacati di aprire un tavolo di lavoro sulle Tlc a Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e fondamentale in questo momento per capire come si possa garantire ai tanti lavoratori del settore il mantenimento della propria famiglia.

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