Global Compact cosa fare?!

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In questi giorni stiamo leggendo sui quotidiani, e ascoltando dai telegiornali di un documento che porta il nome di Global Compact.

Per i non addetti ai lavori è una novità e per questo vogliamo vedere da vicino di cosa si tratta e come il nostro Governo lo sta affrontando.

Il Global Compact for Migration è un documento dell’ONU che ha come mission quello di basarsi su un approccio di tipo comprensivo e che definisce alcuni dei criteri in materia di immigrazione e accoglienza dei richiedenti asilo.

Fra i 23 obiettivi che si pone ci sono molte delle norme già previste dal diritto internazionale, tra queste come “affrontare e ridurre le vulnerabilità dei migranti”, “combattere il traffico degli esseri umani”ecc…

Ed ancora, nel documento è richiesta una maggiore e migliore cooperazione fra gli stati così da poter gestire al meglio il fenomeno migratorio, nonché qualche proposta che vede la possibilità di  aprire vie legali per l’immigrazione.

In  Marocco, fra 10 e 11 dicembre, si terrà un summit a Marrakech per la sottoscrizione del Global Compact.  La maggior parte dei paesi europei ha dichiarato che firmerà il documento, ma cosa farà l’Italia?!

La sua stesura era prevista dalla dichiarazione approvata dall’ONU nel settembre 2016, durante un summit incentrato esclusivamente sull’immigrazione. Il governo italiano che era in carica allora, guidato da Matteo Renzi, sottoscrisse l’accordo e si impegnò a lavorare alla stesura del Global Compact. Il governo Conte, almeno all’inizio, aveva detto che lo avrebbe sottoscritto. Due mesi fa, durante i lavori dell’assemblea generale dell’ONU a New York, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi aveva annunciato che «quello che faremo a Marrakech è di importanza fondamentale».

Ma qualcosa è cambiato il Governo italiano ha annunciato che non sottoscriverà il documento dell’ONU sull’immigrazione. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato: «Il Global Migration Compact è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini. Riteniamo opportuno, pertanto, parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all’esito di tale discussione». L’Italia non parteciperà nemmeno al summit indetto per sottoscrivere l’accordo, in programma a Marrakech, in Marocco, fra 10 e 11 dicembre.

Le cose sembrano essere cambiate soltanto negli ultimi giorni. Rispondendo a un’interrogazione parlamentare posta da Fratelli d’Italia, molto critico sul documento, il 21 novembre Moavero Milanesi aveva confermato l’appoggio del governo italiano, pur con qualche riserva: «ricordo che il presidente del Consiglio aveva espresso un orientamento favorevole, in ogni caso avremo un approfondimento in sede di Governo, prima di procedere alla conclusione eventuale dell’accordo», aveva detto Moavero Milanesi.

Lunedì 26 novembre, il capogruppo della Lega alla commissione Esteri della Camera, Paolo Formentini, ha presentato una risoluzione per chiedere al governo di non sottoscrivere l’accordo, sostenendo che «ci sembra assurdo dare ad un organismo non eletto che non risponde direttamente ai cittadini una competenza propriamente statuale» (il Global Compact for Migration non contiene nessuna norma che assegna all’ONU alcuna competenza in materia di immigrazione). Intervenendo alla Camera il 28 novembre, Salvini ha annunciato che il governo non si presenterà a Marrakech per sottoscrivere il documento e che lascerà decidere al Parlamento se votarlo o meno, «come gli svizzeri». Anche in Svizzera il governo ha effettivamente preso la stessa – irrituale – decisione, sospendendo la sua partecipazione a Marrakech in attesa di un dibattito parlamentare sul documento dell’ONU.

Una riflessione però va fatta, ovvero che l’Italia può rischiare l’isolamento all’interno dell’ONU e se da un lato l’imbarazzo del decisionismo di Salvini imbarazza gli alleati cinquestelle, dall’altro però Fratelli d’Italia, capitanati da Giorgia Meloni, sono già pronti a schierarsi. “Salvini ha detto di essere contrario al Global compact ma che si rimetterà al volere del Parlamento. Allora, se si votasse in libertà, M5S e Pd direbbero di sì e questo significherebbe sconfessare tutte le politiche fatte finora sull’immigrazione”.

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