Japan-EU free trade agreement: la Commissione commercio internazionale approva l’accordo

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Il 17 luglio scorso è stato siglato il “Japan-Eu free trade agreement” in occasione del vertice Giappone – Unione Europea.

Si tratta del più grande accordo commerciale bilaterale mai negoziato tra le due importanti aree economiche, che sancisce la fine delle trattative, iniziate nel 2013, istituzionalizzando l’amicizia giapponese-europea e dando vita alla più grande area di libero scambio del mondo. L’accordo crea una zona commerciale di 600 milioni di persone e copre un terzo del PIL globale e circa il 40% del commercio mondiale. Si arriverà alla rimozione di quasi tutti i dazi doganali per un valore di circa 1 miliardo di euro l’anno sui prodotti e servizi europei esportati in Giappone. Di contro, risultano essere ancora in corso i negoziati per un accordo sulla protezione degli investimenti per istituire un meccanismo per risolvere le controversie e garantire un trattamento equo degli investimenti diretti esteri UE-Giappone e viceversa.

Inoltre, l’Unione Europea ed il Giappone hanno firmato un accordo di partenariato strategico, che estende la cooperazione a settori quali l’energia, l’istruzione, la ricerca e lo sviluppo, la lotta contro il cambiamento climatico e il terrorismo; il Parlamento europeo è tenuto a dare il suo consenso anche a questo accordo.

Il primo passo dell’accordo tra Unione Europea e Giappone è stata l’approvazione della Commissione commercio internazionale del Parlamento Europeo. Dopo la firma avvenuta a Tokyo, si è giunti alla fase successiva: il 5 novembre, la Commissione commercio internazionale ha votato con 25 voti a favore, 10 contrari e 1 astenuto approvando l’accordo di partenariato economico.

Tale Commissione riveste un ruolo fondamentale nella definizione della politica commerciale dell’Unione all’interno del Parlamento, che ne costituisce la “coscienza democratica”. Inoltre, si considera che, in generale, la normativa commerciale e gli accordi commerciali internazionali possono essere attuati solo con l’accordo del Parlamento Europeo. La Commissione commercio internazionale è competente per le questioni relative alla definizione, all’attuazione e al controllo della politica commerciale comune dell’Unione e alle sue relazioni economiche esterne, in particolare: le relazioni finanziarie, economiche e commerciali con paesi terzi e organizzazioni regionali; la tariffa esterna comune e la facilitazione degli scambi commerciali; l’avvio, la supervisione, la conclusione e il seguito degli accordi commerciali bilaterali, multilaterali e plurilaterali che disciplinano le relazioni economiche, commerciali e in materia di investimenti con i paesi terzi e le organizzazioni regionali.

Nell’ambito dell’accordo con il Giappone, i membri del comitato INTA (International Trade), guidati dal presidente Bernd Lange, si sono recati in Giappone per tenere dei colloqui con il governo, i parlamentari e le parti interessate, ed hanno raccomandato di approvare l’accordo commerciale UE-Giappone proprio perché risulta essere un grande accordo che si pone come segnale a sostegno di un commercio internazionale aperto, leale e basato su regole ben precise.

L’accordo di partenariato economico tra l’UE e il Giappone rimuoverà quasi tutte le tariffe sulle merci. Apre a nuovi servizi, tra cui e-commerce, trasporti marittimi, servizi postali, energia e telecomunicazioni, per poi creare delle regole comuni per gli scambi bilaterali e standard comuni per i due blocchi commerciali. Gli eurodeputati della Commissione per il commercio hanno sottolineato che l’accordo “rappresenta un segnale tempestivo a sostegno di un commercio aperto, equo, basato sui valori e basato su regole, promuovendo al contempo standard elevati, in un momento di gravi sfide protezionistiche per l’ordine internazionale”.

Ciò che convince di tale accordo è anche il modo con cui le tariffe vengono liberalizzate parallelamente alla salvaguardia di settori sensibili, ad esempio nella produzione automobilistica europea, in cui le tariffe UE verranno gradualmente eliminate in sette anni. Inoltre, il Giappone aprirà ai mercati degli appalti in 54 grandi città e nel settore delle attrezzature ferroviarie, così da permettere ai fornitori europei di competere su questo mercato. Altri settori che potrebbero trarre maggiore vantaggio dall’accordo sono quello dell’agricoltura e dell’industria alimentare, in particolare i produttori di vino, carne suina e formaggi. Il comitato risulta inoltre soddisfatto per l’elevato livello di tutela dell’ambiente e del lavoro sancito dall’accordo e per l’impegno a favore dell’Accordo di Parigi per combattere il cambiamento climatico. Infine, rileva la presenza dei punti di contatto per le piccole e medie imprese (PMI), che figurano per la prima volta in un capitolo dedicato a un accordo commerciale dell’UE, alla luce del fatto che il 78% delle aziende dell’UE che esportano in Giappone sono PMI.

D’altro canto, è necessaria una maggiore collaborazione per quanto riguarda le regole sul lavoro e sull’ambiente: il Giappone deve ratificare tutti i codici del lavoro stabiliti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro. In particolare, i codici che non sono ancora stati ratificati riguardano la discriminazione e l’abolizione del lavoro forzato.

A conclusione dei lavori, il relatore responsabile Pedro Silva Pereira ha dichiarato che “il voto positivo di oggi sull’accordo invia un forte segnale per un commercio equo basato su regole e valori. La nostra risoluzione esorta entrambe le parti a rispettare i loro impegni e sfruttare al massimo il potenziale progressivo dell’accordo, garantendo il rispetto delle norme in materia di lavoro e ambiente e contribuendo agli obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Per ciò che riguarda gli sviluppi di tale accordo, è necessario il consenso del Parlamento europeo, che dovrebbe votare per l’accordo nella sessione plenaria di dicembre. Se l’accordo viene approvato, può entrare in vigore non appena il Giappone lo ratificherà.

di Flaminia Maturilli

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