Il servizio di Posta Militare durante la Grande Guerra

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Dal 1862, data di nascita del Regio Servizio Postale Italiano,  le poste sono state presenti nella vita quotidiana del paese con il difficile compito di mantenere le comunicazioni nel paese di recente costituzione e nel resto del mondo.

Chilometri e chilometri di strade impervie per consegnare la corrispondenza in tutto il paese che unito sulla carta non aveva ancora nessuna connotazione i una unità culturale e linguistica.

Tra le tante sfide che il servizio postale ha dovuto affrontare in quegli anni pioneristici vi era anche la necessità di collegare le zone di guerra con la patria, i soldati con le famiglie, prima in Crimea, in Cina durante la rivolta dei Boxer e in Libia nel 1911.

Solo con la prima Guerra mondiale però il servizio viene organizzato e denominato come “Posta Militare” che vedeva impegnati in questo servizio più di 1.500 uomini dislocati negli uffici delle retrovie e negli uffici mobili che vicino al fronte avevano il compito di  raccogliere e distribuire la corrispondenza da e per il fronte.

Un lavoro durissimo che esponeva gli addetti agli stessi rischi dei soldati dovendo essere presenti nelle trincee più esposte del fronte.

Il servizio era tanto importante anche per i comandi militari che mettevano a disposizione dei soldati una cartolina al giorno per comunicare con i propri cari, una esigenza ritenuta prioritaria per poter far comprendere il sacrificio che le famiglie stavano facendo per una guerra lontana e per uno stato che ancora pochi riconoscevano come unitario.

Nei 3 anni di guerra la posta militare ha usato  per il suo servizio 45.890 kili di spago, quanto 3 carri armati leggeri, 28.600 kili di ceralacca pari a 82 granate da obici, 21.000 kili di carta per dispacci equivalenti a 5.539 fucili.

Seguendo i progressi dell’innovazione tecnologica, tipici  dei periodi bellici, ha utilizzato per il suo servizio i primi uffici mobili su ruote per raggiungere le prime linee e testato i primi collegamenti aerei per la consegna postale, una testimonianza di come le esigenze belliche siano lo stimolo per lo sviluppo di innovazioni.

In totale sono stati gestiti quasi 4 miliardi di spedizioni nei 3 anni di conflitto uno impegno grave e complesso che il servizio postale militare ha svolto sempre con grande dedizione tanto da annoverare tra i componenti del servizio diverse medaglie al valore.

Al fronte la corrispondenza era una esperienza vissuta insieme ai commilitoni, ma poteva diventare anche uno spazio strettamente personale in cui intrecciare un dialogo virtuale con la propria famiglia e cercare di tenere saldo il legame che li univa.

Abbiamo affrontato questo tema con Mauro De Palma dell’Archivio Storico delle Poste Italiane di Roma, che ci ha illustrato come le il servizio Postale sia riuscito ad organizzare un servizio di Posta Militare che ancora oggi è attivo per le missione delle Forze Armate Italiane all’estero.

 

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