Carceri, Il Co.S.P. Chiede Al Ministero La Chiusura Dei Penitenziari Minori:

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Mastrulli:“ Personale E Detenuti Nei Nuovi Padiglioni Di Taranto, Trani E Lecce”

A seguito dell’incontro tenutosi il 25 settembre scorso con il sottosegretario alla Giustizia on. Morrone e alla luce della situazione critica degli organici  di polizia penitenziaria, riscontrata nelle strutture carcerarie con più alto indice detentivo, il Coordinamento sindacale penitenziario ritiene non più procrastinabile la necessità di riequilibrare gli organici del corpo di polizia penitenziaria la cui carenza viene stimata in circa 11mila unità mancanti nelle oltre 260 carceri italiane. “Nei penitenziari pugliesi – afferma il segretario nazionale del Co.s.p. Mastrulli – si contano 3 mila 400 detenuti a fronte di una capacità ricettiva di  appena 2mila 400 posti.  Si aggiunga a questo le numerose assegnazioni temporanee di personale nelle sedi extracarcerarie del PRAP. Il sindacato autonomo, dovendo far fronte alle emergenze, ha chiesto l’immediato rientro delle unità distaccate nelle sedi originarie di assegnazione ripristinando il ruolo a cui è deputata la polizia peniteniaria, molto spesso utilizzata in altre mansioni. Il Co.s.p. ricorda che tali disposizioni esulano da accordi con le organizzazioni sindacali determinando il progressivo impoverimento delle poche risorse disponibili nonostante una marcata situazione di sovraffollamento carcerario. Il sindacato ritiene che un primo passo sia possibile  attraverso il ripristino di un decreto dell’ex ministro Paola Severino che stabiliva la soppressione di alcune sedi carcerarie sulla base di elementi di antieconomicità delle strutture e in rapporto alla esigua popolazione carceraria esistente al loro interno. “In Puglia – aggiunge Mastrulli – nelle case circondariali di San Severo, Lucera e Altamura il numero dei detenuti è al di sotto delle 100 unità. Si tratta di detenuti che potrebbero essere trasferiti nei padiglioni in corso di completamento nei penitenziari di Trani, Taranto e Lecce.  Un provvedimento di questa natura consentirebbe una più razionale distribuzione del personale in strutture ove la criticità degli organici mette a dura prova il lavoro del personale”. 

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