Non tutti la Domenica vanno per Centri Commerciali.

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Quattro chiacchiere tra libri, politica, migrazione e futuro. In questi giorni il Ministro Di Maio ha detto che se la domenica i negozi sono chiusi le famiglie riscoprono la bellezza di stare insieme così come gli amici.

Ora i negozi sono tutti aperti e ci sono tanti modi per passare una buona domenica e uno di quelli che amo di più non è certo portare la famigli all’Outlet, ma fare una gita fuori porta, andare al cinema, leggere qualche libro a casa o venire a Roma a trovare qualche amico e chiacchierare da soli bevendo un buon vino o fumando liberamente un ottimo sigaro. Non credo quindi serva un alegge per “educare” gli italiani a fare ciò che è di meglio per loro la Domenica, ognuno ha una propria coscienza e propri interessi e non si può certo condannare chi sceglie le vetrine dei negozi.
A due passi dal Colosseo abita un caro amico che io definisco uno degli ultimi intellettuali veri, un uomo di grande cultura che nella vita ha avuto la fortuna di fare molto se non tutto o quasi. Quando si entra nella sua casa si entra in un museo fatto di oggetti e ricordi di viaggi per il mondo, stampe antiche e foto di una vita vissuta che farebbe invidia a chiunque. Antonio Fichera (classe 1947) è stato professore, regista, autore, sceneggiatore, scrittore. Ha viaggiato per il mondo, ha avuto donne bellissime, ha frequentato principi e diplomatici, ma ha conosciuto anche le miserie dei popoli poveri per davvero. Sedendosi nel suo studio si comincia a parlare di tutto. Siamo soli, liberi, come due vecchi esploratori che si ritrovano raccontandosi le avventure che ognuno ha vissuto qua e la per i cinque continenti.
L’ultimo libro di Antonio è “Storia della vendetta. Arte della vendetta, vendetta nell’arte” edito da La Lepre edizioni.
IL LIBRO
D – Ha senso oggi parlare di vendetta?
R – Ha senso perchè non è che la legge ordinaria può sostituire la vendetta o meglio la può sostituire legalmente, ma rimane il fatto che l’uomo richieda vendetta anche perché bisogna azzerrare il concetto che una cosa è la legge e una cosa è la vendetta. La legge quando è applicata bene è un esercizio della vendetta.
D – Quindi il giudice è un vendicatore.
R – Esattamente, il giudice è un nostro vendicatore…ma attenzione che non poche volte i giudici commettono errori e allora li il problema è serio…ma è lunga da spiegare, conviene leggere il libro.
L’ITALIA TRA DIECI ANNI
D – Cosa ti piace della situazione italiana di oggi?
R – Niente.
D – Come vedi un ragazzo che oggi ha 15 anni tra dieci anni?
R – Lo vedo che deve preparare bagagli e andarsene perchè tra dieci anni staremo peggio di adesso.
D – E che governo avremmo?
R – Un governo di sinistra.
D – Come è possibile che questa sinistra che perde sempre non muore mai?
R – La sinistra aveva capito che bisognava impadronisrsi della cultura. La sinistra non ha strategie, esegue ordini, o meglio ha la strategia del potere. Non ha strategie economiche personali e dice si a chiunque così può coltivare il suo orticello, riuscendo anche ad andare al potere quando non lo meriterebbe…ma anche qui il discorso è lungo e dovremmo cominciare dalle affermazioni del povero Togliatti.
DI MAIO
D – Non è una cosa un po’ fuori dal comune che un ragazzo non laureato che faceva lo steward allo stadio di Napoli, come primo lavoro diventa Deputato e Vice Presidente della Camera e successivamente Ministro e Vice Premier? Insomma tutto in poco più di 5 anni.
R – Beh effettuvamente una cosa del genere accaduta in Italia ha veramente del miracoloso, se fosse accaduta in America sarebbe stato meno sbalorditivo e devo dire che come ex steward al San Paolo di Napoli è molto meglio di qullo che uno poteva immaginare.
D – Ci sono altri come lui che oggi arrivano al successo senza passare per quella che era “la gavetta”; queste persone sono un pò invidiate e questa invidia potrebbe motivare anche un pensiero di vendetta?
R – Ma credo proprio di si. Se pensiamo a chi ad esempio ha dedicato una vita alla politica e magari non viene eletto nemmeno in un consiglio comunale e con pochi click oggi c’è chi si ritrova, magari senza alcuna esperienza, al parlamento europeo la dice lunga. Ma al di la di questo questi fatti ci dimostrano anche una cosa: quando chiamarano Monti, un grande teccnico non politico, tutti erano felici e contenti perché finalmente il “competente” aveva sostituito “il politico” incompetente e arruffone e invece il suo governo si è rivelato un disastro. Quindi non è detto che chi sia troppo competente sappia poi fare bene…nel calcio di esempi del genere ce ne sono a centinaia. Io su Di Maio all’inizio mi sono meravigliato, poi ho pensato che non poteva essere più dannoso di Monti.
D – Ma che senso ha fare sacrifici, investire sulla formazione, lavorare e non essere pagato per anni con la scusa dell’esperienza quando poi potresti trovarti famoso ricco e potente con una botta di fortuna?
R – Probabilmnete Di Maio è meno “steward” di quello che noi pensiamo. Poi vedi che da come parla, al di la di quello che dice, sembra già un politico consumato. Abbiamo avuto Senatori, nei recenti governi passati che non sapevano nemmeno parlare l’italiano, anzi parlavano in dialetto. Però penso che tutta questa fortuna che oggi premia così facilmnete certe persone in quasi tutti i settori non crea una stabilità continua e prima o poi ne pagheremo il conto e lo pagheranno gli stessi “fortunati”. Del resto non credo che un ricco e famoso cantante youtuber di oggi diventerà immortale come un Lucio Battisti.
NOSTALGIA
D – Cosa ti manca della vecchia repubblica
R – La tanto vituperata prima repubblica aveva molti difetti ma tanti pregi tra cui quello che si riusciva a lavorare. Io non sono mai stato ostacolato nel mio lavoro da nessun partito o politico di allora. Avevo conoscenze e amici ovunque e lavoravo se i miei progetti erano adeguati, utili e importanti. Oggi invece di ostacoli ce ne sono e molti, tanto da rendere impossibile la vita un pò a tutti, ma uno dei pregi degli italiani è quello di arraggianrsi e quindi riusciamo, non so ancora per quanto, a vivere più o meno dignitosamente nonostante tutto. E’ un vero miracolo…mediamente un americano, un tedesco non riuscirebbero mai a vivere in Italia.
IMMIGRAZIONE
D – Cosa pensi dell’immigrazione?
R – Un mio ex lavorante veniva dal Pakistan. La sua era una famiglia povera. Arrivò in Italia con l’aereo e tanto di passaporto. Pagò il suo viaggio 500 euro circa (che erano comunque tanti soldi). Non aveva lavoro e poi l’ha trovato. Oggi vive qui con famiglia da 15 anni. Parlando isnieme, qualche mese fa, si domandava perchè queste persone affrontano per cifre allucinanti un viaggio così pericoloso come la traversata del Mediterraneo…dopo tutti questi anni, questi naufragi e tanti morti, si sarà pur sparsa la voce tra chi prende i barconi? Io penso di si e pure continuano con questi viaggi anormali e anomali. Le motivazioni ci sono ma sono difficili da comprendere.
D – perchè secondo te?
R – Continuo, come il mio ex lavorante e amico, a domandarmelo. Io penso che con l’andare del tempo qualcuno ha deciso che bisogna creare altri “inferni” sulla terra e creare i presupposti per un malessere diffuso.
E’ da troppo tempo che se ne parla, ma non si fa mai niente. Oggi Salvini pare stia dando dei segnali forti, speriamo che i poteri più forti di lui non gli fanno fare una brutta fine.
IL PONTE
D – La tragedia di Genova ti ha addolorato?
R – Come non addolorarsi. Intanto la mia opinione personale su questo Ingegner Morandi è quella di uno che non progettava benissimo, tanto che lo stesso ponte crollato cominciava a dare problemi già dopo 10/15 anni dalla sua realizzazione. Poi c’è un altro aspetto che è assurdo e cioè quello che in Italia per l’assegnazione di un appalto pubblico vige la miglior offerta, ossia il prezzo più basso, quindi non si guarda alla qualità ma al costo e probabilmente questo è valso anche per il ponte Morandi. Poi una manutenzione che doveva essere fatta e non è stata mai adeguatamente fatta, burocrazia e altro ed ecco che arriva la strage che serve a prendere coscienza. Noi aspettiamo sempre le stragi. Ma prendiamo coscienza per poche settimane, pochi mesi, poi tutto ritorna nella normalità in attesa del disastro successivo.

D – Cosa ci può salvare? Dostoevsky diceva che la bellezza salverà il mondo. pensi sia vero?
R – Credo che in Italia no. Perché ne abbiamo talmente tanta che ne siamo indifferenti e non sappiamo riconoscerla, altrimenti avremmo capito già da tempo come sfruttarla per stare tutti bene. Credo che prima della bellezza ci sia un’altra cosa.
Nell’induismo esiste una raffigurazione che si chiama SHIVA che è distruttore ma anche creatore. Questa raffigurazione è sempre danzante. Questa danza rappresenta la nascita dei mondi, la distruzione e Shiva poggia su una specie di sgorbietto che si chiama Mukala e rappresenta l’ignoanza. Per l’induismo la cosa più grave è l’ignoranza ed è quello che dovremmo cominciare a pensare anche noi.

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