Ipotesi e tensioni sulla legge di Bilancio: Di Maio vs Tria

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Tutti si chiedono: da dove prenderanno i soldi? “I soldi ci sono, eccome, in un bilancio da 800 miliardi”. Così si legge in un post pubblicato lo scorso 26 gennaio sul sito dei 5Stelle.

In poche parole, per loro la strada più veloce, o più semplice, se così si può dire, per realizzare le riforme, soprattutto quelle più costose, è quella che porta a fare altro debito; debito che poi verrà risanato negli anni avvenire, sempre secondo il Movimento di Casaleggio, grazie alla spinta che potrebbe dare in termini di Pil il reddito di cittadinanza e le altre misure che sono sui tavoli del Governo. 

Questo è l’auspicio del M5s! Interessante, ma forse un po’ pericoloso? Azzardato?

In campagna elettorale i pentastellati parlavano di coperture che si aggiravano intorno ai 40 miliardi. Coperture che potevano arrivare dall’attenta revisione delle cosiddette tax expenditures, come ad esempio le agevolazioni fiscali erogate senza criterio, infatti andrebbero razionalizzate e spostate su nuove voci di spesa, oppure utilizzare i 17 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi (SAD), cioè trasferimenti e agevolazioni per le fonti fossili o inquinanti indicati ufficialmente dal Ministero dell’Ambiente. Altri 30 miliardi a regime dovrebbero essere prodotti dai tagli agli sprechi e dalla spending review.

Insomma un bel da fare. Questi e tanti altri sono le voci presenti in quella che per i non addetti ai lavori sembrerebbe una vera e propria giungla che porta il nome di legge di bilancio.

All’interno di questa giungla però l’inquilino di via XX settembre, come ha riportato qualche giorno fa “Il Fatto Quotidiano”, sta cercando di lottare e distrecarsi tra le centinaia di voci che vanno sotto il nome di tax expenditures, ma l’impresa non è semplice. Fanno parte di queste spese ad esempio l’esonero delle prime case dalla Tasi, le detrazioni per le spese sanitarie e gli ottanta euro di Renzi. Tutte agevolazioni intoccabili.

I sussidi definiti “ambientalmente dannosi” pesano invece sulle casse dello Stato per 16,1 miliardi di euro. Di questi però ben 5 miliardi sono destinati alla differenza di trattamento fiscale tra gasolio (agevolato anche se più inquinante) e benzina nei trasporti. Si tratta di una agevolazione di cui beneficiano milioni di automobilisti e dunque cancellarla sarà molto difficile. in sostanza la strada che porta alle riforme è complicata!!!

Come complicato è il pressing su Tria, ove la parola d’ordine del Ministro Di Maio è “non deludere gli elettori a qualsiasi costo”. Certo è che per ora il banco è povero. Al M5s resterebbe solo una strada da percorrere, quella del deficit: ma non è, purtroppo per loro, la stessa strada che Tria vuole percorrere.

Sfortunatamente l’impressione che si ha, ad oggi, è quella di un Governo disorientato, perché non riesce, con queste premesse, che loro stessi hanno prodotto, realizzare il contratto di Governo. E sia chiaro in tutto questo, come sostiene l’On. Renato Brunetta “L’Europa questa volta non c’entra, non è matrigna, c’entrano però i mercati che di fronte al caos generato dall’Esecutivo stanno scappando dall’Italia a gambe levate”.

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